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Autore: Nicolessa    27/10/2012    1 recensioni
[«Non riuscirai a moltiplicare la birra come fece Gesù con pani e pesci, sai? Le tue mansioni si fermano giusto qualche gradino più in giù.» gli disse Jo a sfottò, togliendogli dalle mani la sua bottiglia praticamente vuota ma che Dean continuava a rigirarsi sotto gli occhi come se per magia avesse potuto riempirla nuovamente con la sola forza della mente da un momento all'altro.]
I fratelli Winchester e Jo si rincontrano dopo l'ultima caccia che ha lasciato Dean con una gamba dolorante e i suoi sentimenti vacillanti.
Si ritroveranno quindi coinvolti nuovamente in un caso insieme alla biondina, anche se di mezzo questa volta ci sarà il legame di Sam con Occhi Gialli a complicare la questione.
In più, ad allietare le giornate di Dean, alla Roadhouse si presenterà un giovane cacciatore, Miles, particolarmente visto di buon occhio dalla cacciatrice testarda.
AVVISO: questa storia è collegata a "Dangerous Hunt", un'altra storia che troverete sul mio account.
Spero che vi divertiate a leggerla come mi sono divertita io, insieme a Moonlight93, a scriverla!
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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12 Capitolo 12 - Come grandi ed egocentrici Dei.





«Forse pensava che Miles avesse cattive intenzioni con Andrew...» azzardò il cacciatore, alzando lo sguardo verso la ragazza. «Riusciamo ad avere una foto di questo Larry? Così almeno Miles metterebbe di essere importante per il gruppo, conosceremo tutti lo svitato assassino.» Dean sorrise ironico e Jo ricambiò con una smorfia.

«Oh certamente. Se vuoi passare altri venti minuti a cercare il suo fascicolo.. fa pure!» lo prese in giro allargando le braccia come ad indicarsi intorno, tra una serie di scaffali che pareva interminabile.

«Dai muoviti, dobbiamo chiamare Sam.» lo avvertì prima di rimettersi in piedi e stiracchiare le braccia al cielo, sgranchendosi le ossa ormai ferme da un po'.
«Se Larry vede in giro Miles ancora vivo.. penso che avremo molti più problemi di una pallottola nella spalla.» meditò saggiamente incamminandosi verso l'uscita seguita da Dean, senza preoccuparsi tanto di rimettere tutte le cartelline al loro posto.
Certo, la vecchietta li avrebbe detestati ma pazienza!
«Ah, e per la cronaca...» disse poi voltandosi verso Dean e rischiando quasi di sbattergli contro.
Come in un lampo le venne in mente la sera dell'ultima caccia insieme, quella dove Dean stava per rimetterci la pelle a causa di una strega del cazzo che Jo aveva odiato con tutte le fibre del suo corpo.
Intanto il cacciatore era rimasto di fronte a lei con una faccia dubbiosa, pronto ad ascoltare le parole della biondina persa momentaneamente nel labirinto della sua mente.
Le sue budella non collaboravano affatto, così come la vicinanza.
Faceva una grande fatica, immane. 
Tutta quella tensione -anche se piacevole- tra di loro non era rimasta chiusa in macchina, o in motel, o alla RoadHouse, lo sapevano.
Sapevano anche quanto fosse sbagliato.
Diciamo pure che Jo era la reginetta degli errori. E Dean ancora peggio.
Si alzò sulle punte dei piedi e con una mano lo avvicinò a lei tirandolo per la nuca.
Il contatto visivo tra i due si interruppe e le labbra di Jo si appoggiarono su quelle di lui, molto più calde rispetto alle sue.
Era un bacio impulsivo e allo stesso tempo rilassato. Un bacio incoerente, un po' come lo erano loro.
«Grazie.» mormorò scendendo con i talloni su pavimento e spingendo la porta per raggiungere l'entrata.
Era sempre così che capitava no? Preferivano nascondersi dietro una scusa piuttosto che darsi una risposta a quello che.. provavano? Forse.
Miles non l'aveva ringraziato. Forse perchè non ne aveva avuto l'occasione.. o la voglia. Ma in ogni caso avrebbe dovuto essergli grato.
Una buona scusa per Jo di liberarsi di un demone che iniziava a morderle lo stomaco.

