Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: sweet et    12/05/2007    4 recensioni
La tragica notte in cui tutto cominciò...
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Voldemort | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gesta d'amore
“Voglio più bene a papà! Avanti…ripeti con me…Voglio più bene a papà!!” James Potter sembrava inchiodato davanti alla culla di suo figlio, mentre continuava a scandire le parole di quella frase.
“Facciamo un patto: se dici Voglio più bene a papà! giuro che appena ti reggerai bene sulle tue gambe ti comprerò una scopa. Una Nimbus 1500 junior. Il meglio del meglio, ok? Al mio tre allora: 1…2…3…V-”
“Non provarci nemmeno per sogno, Potter!” una donna con i capelli rossi, che le ricadevano morbidi sulle spalle, e gli occhi di un incredibile verde comparve sulla porta, e nel suo sguardo si poteva cogliere sia la disapprovazione che il divertimento. L’uomo, essendo stato colto in flagrante, si voltò di scatto e si toccò nervosamente gli occhiali, gesto tipico quando era nervoso.
“È inutile che cerchi di corrompere nostro figlio!” proseguì Lily in tono saccente, mentre si avvicinava ai due uomini della sua vita “Harry ha già detto la sua prima frase:Ti voglio bene MAMMA! E tu eri presente quando è successo!”
“Ohhh……Andiamo!” disse lui mantenendosi sulla difensiva “Non ha detto proprio così.
I suoi erano più dei mmm, come quelli della McGrannitt quando sorprendeva me e Sirius nei corridoi, intervallati da due A. se poi per te questo significa mamma…potrebbe essere stata anche una frase senza complemento, per quel che sappiamo!”
Sua moglie scosse il capo in segno di rassegnazione. Si avvicinò al piccolo ed iniziò a giocare con lui, facendo una miriade di facce buffissime e lasciandosi stringere le dita delle mani. Quando Harry si addormentò, rimase incantata a guardarlo. James, dietro di lei, le cinse la vita e poggiò il mento nell’incavo tra la spalla e il collo della moglie.
“È bellissimo!” sussurrò per non svegliarlo.
“Non è vero! È molto di più…è perfetto!”lo corresse senza riuscire a nascondere il vistoso sorriso che era apparso sul suo viso.
“È identico a te…non so davvero come farò a pettinargli i capelli!” esclamò pensierosa.
“I capelli spettinati possono solo rendere più affascinanti!” disse lui passandosi una mano tra i folti capelli neri “E poi non è identico a me…ha i tuoi occhi!” Entrambi rimasero lì, immobili, a vegliare sul sonno del loro bambino, immersi nei loro pensieri. Erano nascosti a Goldric’s Hollow da circa una settimana , sotto la protezione dell’incantesimo Fidelius e continuavano a domandarsi perché Voldermort volesse vedere Harry morto, perché quel mostro provasse tutto quell’odio nei confronti del mondo, perché tanto rancore l’avesse spinto a divenire così pauroso che le persone erano arrivate persino ad avere paura di nominarlo e, quando lo facevano, utilizzavano epiteti come Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato o Tu-Sai-Chi; gli esperti di babbanologia erano addirittura arrivati a soprannominarlo Tizzone d’inferno, termine con cui veniva indicato un essere malvagio e cattivo.
“E se dovesse succederci qualcosa? Se riuscisse ad…” chiese all’improvviso Lily senza riuscire però a completare la domanda. La sola idea che potesse accadere qualcosa di simile la terrorizzava.
“No, tesoro, no! Qui siamo a sicuro. Nessuno ci farà del male” la tranquillizzò James stringendola ancora più forte. “Me lo prometti?” chiese titubante.
