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Autore: Nori Namow    28/10/2012    8 recensioni
Se c'era una cosa che Louis Tomlinson tendeva ad evitare, erano i bulli.
Ma i bulli trovavano lui, sempre.
Tutto cambiò l’ estate che precedeva il suo ultimo anno in quel College.
E il suo cambiamento, portava il nome di Scarlett. Scarlett Robinson.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And his change, brought the name of Scarlett.  
 
 
 
 
Se c'era una cosa che Louis Tomlinson tendeva ad evitare, erano i bulli.
Ma i bulli trovavano lui, sempre.
E quando riuscivano a trovarlo, per lui non c’era scampo.
Il motivo principale per la quale era vittima di bullismo, era il suo carattere troppo debole,
il suo abbigliamento da secchione, e il suo cervello troppo innamorato dei libri.
Quando i ragazzi lo trovavano, lo tempestavano di botte e di insulti, mentre Louis subiva tutto, in silenzio.
 
Tutto cambiò l’ estate che precedeva il suo ultimo anno in quel College.
E il suo cambiamento, portava il nome di Scarlett. Scarlett Robinson.
 
 
Era uno dei pomeriggi in cui Louis cercava di sfuggire agli occhi dei bulli.
Il suo look trasandato, i capelli in disordine, il fisico magro, lo facevano sembrare un ragazzo perso nel suo mondo.
Ma la verità era che Louis era un ragazzo amichevole, spiritoso e divertente, quando non si trovava in quella scuola.
Uno dei ragazzi lo vide sgattaiolare all’ uscita, così chiamò i suoi amici, cominciando ad insultarlo e a seguirlo.
Impaurito, Louis si nascose nella prima porta semi aperta, il bagno delle ragazze.
Non trovò nessuno, e si nascose in uno dei bagni, chiudendo la porta.
I bulli non tardarono ad arrivare, cominciando a sbattere le porte, chiamandolo.
“Louis, non vieni a salutare i tuoi amichetti?” urlò Brad, il più robusto dei quattro.
Riuscirono a scovare Louis, prendendolo per il colletto della camicia e sbattendolo contro il muro.
Lui tremava, sapeva che sarebbe tornato a casa sua con un dolore allo stomaco e i lividi in faccia.
Come previsto, Brad gli assestò un pugno nello stomaco, facendo gemere Louis, che si mise in posizione fetale, a terra.
Stavano per sferrargli un altro pugno, quando una voce li fermò.
“Smettetela immediatamente, idioti! O vi farò espellere. E Brad, tu non vuoi che il tuo paparino sappia che suo figlio è un completo idiota, vero?”
Qualcosa, nel tono della ragazza, fece in modo che i bulli sparirono in pochi istanti, lasciando Louis da solo con il suo dolore, e l’ angelo che l’ aveva salvato.
Aveva gli occhi serrati dal dolore, e aspettava che la ragazza lo lasciasse solo, per poi prendere le sue cose e andarsene, sconfitto come sempre.
Era stanco di sopportare, ma non aveva la forza di reagire.
Non aveva amici, non aveva nessuno, se non quei due genitori assenti, e quei pochi parenti che lo sopportavano.
Sentì un paio di mani fredde scrollarlo appena, come per svegliarlo.
“Ehi, stai bene?” chiese dolcemente.
Louis aprì gli occhi, trovandosi una ragazza dai capelli ondulati, scuri, e due occhi azzurri e limpidi, simili ai suoi.
Notò che era bellissima, le labbra carnose e il nasino alla francese rendevano il suo viso perfetto.
Troppo perfetto per lui, che guardava quella ragazza come se fosse l’ unica al mondo.
Si alzò di scatto, vergognandosi per essere sempre così debole.
“S..Sì, tutto bene. Grazie per prima, davvero.” Disse a testa bassa.
Non aveva il coraggio di guardarla negli occhi.
Perché aveva paura. Paura di innamorarsi con uno sguardo.
“Di nulla. Io sono Scarlett Robinson. E tu saresti..?”
“Louis Tomlinson, piacere.” Louis porse la mano, pregando che la ragazza non lo respingesse con uno sguardo sprezzante.
Scarlett strinse la mano di Louis con enfasi, sorridendo e mostrando i denti dritti e perfetti.
“I nostri cognomi fanno anche rima, Louis. E comunque è stato un piacere, neanche io li sopporto quei figli di papà.” Disse acidamente, riferendosi ai bulli.
Louis sorrise, il primo sorriso sincero da quando frequentava quella scuola degli incubi.
Non sapeva cosa dire, così disse la prima cosa che gli venne in mente.
“Lo sai che Robinson è un cognome di origini italiane?”
Lei lo guardò sorpresa, poi si aprì in un altro sorriso mozzafiato.
“Wow, davvero? Accidenti, non lo sapevo! Quindi, deduco che tu sia un grande studioso.” Affermò convinta la ragazza,
osservando l’ abbigliamento da secchione di Louis.
Il ragazzo annuì appena, quasi come se sfruttare la propria intelligenza sia un peccato mortale.
“Non è che potresti aiutarmi? Devo assolutamente recuperare filosofia, o la Donovan mi boccia.”
Lui la guardò, e non vide traccia di odio, nei suoi occhi, così sinceri e belli. Annuì, lasciandole il suo numero e dandole appuntamento per il giorno dopo.
Prima che le loro strade si separassero, per tornare alle rispettive case, Scarlett gli urlò felice:
“Grazie per l’ aiuto, Louis. Ti aiuterò anche io, in qualche modo!”
E Louis non poté non sorridere.
 
