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Autore: Sunny    05/07/2003    19 recensioni
La guerra ha causato molti cambiamenti...Voldemort è forte più che mai, e tenere duro è difficile, soprattutto quando il primo campo di battaglia è il cuore...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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                                                                     BEING A WAR MAGE

 

 

CAPITOLO 10: BENVENUTA SERENITA’

 

 

We were strangers on a crazy adventure

Never dreaming how our dreams would come true

Now here we stand, unafraid of the future

At the beginning with you

                                                                                   At The Beginning, D.Lewis and R.Marx

 

***************

 

 

Hermione e Ron camminavano a passo deciso verso Villa Granger. Si tenevano per mano, e continuavano a procedere in silenzio.

 

“Sei sicura di volerlo fare?” le chiese piano Ron quando raggiunsero il cancello della casa. “Se non te la senti, non sei obbligata.”

 

Lei rimase per un attimo in silenzio, a guardare quella che per anni era stata casa sua. “…no, voglio…voglio rivedere casa mia.” Fin dall’omicidio dei suoi genitori non c’era mai tornata prima. “E poi…” aggiunse, sforzandosi di sorridere. “Voglio uno dei vestiti di mamma per stasera.”

 

Lui annuì. Era lì per farle coraggio, e lo avrebbe fatto fino in fondo. “Ok, allora.”

 

La casa era rimasta sempre chiusa e nessuno ci aveva più messo piede fin dal giorno del terribile attacco; camminando fra le stanze, Hermione si guardava attorno con la mascella serrata e il viso tirato. Dopo qualche istante di esitazione trovò il coraggio di salire al piano di sopra, nella stanza dei genitori, e lì si fermò sulla soglia della porta: ai piedi del letto c’era ancora una grossa macchia scura di sangue, e il parquet era ancora tutto pieno di graffi e segni. Ron guardò per un attimo la sua ragazza e le appoggiò una mano sulla spalla; Hermione tirò un gorsso sospiro ed entrò, sfiorando con la punta delle dita le lenzuola del letto, il comodino e infine la cassettiera, poi la sua attenzione fu catturata dalla cornice d’argento in cui stava la foto dei suoi genitori nel giorno del loro matrimonio: istintivamente sorrise dolcemente e la prese fra le mani, e si ritrovò il viso inumidito dalle lacrime prima ancora di potersene accorgere. Ron, alle sue spalle, le passò le braccia intorno alla vita, stringendola forte a sé, e le stampò un bacio sul collo.

 

“…non ho avuto il tempo di dire a mamma e papà di noi…” sussurrò lei, in una vocina piccola e rotta dalle lacrime.

 

Ron le baciò una guancia. “Diglielo adesso.”

 

Hermione fece un piccolo sorriso triste. “Credi che mi sentiranno?”

 

“Mia madre dice sempre che i nostri cari continuano a guardarci anche dal cielo.”

 

Lei emise un piccolo gemito e si abbandonò contro il suo petto, nascondendo il viso nel suo collo. Lui la strinse di più a sé, cercando di infonderle quanta più forza possibile, poi prese in mano la foto dei genitori e la sollevò un po’, schiarendosi la gola.

 

“Signor Granger, signora Granger, c’è una cosa che devo dirvi, e spero che vi faccia piacere.” Disse, con tono serio e allo stesso tempo confidenziale. Hermione sorrise nel suo collo e glielo baciò. “Sono pazzamente, disperatamente, inequivocabilmente e irrevocabilmente innamorato di vostra figlia.” Continuò con un sorriso. “Vorrei anche dirvi di non preoccuparvi di nulla, perché mi occuperò io di Hermione adesso. E vi prometto che farò il possibile per renderla felice.”

 

Hermione lo guardò nello specchio che avevano di fronte. “Ti ricordi quando l’anno scorso siamo andati alla festa di Josh e tu mi hai riaccompagnato a casa?”

 

Lui annuì. “Erano le tre passate, e tu avevi paura che presentandoti a casa da sola a quell’ora i tuoi ti avrebbero fulminata.”

