Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Midori_chan    28/10/2012    1 recensioni
2° Classificata al contest "Di luoghi mai visti e anfratti dimenticati"
[Attenzione: storia con contenuti forti, dettagli all'interno]
-Ultimamente il genere umano ha fatto una gran cazzata, ci siamo inimicati il Grande Boss e ora ci aspetta l’inferno. Nessuno escluso, bambini o anziani, la morte arriverà dolorosa per tutti. Nessun miracolo sarà fatto, non ora che serve.-
[Killer Boy, in un raro momento di illuminazione spirituale]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Tarantino&Co. Pulp e sigarette.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2° Classificata al contest "Di luoghi mai visti e anfratti dimenticati"
ATTENZIONE: questa è una pulp, avete presente i film di Tarantino? Beeene, è di quel tipo. Quindi i personaggi se la comandano a forza di parolaccie e buchi nelle vene.
Non ditemi che non è romantica, col cazzo. Bang Boy è innamorato di Joe. Ma ovviamente è una romantica lieve, non è il punto centrale del racconto.
[Su efp non c'è una categoria esatta per la storia, sorry] 



-Storia precedente a "Fuck you Bang Boy" , "Finchè non sarà cenere", "Pulp Magazine", "Un menù speciale per il coniglio"
Leggibile separatamente.


-Ultimamente il genere umano ha fatto una gran cazzata, ci siamo inimicati il Grande Boss e ora ci aspetta l’inferno. Nessuno escluso, bambini o anziani, la morte arriverà dolorosa per tutti. Nessun miracolo sarà fatto, non ora che serve.-
[Killer Boy, in un raro momento di illuminazione spirituale]
 A walk on the wild side
 
 
-L’inquadratura è dall’alto, Dio in persona sta a guardare lo scempio che ha creato, senza muovere  un dito, senza aiutare quei poveri dannati, anche solo uccidendoli tutti.
“Cabooom, baby!” e fine.
Lo zoom oltrepassa la nebbia fitta della mattina, scende nei vicoli stretti e maleodoranti della baraccopoli fino a fermarsi davanti una casa, se per casa si intende un container, che per finestre ha i fori della ruggine e per cucina il tetto; quando si surriscalda cuoce il bacon che è una bontà, che poi il bacon è fatto con carne umana è un’altra storia-
 
-Non un’altra delle tue stronzate, sono stufo di star a sentire di vecchi che diventano Superman o di bambini pirata. Sei un cantastorie fallito!-, la voce del ragazzo arriva forte dall’altra parte del vetro.
-Al diavolo, che mi vieni a trovare a fare se poi devi lamentarti?!-, l’uomo sta per alzarsi, andandosene contro il permesso delle guardie, ma proprio una di queste lo guarda storto e ,portandosi una mano all’orecchio, gli fa capire che deve usare la stupida cornetta gialla per parlare.
-Si, fanculo anche a voi-, risponde malamente, mentre prende l’affare per continuare a parlare.
-Vengo, Bang, per sapere come è morto mio fratello-, il ragazzo poggia il palmo contro il vetro, gli occhi duri contro le iridi verdi di Bang.
-E’ Bang Boy, non “Bang”-, precisa l’uomo, il tono di voce basso. 
-Ha davvero importanza?-, sta per andarsene, è stufo dei discorsi insensati dell’uomo.
-Pik, rimani, ti racconterò come è successo, ma prima tu ascolterai questa dannata storia, starai zitto e non romperai più i coglioni, chiaro?-
Pik rimane seduto, annuisce, non perché vuole ascoltare quella storia idiota, non perché vuole davvero sapere cosa è successo al fratello, ma per il modo in cui l’uomo ha parlato.
Incute timore anche dietro uno spesso vetro, con i polsi stretti in una catena.
-Posa in culo per bene e ascolta-
 