“Te lo giuro: finirà tutto per il meglio. Vedrai, tra un po’ saremo liberi di uscire di qui e di goderci la nostra vita con Harry: lo vedremo gattonare per casa, lo vedremo sgranare gli occhi ogni volta che entrerà da Mielandia…”
“Quando comprerà la bacchetta da Olivander…”
“Quando cavalcherà la scopa per la prima volta…”
“Quando entrerà ad Hogwarts…”
“Quando mi racconterà che ha scoperto un passaggio segreto per sgattaiolare fuori dalla scuola di nascosto e…”
“JAMES!” lo rimproverò Lily.
“…e non ha assolutamente intenzione di usarlo! Quando ci scriverà di essere sfuggito a Gazza dopo avergli lanciato una caccabomba nel corridoio…” lo sguardo di rimprovero e disapprovazione che ricevette lo spine a cambiare immediatamente rotta.
“Caccabomba…mmh…che ha lanciato come diversivo per aiutare un amico!”
“Quando urlerà dalla gioia per essere stato nominato prefetto!”
“Quando diventerà cercatore della squadra di Quidditch!” “E all’ultimo anno caposcuola!”
“Non può essere caposcuola: sarà capitano dei Grifondoro e questo lo impegnerà già tantissimo!”
“E tu preferiresti tuo figlio capitano di una squadra che insegue palle volanti e non un figlio caposcuola, titolo che potrà inserire anche nei suoi curriculum?”
“Che domande…certo che sì!”
Si guardarono per un attimo con circospezione, per poi scoppiare a ridere: era così divertente fare progetti su loro figlio, su loro tre insieme!
“Magari…magari quando tutto questo sarà finito potremmo anche andare a trovare mia sorella!”
“Potrebbe essere un’idea!” la assecondò il marito, anche se per nulla convinto.
“E magari questa volta TU potresti fare il bravo!” proseguì.
“Non ti seguo…io sono sempre bravo!” i suoi occhi erano così innocenti che sembravano sinceri.
“Andiamo…Magari questa volta potresti evitare di fare riferimenti sul mondo della magia, come magari quella non-perspicace osservazione circa la somiglianza di uno scolapasta con un calderone che tu e Sirius una volta distruggeste durante l’ora di Pozioni!”
“Sono ancora convinto che fu tutta colpa di quel verme di Severus Piton!”
“Certo tesoro, e magari potresti anche evitare di raccontare che, per vendicarti, gli facesti comparire degli aculei invisibili sul suo asciugamano!”
“Non so ancora come abbia fatto ad avere un’idea così…” “…stupida, perfida e pericolosa?”
“No,così…geniale! Comunque, se proprio ci tieni, parlerò del tempo!”
“Grazie!”disse lei girandosi e dandogli un bacio. Lui la strinse ancora di più a sé, mentre le mani di lei gli circondavano il collo.
Il loro bacio divenne sempre più intenso, profondo.
E così la magia, ma non quella delle bacchette, scese tra di loro, risucchiandoli in quel mondo dove tutto sbiadiva, dove ogni cattivo pensiero cessava di tormentarli, dove quasi tutto scompariva, si dissolveva. Quel poco che rimaneva d’intatto erano loro, ma la distruzione che li lambiva era attraente, calda: era impossibile stabilire quanto avrebbero resistito. I capelli di James erano, se possibile, più scompigliati che mai, le sue mani vagavano dappertutto sotto la maglia della moglie.
“Tesoro!” sussurrò all’improvviso Lily, in un modo che però sembrava più un gemito, in uno di quei rari momenti in cui le loro labbra si staccavano per riprendere fiato. “Non qui!”disse mentre una serie di baci sul collo le rendevano molto difficile mantenere la giusta concentrazione.
“Non…nella stanza…del bambino!” finalmente era riuscita a completare la frase.
James, che per un attimo aveva persino dimenticato di avere un figlio, la spinse verso la porta, per poi schiacciarla alla parete.
“Siamo ancora…troppo vicini!” si lamentò lei.
Senza permettere alle loro labbra di staccarsi, scesero le scale, e sui gradini lasciarono tracce del loro passaggio: la giacca di lui e il golfino di lei.
