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Autore: ElisPan    28/10/2012    0 recensioni
Si sa di una storia d'amore quando finisce rimangono solo ricordi.. ma chi lo dice che una storia finisca solo quando due persone si lasciano?..
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina come tutte le altre, e io mi trascinavo dietro il mio pesante zaino lungo la via di scuola. Suonò la campanella e tutti scapparono in classe, mi accasciai sul mio banco, niente poteva rendere questa giornata interessante, tranne te. Suono la seconda campanella ed entro  in classe la professoressa Nash, la mia professoressa preferita, sempre buona con tutti, e con un sorriso stampato in faccia,  come se niente e nessuno potesse rovinarle la sua giornata o quella dei suoi amati alunni. Insegnava Inglese in una maniera mai vista prima, iniziò ad annunciare l’argomento della nuova lezione,  quando ad un tratto entro in classe il preside ed urlando a squarcia gola annunciò la splendida notizia: ‘’ Buongiorno a tutti ragazzi, professoressa Nash ecco l’alunno straniero arrivato direttamente da Londra per il progetto Scambi interculturali, pensate ragazzi passera qui un intero anno.. Ehmm Daniel su dai vieni!’’.  Entrasti da quella porta in una maniera così perfetta, da suscitare l’attenzione di tutti in quella classe. Mi ricordo ancora com’eri vestito, maglietta blu, pantaloni neri  e scarpe bianche, ricordi?. La prima cosa che mi colpi di te furono proprio i tuoi occhi verdi, così profondi, così  veri da lasciare senza fiato, per non parlare dei tuoi capelli Biondi, con quel simpatico ciuffo che ti oscurava la vista da un occhio. Ti sedesti nell’ultimo banco , lontano da me, ma  si sa chi è destinato a stare insieme si ritroverà sempre, o almeno così pensavo. Arrivo la ricreazione e tutte le ragazze della mia classe si avvicinarono a te, mentre i miei compagni iniziavano ad invidiarti per la tua immediata popolarità fra loro. Io non mi avvicinai, restai nel mio banco, immobile, avevo la tua immagine fissa negli occhi,quando ad un tratto scomparve, e risvegliatami dal mio sogno, mi ritrovai la tua faccia che mi sorrideva, e mi diceva: ‘’ Hello io sono Daniel, tutte le tue compagne si sono presentate, tu no, quindi ho pensato di venire io da te’’.  Mi sorridesti, mi facesti l’occhiolino ed io diventai tutta rossa poi continuasti: ‘’ Che ne dici se oggi pomeriggio mi fai da guida in questa splendida citta?, andiamo un po’ in giro, così, ci divertiamo’’. Ed io risposi con un fil di voce ‘’Si ok, allora ci vediamo alle quattro a scuola’’ tu annuisti e con quel tuo folgorante sorriso tornasti al tuo posto. Arrivo la fine delle lezione ed io mi incamminai verso la solita via che percorrevo tutte le mattine di tutti i giorni per tutto l’anno, eh si! La mia amata stradina,accompagnata da tanti gli alberi e cespugli. Arrivata a casa iniziai subito a cercare qualcosa da mettermi non sapevo cosa fare! Pensavo e ripensavo alle tue splendide parole e mi tornava sempre in mente quel tuo ipnotizzante sorriso. Intanto passavano le ore, finalmente decisi cosa mettermi, indossai un vestito bianco a maniche corte fino alle ginocchia,con una grande borsa blu con un fiocco al centro . Uscii di casa percorsi la solita vietta, ed arrivai a scuola, tu eri già la ad aspettarmi  sotto il sole non so da quanto, visto che eri tutto sudato, appena mi guardasti sorridesti e mi salutasti, iniziammo a camminare, ti feci visitare il municipio, la piazza centrale, ci fermammo anche al parco per prendere un gelato, non ricordo da quanto non ridevo così tanto, inizio a far buio e io dovevo ritornare a casa, ci salutammo e iniziai a incamminai verso casa. Era proprio buio la via verso casa di solito era sempre illuminata ma quella sera stranamente no. Ero sola, o almeno pensavo, sentivo i  miei passi quando ad un certo punto sentii qualcosa, altri passi, pensavo fossi tu, e ridendo mi girai e dissi:’’ Dai Daniel finiscila, mi fai spaventare!’’ Ma non rispondeva nessuno.. Ad un certo punto mi ritrovai una grande figura incappucciata alle spalle mi prese dalla vita mi tappo la bocca con la sua grossa a mano e mi disse sghignazzando : ‘’Che ci fa una bella ragazza come te, sola? di sera? Sai è pericoloso piccina potresti incontrare gente poco raccomandabile’’. Io iniziai ad urlare, ad agitarmi,a dare calci da tutte le parti, per sfuggire da quella terribile morsa, ma non ci riuscivo, ad ogni colpo  mi stancavo sempre di più, respirare diventava quasi impossibile,non sapevo più cosa fare,pensavo che ormai ogni speranza fosse perduta,cosa mi sarebbe successo? dove mi avrebbe portato quell’essere?..  