«Sai che ti dico? Lasciamo pure che Miles trionfi nella sua unica utilità.» disse non appena gli comunicò che per vedere una foto dell'assassino sarebbe servito il fascicolo privato del soggetto in questione. 

Aveva passato venti minuti di inferno e noia, chi mai avrebbe voluto passarne altri venti nello stesso modo? Lui non di certo. 
Si alzò dalla sedia e prese il fascicolo di Cordelia Rainolds nascondendolo sotto un lembo del giaccone di pelle. Jo lo guardò come sconcertata: inarcò un sopracciglio e socchiuse la bocca in un'espressione lontanamente severa. Sembrava volesse dirgli "ma è illegale!". Come se fosse la prima volta che Dean faceva qualcosa del genere. 
«Che c'è?» fece Dean stranito aggrottando la fronte. «Sarà sicuramente l'unica cosa che ha di sua madre. Vorrà averlo.» pensò ad alta voce. 
Lui non aveva nulla di Mary, soltanto tre o quattro foto. Se avesse trovato qualcosa del genere avrebbe voluto averla per sé, insomma si mise nei panni di Andrew.
A quel punto l'espressione della ragazza sembrò mutare in un sorriso. Strane le ragazze! Bastava fare un gesto altruista e si scioglievano come ghiaccio al sole.

«Forza, andiamo!» la incitò Dean prima che lei prendesse a citare di nuovo Miles. 
«Non penso che a Larry importi qualcosa del tuo amichetto.» confessò in tutta sincerità. 
Chissà per quale strano e arcano motivo quel Larry gli aveva detto di ammazzarsi. Probabilmente perché Miles aveva - evidentemente - cattive intenzioni con Andrew. Insomma, se qualcuno progettasse di fare del male a Sam anche Dean darebbe di matto e comincerebbe a sparare. O forse gli stava antipatico e aveva deciso di eliminare quella brutta faccia dal pianeta terra. 
A quel pensiero Dean ridacchiò tra sé mentra uscivano da quella stanza.
Poi improvvisamente Jo si bloccò e si voltò verso di lui. Dean fece appena in tempo per fermarsi, non mancava molto che si schiantasse contro il corpo esile della ragazza. "Per la cronaca..."

Dean aggrottò la fronte e annuì come ad incitarla a finire di parlare.
Pendeva dalle sue labbra e non aveva idea su che cavolo volesse cominciare a battibeccare. Poi i pensieri si spensero come lampadine fulminate non appena le loro bocche si incrociarono.
Sentì di nuovo una stretta morsa allo stomaco e la mente sembrò essersi dissolta. 

"Grazie..." e di cosa? Restò a guardarla imbambolato mentre si allontanava e inarcò le sopracciglia stordito. Ma che gli prendeva? 
«Non c'è di ché...» mormorò non appena lei fu fuori dall'ufficio, anche se non aveva la ben che minima idea del motivo per cui l'aveva ringraziato in quel modo così insolito.

Un cenno di saluto alla disponibilissima vecchietta amante dei rebus e subito in macchina, pronti a comunicare a Sam le nuove notizie sul caso e, soprattutto, pronti a prendere questo killer sadico e un tantino piromane.

