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Autore: darkjedi    13/05/2007    4 recensioni
in un universo dove Jedi e Sith coesistono, il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn si unisce al Cavaliere Sith Obi-Wan Kenobi in una missione diplomatica a Naboo per liberarla dal blocco della Federazione del Commercio. Ma Qui-Gon ed Obi-Wan sono molto di più che compagni di lavoro e membri di due ordini rivali... Quanto alla traduzione, sì posso darti il permesso di tradurla, ma vorrei leggerla prima che sia pubblicata (05.01.2007) grazie per avermi mandato la storia tradotta. Sì, puoi tradurre anche le altre storie, non c'è problema (08.05.2007) La storia appartiene a Lincon_6_Echo e il sito da dove l’ho presa è The Force. net
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Obi-Wan, Kenobi
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il Jedi ed il Sith (PG)

IL JEDI ED IL SITH

Sommario: in un universo dove Jedi e Sith coesistono, il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn si unisce al Cavaliere Sith Obi-Wan Kenobi in una missione diplomatica a Naboo per liberarla dal blocco della Federazione del Commercio. Ma Qui-Gon ed Obi-Wan sono molto di più che compagni di lavoro e membri di due ordini rivali...

PROLOGO

ESTRATTI DAL DIARIO AUDIO DI QUI-GON JINN, CAVALIERE JEDI

Coruscant, Tempio Jedi

Mio figlio é andato via.

Me l'hanno portato via.

Ho avuto appena il tempo di dirgli addio prima che mi fosse strappato dalle mie braccia e portato via dal Tempio.

Dalla mia vita.

Ora sono in prova, il mio status di cavaliere è sotto esame ogni mia ogni azione è esaminata per scoprire comportamenti nascosti e pericolosi.

Il mio status di Jedi è sospeso, eppure per la prima volta nella mia vita, appartenere all'Ordine non è la cosa più importante nella mia mente. Mi sembra come se il sogno della mia infanzia, il sogno per cui ho lavorato così tanto per trasformarlo in realtà non sia più tanto importante.

No, questo non è vero. Se fosse stato così, avrei sfidato di più il Consiglio, o mi sarei dimesso per stare con mio figlio. Invece, mi sono chinato alla volontà dei maestri e ho lasciato che portassero via il mio ragazzo.

Perdonami, figlio mio.

Perdonami, Lydah.

Non sono stato abbastanza forte per lottare contro il Consiglio. Non sono stato abbastanza forte per rinunciare a ciò che amo.

Ho tentato, ma non è stato abbastanza.

Perdonami.

I miei occhi sono chiusi strettamente per impedire alle lacrime di cadere, e gli eventi di questa mattina balenano nella mia mente.

Sono tornato nella Camera del Consiglio, fermo, in piedi, nel centro della stanza, gli sguardi impla- cabili dei dodici maestri erano fissi su me.

"Cavaliere Jinn, il Consiglio ha deciso. La tua richiesta è stata negata. Il ragazzo non sarà accettato nel Tempio." Le parole del maestro Ki-Adi-Mundi sono come una pugnalata al mio cuore.

"Perché, Maestri ?" Costringo la mia bocca asciutta a dire. "Il ragazzo è forte nella Forza; lui ha il potenziale per divenire un grande Jedi. Certamente lo vedete - "

"Deciso è stato di fare un esempio della tua situazione per altri Jedi. Il Codice spezzare non può essere", lo interruppe il Maestro Yoda.

"Ma il Codice non è contro le relazioni casuali." Insisto, "ammetto che è stato inaspettato che io diventassi padre di un bambino, ed è molto triste che la madre sia morta nel darlo alla luce, ma non c’è mai stato stato affetto tra Lydah e me. Ci siamo solo confortati l’uno con l'altra durante una situazione difficile... "

"Non alla madre tu sei legato; è al ragazzo", disse di nuovo il Maestro Ki-Adi-Mundi mentre i suoi occhi lo accusavano.

"Lui è mio figlio! Come posso non aver cura di lui? " esplosi.

Ki-Adi-Mundi scuote la testa, tristemente ma fermamente. "Qui-Gon, non possiamo accettare il ragazzo questo potrebbe creare un precedente. Se noi ti permettiamo di tenere il ragazzo vicino a te, gli altri cavalieri, specialmente i più giovani si sentirebbero in diritto di essere negligenti come lo sei stato tu. La vita di un Jedi è una vita di sacrificio, e la nostra eredità è nel Padawan che addestriamo dalla sua infanzia fino a che non giunge al rango di cavaliere. Questo è il motivo per cui noi non possiamo accordare la tua richiesta. Tuttavia, non devi preoccuparti per tuo figlio, abbiamo già trovato una buona famiglia per lui; sarà portato lì oggi".

Lo so che sono stato battuto e non ho più la forza di lottare. "Permettetemi di portarlo io da loro... "

"No"

"Ma - "

"Basta, Cavaliere Jinn! " esclama Yoda con un tono che non permette repliche. "Allontana da te questo legame affettivo devi, se rimanere un Jedi tu desideri. In prova tu sarai, fino a che non lo avrai fatto."

"Farò come lei comanda, Maestro", mi piego alla volontà del Consiglio, "ma vi prego permettetemi di vederlo un'ultima volta. Permettetemi di dirgli addio."

Un lungo silenzio segue la mia richiesta ed un nodo mi stringe la gola, sono sicuro che loro diranno di no. Ed invece...

"Vedere il ragazzo tu puoi, Cavaliere Jinn. Addio puoi dirgli e poi lasciarlo andare." Le parole di Yoda sono un leggero bisbiglio e per un momento sento che lui è addolorato come me.

E così, figlio mio, riuscì a vederti prima che loro ti portassero via.

Il mio bellissimo bambino, non ho neanche un ritratto di te, ero così sicuro che saresti stato accettato nel Tempio che non ho pensato di farne fare uno... pensavo che ci sarebbe stato più tempo.

Comunque io ti ricorderò per sempre, - i tuoi capelli rosso-oro, i tuoi vivaci occhi blu-verde-grigi, la tua fossetta sul mento e la tua bella aura di Forza che ti circonda. Ogni dettaglio di te è inciso nella mia memoria.

Ti terrò per sempre nel mio cuore, figlio mio.

Mio Obi-Wan.

Che la Forza sia con te, sempre.

ESTRATTI DAL DIARIO AUDIO DI QUI-GON JINN, MAESTRO JEDI

Coruscant, Tempio Jedi, 3:4:4

E’ quasi incredibile come rapidamente il tempo passa, ma è anche più incredibile come la mente può conservare i ricordi di eventi passati, cosicché sembra come se fossero appena accaduti.

La maggior parte del tempo, questi ricordi riguardano qualcosa di piacevole o gioioso, ma non è sempre così.

Venticinque anni fa proprio in questo giorno, io vidi mio figlio per l'ultima volta, ed ancora sento come se fosse accaduto ieri.

Il ricordo di quel giorno brucia ancora nella mia mente e nel mio cuore, non sono mai stato in grado di dimenticarlo, comunque ho meditato sulla questione.

Essendo completamente onesto, ed io desidero esserlo, non ho mai veramente tentato di rilasciare quei ricordi nella Forza. Li ho tenuti con tutto il mio essere, l'esatto opposto di quello che il Consiglio aveva voluto che io facessi.

All’inizio ho tenuto nascosti tutti i ricordi che riguardano mio figlio, mettendo forti scudi intorno a loro, così che il Maestro Yoda non poteva vederli durante le nostre meditazioni insieme. Comunque, diventan- do vecchio diventai più critico sui modi del Consiglio, smisi di nascondere quei ricordi, e li feci loro conoscere, con orgoglio e sfida.

Durante questi lunghi anni loro sono stati il mio conforto ed il mio tormento, e hanno influenzato alcune delle mie azioni, qualcosa che, sono sicuro, il Consiglio sarebbe sconvolto di sapere.

I miei occhi cadono sulla scatola di legno che giace aperta appoggiata sulle mie ginocchia. L’ho costruita con le mie mani, e contiene venticinque pietre, una per ognuno dei giorni in cui ho nominato mio figlio.

Questi sono i regali che ho comprato per te, Obi-Wan – e che non ti ho mai potuto dare.

Spesso mi chiedo quale sia il tuo aspetto. Sei alto come me? O hai preso dalla famiglia di tua madre? Cosa stai facendo ora? Sei un pilota, un avvocato, o un dottore?

Riuscirei a riconoscerti se dovessi incontrarti per la strada? Vorrei credere di si. La Forza che ti cir- condava era così forte, così bella, così unica...

Devo smettere di sperare,. la galassia è così grande e le opportunità di incontrare mio figlio sono praticamente inesistenti, comunque io confido nella volontà della Forza.

E parlando della Forza e della sua volontà, è meglio che mi concentri su quello che mi attende domani - la mia prima missione congiunta con un Sith. Non posso negarlo; sono molto eccitato mi sia stata data questa opportunità. Lo so che il Codice afferma che i Jedi non desiderano l’eccitazione, ma sento che questa missione sarà importante per i Jedi ed i Sith.

Metto via la scatola di legno e cerco di ricordarmi tutto quello che so sui Sith.

Il loro ordine fu creato approssimativamente mille anni fa, quando un gruppo di cavalieri Jedi ribelli lasciò il Tempio in disaccordo con il Consiglio ed il Codice. Loro credevano che le emozioni fossero importanti e si rifiutarono di rilasciarle nella Forza, anche quelle negative, che erano considerate il sentiero per il Lato Oscuro.

Una guerra sanguinosa seguì la frattura, ma finì senza vinti, né vincitori, troppi morti su entrambi i lati ed un trattato di pace che ancora dura.

Da allora in poi i due ordini avevano coesistito, non come nemici, ma come concorrenti e qualche volta alleati, perché entrambi servono la Repubblica, benché in modi diversi.

