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Autore: marwari_    28/10/2012    1 recensioni
«Ricordi quando lei ancora non faceva nemmeno parte dei nostri più idilliaci sogni?» Gabrielle si era avvicinata con gli occhi colmi di lacrime, aveva deciso di non piangere, era giusto così. Ma non per Xena, lei fissava il vuoto di fronte a sé
«Non ho voglia di soffrire con questi pensieri..» disse chiudendo gli occhi cosicché anche le ultime gocce d'amina fossero scivolate sulla sua pelle
«Non voglio farti del male, voglio solo onorare la sua memoria..»
«Onorare? Non c'è onore nell'aver ucciso una ragazzina..»
«Xena, hai fatto la cosa giusta: non soffrirà mai più e.. quella non era una semplice ragazzina..»
«Hai ragione: quel frugoletto era la mia bambina.»
TEMPORANEAMENTE SOSPESA - FINO A: DATA DA DEFINIRE
Genere: Drammatico, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ares, Gabrielle, Xena
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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FengariXenaBrunhildeGabrielleBeowulfGrinhilde

Disclaimer
: Questi personaggi appartengono tutti alla Universal Picture; con questa fan fiction non voglio infrangere nessun copyright, né ho nessuno scopo di lucro.
 
Emmax5:Ben ritrovata sorellina! Perdona il ritardo T^T spero che questo nuovo capitolo ti soddisfi, mi sono divertita molto a scriverlo.. e anche di più a trovare il titolo ghghgh
(cosa che non c'entra) beh e quando vieni a trovarmi? Ho un sacco di spolier da fare qui, su su, prendi un treno e vieni a trovarmi!! Buona lettura <3
 
NdR: Run, you Fools!!! Quando mi è venuto in mente questo ho pensato "titolo perfetto!" e mi sono messa a ridere... come so che una famosissima frase de Il Signore degli Anelli è l'ideale per questo capitolo? Leggete, avanti, e scoprirete tutto!! =D

 