Appena varcata la soglia del salotto, si gettarono sulla prima superficie orizzontale che trovarono, il divano.
Continuarono a baciarsi mentre le loro effusioni, da tènere come accarezzare il viso e passare le mani tra i capelli, divennero molto sensuali. I primi bottoni della camicia erano stati sbottonati ed anche i ganci del reggiseno non costituivano più alcun ostacolo. Anche la maglia di lei stava per scomparire, quando un rumore li fermò. In quegli sguardi, dove fino ad un attimo prima aleggiava il desidero, adesso erano sospettosi e preoccupati.
Una voce sinistra, malvagia, fece gelare il sangue ad entrambi, poiché aveva appena pronunciato un incantesimo: “Alohomora”.
Si precipitarono al piano superiore, ma James si fermò quando era ormai a metà della scalinata; Lily se ne accorse una volta arrivata in cima alle scale.
Si voltò per capire cosa stesse accadendo, ma il marito anticipò ogni sua domanda.
“Lily, prendi Harry e scappa! È lui! CORRI! Io cercherò di trattenerlo..” la sua voce era alta, in preda al panico, ma al contempo carica di determinazione.
“Io non ti lascio!” piagnucolò lei.
“VAI! ORA!”
Lei scosse il capo, ma la luce che vide negli occhi di suo marito quando incrociarono i suoi in quella che sarebbe stata –lo sapeva- l’ultima volta, le diedero il coraggio di eseguire quell’ordine.
Corse lungo il corridoio, mentre sentiva due voci scagliare maledizioni al piano di sotto.
Spalancò la porta della stanza, dove Harry stava piangendo e afferrò un peluche lontano dagli altri. Era una passaporta che li avrebbe condotti al sicuro ad Hogwarts, da Silente.
Si avvicinò al bambino, ma una risata fredda, acuta e penetrante la pietrificò.
Si girò lentamente mentre il pupazzo, l’ultima via di fuga, cadeva ai suoi piedi.
Si ritrovò davanti a Lord Voldermort, il mago più cattivo di ogni tempo, ma in quel mostro lei riusciva a vedere solo l’assassino di suo marito e un pericolo per suo figlio.
Quando mosse qualche passo, Lily gli si parò davanti. “No, Harry no, ti prego..” lo supplicò, non sapendo cos’altro fare.
“Spostati stupida.” Replicò lui, immobile. “Prendi me, uccidi me, ma NON Harry! Farò qualsiasi cosa!”
Lui rise, divertendosi del terrore di quella donna, che lui considerava solo una sudicia mezzosangue. Con un movimento della bacchetta la scaraventò contro il muro, dall’altro lato della stanza. Poi mosse qualche passo in avanti e puntò la bacchetta contro il neonato.
Pronunciò “Avada Kedavra”, ma la maledizione non colpì mai la vittima designata. Lily si era messa in mezzo, morendo al posto di suo figlio.
Quando cadde, priva di vita, sul pavimento, nessuna emozione attraverso il volto di Voldermort.
Era solo seccato di non aver già finito. Ripeté l’anatema che uccide, ma quello gli rimbalzò contro. Colpì Harry lasciandogli una ferita sulla fronte e poi si scaraventò proprio su chi aveva pronunciato quella formula, che si disintegrò in uno sconcertante urlo di dolore, di rabbia e di paura. La luce verde, responsabile dell’omicidio, investì tutta la casa, che andò a fuoco.
L’unica cosa che si salvò fu proprio la culla, protetta da un incantesimo Protego, il primo delle tante protezioni che Lily aveva fornito a suo figlio.