Dove i Jedi sono per lo più diplomatici e negoziatori, i Sith operano in situazioni dove la diplomazia fallisce.

I Jedi lavoravano per prevenire ed evitare le guerre; i Sith lavoravano per far finire le guerre.

I Jedi negoziano per la liberazione degli ostaggi; i Sith liberano l'ostaggio quando gli accordi falliscono.

I Jedi sono i guardiani della pace; i Sith sono guerrieri.

I Jedi rilasciavano le loro emozioni nella Forza; i Sith le trattengono in sé.

I Jedi sono i servitori del Lato Chiaro della Forza; i Sith camminano sempre vicino alla linea che divide il Lato Chiaro dal Lato Oscuro della Forza. Loro vivono in una perenne zona grigia, e questa è una delle ragioni per cui sono stati chiamati anche l'Ordine Grigio. L'altra ragione è il colore delle loro divise simili a quelle dei Jedi che comprende tuniche e mantelli con il cappuccio grigio chiaro, pantaloni grigio scuro e stivali neri.

La rivalità tra i due ordini è un fatto noto - anche se il Consiglio dei Jedi continua a negarlo – special- mente riguardo all'assunzione di nuovi membri. I Sith e i Jedi competono spesso tra loro sul cercare di convincere i genitori a consegnare loro i figli o figlie sensibili alla Forza.

La vita di un Jedi è di solito meno pericolosa di quella di un Sith, ma ai membri dell'Ordine Grigio è permesso di tenersi in contatto con le loro famiglie e visitarle spesso, loro possono anche sposarsi e questa è vista come una qualità positiva dalle persone "normali" che spesso non riescono a capire la rigida disciplina richiesta dall’Ordine dei Jedi. D'altra parte i Jedi sono molto più ammirati, rispettati e richiesti dalla Repubblica, che dei Sith, e questo è utile per compensare il loro numero.

Il mio partner in questa missione si chiama Dest-Parce, ed è un maestro Sith. Ha circa la mia età e secondo gli archivi del suo Ordine, ha un stato di servizio molto buono, ma per un Sith questo potrebbe significare tutto o niente.

La superbia è sconveniente per un Jedi, bisbigliò appena una voce nella mia mente.

È giusto, naturalmente.

Gli anni passati come inviato diplomatico mi hanno insegnato a non giudicare le persone basandomi su un preconcetto, eppure mi sto comportando proprio così. Non devo farlo.

Domani partirò per Naboo con il Maestro Dest-Parce, e la mia mente sarà aperta e non offuscata dai pregiudizi.

Tutte le mie risorse e la mia attenzione devono essere dirette per convincere la Federazione del Commercio a smantellare il blocco intorno a Naboo. Questo è quello che il Cancelliere Valorum mi ha chiesto di fare – ed è questo quello che farò.

Incrociatore Diplomatico sulla rotta per Naboo, 3:4:5

Sono scioccato.

Suppongo che un Jedi non deve mai, e dico mai essere scioccato - eppure io lo sono. Non c'è nessu-

na altra parola per descrivere come mi sento.

Oggi ho rincontrato mio figlio.

Sembra quasi incredibile che dovesse accadere oggi, meno di un giorno fa pensavo a come fossero inesistenti le probabilità di un incontro casuale tra noi due. Ma questo non è incontro casuale; io posso sentire il disegno della Forza dietro a tutto questo.

Non poteva essere diverso, io non credo in concetti come il "fato", il "destino", o la "fortuna."

C'è solamente la Forza.

È grazie alla sua volontà che il Maestro Dest-Parce si è ammalato durante la notte ed il Consiglio dei Sith ha deciso all’ultim’ora di mandare un altro in sostituzione.

Mio figlio.

Il Cavaliere Sith Obi-Wan Kenobi.

Ogni volta che chiudo gli occhi la mia mente ritorna a questa mattina, al momento in cui sentii improv- visamente un'increspatura nella Forza Vivente.

Mi voltai e guardai una figura vestita di grigio attraversare la piattaforma di sbarco vicino al Palazzo del Senato. Era ancora distante da dove ero io, ma anche così fui capace di vederlo, non era il Maestro Dest-Parce. Questo uomo era molto più giovane, aveva circa vent’anni.

Lo studiai con interesse mentre lui si avvicinava. Era più basso di me, il suo corpo era snello ma muscoloso, ed il suo passo è atletico e sicuro di se.

Il giovane finalmente si fermò di fronte a me e s’inchinò.

"Il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn? " chiese con la sua voce morbida e colta.

"Sì", risposi, entrambi ci inchinammo salutandoci, mentre la Forza Vivente roteava intorno a noi.

"Sono spiacente di informarla che il Maestro Dest-Parce si è ammalato durante la notte. Il Consiglio dei Sith mi mandato per sostituirlo. Io sono il Cavaliere Obi-Wan Kenobi."

Sono pronto a giurare che per un momento l'universo abbia smesso di muoversi mentre le sue parole entrarono in me e la sua bella aura toccò i miei scudi già scossi.

Mio figlio.

Là, di fronte a me, come l’ho immaginato centinaia di volte.

Penso di aver barcollato perché una mano di Obi-Wan mi sorresse per il gomito e la sua voce preoccupa- ta chiese, "È tutto a posto, Maestro Jinn? "

"Sì, sì", riuscii a dire. "E’ stato solo un capogiro momentaneo, nulla di preoccupante."

Obbligai me stesso a raddrizzarmi e a riconquistare almeno una parvenza di controllo e di calma.

Obi-Wan non sembrò molto convinto ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, il capitano dell'incrocia- tore diplomatico che il Cancelliere Valorum aveva messo a nostra disposizione si unì a noi sulla piatta- forma di sbarco, e la nostra attenzione si concentrò sul viaggio a Naboo ed ai problemi che ci attendeva- no una volta che fossimo arrivati.

Poco dopo che eravamo saliti a bordo, Obi-Wan ed io ci separammo ed ci ritirammo negli alloggi a noi assegnati durante il viaggio. Eravamo d'accordo che ci saremmo incontrati nella sala riunioni dopo un paio d’ore per discutere la missione in modo più dettagliato.

Avevo intenzione di meditare e riportare le mie emozioni sotto controllo, ma si stava dimostrando molto difficile, perchè continuavo a pensare a Obi-Wan.

Oh, Lydah, è una tale tragedia che tu non possa vederlo ora! Lui ti assomiglia così tanto!

Il suo viso è bello e pieno di viva intelligenza, proprio com’era il tuo.

Il naso è diritto, gli zigomi raffinati, la mascella forte e la bocca risoluta circondata da una barbetta a punta ben rasata, assomiglia ad un pirata di un film olografico - gli manca solo un orecchino per essere perfetto per quel ruolo. I suoi capelli sono scuri, come la barba, sono tagliati cortissimi in un stile milita- re, a parte una treccia sottile vicino all’orecchio destro. È lo stesso taglio di capelli adottato dai Padawan Jedi per indicare il loro status di apprendisti, ma ha un significato opposto per i Sith. Simboleggia il conseguimento del rango di cavaliere, e le piccole perline gialle inserite nella treccia indica le missioni portate a termine con successo.

Ho contato almeno quindici di queste perline nella treccia di nostro figlio. Posso solo chiedermi che tipo di missioni abbia compiuto... e non posso reprimere l’ondata d'orgoglio che ho provato quando le ho viste. Lui è così giovane e già così abile! Ma suppongo di non avere nessun diritto di sentirmi orgoglioso dei suoi risultati. Non posso dire di avere qualche merito per quello che è diventato, non sono stato al suo fianco mentre cresceva, non gli ho insegnato nulla. Io sono un estraneo per lui - come lui lo è per me.

Mi chiedo come è stato arruolato dall’Ordine dei Sith, e sulla vita che ha passato nel loro tempio come bambino e come adolescente, cara Lydah, ma c'è qualcosa nei suoi occhi che non mi piace.

I suoi occhi sono una miscela di blu, di verde e di grigio com’erano i tuoi, e cambiano a seconda della luce, e suppongo, anche a seconda delle sue emozioni. Sono dei begli occhi, che affascinano – ma che sono anche inquietanti.

I suoi sono occhi che hanno visto troppo e troppo presto ed io non lo posso aiutare ma sono preoccupa- to, sia come Jedi che come padre.

Annotazioni Supplementari - Primo Pomeriggio

Sono appena tornato dalla mia riunione con Obi-Wan. E’ andata bene, la mia precedente meditazione mi ha aiutato a calmarmi e ad essere pronto ad affrontarlo come un Jedi, e non come un padre emotivamente sopraffatto.

Abbiamo discusso profondamente della situazione che troveremo, o che potremmo trovare su Naboo, e sono rimasto molto impressionato da come Obi-Wan fosse informato, considerate le poche ore che deve aver avuto per prepararsi.

Abbiamo confrontato le nostre informazioni sulla Federazione del Commercio, e lui ha espresso il sos- petto che sotto ci sia qualcos’altro, qualche ragione nascosta dietro a questa crisi attuale, qualcosa che non ha niente a che fare con la tassazione delle rotte commerciali.

Io non sono d'accordo e neppure in disaccordo con lui, ho solo ascoltato le sue parole mentre lo studia-vo e tentavo di conoscerlo meglio.

Obi-Wan - non posso riferirmi a lui come il Cavaliere Sith Kenobi qui nell’intimità del mio alloggio – è chiaramente più unito con la Forza che Unifica che con la Forza Vivente. Non è colpa sua, naturalmente ma durante le missioni pericolose, di solito intraprese dai Sith, una migliore comprensione della Forza Vivente potrebbe aiutarlo in molte situazioni ingannevoli.

Sarei onorato di insegnarglielo, ma non posso, non ora almeno. Forse, in futuro, se sarò capace di forgiare un'amicizia con lui...