-Il primo piano è sul protagonista, ha la pelle chiara segnata dal sole, si vede che non è il suo posto quello. Sta dentro una vasca; in quel posto dimenticato da Dio l’acqua non c’è, quindi la vasca è vuota. E’ usata a mo’ di divano e sarebbe pure comoda se non fosse che attira tutti i raggi solari.
Per questo il nostro protagonista è scottato, rosso come un pomodoro maturo e i suoi capelli biondi risaltano decisamente troppo e i suoi occhi azzurri risplendono più del normale-
 
-Non metterti a tessere le lodi di questo, racconta la storia!-, Pik si è pentito presto di essere rimasto.
-La storia è la mia e la racconto come voglio io-
 
-Si avvicina un uomo, la barba sporca di terra e altre porcate, gli dice:” Ehi bello, quanto fai per una bottarella?”. Il nostro protagonista lo guarda, abbassa un po’ la testa, i capelli biondi gli scendono sugli occhi e poi alza il dito medio. Il vecchio se ne va via imprecando. Solitamente si diverte ad illudere gli uomini, ma quel giorno è stufo; si alza e mostra il suo fisico arrossato, l’unico indumento che indossa sono un paio di jeans corti, sdruciti. Con una smorfia mette il piede nudo a terra, tra le cicche, le siringhe e le cacche di cane.
“Bella merda”, dice incamminandosi in punta di piedi verso la sua bicocca-
 
-Ma questo qui, questo tipo, come si chiama?-, chiede scettico Pik.
-Non l’ho detto?-, fa scorbutico Bang.
-No, idiota-
-Appena esco di qui ti faccio la festa, nel frattempo… il protagonista si chiama Joe-, risponde minaccioso.
Pik non vuole ammetterlo a Bang, ma la storia piano piano lo sta conquistando.
-Joe, ma…-
-Zitto-
 
-Il nostro Joe entra puntando il mobiletto marcio accanto al tappeto lercio. Apre lo sportello con forza, lasciando che si schianti contro la parete metallica. Ne tira fuori una magnum brillante, bella argentata come non si vedono di uguali in quel quartiere merdoso. 
“Andiamo a fare fuori quegli stronzi”. Questo è il vero divertimento di Joe: a fine settimana, dopo aver raggiunto un bel numero di bastardi che ci hanno provato con lui, li va a cercare nel pulcioso locale del quartiere e li uccide.  
Si abbassa a cercare qualche indumento da mettere e la prima maglietta che trova è una larga, che mette in mostra i capezzoli, con una foto di Tarantino sul davanti. Esce canticchiando “People are strange”. Inizia a piovere, il terreno diventa subito fangoso, melmoso.
“Piscio divino, merda umana: che meraviglioso connubio”. Alza le mani al cielo, apre la bocca per raccogliere l’acqua, così rara. Se qualche bastardo della banda che governa la zona lo avesse visto lo avrebbe fatto fuori, l’acqua appartiene a loro e sono sempre loro a rivenderla agli sfigati della baraccopoli. Joe però è fatto così, se ne frega di tutto e di tutti… se ne è sempre fregato-
 
-Ooh, povero Bang, sembri triste. Conosci questo Joe?-, l’ironia è palese, ovvia ai più tranne che a Bang.
-Fanculo Pik, lo amavo-, l’uomo poggia la testa contro il vetro, il fiato lo appanna leggermente.
-Quel ragazzo, quel Joe… è mio fratello?-
 
 
-Ride quel pazzo, ride mentre buca i corpi già morti degli uomini. E’ un pazzo Joe, è un sanguinario vendicatore, un mostro affamato del sangue dei bigotti. Lui è in quel posto di merda da quattro mesi solo per portare a compimento il suo lavoro: sterminare i morti di fame. La sua missione gli avrebbe permesso di entrare in un gruppo, avrebbe avuto le spalle coperte dalla banda della Città Grande.
Ma torniamo a quello che sta accadendo alla baraccopoli vicina…-
 
