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Autore: Kat_Mel    28/10/2012    3 recensioni
Sciau beli! Non sono stata in catalessi per tutto questo tempo, non preoccupatevi (?).
Non vi dirò niente di che su questa storia (sennò sarebbe uno spoiler!), vi dirò solo che la nostra cara Bulma è la granduchessa della Russia. Siamo nell'epoca dove gli zar regnano sovrani, e della parola repubblica non ce n'è la benché minima traccia.
I hope you like it ^.^
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Freezer, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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1.      1. UN PASSATO PERDUTO - A LOST PAST

 

Flashback

 

Mancava poco alla festa del trecentesimo anniversario della famiglia Brief che governava sul regno della Russia.

Gli ultimi invitati si affrettavano ad arrivare, mentre la famiglia reale cominciava ad intrattenere gli ospiti parlando di politica o economia. A questo Bulma Brief non piaceva. Alla piccola granduchessa della Russia non piaceva parlare di queste cose. A lei piaceva la scienza, la tecnologia e le materie umanistiche. Quella sera Bulma aveva un bellissimo vestito azzurro cielo, con dei ricami in oro vicino all’orlo e una piccola coroncina sulla testa. Vagava e correva da un capo all’altro della sala, facendo zig-zag tra le persone, per non annoiarsi troppo.

La festa cominciò con i soliti balli. Neanche quelli piacevano a Bulma. Suo padre cominciò a chiamarla per andare con lui, ma avvenne una cosa abbastanza inaspettata …

-         - Figlia mia, mi concede questo ballo?- e le fece il baciamano.

Bulma era rimasta interdetta, suo padre non le aveva mai chiesto di ballare. Lei accennò ad un sì molto flebile, e i due cominciarono a ballare, non molto elegantemente, visto che saltellavano di qua e di la al centro della sala, sotto lo sguardo divertito dei presenti.

I due continuarono a “danzare” finché la nonna di Bulma non la chiamò a se alzando il braccio e facendole segno di avvicinarsi. Bulma corse direttamente fino al trono scansando chi era di intralcio e facendo lo slalom tra le coppie che danzavano.

-          - Dimmi nonna, cosa c’è?-.

-          - Cara Bulma, tu lo sai che io devo andare a Parigi, così per non far sentire la mia mancanza ti ho fatto un regalo che spero ti piacerà-.

La nonna tirò fuori un carillon molto prezioso e una chiave sulla quale c’era la scritta “insieme a Parigi”, dopodiché aprì il carillon, spiegandole che ogni volta che Bulma lo ascoltava, per non sentire la mancanza della nonna doveva immaginare che fosse lei a cantare. Quando si aprì del tutto comparvero due statuine che raffiguravano due persone del rango più alto dei tempi passati che danzavano a ritmo della canzone. La nonna e la piccola Bulma cominciarono a cantare la ninna nanna …

-“ Questa dolce melodia è il ricordo di sempre, tu con me, amor mio, quando viene dicembre” -.

Ma non fece in tempo neanche a ringraziare la nonna che una figura oscura e maligna si faceva spazio tra gli ospiti, che mano a mano che avanzava si scansavano mettendosi ai lati del suo passaggio.

Il padre di Bulma non era felice di quella visita, lo si notava dallo sguardo indurito e dalla mascella contratta per trattenere una smorfia di disgusto.

-          -Allora mio caro imperatore, come procede la festa?-.

-          -Ah, tu non sei stato invitato, fuori dal mio palazzo, sei solo un pazzo!- esclamò l’imperatore gesticolando notevolmente.

-          - Pazzo? Io? Se fossi stato un pazzo non sarei venuto qui per avvisarti … -.

-          -Avvisarmi? Di che cosa?-.

-          -Avvisarti che ho fatto una terribile maledizione sulla tua famiglia! Ed io non me ne andrò finché l’ultima figlia dei Brief non sarà morta! Entro due settimane tu e la tua famiglia avrete smesso di vivere! Ahahahahahah!-.

E cominciò ad incamminarsi verso l’uscita, ma quando puntò un diadema contro il lampadario questo cadde al centro della sala, uccidendo una delle invitate. La gente riunita si fece prendere dal panico e cominciò a scappare dal Palazzo Reale. Intanto anche i cittadini russi cominciavano ad infiltrarsi nella proprietà dei Brief, con il chiaro obiettivo di distruggere la famiglia dell’imperatore; la gente era apparentemente comandata dal pazzo che era arrivato a Palazzo pochi minuti prima. Nel tentativo di sfuggire dalla folla inferocita però, Bulma dimenticò il carillon nel salone principale, e non ascoltando le grida disperate della nonna andò a prenderlo. Non trovò il suo carillon, ma un ragazzo che era ancora all’interno dell’edificio, a giudicare dai vestiti che portava doveva essere uno sguattero, o comunque un servitore della famiglia imperiale.

-          -Che ci fai qui?- chiese innocentemente Bulma.

-          - Non sono affari tuoi, piuttosto salvati-.

-          -Non posso, ormai ci stanno raggiungendo!-.

Il ragazzo la prese per il polso e dopo aver aperto un passaggio nella parete la spinse con forza dentro, facendola scivolare e di conseguenza facendola uscire dal retro del palazzo. Appena uscì fuori Bulma si coprì per non farsi riconoscere e andò alla ricerca disperata della nonna. Dei poliziotti si avvicinarono al ragazzo minacciandolo di dire dov’era la granduchessa; lui non rispose e gli uomini davanti a lui lo aggredirono, fino a farlo svenire. Bulma intanto riuscì a trovare la sua nonna, ma dopo essere passate sotto un ponte, Bulma inciampò e cadde sulla neve, fermata dal braccio di quell’uomo che minacciò la sua famiglia a palazzo.

-          -Tu piccola Brief, dovrai soccombere questa notte, anche a costo di portarti con me in questo fiume!-.

Bulma lo implorava di lasciarle andare la gamba, ma non ascoltò le sue suppliche.

Intanto un pizzico di fortuna arrivò per la granduchessa perché il ghiaccio cominciò a rompersi per la pressione, e l’uomo dovette lasciare la gamba della ragazza per salvarsi. Le due ricominciarono a correre, fino ad arrivare alla stazione, prendendo per un pelo l’ultimo tram, ma la granduchessa Bulma non riusciva a salire. Tutti, compresi la nonna, le allungarono la mano per aiutarla, ma dopo aver afferrato la sua mano rincorrendo ancora il tram a piedi riuscì solo a dire:

-          -Nonna ti prego non lasciarmi!-.

La mano di Bulma lasciò quella della nonna, un tonfo e poi il buio.

 

ANGOLO DELL’OTAKU

 

Sciau beli, come la va? Scusate se non aggiorno in fretta ma è che sono un po’ presa con lo studio, spero potrete perdonarmi.

Allora, ho iniziato una nuova ff come avrete notato, e spero che come prologo sia abbastanza soddisfacente. Per coinvolgervi di più miei cari piccoli (?) amici, vi chiederò se la storia vi piace e se val la pena continuarla.

So che è solo il prologo ma ci saranno (spero) dei colpi di scena e degli inganni da parte dei nostri personaggi.

Come vi sembra?

Vale la pena continuarla?

Fatemi sapere ^.^

   
 
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