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Autore: canalemorto    27/10/2012    0 recensioni
e neppure la notte ti lascia da solo
gli altri sognan sé stessi e tu sogni di loro -
un matto, fabrizio de andrè
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tristemente. morbido seno e dolci respiri,
il caldo abbraccio del demonio.

non vi era altro in lui che malinconia e distruzione.
o forse è meglio parlare di autodistruzione.
i coleotteri gli incorniciavano il volto, quel meraviglioso e affilato volto. un naso tagliente, lo definivano. i grandi occhi di un lacrimoso blu si ergevano noiosamente sui lievi accenni di zigomi e la fronte, spesso corrugata in un modo apparentemente in
naturale (colpa probabilmente dell'accumulo dei troppi pensieri) era alta e leggermente sporgente. preferisco non dilungarmi sulle labbra,  le sue morbide e arricciate labbra, soleva tenerle socchiuse mentre mi guardava con un'aria pensierosa e dispersa.

oh dea narrami ancora della vuota vita di quel giovane,
non disperdere la tua polvere in altre sponde.

non saprei che altro dire, non saprei come altro definirlo se non tristemente malinconico.
lo sguardo fisso verso il basso, le braccia lunghe e sottili e quei capelli così corvini da lasciare perplessi.
non accennava all'elegante, (e forse era un bene) non si curava di apparire ben vestito.  portava costantemente una lunga giacca color terra di siena e dei sudici scarponi, tristemente lacerati sui bordi. qualsiasi cosa, nel suo modo di fare,  rimadava a quel sentimento.che poi, cos'è la tristezza? perchè non accennare alla rabbia, alla rabbia che, come un'ascia rovente scalfisce il metallo.

e tutti quegli spilli?
abbandonati ai piaceri dell'oppio,
lasciati cullare dalla melodia.

parole di burro e visi gelati. apprezzava la musica, rimanere ore a sentire il dolce e triste suono del violino librarsi in aria e prendere il volo come farfalle. apprezzava qualsiasi cosa che lo portasse allo sconforto più totale, effettivamente (per non parlare di tutti quei tagli). il piacere del dolore, lo chiamano. come una sorta di artista della sofferenza, infliggersi colpi per potersi sentire un po' meglio con sè stessi. potrei dire che sia malato, potrei dire tante cose. forse aveva semplicemente colto l'essenza della vita.

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quando mi hanno raccontato che non esisteva nessun ragazzo, che qualcosa nella mia mente non andava, che qualcosa in me non andava non ne sono rimasta sconvolta. probabilmente lo immaginavo (
non è assolutamente vero), probabilmente sapevo che le mie torture e i miei problemi si erano tramutati nel mio uomo del dolore.
il mio uomo del dolore.

oh dea, respira ancora, te ne prego.
non è rimasto nient'altro da fare,
se non continuare a cadere.


  
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