-Questo posto come si chiama, “Baraccopoli”?-, Pik vuole riuscire a ricollegare il passato del fratello tramite quelle informazioni indirette.
-Ahah, un posto chiamato “Baraccopoli”. Ahah, pensa che merda?-, Bang non riesce a frenare le risate, senza un vero motivo.
Pik lo guarda mentre si asciuga la bava alla bocca.
-Si chiamava N.O.E.S che stava per “Non.Ospitale.Esseri.Sani-, Bang, tutto concentrato, si poggia al tavolo.
-Perché usi il passato?-
-Perché Joe gli ha fato fare “Cabooom, Baby!”, che folle…-
-Non vuoi raccontarmi la fine della storia?-, Pik non crede alle parole che gli sono sfuggite dalle labbra.
 
-E qui arrivo io. Il capo mi ha mandato a fare un servizio ad un bastardo che per scappare si è nascosto nella N.O.E.S, così sono andato a cercarlo nel Bar e chi ci trovo? Joe.
Figlio di cagna, quanto brilla in quel posto lurido. Rimango a bocca aperta e lui sorride, abbassa l’arma e mi viene incontro. Sa chi sono, sa cosa deve fare per avere i miei favori. Mi bacia. 
“Ti sei preso il mio uomo”, gli dico, lui angelico mi risponde.
“Sono un Killer, baby”-
 
-Sei uno stronzo! Quello era mio fratello! Killer Boy, Joe, lui…-, Pik sta per piangere, le lacrime si fermano agli angoli degli occhi.
-Com’è morto?-, domanda il ragazzo calmando il respiro per parlare.
-Questa, cucciolo, è un’altra storia-, Bang parla in modo strano, come se ha in mano il significato della vita.
-Ma questa storia non dice proprio niente! Devi spiegarmi, devi!-, la sedia struscia sul pavimento lucido, emette un suono stridulo e fastidioso.
-Devo, ma l’ora per le chiacchiere è finita-, Bang si alza, manda un bacio a Pik e sparisce dietro l’inferriata azzurrina.
Pik raggiunge la finestra, guarda fuori poggiando le mani contro il vetro.
Per la prima volta vede il quartiere dei poveri con occhi diversi.

________________________________ ___ __ _
Valutazione:

Seconda classificata: “A walk on the wild side” di Midori_chan 

(Genere: pulp/drammatico. Ambientazione: baraccopoli alla periferia di una città industrializzata) 

Grammatica: 9.5/10 
Stile: 5/5 
Attinenza alla traccia: 10/10 
Sviluppo della trama: 6.5/10 
Originalità: 5/5 

Tot: 36 

Lo dirò senza mezzi termini: l’unica pecca di questa storia è lo scarsissimo sviluppo della trama e questo ha influito pesantemente sulla sua valutazione. 
Ma andiamo con il giusto ordine. 
La grammatica è praticamente ottimale, per dovere di precisione ho tolto lo 0.5 di una virgola mal piazzata, ma niente di che. 
Il tuo stile, decisamente originale, è stato una piacevolissima sorpresa. Mi è sembrato di leggere quella che avrebbe potuto essere la sceneggiatura di un film di Tarantino. 
L’attinenza alla traccia è stata praticamente perfetta. Con poche, ma incisivissime parole, hai reso alla perfezione il totale degrado della baraccopoli fotografata dalle parole di Bang Boy. 
L’originalità complessiva è alle stelle, anche rispetto ai dettagli di cui hai infarcito il tutto (penso ai nomi dei protagonisti e alla folgorante citazione iniziale). 
L’unico punto negativo, come dicevo, riguarda la trama. La storia di Joe non viene sviluppata quasi per niente. La situazione in cui Bang Boy e Pik si trovano, il loro rapporto, non vengono chiarificati minimamente. In sintesi: ho avuto l’impressione di leggere solo una scena di quella che potrebbe essere una grandissima storia.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Midori_chan