Ascolta le tue parole, Qui-Gon Jinn! Tu stai correndo troppo. Devi concentrarti su quello che stai facendo qui ed ora. Hai una missione da portare a termine e non comporta la conquista della fiducia di tuo figlio e la sua amicizia.

Obi-Wan è d'accordo a lasciarmi prendere il comando delle negoziazioni, ma lui si aspetta che io gli passi il comando se la diplomazia dovesse fallire. Non ho l’abitudine di prendere ordini quando sono sul campo e questo vuol dire che ho una ragione in più per lavorare più sodo per trovare una soluzione al blocco di Naboo. Un'altra buona ragione è che non voglio vedere mio figlio in pericolo. Ora che l'ho trovato, non posso rischiare di perderlo di nuovo.

Incrociatore Diplomatico in rotta verso Naboo, 3:4:6

Giungeremo a Naboo tra quattro ore ed io sono nei miei alloggi a meditare e a raccogliere i miei pensieri per prepararmi al mio compito.

Abbastanza sorprendentemente, dato gli eventi di ieri, che questa notte sia riuscito a dormire bene, e quando a colazione ho incontrato Obi-Wan mi sembrò anche più rilassato. I suoi occhi erano chiari e le linee intorno agli occhi spianati dal riposo di una buona notte; questa cosa mi ha fatto molto piacere.

Ci siamo scambiati alcuni commenti sulla missione, ma per lo più siamo restati in piedi e soprattutto in silenzio, ognuno di noi perso nella sua comunione con la Forza.

Non ho nessun brutto presentimento e questo mi porta ad essere ottimista sui risultati dei negoziati di oggi.

Incrociatore Nubiano sulla rotta per Tatooine, 3:4:6

"Non ho nessun brutto presentimento e questo mi porta ad essere ottimista sui risultati dei negoziati di oggi".

Come direbbe qualcuno, queste erano le proverbiali ultime parole famose.

Durante il giorno niente è andato come avevo sperato e Obi-Wan ed io siamo fortunati ad essere ancora vivi, certamente loro hanno fatto del loro meglio per cercare di ucciderci.

"Loro" sono il Viceré Nute Gunray della Federazione del Commercio, ed il suo esercito di droidi.

Con una mossa veramente imprevedibile, hanno invaso Naboo ed ora hanno il controllo del pianeta, questo mi lascia confuso, sembra così inconsueto per la Federazione. Loro sono dei codardi, sono più abituati a corrompere con i soldi e con le promesse, che lottando. C'è realmente qualcosa che non riesco a comprendere...

Quello che mi infastidisce di più è che Obi-Wan lo aveva percepito fin dall'inizio, ma mi sono rifiutato di ascoltarlo. Peggio, l’ho trattato con condiscendenza ero così certo delle mie convinzioni che ho presta- to poca attenzione alle sue preoccupazioni.

Eravamo sulla nave da guerra del Viceré, soli in una sala delle conferenze quando Obi-Wan ha fatto la sua inquietante scoperta .

"Ho un brutto presentimento", disse, camminando avanti e indietro mentre io mi sedevo alla tavola.

"Io non sento niente," era stata, in realtà, la mia risposta.

"Non è qui e non è questa missione, Maestro Jinn; è qualcosa... di distante... di elusivo."

Mi diede un sguardo confuso, come se non fosse capace di mettere a parole quello che stava sentendo.

Mi sono appena frenato dal sorridere ed ho commentato, "è meglio non concentrarsi sulle nostre ansie, Cavaliere Kenobi ma mantenere la nostra concentrazione qui ed ora, dove siamo."

Stai attento alla Forza Vivente, avrei desiderato aggiungere, ma lo sguardo che mi diede mi ricordò che non stavo trattando con un Padawan... ed è stata una buona cosa, perché solamente alcuni momenti dopo scoprì che lui aveva ragione ed io torto.

Prima tentarono di ucciderci con un gas velenoso, poi mandarono dei droidi da battaglia contro noi, e quando finalmente riuscimmo a giungere l’hangar scoprimmo che la nostra nave era stata distrutta.

L’unica via di fuga fu di nasconderci a bordo di una delle navi che stavano trasportando l'esercito di invasione di droidi da battaglia su Naboo, è indiscutibile dire che la diplomazia aveva fallito e che la situazione era degenerata anche peggio di quello che potevamo immaginare.

Una volta su Naboo, ho fatto del mio meglio per evitare di essere schiacciato dai STAP mentre aspettavo che Obi-Wan mi trovasse.

Ero frustrato per non essere capace di localizzarlo usando qualche genere di collegamento mentale, come il legame che i Jedi usavano quando lavoravano insieme, o il legame tra il maestro e l’apprendista.

Mentre fuggivo dall'esercito di invasione, salvai Jar-Jar Binks, un giovane Gungan, una delle due specie senzienti che vive su Naboo.

La creatura era chiaramente spaventata dalla devastazione causata dai STAP e si rifiutò di lasciare il mio fianco, mentre reclamava che mi era debitore della vita.

All’inizio mi infastidì, ma appena riuscii a localizzare Obi-Wan, il Gungan divenne un aiuto prezioso, perchè ci offrì un rifugio sicuro dall'esercito dei droidi.

Jar-Jar ci portò alla città acquatica dove viveva la sua gente, ma dovette essere convinto a portarci là. Obi-Wan fece del suo meglio per convincerlo, ma non posso dire di approvare la luce quasi perversa nei suoi occhi mentre descriveva in dettaglio le "mille cose terribili" che i droidi gli avrebbero fatto se lui non ci avesse aiutato.

Sentii un senso di disagio mentre Obi-Wan parlava, probabilmente perché ancora una volta mi ricordai che non conoscevo l'uomo che mio figlio era diventato.

Lui è un grande combattente, un spadaccino di ottimo livello, potrebbe competere facilmente contro il Maestro Windu, ed è molto potente nella Forza, ma io non so niente della sua personalità.

Lui sembra essere legato al dovere come me, e per tutto il giorno ha lavorato e ha combattuto al mio fianco senza mai discutere le mie istruzioni. Formiamo una buona squadra e grazie a questa collabora- zione siamo riusciti di liberare la Regina Amidala e la sua corte e li abbiamo portati via da Naboo.

La nostra destinazione finale è Coruscant, dove la Regina illustrerà la situazione del suo pianeta di fronte al Senato, ma prima dobbiamo fermarci su Tatooine per riparare l’iperguida che era stato danneggiato quando forzammo il blocco.

E’ stata un idea di Obi-Wan di fermarci su Tatooine, ed io la sostenni pienamente, anche se il Capitano Panaka non fu affatto d’accordo.

Tatooine, Mos Espa, Alloggi degli Schiavi, 3:4:7

Questa missione è una fonte continua di sorprese. Prima ho ritrovato mio figlio che credevo di aver perduto, ed ora ho incontrato Anakin Skywalker, questo ragazzo è incredibilmente sensibile alla Forza e potrebbe essere il Prescelto descritto in un’antica profezia Jedi.

L'abilità di Anakin come pilota è sorprendente per un bambino così giovane, ma è anche più sorprenden- te la bontà del suo cuore. Non solo ci diede un rifugio durante una tempesta di sabbia, ma decise anche di darci i soldi che probabilmente vincerà nella gara di podracer di domani, così potremo acquistare le parti di ricambio di cui abbiamo bisogno per riparare la nostra nave. Questo ragazzo è un schiavo e potrebbe usare quei soldi per comprarsi la sua libertà o quella di sua madre, invece desidera aiutare tre estranei. Io lo trovo molto toccante e così raro per un bambino della sua età che di solito sono egoisti e egocentrici.

Ma Anakin non è ragazzo comune questo è sicuro. Ho parlato con sua madre e le ho chiesto notizie del padre del bambino. Lei mi ha risposto che non c'era nessun padre, e che si trovò incinta senza sapere come.

È possibile questo? Sta dicendo la verità? Qualcosa dentro di me mi dice che ho ragione, ma vorrei avere qualche prova in più.

Ho preso un campione del sangue di Anakin ma non posso aspettare di tornare alla nave fare delle anali- si... vorrei chiedere ad Obi-Wan di farli per me, ma lui probabilmente vorrebbe sapere di chi è il sangue che sta esaminando e perché, e come Jedi, non sono sicuro di poter fidarmi di un Sith con tali informa- zioni. Così mi addolora molto non poter avere fiducia in mio figlio, ma se Anakin è veramente il Prescel- to, non posso rischiare che l'Ordine Grigio se lo porti via.

Incrociatore Nubiano sulla rotta per Coruscant, 3:4:8

Nelle ultime due ore ho meditato, ma nonostante tutta la mia concentrazione, non sono riuscito a trovare il mio centro e a trovare la pace mentale che cerco insistentemente. Ma dopo quello che è accaduto oggi, oso dire che anche il Maestro Yoda troverebbe delle difficoltà a concentrarsi.

La mia mente continua ad essere assalita da immagini e pensieri, ognuno di loro rivaleggia con gli altri nel reclamare la mia attenzione, e questa non è una delle normali registrazioni del mio diario, ma è il tentativo disperato di mettere un po’ d'ordine nei miei sentimenti.

Riporterò i miei inquietanti ricordi nell'ordine in cui sono accaduti, senza cercare di decidere qual è il più importante.

Tutto questo iniziò nel primo pomeriggio, quando stavo per tornare a Mos Espa per riportare l'eopies che Watto mi aveva prestato per trasportare le parti di ricambio, che eravamo riusciti ad acquistare, grazie alla vittoria di Anakin nella gara di podracer di questa mattina. Ancora più importante dovevo tornare a recuperare Anakin la cui libertà gli avevo assicurato vincendolo in un ‘Gioco d'azzardo’ contro Watto.