Non era il momento di essere sentimentali.
«Larry Williams. Sì Sam, è lui che li ha uccisi.» iniziò a spiegare Dean mentre premeva il piede sull'acceleratore e stringeva la mano sul volante.
La risposta di Sam era muta all'orecchio di Jo ma lei immaginava le sue parole: 'Perchè lo fa?' o meglio 'Chi diamine è Larry Williams?'.
«Da' qua!» disse Jo ruotando gli occhi e strappando dalla mano di Dean il cellulare per parlare con il fratellino confuso.
«Larry è il fratello di Andrew. O meglio dire gemello. Sono stati divisi alla nascita quindi dubito che sappiano di essere imparentati in qualche modo.» chiarì la ragazza lanciando una rapida occhiata al conducente, ironicamente infastidito dal gesto autoritario di Jo.
Ridotta una risatina in un tenue sorrisetto, ritornò ad ascoltare Sam.
La voce di Andrew in sottofondo riusciva appena ad arrivare alla cornetta come un mugolio confuso e ciò faceva aggrottare la fronte della ragazza.
«Quindi non siete riusciti a trovarlo?» domandò per sicurezza lei prima di essere ripagata con la stessa moneta da Dean che prontamente le rubò il cellulare dalle mani.
Schioccò la lingua al palato e scosse la testa come forma di disappunto.
Oh, quanto avrebbe voluto ridere.
«Dove siete adesso?» chiese poi Dean visibilmente più tranquillo.
Era ovvio che fosse preoccupato per il fratello. 
Dopotutto un pazzo dotato di poteri sovrannaturali che riesce a convincere la gente a fare ciò che lui vuole era una preoccupazione abbastanza grande da sopportare, pur sapendo che Sam ne fosse immune.
Un suono incomprensibile risuonò nell'abitacolo in risposta.
«Ok, arriviamo.» concluse Dean abbandonando il cellulare sul cruscotto e improvvisando un' inversione a U che fece spalancare gli occhi alla ragazza accanto a lui.
Inutile puntualizzare il fatto che lei lo stesse guardando malissimo, tipo con uno sguardo da 'Sei un pazzo omicida?'.
«Sempre se non moriamo prima schiantati contro qualcosa.» ironizzò Jo come a volerlo rimproverare.
Per ora tutto proseguiva liscio per i cacciatori, escludendo il quasi suicidio di Miles, e questo non poteva che fagli tirare un sentito sospiro di sollievo.
«Lo sai che il limite su questa strada è 90, vero Dean?» disse retorica Jo incrociando le braccia al petto.
Peccato che quel loro futuro battibeccare fu interrotto dal cellulare di Dean.
«E' Sam.» tirò ad indovinare il ragazzo investito da una specie di telepatia fraterna.
«Oh no, non lo è.» lo contraddisse Jo che di telepatia ne aveva un'altra e pari a quella dei Winchester in quanto a potenza.
«Non è Sam, non è Bobby, chi diavolo.. Ellen?» si illuminò Dean che sembrava ora nervoso, convinto di aver indovinato.
Jo si limitò ad annuire infastidita.
«Quindi non scherzavi quando dicevi che stava venendo qui.»
«Non scherzo mai quando si parla di Ellen Harvelle.» ruotò gli occhi la figlia lasciando che il cellulare squillasse.
«Che fai, non rispondi?»
«Primo: il cellulare non è mio, non spetta a me rispondere. Secondo: non ci direbbe niente che non sappiamo già o che servirebbe al caso. Terzo: ha smesso di squillare.» catalogò lei rilassando i muscoli. «E poi, sapendo che sono con te, perderebbe il senno.» continuò a lamentarsi, non riuscendo a spiegarsi perchè la madre fosse così diffidente con i Winchester.

D'accordo, la situazione era abbastanza grave e seria, specie se dietro le quinte c'era un' Ellen incazzata nera e al centro della questione un pazzo omicida con poteri sovrannaturali che controllava la mente della gente. Il fatto che ci fossero molte persone come Sam - con poteri psichici - non sollevava il ribelle animo del cacciatore. Tutt'altro. Aveva praticamente dimenticato il piccolo problema Winchester, quello per il quale Sam e Dean si erano spinti fino alla Roadhouse qualche giorno prima. Il demone con gli occhi gialli c'entrava qualcosa; Sam lo sospettava, Dean lo sapeva per certo. Sospirò mentre teneva gli occhi fissi sulla strada e la mente altrove. 

