Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Roxanne Potter    28/10/2012    2 recensioni
Semplicemente uno sfogo rivolto a chiunque non voglia adattarsi alla realtà intorno a lui. A chi va avanti con un incendio dentro e il volto impassibile, le mani tremanti e la testa piena di sogni.
[L'ho scritta in un momento particolare della mia vita, per capire che senso ha la prima frase leggete nelle note a fine pagina, lì ho spiegato tutto.^^]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non scrivere nulla su quel dannato verbale. Prendiamo pure una pompa e diamo fuoco all'aula, diamo fuoco a tutta questa scuola di cui non c'importa nulla.
Chiudiamo gli occhi, lasciamoci inebriare dalla fresca aria di una serata estiva, balliamo accanto a un fuoco sulla riva di una spiaggia illuminata dalla luna, animata dalle nostre risate spensierate. Gettiamoci nelle onde del mare dalla punta di quegli scogli che ci sembrano troppo alti, sfrecciamo a tutta velocità in sella a un motorino, sotto il sole bruciante di una metropoli, con l'adrenalina che ci scorre nelle vene.
Facciamo solo quel che ci fa stare bene e fottiamocene degli altri, dei loro sguardi, dei loro giudizi, delle loro risate che ci scorrono addosso ogni giorno.
Cantiamo a squarciagola le nostre canzoni preferite, pur sapendo di essere stonati, fingendo che la nostra scopa sia una chitarra. Stendiamoci su un prato pieno di fiori con un libro in mano, mentre il profumo della primavera ci pizzica le narici, e prima di iniziare a leggere lasciamo che il nostro sguardo spazi sul cielo terso che ci sovrasta, sull'erba e l'esplosione di colori che ci circondano.
Camminiamo di sera per le strade della nostra città, solitari nella folla che si muove allegra davanti ai locali e sotto le luci dei lampioni, entriamo volontariamente in quei vicoli bui che non conosciamo bene solo per il gusto di farlo. Riempiamo un foglio di insensati scarabocchi, per una volta tanto mandiamo a quel paese la linea e abbuffiamoci dei dolci nascosti in credenza. Passeggiamo lungo il margine di un fiume durante una bella giornata di sole e ammiriamo lo spettacolo della natura davanti a noi: l'erba verde dove sbocciano i fiori, l'acqua trasparente che scorre, le montagne dalle punte innevate e il cielo sgombro da qualsiasi traccia di grigio.
Andiamocene da questa casa, prendiamo un treno, un aereo, un autobus o qualsiasi cosa pur di allontanarci. Trasferiamoci in America, in Francia, in un elegante appartamento di New Orleans affacciato sulle strade del quartiere spagnolo o in una rustica casa nelle campagne scozzesi.
Dimentichiamo la nostra vita passata, la nostra famiglia, i nostri amici. Quel che conterà sarà essere soli o con le persone che davvero amiamo, nel luogo che sentiamo nostro, facendo solo ciò che ci fa sentire bene.
Alzeremo lo sguardo alle stelle che ci incantano dall'alto di un cielo diverso, e sfoglieremo le pagine del nostro libro preferito o canticchieremo a voce bassa con gli auricolari dell'mp3 alle orecchie, senza che le preoccupazioni oltrepassino la cortina di felicità con la quale ci siamo circondati.
Non saremo più i vecchi noi, le persone che si adeguavano alla realtà intorno a loro nell'attesa
apparentemente infinita che qualcosa cambiasse.
Saremo semplicemente noi stessi. Liberi. Veri. Felici.
Apriamo gli occhi. Sono solo sogni. Utopie lontane di una realtà irraggiungibile.
Sospiriamo, con la malinconia in ogni senso, in ogni poro di pelle. Ci troviamo ancora in una realtà alla quale ci dobbiamo adattare, andando avanti con un incendio dentro e il volto impassibile, le mani tremanti e la testa piena di sogni.
Sappiamo che prima o poi tutto questo finirà. È questione di tempo: tempo che sembra non avere un termine.
Forse un giorno saremo liberi, felici, allo sbando nello scenario che vogliamo, e i nostri problemi attuali non esisteranno più: ci rideremo sopra, per pensare solo a ciò che ci fa stare bene, ai nostri sogni che siamo finalmente riusciti a concretizzare.
Ma ora non è così. Ora siamo limitati, continuamente alla ricerca dei sempre nel mai che ci strappino da queste catene, che almeno per pochi minuti ci facciano assaporare la soddisfazione più immacolata che la nostra vita non ha mai avuto: un libro che ci fa piangere, una canzone che ci rapisce, una risata condivisa, una passeggiata nel verde che amiamo.
Un altro sospiro. Vorremmo altre persone al nostro fianco. Altri paesaggi che ci accolgono quando usciamo di casa la mattina. Semplicemente un'altra vita. Ma siamo ancora prigionieri di questa lunga, soffocante realtà.
Chiudiamo ancora gli occhi. Noi non ci vogliamo adattare. Forse è arrivato il momento di adattare la realtà a noi.

Note.

Lo so, la frase iniziale di questa "storia" necessita di una spiegazione. Probabilmente avrete pensato "Verbale? Quale verbale? Cosa diamine c'entra il verbale, che senso ha?"
L'ho scritta l'anno scorso, durante il periodo scolastico. Un periodo in cui sono scoppiati discussioni e litigi tra me e i miei compagni di classe. Per un po' di tempo ci sono stata male; non mi ero mai trovata bene con gli altri, né alle elementari né alle medie, quello era il mio primo anno di liceo e non volevo che andasse così. Non volevo essere di nuovo la tipica asociale scontrosa della situazione.
Comunque, durante un'assemblea di classe i miei compagni hanno deciso di discutere su quello che era successo tra di noi. Avevamo già chiarito la situazione con una professoressa, perciò ho chiesto loro cosa si aspettassero che dicessi. E loro insistevano senza darmi una risposta precisa, probabilmente al solo scopo di litigare.
Durante le assemblee, una mia amica ha il compito di scrivere il verbale, cioè quello di cui abbiamo discusso. Durante l'intervallo tra la prima e la seconda ora di assemblea, la mia amica è venuta da me e ha detto "Non so cosa scriverci su quel verbale."
E così è nata la prima frase di questa specie di storia. All'inizio era solo una bozza negli sms del mio cellulare. E' uno sfogo rivolto a tutte le persone che non si trovano bene nella loro realtà, che vorrebbero scappare, liberarsi dai loro limiti, dimenticare i problemi e trovare una felicità che stanno cercando invano. In quel periodo mi sono sentita così più che mai.
Rileggendola non mi piace tantissimo... forse non è uscita un granché bene, se la scrivessi ora sarebbe migliore. Comunque ci tengo molto e spero che l'apprezzerete. A presto.:D

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Roxanne Potter