 
“Quindi, in poche parole, Voltaire pensava che l’ amore fosse la passione più forte perché attaccava contemporaneamente testa, cuore e corpo?”
Domandò Scarlett per l’ ennesima volta a Louis. Erano nella camera del ragazzo, sommersi fra i libri.
Scarlett corrucciò la fronte, indispettita dall’ affermazione del poeta francese.
“Sì, ha ragione.” Disse per poi scoppiare a ridere.
“Lo sai? Parli in modo chiaro, dovresti diventare un professore di filosofia. Aumenterebbero gli interessati, sicuramente.” Disse la ragazza, convinta della sua affermazione.
“In realtà io volevo insegnare storia. Mi piace, è una bella materia”
“Io credo che tu sia perfetto per la filosofia, invece. E comunque credo che potremmo diventare grandi amici, lo sai?”
Sorrisero nello stesso istante, per poi stringersi la mano, ancora una volta.
“Ora devo ricambiare il favore, però.” Aggiunse pensierosa, mentre osservava Louis da capo a piedi.
 
 
“Dai, esci fuori, non rompere!” Scarlett tentava in tutti i modi di aprire la porticina del camerino.
Aveva trascinato Louis e la sua carta di credito fra i negozi di Londra, due settimane dopo quel loro ‘accordo’.
Scarlett aveva notato che Louis, con una bella sistemata, poteva essere davvero un ragazzo a dir poco ‘figo’.
Lo aveva capito dai suoi occhi e dal suo sorriso. Aveva solo bisogno di più sicurezza, tutto qui.
Louis si rifiutava di uscire dal camerino, trovando quell’ abbigliamento poco adatto a lui.
Indossava una maglietta bianca a righe blu, a maniche corte e aderente, con sotto dei jeans strettissimi.
Ai piedi, delle Converse nere, l’ unica parte di quel nuovo abbigliamento che sembrava gradire.
Lei aveva deciso di ricambiare il favore in quel modo, cambiandolo per renderlo più sicuro.
Solo che Louis non capiva in che modo.
Aveva acconsentito solo per passare del tempo con lei, che le piaceva ogni secondo di più.
Sentì Scarlett fare dei colpi di tosse, probabilmente si era strozzata con la ciambella che stava mangiando.
Sbuffò, poi si maledisse mille volte, quando aprì la porta.
La ragazza tossiva ancora, ma lo vide uscire, e sorrise fra un colpo di tosse e l’ altro.
“Stai benissimo. Compriamo questi, che ti rimarranno addosso, e questi” indicò una pila di magliette , jeans e scarpe, già pronte per essere pagate.
Louis si rassegnò, per poi osservarsi allo specchio.
In effetti, non stava affatto male. Certo, c’era ancora qualcosa da migliorare, però si vedeva già cambiato.
Molto più sicuro di sé, in qualche modo.
Scarlett si mise dietro di lui, abbracciandolo da dietro e sorridendo.
“Stai diventando un figone, Louis. Non mi abbandonerai quando ti verranno tutte dietro, vero?” gli fece l’ occhiolino, e il cuore di Louis perse un battito.
Si voltò verso di lei, dandole un bacio sulla guancia, molto più vicino alle labbra di lei di quanto si aspettasse.
Arrossì immediatamente, per poi sorridere, cercando di mascherare l’ imbarazzo che si era creato fra loro.
“Non lo farò mai, Scarlett.”
In tutta risposta, lei si alzò in punta di piedi, dandogli un bacio sulla guancia, che causò mille terremoti nel lo stomaco di Louis.
 