"Cominciate ad installare il generatore d’iperguida ", dissi all'equipaggio ed a Obi-Wan mentre io monta- vo su uno degli eopies e mi tirai dietro l'altro per le redini. "Io torno indietro. Ho qualche affare da con- cludere."

"Affare? " Ripete mio figlio, sollevando un sopracciglio.

"Non starò fuori a lungo."

Obi-Wan mi studiò un momento, poi chiese "Perché sento che hai raccolto un'altra patetica forma di vita, Maestro Jinn ? "

Aggrottai le ciglia, infastidito dalle sue parole. Jar-Jar non è patetico, lui è solo molto... goffo. Come per Anakin, il ragazzo che ci aveva aiutati a trovare il modo di lasciare il pianeta. Come poteva Obi-Wan essere così insensibile?

"È il ragazzo che ci ha aiutati a trovare quelle parti di ricambio", accennai, la mia voce tradiva l’irrita- zione che provavo. "Tornerò presto, Cavaliere Kenobi. Nel frattempo, si assicuri che le riparazioni procedano il più rapidamente possibile."

Gli occhi di Obi-Wan balenarono con una luce dura ed il suo scontento mi sommerse ad ondate.

"Io non sono un meccanico. Loro possono riparare il generatore da soli. Vengo con lei, voglio dare un'occhiata alla città."

"Ma la Regina... "

"Il Capitano Panaka può proteggerla per un’ora o durante il periodo in cui noi saremo via", e così dicendo, Obi-Wan prese le redini dell'eopie di scorta, e saltò sulla sua schiena senza aspettare che la bestia si inginocchiasse.

Tentai di protestare ancora, ma l'occhiata sul volto di mio figlio mi fece morire le parole sulle labbra.

L'unica cosa che potevo fare era far in modo che la nostra assenza fosse il più breve possibile.

Sicuramente una buona intenzione, ma ben presto rovinata da Watto che si rifiutò di consegnarmi Ana- kin e le sue carte dichiarando che la nostra scommessa non riguardava il ragazzo, ma sua madre.

"Ti sbagli", disse il Toydariano. "Tu hai vinto Shmi, non Anakin."

"Questo non è vero. Tu hai lanciato un cubo colorato per decidere quale schiavo avrei vinto. Rosso per Shmi, blu per Anakin. E’ uscito fuori il blu, così ora mi darai il ragazzo."

Agitai di nuovo la mia mano, ma come era successo due giorni prima, la Forza di persuasione non funzionò.

"Te l’ho già detto io sono immune a quella cosa", sorrise furbescamente Watto. "Ora prenditi Shmi e lasciami in pace. Mi sei già costato troppi soldi."

Iniziai a sudare, chiedendomi cos’altro potevo fare. Non c'erano stati testimoni della nostra scommessa, e se ci fossero stati, dubito che avrebbero parteggiato per un estraneo. Pensai a cosa potevo scambiare con il ragazzo, ma non mi venne niente in mente.

"Ascolta, Watto", tentai di nuovo, consapevole che l’impazienza di Obi-Wan stava aumentando, anche se lui stava al mio fianco, le sue braccio incrociate sul torace senza mostrare la minima emozione.

"Oh per favore, non inizi di nuovo. Se vuoi la donna, prenditela. Altrimenti… "

Watto non completò mai la frase, la sua voce morì in un anelito strangolato mentre si portava improv- visamente le mani al collo.

Cosa stava accadendo? Mi chiesi, poi girai la testa per affrontare Obi-Wan che aveva fatto un passo in avanti. Mi bastò un solo sguardo al suo braccio disteso con il pugno chiuso, alla sua espressione dura ed il suo sguardo concentrato per capire cosa stava accadendo.

Mio figlio stava usando la Forza per soffocare il Toydarian.

Dopo qualche secondo, il suo pugno si sciolse, e Watto prese una grande boccata d’aria. Con il suo braccio ancora esteso, Obi-Wan sibilò, "Dai al mio compagno le carte del ragazzo ".

Il Toydarian scosse la testa. "No, il ragazzo è troppo prezioso e… "

Ancora una volta lui non completò la frase, ed io lo fissai inorridito mentre i suoi occhi sporgevano e le sue ali si agitavano selvaggiamente, finché non riuscì più a sopportarlo.

La mia mano calò pesantemente sul braccio di Obi-Wan, disturbando la sua concentrazione e spezzando la sua presa su Watto. La piccola creatura cadde a terra, sdraiata sulla sabbia respirava affannosamente alla ricerca di aria.

"Come osi colpirmi?" mi ringhiò Obi-Wan, i suoi occhi erano pieni di furia, mentre si scrollava la mia mano dal suo braccio.

"Stavi quasi per ucciderlo a sangue freddo!" Sibilai, scioccato da quello che avevo visto.

"Fidati di me, Jedi. Io so precisamente fino a quanto posso spingere." Mi diede un’occhiataccia, poi andò ad inginocchiarsi accanto al Toydarian che tentò invano di rotolare lontano da lui.

"La tua memoria è tornata, piccolo pezzo di immondizia?"

Watto annuì freneticamente, incapace di parlare.

"Bene. Ora dai il ragazzo al mio compagno e non obbligarmi a rinfrescarti la memoria un'altra volta."

Il Toydarian annuì di nuovo, ed Obi-Wan si allontanò, mentre m’inginocchiai ed aiutai Watto ad alzarsi.

L’irritazione di Obi-Wan era quasi palpabile durante il nostro viaggio verso gli alloggi degli schiavi, dove Anakin raccolse le sue cose e disse addio a sua madre, poi tornammo alla nave. Obi-Wan cammi- nava vicino a me ed al ragazzo, i suoi occhi fissi davanti a lui, la sua andatura rigida, e non prestò atten- zione ai tentativi di Anakin di coinvolgerlo in una conversazione.

Eravamo quasi giunti alla nave, quando all’improvviso Obi-Wan accese la sua spada laser gialla e prima che la Forza mi avvertisse una figura vestita di nero che montava uno speeder ci assalì.

"Buttatevi giù!" gridò Obi-Wan, ed Anakin ed io obbedimmo, mentre lo speeder volava sulle nostre teste. "Raggiungete la nave! Digli di decollare!"

Poi prima che potessi dire o fare qualcosa, lui si girò per attaccare il nostro assalitore, tirandolo giù dallo speeder. Rimasi a guardare quasi paralizzato mentre la figura scura riguadagnava velocemente il suo equilibrio e accendeva una spada laser rossa a doppia lama usandola per deviare il colpo di mio figlio.

"Vai alla nave!" gridò Obi-Wan mentre combatteva e questo mi fece uscire dallo stato di shock in cui ero caduto. Mi alzai e prendendo Anakin tra le braccia, corsi alla nave la cui rampa era già abbassata.

Una volta dentro, lasciai andare Anakin e mi precipitai alla cabina di comando, ordinando ai piloti di decollare e volare basso fino al luogo dove Obi-Wan stava ancora combattendo contro il nostro misterio- so assalitore.

Resisti, figlio mio, resisti, ripetei nella mia mente mentre l'incrociatore si girava facilmente.

"Là", dissi, indicando le due figure che combattevano. Si lanciavano avanti e indietro, le spade laser gialla e rossa lampeggiavano ad ogni colpo ed a ogni deviazione.

Mentre il capitano pilotava l'incrociatore verso di loro, sfiorando la terra ad appena più in alto di uno speeder, io corsi al portello d’entrata, usando il controllo manuale per abbassare la rampa.

Obi-Wan ci individuò, e capì quello che stavo tentando di fare e non appena la nave fu abbastanza vicina fece un salto aiutato della Forza ed atterrò sulla rampa.

Le mie mani lo raggiunsero e lo tennero fermo mentre la nave accelerava e saliva più in alto. Mio figlio si arrampicò all'interno dell'incrociatore e crollò a terra mentre io ritiravo la rampa e sigillavo il portello.

"Come ti senti?" chiesi, ritornando al suo fianco ed inginocchiandomi.

"Come qualcuno che ha appena combattuto contro un Signore Oscuro" rispose lui sarcasticamente, mentre si alzava in piedi e si dirigeva verso i suoi alloggi.

Tutto il sangue fluì dal mio viso dopo aver ascoltato quelle due ultime parole.

Un Signore Oscuro.

I Jedi credevano di aver distrutto l'ultimo dei Signori Oscuri, i veri servitori del Lato Scuro, mille anni fa anche prima della spaccatura tra l'Ordine dei Jedi ed i Sith. Infatti, era stato il ricordo dei crimini dei Signori Oscuri che avevano spinto i Jedi a reagire così violentemente contro i cavalieri ‘ribelli’ che più tardi avrebbero fondato l'Ordine dei Sith.

Come poteva Obi-Wan esclamare con tale certezza che i Signori Oscuri erano tornati?

Lo seguii nei suoi alloggi ed entrai prima che chiudesse la porta.

Mi lanciò un sguardo seccato, poi si avvicinò al letto e si sedette per togliersi gli stivali, come se non fossi nella stanza.

"Come puoi affermare che era un Signore Oscuro?" gli chiesi senza mezzi termini.

"Cos’altro poteva essere? Era addestrato ad usare la Forza e la sua lama era rossa e solamente i Signori Oscuri usano quel colore."

Obi-Wan si alzò e attraverso la stanza, togliendosi la sua tunica e piegandola sullo schienale di una sedia. "Potevo sentirlo fare appello al Lato Oscuro della Forza mentre lottavamo."

Non so perché, ma la sua ultima affermazione mi provocò una reazione inaspettata e commentai sarca- sticamente, "Sì, naturalmente. Dimenticavo che voi Sith avete più famigliarità con il Lato Oscuro di noi Jedi."

Obi-Wan si girò e mi guardò, i suoi occhi ardevano mentre lui gettava la sua cintura sul letto.