 

“Mamma mi fece una partaccia perché era tardissimo, e perché le brave ragazze non vanno in giro di notte da sole.” E così dicendo tirò su col naso e si asciugò gli occhi con una mano. “Papà invece non era affatto preoccupato, e sai che cosa disse a mamma?”

 

“Cosa?”

 

“Le disse che non aveva ragione di agitarsi, perché ero con te.”

 

Lui sorrise. “Davvero?”

 

“Papà ti stimava moltissimo. Pensava che tu fossi un tipo in gamba, anche se un po’ troppo impulsivo e incline alla violenza. Ma sapeva che mi avresti sempre protetto nel momento del bisogno.”

 

“Non me l’avevi mai detto.” Le disse piano lui.

 

Lei alzò spallucce. “Chissà se per mamma va tutto bene, però.”

 

“Ehi, come sarebbe?!” chiese con un sorrisetto lui, e riuscì a strapparle un’espressione divertita.

 

“Lei ti trovava un po’ troppo pieno di vita…pensava che fosse più rassicurante la presenza di Harry.”

 

“Solo perché ha l’aria del santo incensurato.” E qui tutti e due ridacchiarono.

 

Hermione si asciugò del tutto gli occhi e rimise a posto la foto. “Dovunque siano, mi auguro che stiano bene.”

 

Ron le sistemò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. “Questo è poco ma sicuro.” Le diede un bacio sulle labbra, poi le fece un occhiolino. “Ehi, siamo qui per un motivo o sbaglio?”

 

Lei sorrise e annuì. “Già.”

 

Lui le fece un gran sorriso e si diresse verso un grande armadio a muro; c’erano molti bellissimi vestiti eleganti, tutti della madre di Hermione. “Bisogna dire che tua madre aveva davvero molto gusto.” Osservò compiaciuto lui.

 

Lei si sedette sul lettone a gambe incrociate. “Si, era un tipo molto femminile, al contrario di me. D’altronde, questa era una delle cose che papà amava di più di lei.”

 

“Baby, portati a casa questi vestiti e ti sposo domani.” Rise lui.

 

Lei scosse la testa, e lo guardò scettica. “Il signor ‘sono-così-affascinante-che-mi-amo-alla-follia’ che si sposa? Nah…”

 

Ron le fece una linguaccia e prese a guardare nell’armadio; il primo vestito che estrasse era color pesca, col mezzo collo e senza maniche, lungo fino ai piedi. “Questo?”

 

Lei scosse la testa. “Mmm…no.”

 

Lui lo rimise a posto e ne prese un altro color grigio perla, corto, a bretelline. “E questo?”

 

Hermione fece una smorfia. “Non è appropriato.”

 

Ron inarcò le sopracciglia. “Però è molto bello.”

 

“Ce ne sono altri, no?”

 

“Voi donne la fate sempre difficile in fatto di vestiti.” Messolo a posto, ne prese un altro beige, a tre quarti, con uno scollo generoso. “Mmh…questo lo indosserai quando andremo a cena fuori io e te soli.”

 

Lei ridacchiò. “E perché?”

 

“Tesoro, questo vestito non lascia molto all’immaginazione. Non vorrei dover rompere il muso a qualche guardone, stasera.”

 

Hermione rise. “Ci saranno donne molto più belle e più eleganti di me, Ron. Donne che passano intere giornate nei saloni di bellezza, per essere perfette. Io sono un maschiaccio al confronto.”

 

“Amore, io sono un maschio. Lo accetti il mio parere, vero? Beh, lascia che ti spieghi una piccola cosa di noi uomini: tanta perfezione stufa, specie se è solo bellezza fisica e niente di più. Il tuo fascino non viene solo da fuori, tu sei bellissima anche dentro, sei completa. Sei una bomba sexy.”

 

Lei si sollevò sulle ginocchia per dargli un bacio sulle labbra. “Grazie.”

 

Lui le fece un occhiolino. “E adesso troviamo qualcosa di scandalosamente sexy per questo splendido maschiaccio.” Detto questo prese un altro vestito dall’armadio, questa volta bianco e lungo fino ai piedi, molto ampio. “Elegante abbastanza?”

 

Lei scosse la testa. “Troppo.”

