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Autore: _Lethe    28/10/2012    4 recensioni
I pensieri di morte non capitano solo ai vecchi o agli adolescenti depressi. Capitano anche semplicemente tornando a casa e girando una curva stretta in bici contromano.
I miei pensieri quando torno a casa.
Enjoy!
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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morte

La Morte è un' autista distratto

Chi dice che solo i vecchi pensano alla morte è un cretino. Io, che vecchia proprio non sono, alla morte penso almeno tre volte al giorno, forse di più, dipende dal numero delle strade che devo attraversare, dal buio e dall'ora.
Io so, è una consapevolezza che vive in me da anni ormai, che morirò investita da un'auto o, se proprio mi va bene, da un tir. Uno di quelli grossi e pesanti, con poca azione frenante, guidati da autisti stanchi. So che l'ultima delle molte parole della mia vita sarà la grande e rassicurante (almeno per me) scritta IVECO che caratterizza i musi di quei bestioni.
Ogni volta che passo le curve strette e cieche della stradina che porta a casa mia faccio una scommessa con la morte: sarà questa la volta buona? E mentre cammino o pedalo contromano su quella strada immagino ogni singolo giorno il mio funerale con tutte le complicazioni del caso.
Come avvertire anche gli amici più lontani? Chi chiuderà i miei vari account internet? Verranno poi tutti, anche gli stronzi? Solo gli stronzi?

Ci saranno pianti e scenate napoletane? Ogni volta prego che il sangue celtico della famiglia impedisca di fare tali cose. Poi, mia madre troverà il testamento biologico clandestino che ho nascosto nel cassetto della biancheria da anni e farà donare i miei organi? Qualcuno sopravviverà grazie al mio cuore (anche se ghiacciato), al mio fegato (la vedo dura visto che è messo malaccio), alle mie cornee?

Mi domando se mio padre riuscirà a far pubblicare le mie poesie che io in vita non ci sono riuscita. Se la mia morte distruggerà delle vite, se i miei amici sopravviveranno a me.
Penso questo e intanto ho passato le curve e sto entrando nel cortile di casa. Mentre con gesti ormai dettati dall'abitudine lego la bici e salgo in casa penso alla vita che mi perderei, all'amore che non conoscerei mai, agli anni che mi sfumerebbero via dalle dita, come polvere nel vento.
Penso a questo e solo questo mi fa ritornare in mente che devo portare la bici dal ciclista a far controllare i freni. Prima o poi.


* * *

Che dire, è tutto vero :D L'avevo detto che sarei tornata prima o poi, nell'introspettivo che è in fondo il mio genere prediletto, sperando che mi troviate anche qui.

Alla (spero) prossima

Lethe

  
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