"E questo cosa significa? " sibilò.

"Che vedo poca differenza tra te e l'uomo che ci ha attaccati." Dissi, incrociando le braccia nella mia tunica.

"Ah... Ti stai riferendo a quello che ho fatto al Toydarian." Obi-Wan quasi sorrise e questo mi fece infuriare.

"Come puoi sorridere per quello che gli hai fatto? Lo hai quasi strangolato!"

Obi-Wan fece un passo in avanti e ringhiò, "Mi ascolti Jinn, ed ascolti bene. Io non uccido a sangue freddo. Mi sarei fermato prima di provocare qualche danno permanente." Poi sorrise furbescamente, "gli stavo solo insegnando una lezione sul non ingannare i suoi clienti."

"E’ stata un'azione spregevole", insistetti, ricordando gli occhi sporgenti di Watto.

"Oh davvero? E cosa dice del suo comportamento con i Gungan? Devo ricordarti come abbiamo ottenu-to il permesso ed il trasporto per lasciare la loro città? "

"Non è lo stesso. I Jedi agiscono per un bene più grande e… "

"Balle, Jinn!" disse, levandosi la tunica. "Tu godi nel usare il tuo potere tanto quanto faccio io, ma almeno noi Sith abbiamo la decenza di ammetterlo pienamente."

Scossi la testa, rifiutandomi testardamente di lasciarlo vincere su questo argomento. "Un Jedi non si comporta in questo modo. Non è il nostro modo e tu dovresti… "

"Io sono un Sith, non un Jedi!" tuonò Obi-Wan, interrompendomi di nuovo. "E sono un cavaliere, non uno dei tuoi Padawan! Smettila di trattarmi con condiscendenza e di comandarmi. Io non sono un giovane ricalcitrante che ha bisogno di essere riportato indietro sulla ‘retta’ via. Io sono un Sith e tu dovresti ricordarlo."

Il silenzio cadde nella stanza dopo che lui finì la sua tirata e le sue parole affondarono in me.

Naturalmente, aveva ragione.

Per l’intera missione non avevo fatto nient’altro che comandarlo, prendendomi carico delle decisioni anche quando era chiaro che era impossibile trovare una soluzione diplomatica alla crisi. Lui mi aveva obbedito senza discussioni, fino a questo pomeriggio, quando avevo oltrepassato completamente i miei limiti ordinandogli di fungere da meccanico.

Non era colpa sua se lui era finalmente esploso, era colpa mia.

Forse le mie intenzioni erano state buone, forse il mio essere al comando della missione era solo un tentativo inconscio di tenere mio figlio al sicuro, ma alla fine il mio atteggiamento gli aveva causato solamente irritazione e dolore, e riuscì quasi a distruggere le poche opportunità che avevo di forgiare una relazione durevole con mio figlio.

Quasi, perché, sia benedetta la Forza, qualcosa accadde per cambiare completamente la situazione.

Mentre stavo lì in piedi, incapace di dire qualsiasi cosa, Obi-Wan finì di spogliarsi, finché non rimase a petto nudo. Quando lui si voltò per lasciar cadere la sua sotto tunica sul letto, notai che la sua schiena era coperta da molte cicatrici che si incrociavano dalle spalle fino ai reni. Sembravano frustate o ferite da laser, come se fosse stato torturato.

Sentì nel petto il cuore che si stringeva, mentre dolore, tristezza, compassione e rabbia si riversarono in me allo stesso tempo. Chi aveva osato fare quello a mio figlio?! E quanto doveva aver sofferto!

Quasi senza essere notato attraversai lo spazio che ci divideva e misi la mia mano sulla spalla di Obi-

Wan, le mie dita sfioravano delicatamente una delle cicatrici.

Mio figlio si girò, lessi la sorpresa nei suoi occhi, ma non scrollò via la mia mano. Sentii la sua mente sondare i miei pensieri ed abbassai i miei scudi mentali, permettendogli di sentire la mia compassione e la mia preoccupazione. Il sincero interesse che lui sentì in me sembrò essere il benvenuto, perchè sentii la sua rabbia dissolversi, sostituita dalla curiosità e della perplessità. Perché sentivo questo per lui?

"Chi ti ha fatto questo ? " Chiesi a bassa voce.

"Il mio Maestro" fu la risposta nello stesso tono.

Il fiato mi si bloccò in gola. "Il tuo... tuo Maestro? "

"Sì."

"Perché? "

"Per essere sicuro che non dimenticassi mai la lezione che mi aveva insegnato quel giorno."

"Che lezione?" Bisbigliai, la mia mano ancora appoggiata sulla sua spalla.

Obi-Wan sorrise debolmente, prima che la sua espressione s’indurisse. "Un Sith non fallisce il suo compito. Un Sith non si piega. Un Sith non implora. Un Sith non si sottomette. Un Sith non si arrende."

Ingoiai a fatica, mentre le mie braccia mi dolevano dal desiderio di stringere mio figlio in un abbraccio, e di non lasciarlo andare via mai più.

"Quanti anni avevi?"

"Avevo dieci anni".

"Dieci? "

"Sì."

Non posso esprimere a parole lo shock quando ho sentito questo. Un bambino di dieci che riceve una tale punizione... era - è - inconcepibile.

Incredibile.

Cominciavo a sentirmi male quando Obi-Wan improvvisamente lasciò cadere i suoi scudi e mi permise di dare un’occhiata alla sua vita come apprendista Sith.

Lunghe marce sotto il sole bruciante, giorni passati senza cibo e qualche volta anche senz’acqua, puni- zioni fisiche, notti passate a dormire nudo sul pavimento in stanze fredde...

Nessuno si chiede perchè i Sith siano così inflessibili e così duri con se stessi, così determinati a raggiungere i loro obiettivi.

Pensavo ai padawan ed agli iniziati nel Tempio, allevati con gentile fermezza e giusti consigli, le loro buone qualità naturali coltivate, i loro progressi lodati. Pensai al grande Jedi che mio figlio sarebbe diventato se solo gli fosse stato permesso di crescere in un posto dove la sua innata compassione, quella che avevo intravisto quando lui mi aveva permesso di vedere nella sua mente, sarebbe stata apprezzata e non considerata una colpa.

Non compresi che la mia angoscia si stava riversando fuori ad ondate fino a quando Obi-Wan non mi prese per le spalle e mi guardò con occhi preoccupati.

"Maestro Jinn ! Qui-Gon? Cosa succede? Sta male? "

"No, non sto male."

"Allora cosa… "

Lui non completò mai la frase, perché scelsi quel momento per abbassare completamente i miei scudi e lasciare che i miei sentimenti e i miei ricordi lo sommergessero.

Attraverso il velo delle lacrime che stavo versando vidi il viso pallido di mio figlio e la sua bocca aperta in uno stupore silenzioso mentre la sua mente veniva riempita di immagini e pensieri.

  • Il giorno in cui incontrai Lydah Kenobi su un incrociatore diplomatico diretto ad un pianeta dell’Orlo Esterno dove avremmo dovuto sovrintendere alle prime elezioni libere tenute lì.
  • La nostra nave che precipita verso Hoth dopo che era stata danneggiata in un campo di asteroidi.
  • Il terribile incidente che uccise tutti meno me e Lydah.
  • Le notti fredde e lunghe passate all’interno dello scafo spezzato e quasi impotenti.
  • Il bisogno disperato di essere vicini, di dividere il calore corporeo, il conforto e la speranza.
  • Gli abbracci, il primo bacio, e la passione.
  • Il bisogno primitivo di riaffermare che eravamo vivi e pronti a lottare per sopravvivere finché qualcuno non fosse venuto a salvarci.
  • La vista di una nave all'orizzonte e il salvataggio.
  • La promessa di tenerci in contatto l'uno con l'altro.
  • Il messaggio che mi annunciava la gravidanza di Lydah.
  • Lo stupore e la gioia che ho provato alla scoperta che stavo per diventare padre.
  • Il dolore che intorpidisce alla notizia che Lydah stava morendo a causa di un misterioso e forte indebolimento di un organo.
  • Il mio viaggio disperato per giungere al suo pianeta natale, poi il ritorno a Coruscant al Tempio Jedi, dai suoi guaritori qualificati.
  • Il Maestro Dahar che scuote lentamente la testa dopo avere visitato Lydah.
  • Le lunghe ore passate al suo fianco mentre lei aveva le doglie.
  • La gioia ed il sorriso sul suo viso troppo pallido mentre abbracciava il suo piccolo e sussurrava il suo nome, "Obi-Wan. "
  • Il dolore, la colpa ed il rimpianto che mi sommersero mentre Lydah chiudeva i suoi occhi per sempre.
  • Il bisogno di pensare al futuro di mio figlio.
  • La scoperta di come forte nella Forza era Obi-Wan ed il desiderio di addestrarlo nel Tempio.
  • La petizione per chiedere l'ammissione del bambino al Tempio come apprendista.
  • Il rifiuto del Consiglio.
  • Il gelo nel mio cuore mentre mio figlio mi veniva tolto.
  • Il mio periodo di prova. Le mie vane ricerche nell'archivio per scoprire dove era quello che aveva preso Obi-Wan.
  • Le pietre che avevo comprato come un dono per ognuno dei giorni che lo avevo nominato.
  • Le notti passate sveglio, guardando le stelle, chiedendomi dove fosse mio figlio, se lui stesse bene, se era felice ed amato...

Io non so per quanto tempo andò avanti, ma alla fine la mia mano cadde dalla spalla di Obi-Wan ed io stetti li in piedi, bloccato sul posto, guardandolo ed aspettando una sua reazione.

I suoi occhi, i suoi begli occhi chiari erano vitrei, e lui stava tremando.

"Obi-Wan? " Dissi con esitazione, mentre sfioravo il suo braccio.