 

“Ma che significa troppo? E’ bello, distinto, di gran classe, per niente appariscente…”

 

“…e l’ultima volta che l’avevo addosso, Jeff Patrick mi ha chiesto di sposarlo.”

 

Ron lo rimise subito nell’armadio, con un’aria disgustata sul viso. “Ok, ho capito, adesso basta. Decido io.” Risoluto, guardò un attimo fra i vestiti e alla fine fece un gran sorriso e tirò fuori un abito azzurro lungo, che si allacciava dietro al collo e lasciava gran parte della schiena scoperta. “Wow…questo è perfetto!”

 

“…lo sai, mi sa che hai proprio ragione.” Gli rispose lei, alzandosi e prendendo il vestito, provando a vedere se era della lunghezza giusta.

 

“Sarai decisamente uno schianto.” Sorrise lui. “Cavolo, grazie signora Granger, per aver comprato tutta questa bella roba!” esclamò al cielo, e anche Hermione non potè fare a meno di sorridere e dargli un altro bacio.

 

***************

 

“Merda, questo coso mi sta facendo soffocare.” Ron cercò disperatamente di allargarsi il papillon dello smoking davanti allo specchio nel suo armadio.

 

“Pensa che dobbiamo passarci tutta la sera dentro questo affare infernale.” Fece sconsolato Harry, infilandosi la giacca del suo smoking.

 

Il cravattino di Ron si sciolse di nuovo, e il suo riflesso nello specchio prese a ridere follemente, additandolo. “Vuoi farlo tu, se ne sei capace?!” ruggì Ron spazientito, e a Harry scappò da ridere.

 

“Allora, come vanno i preparativi?” la signora Weasley fece capolino dalla porta, vestita e pettinata in modo molto elegante e sobrio, e con un’espressione sorridente e appagata.

 

“Va che questo coso non si annoda, e tra un secondo mi straccio tutto di dosso e vengo nudo!” sbottò il figlio.

 

Molly raggiunse i due ragazzi e prese a sistemare il papillon di Ron. “Tesoro, immagino che sarebbe uno spettacolo imperdibile, ma è meglio rimandare il tuo spogliarello a quando non saranno presenti i colleghi di tuo padre e tuo fratello.”

 

“Forse sarebbe meglio rimandarlo a tempo indeterminato.” Ridacchiò Harry.

 

Ron si finse offeso. “Oh, come sarebbe? Non mi trovi attraente?” sia i ragazzi che mamma Weasley risero di gusto.

 

Molly finì di aggiustare il cravattino al figlio e fece un passo indietro, guardando i due ragazzi con un sorriso tutto miele. “I miei giovanotti sono diventati due uomini bellissimi!” disse commossa. “Siete così cresciuti, bambini miei, sono così fiera di voi!”

 

I due ragazzi le rivolsero un brillante sorriso. “A che punto sono le ragazze?” le chiese Harry.

 

“Oh, stanno finendo di truccarsi.” Rispose lei, tutta trionfante. “Le ho pettinate tutte e due io, sono più belle che mai.”

 

“Bene, ne va della nostra immagine.” Ridacchiò Ron, e lui e Harry uscirono dalla stanza in smoking, e si diressero verso l’ingresso mentre la signora Weasley tornava di sopra.

 

“Che eleganza!” Esclamò allegramente Arthur Weasley, mentre si abbottonava una manica della giacca.

 

“Già, e non vedo l’ora di tornare a casa per levarmi questa roba.” Commentò Harry, allargandosi il nodo del papillon dal collo.

 

Papà Weasley rise. “Non c’è niente da fare, voi due potrete anche essere cresciuti, ma resterete sempre i ragazzini che sono inorriditi al solo pensiero di andare a un ballo vestiti da sera.”

 

“C’è di buono che almeno stavolta sono vestito in modo decente.” Fece Ron.

 

In quel momento scese di nuovo Molly Weasley, e dietro di lei comparvero Hermione e Ginny, che stavano parlando mentre scendevano le scale. Harry e Ron rimasero a bocca spalancata.