«Tutto bene?» chiese Jo inarcando un sopracciglio. «Sai, mia madre è una donna agguerrita, ma non arriverà ad ucciderti. Credo...» disse scherzando. 
Dean accennò un sorrisetto e scosse la testa, gettandole un'occhiata. 
«Sto bene.» le assicurò. 
Dopo qualche secondo il telefono riprese a squillare. 
«Ok, questo è Sam!» fece Jo rispondendo al telefono. 
Ah! Quando si trattava di sua madre trovava la scusa del "non è il mio telefono quindi non rispondo", se l'interlocutore era chiunque all'infuori di Ellen allora faceva anche pubbliche relazioni. 
Dean roteò gli occhi e poi sorrise. 
«Vuole parlare con te.» disse lei passandogli il telefono. 
Dean lo prese con una mano e cominciò a parlare con il fratello. 
In breve, Sam e Andrew avevano scoperto l'identità del gemello, lo conosceva, ma non sapeva fosse un suo parente. Si faceva chiamare Ned e lavorava nel bar con la ragazza dei tovaglioli con gli scoiattoli. 
«Hai avuto una visione su di lei?» 
«Sì! Quel pazzo le dirà di saltare giù da un dirupo, Dean. Dobbiamo fare qualcosa!» 
«Arriviamo!» 
Dean schiacciò il piede sull'acceleratore e passò il telefono a Jo. 
«Fatti raccontare meglio la visione!» fece Dean a Jo.

Stava tornando l'azione. E non era solo la schiena che aderiva perfettamente al sedile per via della velocità a farglielo capire.

«Ok Sam, devi riuscire a dirmi dove si svolgeva precisamente. Cerca di ricordare dei dettagli, qualsiasi cosa.» disse gentile Jo non sapendo come queste visioni avrebbero potuto aiutarli o quanto potessero fare male a Sam.
«Un parco, ok... con degli alti e strani recinti in legno che lo dividono dal dirupo, perfetto!» ripeté a voce alta per farsi ascoltare anche da Dean.
I cacciatori non erano minimamente di quelle parti -o tanto meno ci erano mai stati per vacanza- quindi di posti ne conoscevano davvero pochi, se non due o tre.
La descrizione di Sam non li aiutava molto.
«So dove si trovano!» riuscì a distinguere le parole di Andrew con sollievo e un minimo di speranza le si accese nella testa.
«Ok, veniamo a prendervi.» li avvertì Jo prima di essere interrotta dalla voce di Sam.
«Non c'è tempo!» disse il fratello minore quasi nel panico, lasciando che la sua voce fosse sostituita da quella di Andrew subito dopo.
«Dove vi trovate?» domandò lui mentre questa volta, in sottofondo, era Sam ad essere calmato da Miles.
Stava bene. Un altro sospiro di sollievo.
«Vicino il municipio, abbiamo preso la strada sulla destra, poi abbiamo fatto inversione e siamo tornati indietro.»
«Quindi siete sulla strada, perfetto! Siete più vicini di noi.» la avvertì alzando la voce come a farsi ascoltare meglio.
«Ascoltami bene, proseguite dritti e quando vedete un cartello enorme in legno con sopra una scritta illeggibile, prendete il vialetto sulla sinistra, chiaro?».
Wow, sapeva anche dirigere. Allora non era proprio un pappa-molle come lei pensava.
«Andrew, inizi a starmi simpatico.» gli disse con un sorrisetto nonostante avesse omesso un "anche se stavi per farmi perdere la memoria e volevo ucciderti".
«Vi raggiungeremo al più presto.» disse Sam riprendendo possesso del suo cellulare per poi chiudere la conversazione.
«Cosa ha detto?» domandò Dean distogliendo gli occhi dalla strada nonostante stesse andando decisamente veloce.
«Gira qui! Qui, sulla sinistra!» rispose improvvisamente Jo, ipotizzando che quello fosse il cartello descritto da Andrew.
«Sono qui, dobbiamo fermarlo.» disse conclusiva Jo, preparando qualche arma sotto la giacca.

Tutta quella situazione era troppo stressante, se non l'avessero conclusa prima di quella notte sarebbe stato Dean a spararsi un colpo in testa, ma senza che nessuno glielo ordinasse.
Cacciare era bello, distoglieva la mente dai problemi giornalieri - anche se il cacciare stesso era una specie di problema - ma alla fine dopo poco diventava decisamente irritante. L'unica cosa che Dean desiderava era concludere quel caso il più presto possibile e tornarsene al motel per una lunga e consolante dormita. 