Il tocco lo fece trasalire, e lui sbatte le palpebre alcune volte.

"È tutto a posto? " Chiesi leggermente.

"No... Sì... Non lo so" bisbigliò, e poi iniziò a indietreggiare. "Per favore... ho bisogno di stare da solo... ho bisogno di pensare."

"Come desideri", mormorai, dirigendomi verso la porta, comprendendo il suo bisogno di starsene da solo, ma desiderando ancora di essere capace di calmarlo e confortarlo.

Ed ora sono qui, preda delle mie emozioni come non mi era accaduto fin dal tradimento di Xanatos.

Sono qui, incapace di focalizzare, incapace di concentrarmi, incapace di meditare – incapace di essere un Jedi. Io sono solo un uomo, un uomo vecchio e solitario e spero di non aver distrutto tutte le mie oppor- tunità di costruire una relazione con mio figlio.

Coruscant, Tempio Jedi 3.4:9 - Tarda Mattinata

Sono nelle mie stanze disteso sul letto mentre registro questo diario.

Siamo arrivati su Coruscant questa mattina e abbiamo trovato il Cancelliere Supremo Valorum e il Senatore di Naboo, Palpatine che ci aspettavano sulla piattaforma di sbarco. Il Senatore era lì per prendersi cura della sua Regina, mentre Valorum voleva sentire il rapporto della situazione su Naboo. Lui naturalmente era preoccupato da come la crisi si era sviluppata e sentii che la sua preoccupazione riguardava come avrebbe reagito il Senato.

La sua paura è che il Congresso continuerà a temporeggiare o a posticipare la decisione, perdendo tempo prezioso su insignificanti dettagli burocratici, come hanno fatto negli anni passati sempre più frequente- mente.

Una volta che la riunione col Cancelliere Supremo fu finita, Obi-Wan ed io ci salutammo l’uno con un l'altro e ci separammo, dirigendoci verso i nostri rispettivi Tempi per fare rapporto ai nostri rispettivi Consigli.

Mio figlio è stato piuttosto tranquillo oggi non ha fatto commenti sarcastici sul comportamento di Jar-Jar a colazione, e ha lasciato parlare sempre me mentre riferivo i fatti successi a Valorum, limitandosi ad annuire ogni tanto.

C'erano dei cerchi scuri sotto i suoi occhi, un sicuro segnale che aveva passato una notte insonne, proprio come me.

Il mio cuore desiderava offrirgli il mio aiuto, ma che conforto potevo dare ad un uomo che è anche mio figlio ma è anche un perfetto estraneo? E neanche un comune estraneo, ma un Sith, addestrato dalla più tenera età a non mostrare debolezza.

No, non potevo chiedergli come si sentiva. Non potevo offrirgli conforto e rischiare di allontanarlo anco- ra di più. L'unica cosa che posso fare è stargli vicino e sperare che decida lui di venire da me a parlare.

Una volta arrivato al Tempio, feci il mio rapporto al Consiglio, inclusa l’opinione di Obi-Wan riguardo all'uomo che ci aveva attaccati. I maestri non erano sicuri che fosse un Signore Oscuro; sembravano piuttosto scettici, e devo dire, non si fidano molto del giudizio dei Sith.

Mi frenai dall'esprimere la mia opinione sulla questione, perché, tendo ad essere d'accordo con Obi-Wan, ma non voglio che Yoda e Ki-Adi-Mundi pensino che io stia parteggiando con un Sith solamente perché avevo scoperto che lui era mio figlio. I due maestri, hanno chiaramente riconosciuto il nome di mio figlio, e ogni tanto ci siamo scambiati alcuni sguardi accusatori. Non penso che li perdonerò mai per non aver ammesso Obi-Wan al Tempio. Come sarebbe stata diversa la sua vita da bambino se loro l'avessero accolto!

Avevo anche un'altra ragione per non provocare l'ostilità del Consiglio sulla supposta riapparizione del Signore Oscuro: Anakin.

Il bambino è attualmente nella Camera del Consiglio per essere esaminato e testare le sue abilità con la Forza.

Pensai che i Consiglieri sarebbero stati più ansiosi di incontrare il ragazzo che credo sia il Prescelto, invece hanno reagito freddamente, e mi rimproverano per la mia presunzione.

Io so che ho ragione, posso sentirlo. Anakin è il Prescelto, la Forza è così forte in lui, ed io sono sicuro che il nostro incontro non è stato casuale.

Intendevo sbarcare su Tatooine e trovarlo. Lo addestrerò e lo trasformerò in un grande Jedi.

E’ passato tanto tempo dal tradimento di Xanatos ed ora sono pronto a prendere un altro Padawan, il mio ultimo Padawan.

Anakin sarà il mio lascito all'Ordine di Jedi come Obi-Wan è il mio lascito alla galassia.

Annotazioni Supplementari - Pomeriggio

Non so più cosa succede nel Consiglio in questi giorni. Non posso più comprendere ne condividere molte delle loro decisioni.

Io sono sempre stato un po' ribelle, lo ammetto, ma solo perché ho scelto di seguire la volontà della Forza come io la capivo. Sono stato chiamato provocatore, testardo e presuntuoso a causa del mio atteg- giamento, ma il Consiglio ha sempre saputo che sono assolutamente fedele all'Ordine dei Jedi. Ma ora non posso fare a meno di dubitare della decisione del Consiglio.

Loro mi hanno negato il permesso di addestrare Anakin, dicono che è troppo vecchio, troppo segnato emotivamente e troppo pieno di paura per iniziare l'addestramento Jedi.

Il Consiglio ha ragione, ma Anakin non è un bambino comune. Lui usa già la Forza in molti modi, e ha bisogno solo di imparare come farlo consapevolmente e non solo spinto dal suo istinto.

Mentre per le sue cicatrici emotive e la sua paura, cosa si aspettavano?

Il ragazzo è stato un schiavo fino a ieri, e ha appena lasciato sua madre e la sola vita che abbia mai conosciuto per essere portato in un luogo sconosciuto. Naturalmente che è spaventato, ogni bambino della sua età, anche i nostri iniziati lo sarebbero. Ma con il tempo imparerà a controllare queste emozioni e liberarle nella Forza.

Quello che mi rattrista di più è come il Consiglio ha ignorato le buone qualità di Anakin e si è concentra- to solamente sulle sue colpe, fondamentalmente la stessa cosa è accaduta quando si sono rifiutati di accettare Obi-Wan.

Loro avevano visto solo il pericolo di creare un precedente, e non hanno pensato a quanto potrebbe portare il bambino e quanto potente è nella Forza, proprio come mio figlio sarebbe potuto essere stato per l'Ordine.

Ma questo non accadrà con Anakin; non permetterò al Consiglio di congedarlo, così che i Sith possono prenderlo come hanno fatto con Obi-Wan.

L'Ordine Grigio non trasformerà questo dolce bambino in un giovane sarcastico e cinico come hanno fatto con mio figlio.

Non lo permetterò.

Annotazioni Supplementari - Tarda sera

Il Consiglio mi ha ordinato di scortare la Regina Amidala per il suo ritorno a Naboo ed investigare più a fondo sul Signore Oscuro. I maestri sono convinti che lui ritornerà, e così anch’io.

Sono stato informato che Obi-Wan viaggerà di nuovo con noi, senza dubbio con ordini uguali ai miei, e questa volta la Forza mi dice che ci aiuterà e che insieme giungeremo ad una migliore comprensione.

Incrociatore Nubiano sulla rotta per Naboo, 3.4:10

Ho appena ascoltato l'ultima frase della mia precedente registrazione.

'Migliore comprensione' non chiamerei lo sviluppo che la mia relazione con Obi-Wan subì dopo la conversazione che avemmo questa mattina dopo esserci sistemati sulla nave.

Io stavo quasi per lasciare i suoi alloggi, dopo che avevamo discusso la nostra linea di azione una volta fossimo arrivati su Naboo, quando le sue parole mi fermarono.

"Quindi, il tuo Consiglio ti ha accordato il permesso di addestrare il ragazzo. Pensavo che non lo avreb-

bero fatto."

Mi voltai e l'affrontai, sorpreso di scoprire che lui sapeva delle mie intenzioni riguardo ad Anakin.

Lui sorrise brevemente ed aggiunse, "l’ho visto nella tua mente, Qui-Gon."

Annuì prima di chiedere, "Perché pensi che il Consiglio non mi avrebbe permesso di addestrare Ana- kin?"

Gli occhi di Obi-Wan s’indurirono. "Perché sento che il ragazzo è pericoloso. C'è troppo potere grezzo in lui, troppa paura e rabbia. Credo che addestrarlo sia un errore."

Le sue parole mi hanno fatto male e commentai sarcasticamente, "Un Sith che dichiara che un ragazzo è troppo emotivo per essere addestrato... è davvero divertente."

Le narici di Obi-Wan arsero, ma lo sentii rilasciare la sua irritazione nella Forza, e mi vergognai per non essere stato capace di fare lo stesso alcuni momenti prima.

"Noi Sith abbiamo le nostre emozioni, ma le teniamo sotto controllo. Non permettiamo mai a quelle negative di controllarci", enfatizzò freddamente. "Spero per il nostro bene che il tuo recente comporta- mento sia solo una svista momentanea nel tuo controllo Jedi, e che sarai capace d’insegnare bene al ragazzo. Altrimenti è probabile che ci troveremo presto, in una situazione molto pericolosa, specialmente ora che i Signori Oscuri sono ritornati."

Impallidii alle implicazioni a cui stava accennando, e di nuovo reagì in un modo sconveniente per un Jedi. Non lo ringraziai per le sue preoccupazioni, ma lo rassicurai che avrei fatto del mio meglio con Anakin.

Chiaramente adirato uscii dalla stanza.