 
Due giorni dopo, si poteva dire che Louis si stesse abituando alla grande al nuovo vestiario.
Gli piaceva il modo in cui i pantaloni stretti gli fasciavano le gambe, sentiva una sorta di sicurezza nascere dentro di lui.
E lo sapeva, era dovuto anche a lei.
Lei, che lo stava cambiando sia dentro, che fuori.
Lei, che lo stava cambiando in meglio, ma che gli voleva bene in qualunque modo.
Sentiva che per lui stava diventando qualcosa di più, quell’ amicizia, ma non voleva rovinare tutto. Sapeva che lei non lo desiderava come lui desiderava lei.
Erano nella metropolitana, pronti ad un nuovo cambiamento.
Scarlett non gli aveva detto la sua meta, disse che era una sorpresa.

Pochi minuti dopo, Louis cercava tutte le scappatoie per fuggire dal parrucchiere maschile dove Scarlett l’ aveva trascinato.
“Non discutere. Hai degli occhi bellissimi, solo che li copri con quei capelli un po’ troppo lunghetti.” Disse per poi prenderlo per mano.
Le dita di Louis si intrecciarono a quelle di Scarlett, che arrossì un po’ a quel tocco.
Prima che riuscissero a varcare la soglia, lui si ritrovò con le labbra a pochi millimetri di distanza da quelle di Scarlett.
Le diede un bacio a fior di labbra, per verificare la sua reazione, e quando vide un sorriso farsi spazio sul volto della ragazza,
non poté non baciare nuovamente quell’ angelo che l’ aveva fatto innamorare.
 
Louis si osservò allo specchio, non potendo credere ai suoi occhi.
I capelli, prima disordinati e lunghi tanto da coprire gli occhi del ragazzo, ora erano più corti, alzati con della lacca, e sparati da un lato.
Ora il suo viso era più in mostra, dando spazio ad un ragazzo dagli occhi blu, affascinanti, e i lineamenti perfetti.
Scarlett, al suo fianco, annuiva soddisfatta, facendo il batti cinque con il parrucchiere, ammirato dal lavoro svolto.
“Devo andare un attimo in bagno” disse per poi precipitarsi in bagno e tenendosi la bocca.
Quando Louis vi entrò, preoccupato, vide Scarlett con la testa protesa verso il gabinetto, che vomitava.
Le mantenne i capelli e la fronte, sussurrandole parole di conforto.
“Deve essere stato sicuramente il Big Mac. Lo sai che non fa per te il cibo da fast food” continuava a dire lui, pur di vedere un piccolo sorriso su quel volto così perfetto, ormai diventato una ragione di vita, per lui.
 
 
“Ed ecco la mia ultima sorpresa! Tomlinson, preparati ad affrontare, rullo di tamburi, tanta palestra!” urlò Scarlett estasiata davanti all’ edificio.
Louis la guardò a bocca aperta, non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
Si era abituato ai nuovi vestiti, ai nuovi capelli, ma la palestra? Non ce l’avrebbe mai fatta.
Poi si soffermò a guardare Scarlett, quei suoi occhioni blu che sprizzavano gioia da tutti i pori, e capì che per lei avrebbe girato il mondo a piedi.
Louis si fece il segno della croce, prima di entrare, scatenando la risata di Scarlett che riempì le orecchie di lui, beandolo di quel suono.
Lei si avvicinò al ragazzo, circondandogli il collo con le sue braccia.
Annullarono le distanze, facendo combaciare le labbra, che si cercarono fameliche.
Ogni bacio era uno stormo di farfalle impazzito, per entrambi.
Stavano insieme da poche settimane, ma era come se fossero pronti a stare insieme per tutta la vita.
“Tu entra, io devo andare… da una parte.” Disse vagamente la ragazza, con tono triste.
Prima che Louis riuscisse a chiederle dove andava, lei era già andata via.
Entrò in palestra, e subito fu chiamato dall’ istruttore, che gli presentò altri tre ragazzi.
“Io sono Zayn. E questi sono Harry, Liam e Niall. Questa è la tua scheda. Fai gli esercizi come si deve, e diventerai una specie di dio greco.”
Louis rise, e si armò di tutta la forza di volontà, mentre scambiava quattro chiacchiere con i ragazzi, davvero molto simpatici.
 