 

Ginny aveva un abito rosa pallido a bretelline, corto fino alle ginocchia, molto elegante; per l’occasione si era fatta fare dalla madre i boccoli ai suoi capelli abitudinariamente lisci, ed il trucco era leggero ma perfetto. Hermione aveva il vestito turchese che aveva scelto Ron: lungo, con l’allacciatura dietro al collo e le spalle scoperte; teneva i capelli raccolti in un elegante chignòn, da cui scendevano piccole ciocche di capelli mossi, e anche il suo trucco, per quanto leggero, era decisamente molto gradevole.

 

“Porco cazzo…” mormorò a bassa voce Harry, mentre lui e Ron non riuscivano a staccare lo sguardo dalle due ragazze. Il signor Weasley rise e diede a entrambi una pacca sulle spalle.

 

“Allora? Siamo tutti pronti?” fece squillante Molly.

 

Ginny e Hermione raggiunsero gli altri, e anche loro si soffermarono quando videro Harry e Ron tirati a lucido.

 

“Accidenti!” esclamò sorridente Ginny.

 

Hermione annuì. “Decisamente affascinanti.”

 

“Dovrebbero farli molto più spesso questi balli di società.” Fece Harry, squadrando Ginny dalla testa ai piedi.

 

Ron passò un braccio attorno ai fianchi di Hermione, poi si voltò verso i suoi genitori. “Mamma, Hermione e io possiamo raggiungerti tra…diciamo una mezzoretta?” tutti ridacchiarono.

 

Mamma Weasley mise le mani sui fianchi. “Ronald Weasley!” disse, in tono di rimprovero.

 

Ron scrollò le spalle. “Peccato, io ci ho provato.”

 

Il signor Weasley rise. “Coraggio, andiamo. Non vorrei far tardi.”

 

***************

 

Il salone delle feste era addobbato in modo a dir poco fastoso: c’erano luci soffuse e candele fluttuanti ovunque, i tavoli erano stracolmi di ottimo cibo, e la pista da ballo era occupata dalla folla di eleganti coppie di membri del Ministero, primo fra tutti il Ministro Montgomery, che stava ballando con sua moglie. Al tavolo dove stavano seduti, i signori Weasley si stavano godendo il ricevimento, guardando i figli: Ginny stava ballando con Sirius, Hermione con Natan, Bill con Aki, Fred e George con le loro rispettive compagne, Angelina e Eve, mentre Percy e Penelope parlavano con aria tranquilla accanto al tavolo del buffet.

 

Harry e Ron, tutti e due con un bicchiere di champagne in mano, raggiunsero il tavolo Weasley, sedendosi su due sedie libere.

 

“E voi due cosa fate qui? Dovreste essere a ballare.” Disse sorpresa la signora Weasley.

 

“Le signorine sono impegnate.” Fece con un sorriso Harry, indicando Ginny e Hermione con un cenno della testa.

 

“E una pausa ci vuole.” Annuì Ron, bevendo un goccio dal suo champagne.

 

Anche Charlie e Josh li raggiunsero al tavolo. “Ragazzi, avete visto la moglie di Liam?” mormorò Josh, indicando una donna che stava ballando col loro istruttore di armi babbane. Aveva i capelli lunghi castani, gli occhi azzurri e un corpo mozzafiato, ed era parecchio più giovane di lui, con un corpo decisamente da trentenne.

 

“Porca…” mormorò sottovoce Harry.

 

Ron aveva gli occhi spalancati. “Ma dove l’ha trovata quella?”

 

Il signor Weasley la guardò attentamente. “Effettivamente è proprio una gran bella donna…”

 

La moglie gli diede uno schiaffetto sul braccio. “Arthur!”

 

Charlie rise. “Già, è precisamente quello che pensa tutto il settore maschile presente in sala.”

 

“Quasi quasi…” rise Harry.

 

“Mi sa che è decisamente mio dovere invitare la signora del mio caro istruttore a ballare.” Fece Ron, con un odioso sorrisetto.

 

Josh ridacchiò. “Oh, sono sicuro che Liam lo apprezzerà molto. Solo, posso consigliarti di dormire con un occhio aperto stanotte?” Ron, Harry, Charlie e il signor Weasley risero, mentre la signora Weasley scosse la testa.