Non mi sono comportato come un Jedi o come un adulto, in questa faccenda, ma solo come un bambino viziato ed ora ho paura di aver rovinato qualsiasi opportunità che avevo per colmare il vuoto che ci divide.

Obi-Wan è stato molto duro con me, questo è vero, ma se Anakin è il prescelto, come io sono sicuro che è, mio figlio ha tutti i diritti per essere preoccupato sul futuro del ragazzo e sul suo addestramento.

Avrei potuto usare le sue preoccupazioni per iniziare una conversazione, ed avvicinarci ed invece... invece io mi comportato da idiota.

Posso solo sperare che mi sarà accordata un'altra opportunità.

Naboo, Palazzo Reale Data Ignota

La prima registrazione da giorni, non so neanche quanti. E francamente non mi importa.

Quello che importa, quello che davvero importa è che io sono ancora qui.

Sono ancora vivo.

Mio figlio mi ha salvato.

La mia voce è tremante e aspra ma sento il bisogno di registrare gli eventi che mi hanno condotto qui su questo letto, ora, che sono ancora freschi nella mia mente. Infatti, curiosamente dopo il trauma che il mio corpo ha ricevuto, la mia memoria è acuta e particolareggiata, specialmente per un uomo che ha passato in coma molti giorni.

La mia registrazione precedente fu registrata mentre ero in rotta per Naboo, un viaggio senza problemi che mi ha permesso di riposare e di prepararmi mentalmente per il compito che mi aspettava.

Una volta sul pianeta, la Regina Amidala, o meglio, la giovane signora che noi pensavamo fosse la Regina, chiese a Jar-Jar di farci incontrare i capi dei Gungan perchè voleva proporre un’alleanza con Naboo. Grazie alla Forza il suo piano funzionò e per la prima volta da quasi un secolo, gli abitanti di Naboo lottarono insieme per il loro mondo.

Il piano della Regina richiedeva di mandare le truppe dei Gungan a ingaggiare l'esercito dei droidi in una battaglia fuori Theed.

Era una battaglia che i Gungan non potevano vincere, ma avrebbero distratto le forze d’invasione e li avrebbero tenuti occupati mentre il nostro gruppo sarebbe tornato a Theed per catturare il Viceré Gunray che stava al Palazzo Reale.

E’ stato abbastanza facile arrivare a palazzo, ma una volta arrivati là, trovammo il Signore Oscuro che ci aspettava. Ho avuto appena il tempo di istruire Anakin di trovarsi un posto sicuro per rifugiarsi quando una figura oscura, un Zabrak tatuato di rosso e nero attaccò Obi-Wan e me con la sua doppia spada laser.

Il Signore Oscuro era molto agile e potente, e parò i nostri colpi con facilità.

C'era poco tempo per pensare mentre la lotta progrediva, ma io ricordo distintamente alcuni dei pensieri che attraversarono la mia mente durante qui momenti.

C'era, prima di tutti la preoccupazione per mio figlio. Sì, lo so, non è molto Jedi, ma non potevo evitarlo. Penso che preoccuparsi per il proprio figlio sia naturale per un genitore, nessuna questione su chi sei o che fai per vivere.

Poi ci fu la mia sorpresa su come bene Obi-Wan ed io lottavamo insieme. C'era un’incredibile coor- dinazione tra di noi, come se non fosse la prima volta che ci trovavamo impegnati in un duello come questo.

Finalmente ci fu la brusca consapevolezza che ero, sono, davvero diventato vecchio, che la mia gioventù è dietro di me e la mia forza sta iniziando a diminuire.

L'impeto della battaglia ci portò attraverso l’hangar e all’interno del seminterrato del palazzo, mentre tagliando e chinando, attaccavamo e si ritiravamo.

Ci sembrava che stessimo costringendo il Signore Oscuro a retrocedere, ma in realtà, ora lo comprendo, ci stava conducendo con decisione ad un luogo di sua scelta.

Lo Zabrak ci condusse attraverso la centrale elettrica e mentre l'inseguivamo lungo un corridoio, io davanti ed Obi-Wan dietro, fummo separati da muri laser. I laser erano regolati a tempo e quando final- mente le porte si aprirono, non aspettai che Obi-Wan mi raggiungesse ma mi precipitai in avanti per impegnare il nostro avversario da solo.

Non sono sicuro perché l’ho fatto, ma ho il forte sospetto che l’ho fatto per proteggere mio figlio. Che, dato come finì, è un pensiero di tale presunzione.

Sentii Obi-Wan gridare il mio nome quando la lama rossa mi colpì nel mezzo del petto, trapassandomi.

Il dolore che senti quando la spada laser mi bruciò attraversando la carne fu fisico ed emotivo.

Mentre cadevo a terra, seppi che non sarei sopravvissuto alla ferita, perchè ero già indebolito, anche provando ad usare la Forza per guarire. Potevo solo sperare che la mia sofferenza fosse breve.

Un grande senso di rimpianto mi sommerse. Non ero stato capace di proteggere mio figlio ed avevo perso ogni opportunità di conoscerlo.

Pensai alla nostra ultima conversazione sulla nave e sentì le lacrime pungere i miei occhi. Quella era stata un'opportunità sprecata!

Ero appena consapevole del combattimento che continuava ancora accanto a me. Potevo sentire gemiti e ringhiare, e il suono delle spade laser che si scontravano. Poi improvvisamente tutto fu silenzioso ed un nodo mi si formò in gola. Tentai di girare la testa per cercare mio figlio, ma ero troppo debole anche per quel piccolo movimento.

Qualcuno mi si avvicinò e sollevò dolcemente la testa e le spalle, cullando il mio corpo spezzato.

Aprii gli occhi ed vidi il viso pallido di Obi-Wan volteggiare sopra di me, i suoi occhi pieni di angoscia.

"Padre", bisbigliò.

Il mio cuore si rallegrò nell'ascoltare la parola che avevo così desiderato di sentire.

"È troppo tardi per me, Obi-Wan" mormorai.

"No", lui scosse la testa, la treccia che sbatteva contro il suo collo. Alzai la mano e la trascinai debol- mente verso di lui, carezzai la sua guancia con le punte delle dita.

"Ti ho sempre amato... anche da lontano. Rimpiango di non averti… potuto... conoscere... meglio."

Riuscii a sibilare prima che le mie ultime forze mi lasciarono e sentii la Forza che mi chiamava, ma poi il mio essere fu investito da un bagliore di pura luce blu.

"Tu non morirai, Padre", disse la fiera voce mentale di Obi-Wan. "Ora che ti ho trovato, mi rifiuto di lasciarti andare."

Lui collegò la sua essenza alla mia, assicurandola efficacemente a se stesso, impedendomi di scivolare ancora di più nell'oblio.

"No, Obi-Wan! " lo implorai, "lasciami andare, non rischiare la tua vita per me!"

Lui si rifiutò di ascoltarmi mentre convogliava la sua forza guaritrice in me, e presto il mio essere fu invaso da una calma energia che lenii le mie ferite e la mia anima.

"No... " Protestai di nuovo, tentando di spingerlo fuori della mia mente, ma ero troppo debole per lottare contro lui. L'ultima cosa che ricordo, prima di arrendermi alla volontà della Forza, è mio figlio che mi bisbiglia, "fidati di me, Padre, fidati di me."

Quando mi risvegliai, debole e confuso, mi trovai in un letto.

Mi guardai intorno tentando di capire dov’ero. La memoria mi era ritornata e senti il mio cuore sobbalzare nel petto quando vidi una figura mezza distesa sul mio materasso.

Era Obi-Wan. Lui si era addormentato mentre mi vegliava accanto al letto, e sembrava così giovane.

"Obi-Wan... "

Fu appena un bisbiglio, ma Obi-Wan lo sentì e si sveglio di colpo come se avessi gridato. Sbatte le palpebre e si raddrizzò, facendo delle smorfie a causa dei muscoli contratti.

"Padre", mormorò, prendendo la mia mano tra le sue mentre mi guardava intensamente.

"Figlio mio... " Ingoiai a fatica. "Mi hai salvato."

Lui annuì con un piccolo sorriso sulle labbra.

"Hai rischiato troppo... avresti dovuto lasciarmi andare."

Lui scosse la testa.

"Non potevo, Padre", disse semplicemente.

"Grazie... "

Il silenzio cadde tra di noi ed io chiusi gli occhi. Ero così frustrato dalla mia incapacità di esprimere quello che sentivo nel cuore. Ero con mio figlio dopo che lui mi aveva salvato da morte certa e l'unica cosa che riuscivo a dire era "grazie."

Un'ondata di rassicurazione, comprensione e preoccupazione mi sommersero, no, non mi sommerse ma mi attraversò.

I miei occhi si spalancarono mentre esaminavo timidamente la mia mente.

Là.

Lo trovai.

Un legame creato di recente.

Più forte di quello tra un maestro ed il suo padawan, più profondo del legame tra due compagni di mis- sione, più significativo di qualsiasi legame che un Jedi può formare con un altro.

Era un legame tra padre e figlio.

I miei occhi si spalancarono e guardai Obi-Wan con stupore.

Mio figlio stava sorridendo timidamente. "Spero che non ti dispiaccia", mormorò. "Io non lo sono certamente."

"Come potrei essere dispiaciuto, Obi-Wan? " Dissi, la mia voce acquistava forza con il tempo. "Ho così tanto desiderato trovarti, essere capace di parlare con te, arrivare a conoscerti ed ora... ora... "

"Ora saremo insieme per sempre." Obi-Wan sorrise, poi ritornò serio. "Non posso prometterti che sarà facile, Padre. Noi siamo molto diversi e penso che ci scontreremo spesso, ma nessuna questione quanto difficile sarà, so per certo che non cambierei questo legame con qualsiasi altra cosa. Ci sono così tante cose che desidero chiederti... così tante cose che desidero dirti... " Lui si fermò e si strofinò la barba mentre le sue guance avvampavano. "Sto farfugliando."