«Che cosa ha detto?»
«Gira qui! Qui, sulla sinistra!» 
Dean voltò a sinistra girando improvvisamente il volante. L'Impala sgommò con le gomme sull'asfalto e li portò su una nuova strada molto più stretta di quella sulla quale si trovavano.
Finalmente arrivarono al parcheggio, dove Sam, Andrew e Miles li aspettavano con ansia: anche loro erano appena arrivati.. Dean scese dall'auto e andò diretto dietro al cofano dell'Impala, cominciò a preparare i fucili e le altre armi e poi scattò come un soldato, andando verso il parco. 

«Ehi, dove vai?!» Sam lo bloccò da una spalla e lo spinse indietro. «Tu, Jo e Miles restate qui. Io ed Andrew siamo immuni, andremo a fermarlo direttamente.» disse spiccio. 
«Che cosa?!» urlò Dean irritato. 
Aveva fatto fast&furios per niente? Avevano rischiato di ammazzarsi sulla strada e adesso gli diceva che non potevano dare una mano?
«Voi vi nasconderete tra i cespugli e aprirete il fuoco nel caso in cui si mettesse male!» aggiunse poco dopo. 
Anche se non adorava "la parte" che gli era stata assegnata, si accontentò. 
«Miles tu dietro quell'albero. Jo tu più a nord, io mi sistemo dietro quei cespugli.»
E tutti andarono a nascondersi nei posti assegnati. Sam ed Andrew andarono a fermare quell'idiota del gemello cattivo. Ne rimase sorpreso quando vide che era immune ai suoi poteri. La ragazza però era comunque in piedi sulla diga, tentennante. 
«Perché lo stai facendo?» domandò Andrew. 
Sam era svenuto dopo aver ricevuto un colpo in testa dalla ragazza, ovviamente per comando del gemello. 
«Lei è una distrazione, fratello. Io e te siamo destinati a fare grandi cose, lei non può essere nei piani, Andy!»
«E nostra madre? Il dottore?» urlò il ragazzo infuriato. 
«Sono stati loro a separarci!» rispose l'altro con lo stesso tono.
«E Miles?»
«Voleva farti del male...» disse il gemello che stava perfino per piangere. 
Dean che osservava la scena dall'alto si era preparato a sparare, ma d'un tratto si blocca. Il cervello gli si chiude e una voce nella sua testa gli dice di puntarsi la pistola sotto il mento, ma senza sparare. La stessa cosa succede con Jo e Miles. 
«Se non vieni con me, i tuoi amici moriranno...» fece il gemello con un tono nervoso. 
«Come ci riesci? Come fai a non usare il comando vocale?» 
«Serve soltanto un po' di esercizio, fratellino. Lui ci guiderà, ha grandi progetti per noi.» 
«Lui?» domandò Andrew incerto. 
«L'uomo con gli occhi gialli...»

La faccenda iniziava ad essere fin troppo critica e difficile da gestire, anche per dei cacciatori esperti come loro. 