 

La musica terminò, e Sirius riaccompagnò Ginny al tavolo. “Grazie per avermi fatto l’onore di ballare con questa bella signorina.” Disse con un sorriso a Harry.

 

Ginny si sedette accanto al suo ragazzo. “Balla molto bene il tuo padrino.” Gli disse.

 

Harry rise. “Bene, va’ avanti e balla con lui anche tutta la serata, per me va bene.”

 

Sirius prese posto accanto ad Arthur Weasley. “Sono un po’ troppo vecchio per queste cose.”

 

Il signor Weasley gli diede una pacca sulle spalle. “Sirius, vecchio mio, se la metti così allora io sono proprio un nonnetto.”

 

Charlie ridacchiò. “Sai, papà, ho idea che sarai presto nonno.” Disse, indicando con la testa Bill e Aki, che ballavano abbracciati.

 

Tutti al tavolo sorrisero, in particolar modo mamma Weasley. Ron posò il suo bicchiere sul tavolo. “Beh, io vado a riprendermi la mia ragazza.” Fece, alzandosi in piedi.

 

“Io amo mio fratello perché non è assolutamente materiale.” Commentò Ginny, sforzandosi di restare seria, ma alla fine rise con gli altri.

 

Ron, ridacchiando, raggiunse Natan e Hermione, e si fece notare immediatamente da entrambi. “Posso?”

 

Natan scoccò un sorriso a Hermione e un occhiolino a Ron. “E’ tutta tua.” Disse, defilandosi.

 

Ron mise le mani sui fianchi di Hermione e lei gli passò le braccia attorno al collo, con un gran sorriso. “Mi stavo proprio chiedendo che fine avessi fatto.”

 

Lui scrollò le spalle. “Mi stavo prendendo una pausa.” Le disse, mentre con la coda dell’occhio notava Ginny e Harry, che avevano appena raggiunto la pista da ballo. “Tu, piuttosto. Poco fa ho visto che ballavi con Montgomery.”

 

Lei annuì. “Sono riuscita a esporgli un’idea che avevo in testa già da un po’.”

 

“E quale?”

 

“Ricostruire Hogwarts.”

 

“Come?”

 

Hermione sorrise brevemente. “Mi è molto caro quel posto. Ho pensato che fosse giusto nei confronti di Silente e di tutti gli altri professori far riaprire la scuola. Finora era pericoloso, ma ora che la guerra è finita, credo che tutti i bambini meritino di ricevere un’educazione scolastica adeguata come l’abbiamo ricevuta noi.”

 

Ron sorrise e scosse la testa. “Tu resti sempre la più intelligente fra tutti noi, Hermione. E che ti ha detto Montgomery?”

 

“Che domani darà ordine ai migliori architetti del paese di iniziare i lavori per la ricostruzione di Hogwarts.” Rispose lei, con un sorriso soddisfatto.

 

“E tu dovresti essere citata fra i fondatori della scuola, se non ci avessi pensato tu non se ne sarebbe curato nessuno.” Fece fiero lui.

 

Lei rise. “Andiamo, io ho solo chiesto di ricostruirla, a fondarla ci hanno già pensato altri maghi ben più potenti di me.”

 

“Già, ma se non altro ti sei meritata una citazione nella nuova versione di Storia di Hogwarts.” Replicò Ron, ridacchiando.

 

Hermione rise, e mentre continuavano a ballare appoggiò la testa sulla sua spalla. “Speriamo solo che riescano a farla esattamente com’era prima. Sai, non vorrei che ne facessero un edificio moderno, Hogwarts rappresenta secoli di storia per noi.”

 

Lui ridacchiò. “Non dirmi che gli hai anche chiesto di assumere gli elfi domestici a pagamento.”

 

“Glielo chiederò quando sarà il momento.”

 

“Lo sapevo.”

 

“Come pensi che faranno coi quadri?”

 

“Probabilmente prenderanno delle copie dal museo.”

 

Hermione riflettè per un attimo. “Secondo te chi sarà il nuovo preside?”

