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Autore: Onedirection_1926    28/10/2012    8 recensioni
'Cara Christine,
Sono io, Niall. E’ un po’ che non si parla io e te.
Mi hai sempre detto che sarebbe stato romantico che io ti scrivessi una lettera, perciò... eccola qui! '
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, 29 Novembre 2019

 
 
Cara  Christine,
Sono io, Niall. E’ un po’ che non si parla io e te.
Mi hai sempre detto che sarebbe stato romantico che io ti scrivessi una lettera, perciò... eccola qui! 
 
Ti sto scrivendo per chiederti scusa, scusa per non essere mai venuto in questo luogo freddo e malinconico, scusa per non essermi presentato il giorno del tuo funerale, scusa per non aver passato questi due anni a piangere guardando delle tue foto, scusa per aver festeggiato il Natale ugualmente, scusa per non aver ancora parlato a Lydia di quel mostro chiamato cancro che ti ha portata via dalla vita che tu amavi tanto, scusa per aver lasciato casa nostra a Londra, scusa per essere ritornato ad abitare a  Mullingar, scusa per ogni volta che i tuoi genitori volevano parlare del tuo splendido sorriso ed io cambiavo discorso, scusa per essere sempre il solito Niall mangione, scusa per non seguire più le tue ‘regole del cibo sano’, scusa per tutte le mie uscite con gli amici, scusa per essermi portato una ragazza a casa l‘altra sera, scusa per aver lasciato la nostra bambina a Liam quel giorno, scusa per tenere ancora i tuoi vestiti in una valigia sotto al letto, scusa per spruzzare il tuo profumo di tanto in tanto, scusa per tutti gli errori che commetto, scusa per le mie bestemmie, scusa per tutte quelle volte che mi alzo in piena notte e strimpello la mia chitarra, scusa per rivedere continuamente quel filmato imbarazzante che tu volevi che eliminassi, scusa per cantare sempre senza di te la nostra canzone con la mia pronuncia irlandese che ti faceva sorridere, scusa per aver detto a Zayn di essere sereno il giorno del suo matrimonio quando invece vedere Perrie con il vestito bianco mi faceva pensare al tuo, scusa per aver tifato Chelsea nella partita contro il Liverpool, scusa per aver giocato a calcetto con Louis ogni giovedì, scusa per non aver organizzato una di quelle feste in grande che ti piaceva organizzare il giorno del sesto compleanno di Lydia, scusa per essere stato in vacanza con la famiglia di Harry quest’estate, scusa per aver comprato un cane (so che li odiavi, o meglio, so che li odi), insomma scusa.
 
Questo è un giorno molto speciale, perché come ben sai è il nostro decimo anniversario. 
Sono venuto qui per festeggiare con te e per farti vedere cosa ho fatto con le nostre fedi. Le ho fatte unire, così posso avere qualcosa di tuo sempre con me. 
 
Ho paura Christine, ho tanta paura. Ho paura di non riuscire ad essere un buon padre ora che Lydia comincerà a crescere e a diventare un’adolescente, ho paura che litigherà con me per qualche volta che non le permetterò di uscire, ho paura che mi dirà che mi odia, come facesti tu quella volta a sedici anni con tuo padre quando non ti volle far venire con me al ballo di fine anno perché diceva che eri troppo piccola per uscire con i ragazzi. Se ricordi io dissi di non capire il perché dell’atteggiamento oppressivo dei genitori verso i figli, ma ora credo proprio di capire. Quando hai dei figli cerchi di proteggerli, fai tutto per il loro bene ma purtroppo loro non ci comprendono e credono che lo facciamo perché siamo egoisti e stronzi. 
 
Sai, questa mattina la nostra bambina mi ha chiesto come mai l’avrei lasciata dai nonni ed io le ho detto che sarei venuto da te. 
Mi ha chiesto come mai lei non ha una mamma come le altre sue amiche ed io le ho spiegato che lei è una bambina speciale, che è nata per essere più forte degli altri, che è nata per capire meglio i problemi della vita anche essendo piccola.
Non credo abbia capito proprio bene quello che le ho detto, ma la cosa certa è che tra qualche anno, quando sarà più grande, devo parlarle di tutto. Devo parlarle di quei mesi passati in quell’orribile ospedale dalle pareti bianche e spoglie, di tutte quelle volte che con un filo di voce mi dicevi di chiamare i dottori perché avevi bisogno di loro, di quando hai cominciato a perdere i tuoi capelli e di quando mi hanno chiamato quella sera per dirmi che te ne eri andata.
 
Mi ha detto di portarti un cellulare così che al suo compleanno potrai chiamarla, ma le ho risposto che nel posto in cui sei tu non c’è campo.
 
Ora che il capo mi ha promosso e che guadagno di più, ho deciso di dare qualcosa all’associazione contro il cancro ogni volta che ho lo stipendio. Credo che la cosa più importante sia promuovere la ricerca, non voglio che ci siano altre persone che soffrono a causa di questo male. 
 
Mi manchi. Mi manca la tua risata fragorosa, mi manca la tua solarità, mi manca il modo con il quale mi baciavi, mi mancano le tue carezze, mi mancano quei momenti che passavamo insieme abbracciati sul divano con una cioccolata calda, mi manca la tua perenne voglia di fare shopping, mi manca doverti accompagnare dal parrucchiere il sabato, mi manca tutto di te. 
 
Farei di tutto per abbracciarti un’altra volta, eri la mia principessa dagli occhi nocciola, la principessa che ogni uomo desidera di avere accanto.
 
Beh, credo di averti detto tutto quello che sentivo il bisogno di dirti, quindi, ti saluto. 
Ciao amore mio.
 
Niall.
 
P.S. Ti amo.
 
 

 
Niall piegò la lettera e la mise in una busta bianca, la poggiò sulla lapide accanto ai fiori che le aveva portato e cominciò a piangere. 
Non lo aveva mai fatto fino a quel momento, lui doveva essere forte per la sua bambina, doveva fare l’uomo, ma quando era con lei poteva fare tutto, sapeva che Christine lo amava per quello che era e che non lo avrebbe mai giudicato. 
Restò qualche altro minuto lì a contemplare la sua foto e poi andò via, lasciando lì quelle lacrime e portando con se un pezzettino del sorriso di Christine che era ancora lì.
 
 
 

Writer’s corner.

Buonsalve (?) people! 
Ecco a voi il mio primo One Shot!
Avevo una mezza idea da un bel po’ e non avevo mai l’occasione di scrivere, ma oggi mi sono messa d’impegno e ho scritto! (In realtà non ho internet perché sono in punizione e quindi o scrivevo o mi rompevo le palle a fare niente.)
Sinceramente ero indecisa se scrivere una storia dove lei era malata e poi si riprendeva aiutata da un dolcissimo maritino di nome Niall James Horan, o una storia dove già era morta e il nostro irlandesino andava al cimitero e le “parlava”,  ma poi ho optato -la mia prof di italiano sarebbe fiera di questo termine che ho usato- per una cosa di questo genere che fino ad ora non avevo mai letto.
Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, perché essendo il mio primo One Shot -come ho già detto- non so cosa ne è uscito fuori.
Bene, io ora mi dileguo perché domani ho l’interrogazione di scienze e quindi è meglio che vada a studiare, quindi…
 
Ciao.
 
P.S. sono Marika.
 
  
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