Sorrisi. "Ne hai diritto, penso."

Obi-Wan rise e tentai di unirmi a lui, ma il dolore nel mio torace mi avvisò che era troppo presto.

Mio figlio lo notò e mi guardò preoccupato, ma io riuscii a rassicurarlo usando il nostro legame.

Obi-Wan annuì, ma disse, "Non devi sforzarti troppo." Si alzò. "Ti suggerisco di riposare per un po’. Due membri del Consiglio dei Jedi sono arrivati due giorni fa da Coruscant e desiderano parlare con te al più presto, ma non gli permetterò di venire qui fino a quando non sarai forte abbastanza"

C'era una tale determinazione nella sua voce; che sorrisi mentalmente al suo tentativo di proteggermi. Poi guardai mentre mio figlio si allontanava, e permisi al sonno di sommergermi di nuovo.

Tutto questo accadde ieri pomeriggio ed io non mi svegliai di nuovo fino a questa mattina presto, sentendomi molto meglio.

Non ero solo nella stanza, ma non era Obi-Wan.

Era Mace Windu.

"Salve, Mace" gli dissi, scegliendo di parlare col mio amico e non con l’appartenente al Consiglio.

"Salve, Qui-Gon" rispose lui con lo stesso tono, sorridendo leggermente. "Come ti senti? "

"Meglio di ieri, ma ancora lontano dalla guarigione completa."

"Penso che non hai nessun diritto di lagnarti, considerando che dovresti essere morto. Quel tuo ragazzo deve avere un vero talento per guarire, Qui-Gon. "

Inclinai la testa alle sue parole. "Quel mio ragazzo? Tu sai di Obi-Wan? "

Mace annuì. "Sì, Yoda me l’ha detto. Nel tuo rapporto hai omesso il fatto che il tuo collega Sith per la missione era anche tuo figlio."

"Non credevo che fosse così importante."

Mace mi lanciò un sguardo strano e continuò. "Siamo venuti qui a controllare le tue condizioni, a vedere i resti del Signore Oscuro ed a scortare il nuovo Cancelliere Supremo, Palpatine."

Annuì. "Hai parlato con Obi-Wan? Lui ha ucciso il Signore Oscuro."

"Sì, lo abbiamo fatto. Yoda dice che è un giovane straordinario, ed io sono d'accordo con lui."

Sentii il mio cuore gonfiarsi di orgoglio, ma non feci commenti.

"Yoda ha anche detto che è stato un errore non accettare il ragazzo nel Tempio, " aggiunse Mace dopo un po', guardandomi attentamente.

Questa volta non riuscì trattenere la mia reazione, né a nasconde il rammarico nella mia voce.

"Sai come sono addestrati i Sith, Mace? Sai che sono sottoposti a punizioni fisiche? Che la schiena di mio figlio è piena di cicatrici di una fustigazione che ha ricevuto quando aveva solo dieci anni ? Lui è così intelligente, di così buon cuore, Mace, ed ancora deve nascondere il suo lato più compassionevole perché non è apprezzato dal suo Ordine. Quindi lo nasconde dietro uno scudo di cinismo e sarcasmo. Sarebbe diventato un Jedi meraviglioso... " Chiusi gli occhi e crollai contro il cuscino, rilasciando la mia amarezza nella Forza.

"Lo so, Qui-Gon. Il Cavaliere Sith Kenobi ci ha permesso di toccare la sua mente mentre ci mostrava tutto quello che è accaduto col Signore Oscuro. Lui ci ha permesso di vedere e sentire più di quello che pensavamo, incluso il suo legame con te. Siamo rimasti così colpiti da quello che abbiamo visto, che Yoda ed io abbiamo deciso di fargli un'offerta."

I miei occhi si spalancarono e mi sedetti dritto, non badando al dolore nel mio torace mentre il mio cuore iniziava a correre. "Quale offerta? "

"Gli abbiamo chiesto se vorrebbe essere il legato Sith al Tempio dei Jedi. Dato il suo addestramento ed il fatto che è sposato, non potevamo offrirgli di più... Qui-Gon? È tutto a posto? "

"Sposato? " Io rimasi a bocca aperta.

"Sì, ad un capitano di una nave commerciale poco più grande di lui. Non dirmi che non lo sapevi ?" Mace era sorpreso ed un po' a disagio.

"Io non ho... noi non abbiamo avuto molto tempo per parlare delle nostre vite personali".

"Bene, ora ne avrai il tempo. La nostra offerta permetterà all’Ordine dei Jedi di avere un contatto più vicino con i Sith, questa cosa potrebbe risultare essere molto importante se, come noi crediamo, tuo figlio ha ucciso l'apprendista e non il maestro dell’Ordine Oscuro. Il Cavaliere Kenobi è un giovane con la mente aperta, e può insegnarci come trattare correttamente con il suo ordine. Vivendo nel Tempio gli sarà anche permesso di stare vicino a te, imparerà alcuni dei modi dei Jedi e permetterà al suo Lato Chiaro la libertà che non gli è mai stata accordata".

Ingoiai a fatica, la mia mente piena di troppi pensieri. Mio figlio era sposato. Yoda e Mace sapevano del nostro legame e ci permettevano di stare insieme. Ancora di più loro avevano ammesso implicitamente che desideravano riqualificare Obi-Wan. Era troppo per essere assimilato tutto in una volta.

"Ha accettato? " Chiesi finalmente.

Mace sorrise. "Sì, lo ha fatto."

"Cosa ha detto il Consiglio dei Sith su questo? "

"Yoda ha già trattato con loro, e hanno accettato, ma non per le ragioni che tu ti immagini. Essi non desiderano un contatto più vicino con i Jedi per unire le nostre forze contro i Signori Oscuri. Loro semplicemente non si fidano più di Obi-Wan, a causa del legame che lui ora divide con te. Se non fosse stato salutato dalla stampa come uno degli "Eroi di Naboo", probabilmente l'avrebbero congedato. Ma non possono, per ora lui è il Sith vivo più famoso, e loro hanno bisogno di un po’ di buona pubblicità."

Annuì lentamente, disturbato dalle parole di Mace. Fondamentalmente mi aveva detto che Obi-Wan era stato bandito dal suo ordine perché suo padre è un Jedi.

Il mio amico sentì il mio tumulto e mi diede una leggera pacca sulla spalla. "Non preoccuparti, Qui-Gon, ho visto Obi-Wan dopo la riunione con i suoi consiglieri, e posso dirti che lui era qualsiasi cosa ma non turbato. Non posso giurarlo, ma penso di averlo sentito canticchiare un vivace motivo."

Ci scambiammo un sorriso, poi Mace si alzo in piedi. "Devo andare ora, ho una riunione con la Regina Amidala. Guarisci presto, amico mio. Ci sono un giovane ed un ragazzo che hanno bisogno di te."

"Un ragazzo? Anakin? "

"Sì. Il Consiglio ti ha accordato il permesso di addestrarlo."

E con un inchino finale, lui mi lasciò in pace, mentre un sogghigno soddisfatto si diffondeva sulle mie labbra.

Questo accadde due ore fa ed ora sono qui, aspettando che Obi-Wan venga a visitarmi.

Il nostro nuovo legame mi dice che mio figlio, in questo momento, sta dormendo. Non sono sorpreso che lui stia dormendo di pomeriggio. I tre dottori che mi hanno controllando periodicamente mi hanno informato che Obi-Wan ha appena lasciato il mio fianco mentre ero incosciente, nonostante il fatto che anche lui fosse esaurito a causa della grande quantità di energia che aveva usato per guarirmi.

Così, siccome lui ha così tanto bisogno di riposare, sono stato prudente a schermare la mia ansia di vederlo di nuovo. Non voglio svegliarlo.

Sto usando questo tempo per pensare a quello che gli dirò quando verrà a visitarmi.

Desidero conoscere sua moglie, di come lui è stato arruolato dai Sith, quello che sa di sua madre. Comunque, la prima cosa che devo fare è scusarmi per la discussione che abbiamo avuto su Anakin.

Mi scuserò per il mio comportamento e poi ascolterò le sue preoccupazioni, e terrò a freno la mia ostinazione se Obi-Wan dovesse dire qualcosa che non desidero sentire.

Dirò a mio figlio che considero Anakin il Prescelto e gli chiederò di aiutarmi con l’addestramento del ragazzo.

Dopo tutto, la profezia dice che il Prescelto porterà equilibrio nella Forza, ed i Jedi non sono gli unici che sarebbero influenzati da tale evento; anche i Sith lo sarebbero. Perciò, è giusto che almeno uno di loro dovrebbe essere coinvolto nell’addestramento di Anakin.

Credo che questa è la volontà della Forza, senza dubbio per questa ragione Obi-Wan ed io dovevamo incontrarci proprio ora, in questa occasione speciale.

Sento un’agitazione nel nostro legame... mio figlio è sveglio. Sento la sua mente sfiorarmi incerto; lui sta controllando per vedere se sono sveglio o sto dormendo.

"Sono sveglio, Obi-Wan", gli dico usando il legame ed sento un leggero sorriso da parte sua.

"Bene," risponde. "farò una doccia e poi sarò lì."

Il legame cade nel silenzio mentre mi siedo più diritto sul letto, lisciando le coperte.

Sono nervoso; desidero così tanto fare tutto giusto questa volta. Vorrei farlo per Obi-Wan, per Lydah e naturalmente per me stesso.

Un'onda di rassicurazione mi ha appena sfiorato dal legame ed non posso fare a meno di sentirmi più rilassato. Sorrido.

Sì, andrà tutto bene.

Posso sentirlo.

Posso sentirlo.

 

  
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