 

Ron scrollò le spalle. “Non ne ho idea. Anni fa avrei scommesso su Remus, ma visto che ora è già impegnato…mi auguro solo che stiano bene attenti a non scegliere Percy, per il bene degli studenti.”

 

Lei rise, mentre la canzone in sottofondo sfumava. “Sarebbe divertente se fosse scelto uno tra Fred e George.”

 

Anche lui rise, e a canzone finita si fermarono. Quasi subito cominciò un altro lento, e Harry si avvicinò con un gran sorriso. “Ehi, è il mio turno adesso.”

 

Ron gli diede una pacca sulle spalle. “Sono lusingato, ma devo declinare l’invito. Va bene lo stesso se ti presto lei?” disse, indicando Hermione.

 

Harry si finse serio. “Ah beh, se non posso ballare con te, questa volta mi adatterò con lei.”

 

Hermione scosse la testa e prese la mano che Harry le porgeva. “Ma guarda cosa mi tocca sentire.” Harry ridacchiò, e messisi in posizione iniziarono a ballare.

 

Ron raggiunse Ginny, che stava per sedersi, e le porse la mano con uno dei suoi brillanti sorrisi. “Mi concede questo ballo, signorina?”

 

Lei rise e mise la mano in quella del fratello. “Con gran piacere, signore.”

 

Tennessee, accanto al tavolo del buffet, mise giù il suo piatto con cura, ma una voce alle sue spalle attirò la sua completa attenzione.

 

“Questa sì che è una sorpresa, non sapevo che avessi delle gambe.”

 

La ragazza si voltò già con un sorrisetto piantato sul viso. Charlie fece un passo avanti verso di lei, con la sua espressione più sicura. “E che gambe.” Continuò, a voce più bassa.

 

“Detto da te, lo prendo come un complimento.” Rispose lei, inarcando un sopracciglio.

 

Charlie la guardò. “Devi stare attenta, vestita così potresti perfino sembrare una donna.”

 

“Io sono una donna.”

 

“Si, ma così finisce che uno se ne accorge.” Ridacchiò lui.

 

Anche lei rise. “Quando capirò cosa sei tu, ricambierò il complimento.”

 

“Pensi che bellissimo, tremendamente attraente e irresistibilmente audace sarebbe sufficiente?”

 

“Grazie, ma non amo le definizioni preconfezionate.” Ribbattè lei, con un’espressione beffarda.

 

Lui annuì. “Forse ballare con me ti aiuterebbe a trovare la descrizione giusta?”

 

Lei fece un sorrisetto. “Si può provare.”

 

Lui le rivolse un sorriso fiero e vispo, e le porse il braccio. “Le faccio volentieri questo onore, madame.”

 

Lei gli prese il braccio e sorrise. “L’onore è tutto suo, messieur.”

 

***************

 

The world is not enough

But it is such a perfect place to start my love

And if you’re strong enough

Together we can take the world apart my love

People like us know how to survive

There’s no point in living

If you can’t feel alive

                                                                                  The world is not enough, Garbage

 

***************

 

Il sole era sorto appena da poco, quando alla Tana si aprì la porta di casa. Faceva fresco, l’aria della mattina era piuttosto pungente. Arthur Weasley uscì nel vialetto d’ingresso, seguito da sua moglie, e diede un’occhiata all’orologio.

 

“Su, ragazzi! Farete tardi!”

 

Qualche minuto dopo Harry, Ginny, Ron e Hermione li raggiunsero: erano vestiti con abiti sportivi babbani, e tenevano sulle spalle uno zaino a testa – Ron e Harry avevano da portare anche due borsoni piuttosto grossi.

 

“Io vorrei proprio sapere come ti è saltato in mente di portare tutta questa roba!” brontolò Harry, uscendo di casa.

 

“E secondo te dovevo indossare sempre gli stessi vestiti per due settimane di seguito?” replicò Ginny.

 

“Non c’era bisogno di portarsi dietro tutto l’armadio!” ribbattè Ron.

 

“Come se dovessi portare le borse a spalla per tutto il tempo!” fece Hermione.