Fuggite Sciocchi!
Smise di correre quando tutti i cadetti si fermarono per guardarla. Sfilò davanti a loro con un imbarazzo ben nascosto sotto l'armatura mentre i mormorii, alcuni sorpresi altri intimidatori, aleggiavano nell'aria
- Una femmina.- Fengari si girò appena quando sentì una voce roca provenire alle sue spalle
- Qualche problema?- si pentì subito di aver avuto la stoltezza di rispondere ad un ragazzo alto e muscoloso, il viso severo che conservava comunque i tratti di un giovane
- Siamo guardie del re, è tradizione che l'esercito reale sia composto dai primogeniti delle famiglie più influenti della Danimarca.- le si avvicinò al viso, piegando la schiena - Cosa ci fai qui, pulce?-
- Sono qui per imparare come te.- si pulì la guancia con il dorso della mano - Anche se tu non dovresti imparare a brandire la spada, quanto a non sputare mentre parli!- la ragazze si sollevò sulle punte, avvicinando la fronte alla sua.
Attorno a lei vide formarsi un cerchio di cadetti alti e muscolosi, che la superavano tutti di almeno due braccia, ognuno di loro sfoggiava lunghi capelli biondi, raccolti, e gli occhi chiari, anche più di quelli di sua madre; il ragazzo che l'aveva provocata non era da meno e Fengari, con i suoi capelli neri e gli occhi marroni, era il suo esatto opposto.
Quando il ragazzo che aveva di fianco estrasse la spada, Fengari rispose acquattandosi sul terreno
- Vediamo che sai fare, energumeno da quattro soldi.- sibilò tra i denti. Il suo avversario non se lo fece ripetere e cercò di colpirla con un fendente partito da sopra la sua testa; Fengari saltò via di lato, mettendosi a ridere con aria soddisfatta - Che c'è? Una pulce è troppo veloce per te?-
- Hai paura di combattere, ragazzina?- ribatté lui, andandole incontro. Fengari aggrottò le sopracciglia e si mise a correre, sfuggendogli agilmente ogni volta che tentava di raggiungerla.
- Devo dire che tua figlia fa di tutto per non farsi notare!- Xena seguì lo sguardo di Beowulf. Vide la cerchia di cadetti che rideva ed incitava a gran voce, poi la chioma nera che saltò fuori dalla folla per un istante; la donna sbuffò coprendosi gli occhi con una mano, mentre sprofondava sulla seggiola imbottita su cui si erano sistemati.
Brunhilde prese a ridere
- Non cambia mai.-
- Deve pur sfogarsi.- Gabrielle si beccò un'occhiataccia.
Fengari era da un lato, ansimante. Il suo avversario dall'altro che rideva e faticava a reggere ancora la spada, come se fosse diventata troppo pesante persino per lui.
Presero a correre entrambi, urlando. Sapevano che era l'azione decisiva.
Fengari si buttò a terra poco prima che si scontrassero, di piedi, come se stesse scivolando sulla schiena; colpì le gambe del suo avversario quando lo superò, facendolo cadere a terra rovinosamente. In un attimo gli rubò la spada di mano, gli salì a cavalcioni sul petto e gli puntò la lama al collo, sorridendo compiaciuta
- Io non ho paura di niente, dovevo solo procurarmi un'arma!- dopo alcuni istanti di occhiate intimidatorie, presero a ridere entrambi, mentre gli altri cadetti si azzittivano.
Fengari balzò in piedi, offrendogli la mano
- Ben fatto, pulce!- disse alzandosi; si passò una mano sulla chioma insudiciata dalla terra umida - Mi chiamo Hans.-
- Fengari.-
- I miei soldati non provocano risse, non prendono parte ad esse e soprattutto.. non le sostengono.- trasalirono entrambi nel sentire e nel vedere la figura autoritaria dell'addestratore dei cadetti, nella sua armatura lucida e elmo riportante ammaccature di scontri passati
- Ci scusi, signore.- si affrettò a dire Hans con tono sottomesso, allineandosi subito dopo con gli altri. Fengari si guardò attorno con un sorrisetto
 - Sì.. come dice lui.- aggiunse prima di intrufolarsi tra due cadetti, sotto lo sguardo di rimprovero dell'uomo.
- Per gli ultimi arrivati mi chiamo Wilky, sono il vostro addestratore e comandante. Vi rivolgerete a me chiamandomi signore o comandante ed eseguirete tutti gli ordini senza discutere.- Fengari rimase quasi sconvolta dall'urlo animalesco che produssero i suoi compagni, in segno di approvazione.
Il comandante sfilò davanti ai primi della fila, i cadetti più freschi e spaesati che, quando passava loro davanti, si rimpettivano mostrando i muscoli; quando Wilky depositava loro in mano le spade si demoralizzavano.
La ragazza aspettò paziente il suo turno con lo sguardo sull'orizzonte, la squadrò per bene prima di consegnarle la sua spada, o qualcosa che ci assomigliava. Era tozza, smussata e pesava il doppio di quelle a cui era abituata
- Appoggiala sulla spalla.- la precedette il comandante, capendo che voleva ribattere - I cadetti devono farsi venire i muscoli.- proseguì con voce più forte - Così quando imbraccerete una spada vera vi sembrerà fatta di piume.- il ragionamento non faceva una piega
- Ne voglio due!- esclamò prima che l'uomo la superasse - Non posso farmi venire i muscoli solo su da una parte, non le pare.. signore?- Wilky grugnì, ma le consegnò la sua seconda spada. Fengari barcollò prima di trovare il giusto equilibrio.
Si mise davanti al suo esercito di cadetti impettiti e piegati sotto il peso delle armi. Li fissò compiaciuto prima di mettersi al centro, divaricò le gambe, mise le mani dietro la schiena e si schiarì la voce
- Quando dirò "giù" voi scenderete con il ginocchio destro fino a terra, la schiena perpendicolare al terreno, e vi rialzerete subito. Quando lo dirò ancora farete lo stesso con l'altro ginocchio e così via, tutto chiaro?- Fengari cercò di unirsi al grido animalesco, fortunatamente con quelle voci da orsi coprirono il suo debole miagolio.
Li fece sgobbare per diversi minuti, la ragazza perse quasi subito il conto, costringendo sé stessa a compiere un'azione alla volta, con la mente sgombra da tutta la fatica e il dolore che provava. Il sudore le grondava dalla fronte e quel vestiario di cuoio e mantello non aiutava di certo
- Fermi!- gridò ad un certo punto il comandante, quando nessuno di loro, ormai, poteva sentire le proprie gambe, a parte i più allenati. Quasi tutta la prima fila cadde in ginocchio con parecchie difficoltà a rialzarsi
- In battaglia non ci si riposa.- dichiarò. Fengari sapeva che era la verità, ma intanto che lo diceva dava loro il tempo di farlo - Ora prendete la spada nella mano sinistra.- la ragazza lasciò cadere una delle armi, gioendo per l'annuncio della mano da utilizzare - Rifarete la stessa cosa, ma quando sarete a terra, proverete un affondo mantenendo la posizione finché lo dirò io. Poi cambiate mano.- si sentì un ansimo unico al posto del ruggito animalesco di partenza.
Ora non le facevano male solo le gambe, ci si mettevano pure le braccia. Aveva perso il conto di quante volte era andata su e giù sopra quella terra umida e scivolosa, non contava più i secondi in cui doveva mantenere la posizione con un braccio retto e tremante per sostenere quel peso, sentiva il cuore pulsarle nella testa, l'aria che non entrava nei polmoni e sapeva che se si fosse fermata probabilmente non avrebbe più continuato.
Stava già fantasticando sull'ipotesi di farsi prendere in braccio da sua madre, una volta finito l'allenamento, e stava seriamente prendendo in considerazione l'idea di dormire per altri due giorni.
- Fermi!- che parola melodiosa. Fengari lasciò cadere l'arma e rimase a ciondolare per riprendere fiato.
Wilky passò loro davanti per constatare il loro stato, raccolse le spade e diede l'ordine di accucciarsi per terra. Quando passò di fianco alla ragazza la guardò negli occhi
- Sei tenace, ragazzina.- le tirò il cappuccio della mantella fin sopra gli occhi - Copriti, altrimenti ti ammali.-
- Ma signore, non vedo niente!- protestò ansimante
- Per prima cosa non si discute, e poi non ti servono gli occhi per il prossimo esercizio.- Fengari sbuffò e si lasciò cadere all'indietro, incurante della fanghiglia su cui si era posata.
- Quell'uomo è un folle!- gridò Xena mentre Beowulf tentava di fermarla per un braccio - Guardali, sono mezzi morti!-
- Ti vuoi dare una calmata?!- la spinse sulla seggiola imbottita, accanto a Grinhilde - Ho espressamente chiesto al comandante di eseguire un addestramento duro e faticoso per far perdere alla tua esuberante figlioletta la voglia di diventare una guerriera. Non è quello che volevi?- la donna sbuffò rumorosamente
- Vedi di non farla agonizzare: Fengari non molla.-
 