In poche righe: Jo aveva capito che Sam aveva questi poteri solo che non sapeva come, da quando e sopratutto non sapeva
il perchè.
Nonostante avesse una pistola puntata alla testa (come anche Miles e Dean del resto), la ragazza ascoltò con chiarezza la storia che i due fratelli si raccontavano, anche se la funzione di narratore spettava principalmente -se non unicamente- al più fuori di testa dei due... sadicamente parlando.
«Quindi voleva Miles morto solo perchè lo considerava una minaccia per Andrew.» riflettè Jo tentanto di deviare la sua attenzione su qualcos'altro che non fosse la probabile morte a causa di un arma da fuoco che la sua stessa mano puntava sulle sue tempie.
Non era esattamente l'ideale.
"L'uomo con gli occhi gialli". 
Ne aveva già sentito parlare. E dall'espressione cupa che sfoggiava Dean, Jo riuscì a collegare svariati episodi collegati a quell'uomo.
Tutto ciò che conosceva su quel demone era legato alla famiglia Winchester e di certo quelle poche informazioni che aveva derivavano da un' attenta, approfondita ed illegale origliata alla RoadHouse.
Centrava la madre di Sam e Dean, l'incendio che trasformò la loro casa in un buco nero e consumato, con la scelta di John di diventare cacciatore. 
Scelta che lo spinse ad incontrare William Antony Harvelle.
Le budella le si ritorsero nuovamente nello stomaco della biondina, questa volta in modo doloroso. Niente a che vedere con l'episodio del municipio.
«Lui tiene molto a noi.» disse Larry al fratello con una strana luce negli occhi, costringendo Jo a spezzare la linea dei suoi pensieri che iniziava a condurla verso un posto non molto piacevole. 
«Siamo destinati a diventare dei grandi, Andrew! Come degli Dei!» urlò aprendo le braccia e non curandosi di Sam che alle sue spalle iniziava a tirarsi nuovamente in piedi. 
Era orgoglioso di sé stesso, forse al limite dell'auto-adorazione, ma in ogni caso affezionato alla sua famiglia, al suo fratello con cui aveva avuto davvero poco a che fare.
«Tu sei pazzo.» lo accusò di rimando Andrew, temendo ogni sua parola pronunciata. 
Non voleva certo dei morti sulla coscienza.
«Guideremo il suo esercito. Solo noi possiamo farlo.» continuò Mr "posso-farti-fare-ciò-che-voglio-anche-solo-con-il-pensiero" mentre proseguiva nel suo intento di persuadere il fratello dotato di ragione.
I tre cacciatori non potevano far altro che restare a guardare la scena, sperando in bene, nelle capacità di Sam e, perchè no, anche in quelle di Andrew, dimostratosi molto più coraggioso e saggio del previsto.

Dean aveva ascoltato tutto il monologo di Larry e ad ogni sua parola aveva rabbrividito.
Era come John gli aveva sussurrato all'orecchio: il demone aveva dei progetti per Sam e per quelli come lui. Che tipo di progetti? Di quale esercito st
ava parlando?
La sua mente no smise un solo nanosecondo di formulare domande alle quali non poteva darsi una risposta.
Che cosa voleva quel figlio di puttana da suo fratello? E il sangue di demone che l'aveva costretto a bere da neonato? Perché l'aveva fatto? E soprattutto, perché aveva ucciso Mary se quello che voleva era che Sam bevesse soltanto il suo sangue?
Deglutì premendo la bocca della pistola sotto il mento. Non poteva muoversi, ma anche volendo in quel momento si sentiva come bloccato, immobile e incapace di fare qualcosa di avventato. Se solo ci avesse provato, comunque, la sua testa sarebbe saltata in aria ancor prima di fare un passo. 
Quando vide Sam alzarsi tirò un sospiro di sollievo, ma chissà come Larry se ne accorse.
Che gli avesse letto nel pensiero? Probabile. Ormai c'era da aspettarsi di tutto da quello stronzo.
Sam e Larry cominciarono a combattere, nel frattempo Andrew corse verso la sua ragazza che stava per fare un bel tuffo ad angelo nel vuoto.
La mise al sicuro la rassicurò al meglio, facendola entrare in auto per rasserenarla. 
«E' un peccato Sam.» fece improvvisamente Larry, puntando la pistola contro il fratellino Winchester, la stessa pistola che Sam teneva segretamente nascosta nel retro dei suoi stessi jeans. «Avremmo potuto regnare insieme. Io, tu ed Andrew.» tolse la sicura. «Troppo tardi.»
Si udì uno sparo. 


 
------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Prima di tutto chiedo umilmente scusa per il mio "essere sparita dalla circolazione".
Purtroppo il tempo libero scarseggia e, dovendo scrivere il seguito di questa fanfic (perchè sì, ci sarà u.u), non trovavo un momento libero per pubblicare questi ultimi capitoli di Dangerous Feelings.
Probabilmente ci saranno anche degli errori madornali da 3 in Italiano in questo capitolo ma cercate di perdonarmi, vi supplico! T_T
Spero di recuparare punti dicendovi che la terza parte della storia ovvero Dangerous Secrets potrebbe essere.. diciamo di un rating non verde. Ma per ora taccio :X
È stato un vero piacere tornare qui e sopratutto sfogarmi in questo spazio che io adoro.
Ci sentiamo per l'ultimo capitolo di Dangerous Feelings, non perdetevelo! ;)
  
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