La Morte è un' autista distratto
Chi
dice che solo i vecchi pensano alla morte è un cretino. Io, che
vecchia proprio non sono, alla morte penso almeno tre volte al
giorno, forse di più, dipende dal numero delle strade che devo
attraversare, dal buio e dall'ora.
Io
so, è una consapevolezza che vive in me da anni ormai, che morirò
investita da un'auto o, se proprio mi va bene, da un tir. Uno di
quelli grossi e pesanti, con poca azione frenante, guidati da autisti
stanchi. So che l'ultima delle molte parole della mia vita sarà la
grande e rassicurante (almeno per me) scritta IVECO che caratterizza
i musi di quei bestioni.
Ogni
volta che passo le curve strette e cieche della stradina che porta a
casa mia faccio una scommessa con la morte: sarà questa la volta
buona? E mentre cammino o pedalo contromano su quella strada immagino
ogni singolo giorno il mio funerale con tutte le complicazioni del
caso.
Come
avvertire anche gli amici più lontani? Chi chiuderà i miei vari
account internet? Verranno poi tutti, anche gli stronzi? Solo gli
stronzi?
Ci saranno pianti e scenate napoletane? Ogni volta prego che il sangue celtico della famiglia impedisca di fare tali cose. Poi, mia madre troverà il testamento biologico clandestino che ho nascosto nel cassetto della biancheria da anni e farà donare i miei organi? Qualcuno sopravviverà grazie al mio cuore (anche se ghiacciato), al mio fegato (la vedo dura visto che è messo malaccio), alle mie cornee?
Mi
domando se mio padre riuscirà a far pubblicare le mie poesie che io
in vita non ci sono riuscita. Se la mia morte distruggerà delle
vite, se i miei amici sopravviveranno a me.
Penso
questo e intanto ho passato le curve e sto entrando nel cortile di
casa. Mentre con gesti ormai dettati dall'abitudine lego la bici e
salgo in casa penso alla vita che mi perderei, all'amore che non
conoscerei mai, agli anni che mi sfumerebbero via dalle dita, come
polvere nel vento.
Penso
a questo e solo questo mi fa ritornare in mente che devo portare la
bici dal ciclista a far controllare i freni. Prima o poi.
*
* *
Che dire, è tutto vero :D L'avevo detto che sarei tornata prima o poi, nell'introspettivo che è in fondo il mio genere prediletto, sperando che mi troviate anche qui.
Alla (spero) prossima
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