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Autore: Meow_    28/10/2012    17 recensioni
Mi ricordo che quando avevo più o meno dieci anni, vennero ad abitare nell’appartamento sopra il mio delle strane persone. Non erano strane loro, ma più che altro il loro comportamento.
Mi dissero che la ragazza era sempre ubriaca.
La sorella stava legando e imbavagliando la ragazza, che cercava di liberarsi.
Il poliziotto disse a mamma che era stata trovata una ragazza morta.
Genere: Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 3

Presenze e apparizioni







In seguito a ciò che era successo, decisi che dovevo assolutamente parlare con la bambina. Stavano succedendo troppe cose strane e io non capivo più nulla.
   Salii a casa sua, ma sua madre mi disse che forse era meglio che non la vedessi. Mi disse che aveva la febbre altissima e che parlava nel sonno, diceva cose senza senso e aveva le allucinazioni.
   Poteva essere una normale influenza, ma date le circostanze mi sembrò piuttosto sospetta. Chiesi a sua madre se potevo comunque andare a vederla. Lei disse di sì, anche se aveva uno strano sguardo, come terrorizzata.
   Mentre mi avvicinavo alla camera della bambina, sentivo la sua voce, sempre più forte.
   «No… Basta, ti prego… Smettila… Aaah!»urlava.
Erano parole totalmente senza senso, visto che era da sola, ma per me avevano un significato ben preciso.    Sapevo che stava parlando con quella ‘lei’ misteriosa, e chissà perché, sospettavo che fosse lei la causa di quell’improvviso malessere.
   Aprii la porta e la vidi nel letto, aveva la faccia completamente sudata. Quando entrai, smise di urlare all’istante. Anzi, si sollevò dal letto e mi sorrise, come se stesse benissimo.
   «Come ti senti?»chiesi, un po’ perplessa.
   «Benissimo! Mai stata meglio!»rispose lei, nervosamente.
La situazione non mi piaceva per niente. Non mi risultava di essere una santa che guariva le persone, quindi la mia tesi si stava confermando: era stata Lei a procurare quella malattia.
   «Un attimo fa gridavi… Avevi la febbre»dissi.
   «Lo so, ma ora sto bene. Ora che ci sei tu»disse lei, sempre con quel sorrisino nervoso.
   «Cosa vuoi dire?» chiesi.
   «Non c’è tempo. Mi porti al cimitero? Voglio vedere la tomba di mia madre. Non l’ho mai vista» mi chiese lei, che nel frattempo stava già iniziando a prepararsi.
   Acconsentii, nonostante i divieti di sua madre adottiva, secondo la quale doveva assolutamente restare a letto e riposarsi.
   Durante il viaggio per il cimitero nessuna di noi due aprì bocca, ma in compenso lei sembrava felicissima. Ancora mi chiedevo come fosse possibile guarire così in fretta.
   Arrivate al cimitero, stavo per chiedere al custode di indicarci dove fosse la tomba, ma la bambina si diresse velocemente verso di essa, come se conoscesse alla perfezione la strada; eppure mi aveva detto di non esserci mai stata.
   Riuscii a starle dietro con molta fatica, ogni tanto la perdevo di vista e dovevo correre per starle dietro. Quando finalmente la raggiunsi, la trovai seduta sul marmo della tomba mentre accarezzava la foto di sua madre sulla lapide. Stava sussurrando qualcosa, ma non riuscivo a sentirla.
   Mi si riempirono gli occhi di lacrime, e improvvisamente mi ricordai che era tutta colpa mia. Quando la bambina mi vide piangere, mi disse: «Non devi piangere. Non è colpa tua, io glielo dico sempre».
   In quel momento capii tutto. ‘Lei’ era sua madre, quella naturale. Mi diedi mentalmente della stupida perché non l’avevo capito prima; era così ovvio.
   «Perché non me l’hai detto?» chiesi, arrabbiata.
   «Detto cosa?» rispose lei, con quel sorriso snervante e fuori luogo.
   «Che parli con tua madre!»  urlai io.
Lei rimase a bocca aperta.
   «Dimmi perché!» urlai.
Lei non mi rispose, e presa dalla rabbia le diedi uno schiaffo. Forse fu l’errore più grave di tutta la mia vita.    Fino a poco tempo prima era una giornata di sole, tipicamente primaverile, mentre in quel momento si alzò un vento fortissimo, simile a quello che mi aveva spinta fuori dalla sua stanza pochi giorni prima.
   «Sparisci!» mi urlò la bambina, questa volta con rabbia. La sua voce sembrava quella di una persona molto più grande della sua età, ma non avevo tempo per preoccuparmi di quello. Dovevo scappare.

   Da quel giorno non vidi più la bambina. Seppi solo che lei e la sua famiglia si erano trasferiti in una città molto lontana. Mi dispiaceva da morire perché le avevo dato quello schiaffo. Non se lo meritava, lo sapevo benissimo. Aveva già avuto un’infanzia terribile, non doveva sopportare altre sofferenze. Mi dispiaceva non    averle potuto chiedere ‘scusa’ e ora sentivo anche la sua mancanza.
   Per la prima volta dalla morte della ragazza, feci dei sogni diversi. Erano terribili, peggiori del sogno che facevo sempre. Alcune notti vedevo le persone a me care morire, mentre altre notti vedevo le persone a me care che piangevano la mia morte. Era tremendo, sembrava tutto così vero che ogni giorno dovevo accertarmi che fossero tutti vivi.