e intanto pensavo un po’ a te,rivedevo come un flasch la nostra bellissima giornata, e quel tuo bellissimo sorriso, mi sembrava quasi di sentire la tua voce,improvvisamente  ti vidi arrivare di corsa, inizialmente tirai un sospiro di sollievo, ma poi incominciai a temere per te, e con un fil di voce ti dicevo di andartene,non mi ascoltasti, ma ripensandoci ora, facesti la scelta giusta. Sferrasti un incredibile gancio destro a quel mostro, che rimase per alcuni secondi immobilizzato,approfittasti di quei pochi momenti per strapparmi  dalle terribili grinfie del maniaco e iniziasti a correre via, lontano, più veloce che potevi, arrivammo d’avanti a casa, io ero svenuta, tu frugasti nella mia borsetta e apristi le porta, mi portasti fino in camere , quando ad un tratto mi svegliai, ti guardai, mi stavi accarezzando i capelli, e anche se eri molto preoccupato, appena aprii gli occhi sorridesti, non so cosa mi prese in quel momento, di solito non agisco senza pensare , ma ti baciai, era una specie di ringraziamento, un po’ speciale, solo per te amore mio. Da quel momento restammo sempre insieme, io non riuscii più a staccarmi da te e da quel tuo sorriso, uscivamo tutti i giorni, percorrevamo quella via tutte le sere insieme, ogni tanto mi fermavo nel posto dove era successo quel gruppo fattaccio, ma dopo tutto era stato proprio quella ad unirci, era successo tutto d’avanti ad un albero io mi fermavo e lo guardavo fisso per alcuni minuti poi continuavo a camminare, tu non riuscivi a vedermi in quello stato, facevi sempre di tutto per rendermi felice, cos’i un giorno prendesti il tuo coltellino svizzero e incidesti su quell’albero un cuore con scritto sopra: E+D una storia d’amore incominciata da qui. Alla vista di quella scritta mi misi a ridere e subito dopo ti baciai. Eri qualcosa di spettacolare caspita! Non riuscivo a stare senza di te nemmeno un secondo, eravamo innamorati follemente l’une dell’altro, fino a quando …. Successe l’orribile incidente. Quella sera eravamo usciti per andare al ballo annuale che organizzava la scuola, tu ti presentasti a alla porta di casa mia con un mazzo di rose rosse profumatissime dicendomi: ‘’ Amore mio queste sono per te, certamente non sono comparabili alla tua bellezza, e spero che il prossimo anno e quello successivo e quello successivo ancora mi presenterò alla  tua porta con un mazzo di rose sempre più grande, fino a portarti qualcosa di più, che delle semplici rose rosse, magari.. Qualcosa che luccica’’. Udite queste parole ti saltai letteralmente addosso e ci baciammo come mai prima. Passai il ballo scolastico più bello di tutta la mia vita, e solo grazie a te tesoro mio. Finiti i festeggiamenti,  mi avviai verso caso ad un certo punto sentii il clacson del tuo motorino che suonava, ti fermasti e mi invitasti a salire, partisti a tutta velocità e con tutto il tuo fiato urlasti: ‘’ IO AMO EMMA SALA!’’ . Alzasti le braccia al cielo, in quel momento il motorino iniziò a sbandare, perdesti il controllo, e  andammo  a sbattere contro un albero, non un albero qualsiasi, il nostro albero. Ci schiantammo proprio su quello, potrà sembrare un incidente banale, ma finimmo entrambi all’ospedale. Perdemmo conoscenza, io mi risvegliai dopo 5 ore dall’incidente riportai due fratture alle costole e un braccio rotto, ero molto confusa non mi rendevo conto di cosa stesse succedendo, quando ad un certo punto mi torno in mente tutto, e iniziai ad agitarmi per vedere dov’eri, mi alzai dal letto attraversai alcune stanze, mi fermarono diverse infermiere, ma io non volevo tornare a letto, dovevo vederti dovevo sapere che stavi bene!. Finalmente ti trovai la tua stanza, tu eri là, sdraiato sul letto, che dormivi, eri fasciato da tutte  le parti, ma la fasciatura che mi spaventava di più  era quella alla testa. Dopo vari giorni ancora non ti svegliavi, io stavo la accanto a te, ore e ore, a sperare che ti svegliasti, che mi parlassi, che mi sorridesti. Quel giorno arrivo, io ero sdraiata con te nel tuo letto, quando tu apristi quei tuoi bellissimi occhi, io tirai un sospiro di sollievo e urlai: ‘’Oh! Amore mio finalemente!’’. Mi avvicinai per baciarti quando tu ti scansasti, io rimasi di stucco e tu mi domandasti: ‘’ chi sei? Dove sono? Chi sono?’’
Io rimasi di pietra il mio sguardo diventò vuoto, non ci credevo non potevo crederci, corsi dal medico inizia a domandare a balbettare non si capiva niente di quello che dicevo, sinceramente non ci capivo niente neanche io, poi iniziai a calmarmi: ‘’ Daniel il mio ragazzo, stanza 11, si è svegliato , non mi riconosce, non si ricorda, non mi dica che ha perso la memoria! Non mi dica che tutto è perduto! La prego!. Iniziai a piangere istericamente mentre il medico si avviava lentamente verso la sua stanza per visitarlo, ogni passo mi rimbombava nella testa, ogni passo rappresentava il mio futuro, speravo sempre al meglio, ‘’ sicuramente non si ricorderà perché è sfossato disorientato  ma certo sarà così per forza!. Il medico usci da quella stanza con uno sguardo da abilito, si avvicino a me e mi disse: ‘’Signorina, mi sa proprio che il suo fidanzato ha perso la memoria nello scontro contro l’albero, non si ricorda più niente, e credo proprio che non riuscirà più ad riacquistarla, mi dispiace..’’. In quel momento mi sentii mancare, pensavo a tutto quello che avevamo passato, a quello che avremmo affrontato in passato, pensai alle tue dolci parole prima di andare al ballo, pensavo e ripensavo a tutto, ma ora era rimasti solo…solo.. solo ricordi.
 
  
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