 
“Accidenti, gli addominali ti donano!” Scarlett arrossì alle parole appena pronunciate, poi nascose il viso nell’ incavo del collo di Louis, ridendo.
Lui le diede un bacio a fior di labbra, poi un altro, e un altro ancora.
Non si stancava mai di lei, dei suoi sorrisi.
“Ti amo, Scarlett.” Disse ad un orecchio, facendola rabbrividire.
La ragazza di gettò sulle sue labbra, disegnando il contorno delle labbra di lui con la lingua.
Lui la stese dolcemente sul letto, cominciando a baciarle il collo, desiderandola sempre di più.
“Ti amo, Louis.” Sussurrò lei, mentre la sua maglietta toccava il pavimento.
 
 
Il mondo gli crollò addosso quel dieci Agosto, quando Scarlett svenne fra le lacrime, quella mattina.
La portarono in ospedale, e per la prima volta, incontrò i genitori della ragazza, che lo guardarono con sguardo triste e pieno di compassione.
Il cuore di Louis perse un battito, quando la madre gli poggiò una mano sulla spalla.
“Scarlett ha il cancro. È in fase terminale, e non ha mai accettato le cure.” Gli disse fra le lacrime, mentre Louis urlava dentro, per il dolore.
Scarlett, la sua Scarlett non poteva morire.
Semplicemente non era concepibile un pensiero del genere.
E lei non glielo aveva mai detto, perché voleva vivere gli ultimi mesi senza alcun rimpianto.
Era sera, e Louis uscì fuori da quella stanza di ospedale, dove Scarlett riposava.
Andò sul balcone, e si sedette sulla sedia scomoda posizionata lì fuori.
Ripensò a tutti i bei momenti vissuti con lei.
Al loro primo incontro.
Al loro primo bacio.
Alla prima volta in cui hanno fatto l’ amore.
Ripensò a quando, circa due mesi dopo di palestra intensiva, lei osservò soddisfatta gli addominali e le spalle larghe di lui.
Ripensò al sorriso che le spuntò sul volto, quando lui le disse che l’ amava.
Ripensò a quando le presentò i suoi quattro amici, e la vide commuoversi, perché conosceva il passato di Louis.
Diede sfogo alla sua rabbia, e cominciò a versare lacrime su lacrime, mordendosi il labbro inferiore per non singhiozzare.
Non voleva svegliarla.
Non voleva farle vedere quanto fosse debole.
Doveva essere forte, per lei.
Guardò in cielo, e fu allora che la vide.
Una stella cadente.
Espresse il desiderio di riaverla con sé, di farla guarire, di poterla stringere ancora fra le braccia.
 
 
Quattro mesi dopo, Scarlett morì, lasciando un vuoto nel cuore dei suoi genitori, dei suoi amici, e di Louis.
Morì con il sorriso, felice di aver vissuto gli ultimi momenti in compagnia del ragazzo che amava.
Non aveva paura della morte, lei. Aveva solo paura di lasciare Louis da solo, in balia dei pensieri.
Rimase tutta la notte vicino alla lapide di Scarlett, nonostante i suoi amici lo implorassero di tornare a casa.
Quando, all’ alba, tornò nella sua stanza, si osservò allo specchio, distrutto.
Ripensò a come era prima: un secchione che vestiva in modo trasandato, snello e con i capelli arruffati.
E osservò come era adesso: un secchione che vestiva in modo perfetto, addominali evidenti e capelli in ordine.
Lei era riuscita a cambiarlo in meglio.
Le ragazze che prima lo schifavano, ora facevano la fila per uscire con lui. Ma nessuna di loro l' avrebbe mai sostituita.
I bulli non lo infastidivano più, e aveva perfino degli amici.
Era riuscito a cambiare in pochi mesi, e Scarlett si innamorò di lui quando era ancora considerato un ‘brutto sfigato’.
Osservò l’ avambraccio, e decise che si sarebbe fatto tatuare il suo nome.
Perché lei non meritava di essere dimenticata, mai.
Una lacrima solitaria gli solcò il viso, quando ripensò alla frase incisa sulla sua lapide.
 
 
Scarlett Robinson, la ragazza che nessuno ha avuto il coraggio di odiare.









SCIAO BELE.
Eccomi qui con una OS depry çç
Mi veniva il groppone a scrivere l' ultima parte.
Sa tanto di 'I passi dell' amore', vero?
Mbè, diciamo che Scarlett ha reso 'il brutto anatroccolo' (Louis brutto? HAHAHAHAHA) in uno spendido cigno.
E poi è volata via, portando con sè un pezzo di cuore del povero Louis.
Mi sentivo triste, in questi giorni, e mi è venuta in mente questa OS.
Vi amo tantoH ** ♥
Naturally, la nostra Scarlett è Michelle :3 la trovo perfetta per questo ruolo.


 

 

   
 
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