 

Papà Weasley aiutò i due ragazzi a caricare i borsoni e gli zaini nella macchina. “Mi raccomando,” fece Molly, abbracciandoli uno alla volta tutti e quattro. “Andate piano, siate prudenti e cercate di comportarvi da babbani, va bene?”

 

Ginny annuì. “Vi porteremo dei bei regali.”

 

“La vostra serenità è il miglior regalo, pensate a godervi la vacanza.” Disse Arthur, abbracciandoli a sua volta.

 

“Dai, ragazzi, facciamo tardi.” Fece Harry, e tutti e quattro salirono a bordo della macchina, con Ron alla guida.

 

“Au revoir, signori!” li salutò Ron, e quando la macchina partì quattro mani sbucarono dai finestrini per salutare ancora. I signori Weasley continuarono a salutarli finchè l’automobile non si fu alzata in volo, azionando il Turbo Invisibile.

 

Molly tirò un grosso sospiro; per un momento, vedendoli uscire di casa assonnati e battibbeccando, li aveva rivisti esattamente come durante l’estate in cui si erano alzati presto per andare a vedere la coppa del mondo di Quidditch, ancora tredicenni: Ron, uno spilungone con le lentiggini; Harry, pelle e ossa e coi capelli tutti arruffati; Hermione, coi capelli crespi e l’aria saccente; Ginny, con le treccine, timida e ingenua.

 

“E’ bello vedere che sotto sotto sono rimasti i bambini di una volta.” Disse commossa, con un sospiro.

 

“Già.” Annuì con un sorriso suo marito, passandole un braccio attorno alle spalle. “Mi piace sapere che dentro i loro cuori c’è ancora una parte nascosta che non crescerà mai.”

 

***************

 

It’s a beautiful mornin’, I think I’ll go outside a while

And just smile

Just take in some fresh air, boy

Ain’t no sense in stayin’ inside

If the weather’s fine and you got the time

It’s your choice to wake up and plan another brand day

                                                                                              A Beautiful Morning, Rascals

 

***************

 

 

                                                                       ***  THE END ***

 

 

 

 

 

Incredibile, ma vero…è proprio finita! Ok, niente lacrime né commozioni, la bella sorpresa per chi si è appassionato a questa storia la conoscete già: ho deciso che ci sarà un seguito! Yeah! Ho avuto l’ispirazione, e ho già in mente cosa succederà, ma non vi prometto che vedrete on-line il primo capitolo per almeno un mese, se non di più. Innanzitutto devo dedicarmi ad altre cose oltre che al mio hobby preferito, per cui la mia attenzione sarà altrove per un po’, e seconda cosa voglio che il seguito mi piaccia quanto questa storia. E lo volete anche voi, vero? Che sia una cosa fatta per benino e non di fretta e furia, no? In ogni caso…prometto di fare il possibile per darmi una mossa! ^^

 

Ok, essendo l’ultimo capitolo un po’ più breve, mi riservo questo spazio per saluti e ringraziamenti: un bacio a Keijei, giuggy e Ginny (che avevo dimenticato di ringraziare nello scorso capitolo, anche voi siete davvero fedeli lettori ^^) e il solito mega bacio a Sara Lee.

 

Alice, mi hai chiesto se la musica mi ha mai aiutato a scrivere. Oh, praticamente sempre! L’altra storia che ho scritto, ‘Non te ne andare’, è venuta fuori così. Per non parlare di questo capitolo: l’ho scritto in un’ora, ascoltando e riascoltando sempre la stessa canzone: You sang to me, di Marc Anthony (se hai visto ‘Se scappi ti sposo’, è la canzone dei titoli di coda, quando ripresenta tutti gli attori), che è assolutamente bellissima, e se questa mia storia fosse stata un film, l’avrei pretesa come canzone finale! ^^

 

Ok, a questo punto, credo che sia ora di salutare tutti…prometto che ci rivedremo presto, e se vedo che le cose tardano troppo, beh…chi può dirlo, magari un’altra canzone m’ispira per un’altra storia da un solo capitolo. La vita è bella perché è piena di sorprese! ^^ Ciao ciao, un bacione mega a tutti e grazie,

 

Sunny

 

 

 

 

 

  
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