   Passarono alcuni mesi e della bambina nessuna notizia. Un giorno, insieme a due amici, dovevo salire nella casa affianco a quella che era stata sua, per cambiare una lampadina fulminata. Appena arrivati al piano, ci colpì una cosa: c’era una botola, che fino a qualche giorno prima non era mai esistita. Aveva qualcosa di familiare, ma non ci feci subito caso.
   «E quella da quando esiste?»chiese uno dei miei amici.
Io scossi la testa, me lo chiedevo pure io.
   «Apriamola!»disse l’altro, con entusiasmo.
   «È fuori discussione»risposi io.
   «E perché? Hai paura?»mi chiese, in tono di sfida.
   «No. Semplicemente perché non ne vedo il motivo, e poi è pure chiusa con un lucchetto»risposi.
   «Almeno prova»mi incitò.
Lo mandai mentalmente al diavolo. È vero, avevo paura, perché mi ero ricordata a cosa assomigliava quella botola. Avevo paura di cosa avrei potuto trovarci dentro.
   Mi feci coraggio, salii sulla scala e toccai il lucchetto.
   «È aperto»dissi, col cuore in gola.
   «Avanti, è un segno del destino!»mi spronò il mio amico.
Sì, il destino… Lo pensavo anche io, ma ero tutt’altro che eccitata.
   Con le mani tremanti per la paura afferrai la maniglia della botola e con un atto di estremo coraggio la aprii, pronta a spaventarmi a morte per qualsiasi cosa ci fosse dentro. Fu un attimo, mi si bloccò il cuore per alcuni secondi, come la sensazione di cadere mentre stai dormendo.
   Nella botola non c’era niente, solo vuoto e buio totale. La richiusi di scatto.
   «Andiamocene»dissi, innervosita. Lasciammo perdere la lampadina e le scale, volevo semplicemente andarmene al più presto da lì.


   Qualche giorno dopo, chiesi a mia madre se sapeva qualcosa su quella botola. L’unica risposta che ottenni fu: «Quale botola?»
   Così, decisi di fare un giro per i vari appartamenti del mio palazzo. Dopo ore e ore di ricerche, il risultato fu che ognuno ‘accusava’ un altro inquilino, e in sostanza nessuno sapeva chi avesse fatto mettere quella botola.
   La mia angoscia e la mia ansia non erano mai state così forti; avevo capito perfettamente chi c’era dietro a quella strana apparizione. Mi ero sentita così in colpa per lei, ma ora non provavo più niente, se non un fortissimo odio. Era una persona malvagia, anzi, uno spirito o qualsiasi cosa fosse diventata. Mi stava rendendo la vita un inferno, e anche se in cuor mio sentivo di meritarmelo, non potevo sopportarlo.
   Nonostante la mia paura, un giorno decisi di tornare alla botola. Ero sola, stavolta. Ero curiosa di sapere cosa mi avrebbe fatto, ora che non c’era nessuno oltre me.
   Salii la scala lentamente, tremante di paura. Avrei preferito tornarmene a casa, ma sentivo di doverlo fare. Il lucchetto, come la volta precedente, era aperto.
   Mi assicurai che non stesse salendo nessuno, e una volta accertata di essere sola, afferrai la maniglia. Le mani mi sudavano per la tensione.
   Con uno scatto deciso aprii la botola. La vidi, fu un attimo, ma la vidi nitidamente. Mi fulminò con i suoi occhi spenti, morti. L’espressione era la stessa di quando l’avevo vista in sogno.
   Appena la vidi mi si gelò il sangue nelle vene, mollai la presa e caddi dalle scale. Finii in ospedale, in coma per il trauma cranico causato dalla caduta. Mi risvegliai dopo due settimane, ma non ero più la stessa. Non parlavo più, avevo uno sguardo folle, le mani mi tremavano in continuazione.




Il giorno 27 Aprile 2003 fu trovata una ragazza morta in circostanze misteriose. La polizia indagò sulla sua morte per un tempo lunghissimo, senza mai riuscire a trovare una causa. Effettuarono più volte delle autopsie sul cadavere, ma nessun medico riuscì a spiegare la causa della morte.
   Non si trattava né di un suicidio, né di un omicidio e tantomeno di una morte naturale. Accanto al suo corpo fu ritrovato un piccolo diario, dove è narrata la storia che vi ho appena raccontato. Dal giorno in cui si risvegliò dal coma, la ragazza iniziò a fare strani disegni e scrivere strane frasi. Molti psicologi tentarono di analizzare quelle pagine di diario, ma la ragazza non sembrava soffrire di nessuna particolare patologia.
   Un caso molto simile a questo fu riscontrato in una città a circa 200 km di distanza. La vittima in questione è una ragazzina di appena nove anni, morta nelle stesse circostanze inspiegabili. Anche il suo caso fu analizzato per tanto tempo, ma tutt’oggi le due morti risultano ancora inspiegabili.








Ebbene sì, questa fanfiction è finita! Ringrazio infinitamente tutti quelli che l'hanno seguita, inserita tra preferite/ricordate e anche chi l'ha letta in silenzio!
I ringraziamenti più grandi vanno a coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli:
 ObliviateYourMind, Necrysia Noctis
, extraordinharry, Padfoot_Daydreamer, piratessa, Leobubo e GiadaJoestar! 
Ringrazio anche chi ha letto quest'ultimo capitolo e chi magari lo recensirà! Sono molto contenta di com'è andata questa ff, davvero! 

Comunque, ho scritto una nuova storia horror, per chi fosse interessato la trovate qui: Mirrors (basta cliccare sopra) grazie mille a chi passerà :)

Per i fan di Harry Potter, date un'occhiata a questa fanfiction? Sometimes love comes back . Grazie mille :3

facebook - Sofia Meow (basta sempre cliccarci sopra) 


Grazie a tutti, a prestooo ♥ 
Meow_
   
 
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