Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: Miss Kon    28/10/2012    3 recensioni
Brevissima crack-pairing sul fandom di FMA, questa fanfic è quella con cui faccio la mia seconda comparsa su questo fandom. Ancora una volta mi son concetrata sugli homunculus.
É una LustxEnvy
Nell’aria umida i loro respiri si mescolavano quasi fossero acqua colorata che i loro gemiti, talvolta, portavano a incresparsi.
Ma in quei sotterranei bui e ammuffiti non aveva nessuna importanza.
In realtà, lì, nulla sembrava davvero aver importanza.
Genere: Dark, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Envy, Lust
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Brevissima crack-pairing sul fandom di FMA, questa fanfic è quella con cui faccio la mia seconda comparsa su questo fandom. Ancora una volta mi son concetrata sugli homunculus, che ci volete fare? Li adoro.
Sono personaggi intensi e mi piace dipingerli un po' nelle loro tonalità più cupe e strane.
É una LustxEnvy non so se contarla come incesto, ma considerato le varie GreedxLust che ho visto credo che i più non considerino i paring tra homuculus incesti.
Che dire ancora?
Buona lettura.



Sucker love



Nell’aria umida i loro respiri si mescolavano quasi fossero acqua colorata che i loro gemiti, talvolta, portavano a incresparsi.
Ma in quei sotterranei bui e ammuffiti non aveva nessuna importanza.
In realtà, lì, nulla sembrava davvero aver importanza.
Ciò che contava non era sotto ma sopra, in superficie. Per una volta.

Sucker love is heaven sent.



Le mani metà bianche e metà nere di Lust si aggrapparono alle sue spalle mentre Envy, sopra di lei, si muoveva a darle e a darsi piacere.
Quand’è esattamente che era cominciato tutto ciò?
Mai, non aveva avuto nessun inizio, solo sviluppo. Il loro peccato era un racconto cominciato in medias res e in cui nessuno si era premurato di spiegare gli antefatti con qualche comodo flashback. Ma per loro non era un problema.
Nati come peccati, di cui si erano spartiti i nomi, e vissuti come tali come potevano provare interesse per una spiegazione che, magari, sarebbe riuscita pure a giustificarli? A loro non servivano giustificazioni, quanto nuovi capi d’imputazione.

You pucker up, our passion's spent.



Lust gemette più forte, le labbra violacee aperte con quel fare sensuale che solo lei era capace di mantenere anche nella più bestiale delle situazioni.
Perché loro?
O meglio: perché Envy?
Se lo si fosse chiesto a Lust probabilmente avrebbe sorriso e basta. E si poteva capirlo.
Envy, il muta forma, colui che per soddisfarla avrebbe potuto essere tutto ciò che lei desiderava. Un uomo, una donna, un militare, una ragazzina e, perché no?, sé stesso.
Perché a Lust non importava.
Sia che lui avesse quell’aspetto androgino che quello bestiale a lei non importava.
Lei era la lussuria, non le importava chi o cosa le desse piacere.

My hearts a tart, your body's rent.
My body's broken, yours is spent.



Perchè era quello Lust. Era quel tipo di lussuria.
Una lussuria senza limiti e senza rispetto, non oscena ma affamata.
Non le andava bene tutto ma solo tutto ciò che la sfamava.
Era così, la sua lussuria era come la gola di Gluttony, come quella fame che affliggeva il loro fratello.
Solo che se venivi attaccato dalla voracità di Gluttony al meglio ne uscivi con parti del corpo staccate e finite il bocca a quell’essere vorace. Era davvero doloroso essere morsi da Gluttony ma per chi come loro si rigenerava era quasi una presa in giro.
Quando, invece, venivi morso da Lust ne uscivi intero.
Però avevi male.
Male dappertutto, anche a cose che non possedevi.
Come l’anima.

Carve your name into my arm.



Aveva scelto Envy per caso, perché aveva fame e lui era lì.
Folle, perverso, vuoto come un’anfora vecchia e un peccato.
Niente di meglio del nulla per soddisfare una vorace fame di tutto.
Si erano avvicinati, no non è corretto. Erano sempre stati vicini, stretti da quel fastidioso cordone ombelicale raggrinzito che univa tutti loro, fratelli, a quell’unico vanaglorioso Padre.
Solo che avevano scelto di impiccarsi con lo stesso nodo, non solo con quella stessa corda malvoluta ma ben sopportata.
Era così che avevano finito per nascondersi ancora di più nel vuoto di quel nascondiglio sotterraneo.
Era sempre questione di poco, almeno per loro che vivevano da troppo, uscivano, si trovavano e si univano stringendosi in quell’unico cappio.
Poi Lust, placata la fame, si alzava, indossava quel magnifico abito nero e si se ne andava accompagnata dal suono di quei suoi tacchi.
Lui non aspettava, non aveva senso, quel luogo era troppo grande e pregno di peccato perché qualcuno si accorgesse che un’altra goccia di inchiostro era caduta nell’ombra.
E così tornavano alla vita di sempre.
Sempre che di vita si potesse parlare.

Cuz there's nothing else to do



Restava solo, ogni tanto, qualche dolore qui e lì, ma per loro che si rigeneravano era una sciocchezza.
Anche se l’anima non ritornava mai al suo posto, ma questo forse perché non ne possedevano una, e anche se quella fame Lust non riusciva mai a soffocarla.
Ma questo non era un problema.
Non lo era per loro perché non esisteva un “loro”.
Non lo era per lui che viveva semplicemente, con quel rancore a consumarlo come un vecchio mozzicone di candela.
Non lo era per lei, che alla fine amava così tanto mangiare.

Every me and every you.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Miss Kon