Harry rimase lì per qualche ora a piangere disperatamente solo, avvolto nella sua coperta, mentre la casa, i corpi dei suoi genitori, quella che fino ad ora era stata la sua vita bruciavano. Le sua urla attirarono l’attenzione di un uomo grosso cinque volte più del normale ed alto almeno tre metri appena giunto sul posto. Lunghe ciocche di ispidi capelli neri e una folta barba gli nascondevano gran parte del volto: sarebbe sembrato davvero spaventoso se non si fossero notati gli occhi neri lucidi e il leggero tremolio del mento. In mano reggeva un ombrello rosa tutto contorto; lo fece roteare in aria per qualche momento e poi lo puntò verso l’abitazione sprigionando una luce azzurrognola che spense le fiamme appena disse “Aguamenti”. Tutto quello che rimase era cenere. Infilò l’ombrello sotto il pastrano nero e iniziò a guardarsi intorno. Emise un ululato, simile a un singhiozzo, ma poi si ricompose, pensando all’importanza dell’incarico che Silente gli aveva affidato. Quando, seguendo il pianto, si ritrovò davanti un neonato, sorrise mestamente. Lo afferrò delicatamente e lo strinse al petto, cercando di non fargli male. Pensò che il piccolo fosse grande quanto un soldo di cacio, e il pensiero lo intenerì ed intristì allo stesso tempo. Un boato lo distrasse: nascose Harry sotto il mantello ed estrasse l’ombrello, pronto a brandirlo come arma se necessario. Quando vide una gigantesca motocicletta atterrare sull’asfalto proprio davanti a lui, si tranquillizzò. Era Sirius Black.
“Oh mio Dio, non può essere! Non è vero…Dimmi che non è come credo!” sussurrò tutto bianco e tremante.
“Mi dispiace tanto Sirius, ma...Lily…James…” Hagrid non riuscì a completare la frase.
“Ed Harry, come sta Harry? Dov’è?” chiese preoccupato e disperato al tempo stesso.
“È sopravvissuto!- lo rassicurò mostrandoglielo “E non solo” aggiunse “è persino riuscito a sconfiggere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Nemmeno Silente, e anche tu sai che lui sa sempre tutto, sa spiegarsi come sia potuto accadere. Lily, James ed Harry Potter hanno salvato il mondo!” disse, sperando che queste parole potessero consolare il povero Sirius, il più grande amico della coppia. Effettivamente, tali parole sembravano sollevarlo, anche se il velo di tristezza, di dolore e anche d’odio continuava a permanere in lui.
“Dammi Harry, Hagrid, dallo a me! Sono il suo padrino…lo curo io…” lo pregò tenendo le braccia tese. Ricordava ancora il giorno in cui era stato nominato suo tutore qualora fosse accaduto loro qualcosa.
“Mi dispiace ma non posso! Gli ordini di Silente sono stati chiari: devo portarlo da lui a Privet Drive n° 4!” Sirius stava per replicare, quando ricordò che c’era una cosa da fare prima di prendere Harry con sé: trovare e uccidere Peter Minus, il traditore. Pensando di risolvere prima quella faccenda e poi rivendicare i suoi diritti legali sul bambino si arrese, invitandolo persino a prendere la sua motocicletta per arrivare prima. Hagrid lo ringraziò di cuore, gli diede una pacca sulla spalla per rincuorarlo, inforcò il mezzo e si alzò in volo, allontanandosi velocemente da Goldric’s Hallow. Ogni tanto controllava che il neonato stesse bene, e sopra Bristol si accorse che si era addormentato, ormai esausto. Quando arrivò in quel posto abitato solo da babbani, Silente e la professoressa McGrannitt lo stavano aspettando. Dopo i saluti e le lacrime lo lasciarono ben infagottato sui gradini della casa n°4 di Privet Drive dove veniva spiegato cosa fosse accaduto, chi fosse quel bambino con quella ferita a forma di saetta che presto di sarebbe trasformata in una cicatrice della medesima forma, del perché sarebbe dovuto vivere con loro.
Così ebbe inizio la storia di Harry Potter…il bambino che è sopravvissuto!
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sweet et