- Ora correrete sul posto. Quando dico "giù" vi buttate a terra e vi rialzate subito, continuando a correre, tutto chiaro?- l'urlo le venne meglio, questa volta. Prese a correre. In quello era brava, non si era mai stancata di correre, ed era l'unico esercizio che aveva fatto anche con Alex; chissà se si stava allenando anche lui? Chissà se la guerra era già cominciata? Chissà se Eve era là in mezzo?
Portò le gambe più in alto possibile quando il comandante lo ordinò. Ascoltò il battito di tutti gli stivali, e il rumore che facevano le suole quando sbattevano sullo strato di fanghiglia, assaporò l'illusorio silenzio fatto di respiri unisoni e ritmo scandito da tantissime gambe in movimento, nello stesso istante
Giù!
Non lo comandò nemmeno al suo corpo quando lo sentì. Ad un tratto vide il terreno a pochi centimetri dal viso e il dolore alle braccia le fece capire che si stavano preparando per farla alzare e poi, veloce, riprese di nuovo a correre con le ginocchia alte.
Rise quando sentì il cappuccio farsi pesante per il sudore e non riuscì a levarsi un sorriso soddisfatto quando la stoffa prese a saltellarle sulla fronte, impedendo di vedere tutto quello che non era tra i suoi occhi e il cappuccio.
Ad un tratto, sentì un urlo acuto riempirle la testa. Smise subito di correre mentre ascoltava il silenzio che si era formato subito dopo; il ruggito animalesco era venuto davvero bene quella volta, anche se non aveva udito comandi da Wilky e soprattutto comandi che richiedevano un acclamato consenso dei cadetti.
- Via!- ripeteva urlando qualcuno - Verso le mura!-
Fengari ebbe l'accortezza di togliersi il cappuccio nero dal volto, accorgendosi di trovarsi da sola in mezzo al piazzale. Nessun cadetto. Nessun comandante. Una raffica di vento la pervase.
Ancora quel ruggito.
- Cadetto, verso le mura!- girò lo sguardo e vide Wilky che urlava con il volto disperato, sbracciandosi per farla correre da lui
- Fengari, togliti di lì!- si voltò di scatto dall'altra parte per vedere Hans che la incitava agitato a raggiungerlo.
Sollevò lo sguardo, quando sentì ancora quell'urlo feroce.
Scorse una massa scura, enorme, che sovrastava lo spiazzo centrale del castello. Aveva sfumature grigie e nere, ma Fengari non capiva di cosa si trattasse.
Poi li vide.
Due occhi spiritati che spiccavano da una testa cornuta. Quel mostro dilatò le narici e puntò verso di lei, allargando le grandi ali.
Fengari era immobile ad ammirare quella creatura squamata e potente, che aveva visto solo su arazzi e pergamene, che aveva immaginato solo nella sua fantasia. Il drago volò in picchiata gonfiando il petto.
Stava per sputare fuoco.
Era spacciata. Strabuzzò gli occhi, incapace di prendere decisioni.
Accusò l'impatto con un sordo lamento quando Xena le si gettò addosso togliendola dalla traiettoria delle fiamme; i loro corpi continuarono a rotolare fino a fermarsi contro un lato delle mura.
Non parlarono. Si limitarono a guardarsi, constatando che erano illese.
Volsero lo sguardo alla creatura che volava sopra lo spiazzo, indecisa su dove far ricadere la prossima cascata di fuoco; partì l'attacco dei soldati di Beowulf.
Fengari ascoltò con attenzione le urla degli uomini, i comandanti che impartivano ordini con voce tranquilla e decisa, udì le corde delle balestre che si allentavano per scoccare le frecce, le sicure delle catapulte che venivano levate.
Il drago ruggì un grido acuto prima di sbattere le ali ed acquistare quota.
Si diresse verso le foreste a nord, scomparendo presto tra le fronde degli alberi, ma lasciando traccia del suo passaggio: prima di abbandonare l'area del castello, distrusse con un colpo di coda la parte superiore di un torrione, dalle quali macerie i soldati dovettero ripararsi.
- Stai bene?- Fengari guardò sua madre con aria tranquilla
- Ho paura.- disse semplicemente.
 
 
 
   
 
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