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Autore: Virgji    28/10/2012    3 recensioni
“Che ci fai qui??” domandò spontaneo. I suoi occhi verdi trasmettevano tanta tranquillità, ma anche moltissima solitudine.
“Ero venuta a cercare te..” dissi abbassando lo sguardo. Due dita affusolate mi sostennero il mento, obbligando i miei due occhi marroni a fissare due iridi verdi difronte a me. Sorrise. Capì che non mi odiava, affatto, mi voleva, voleva che fossi sua, una volta per tutte. Si alzò di scatto, in tutta la sua pronunciata altezza per poi inginocchiarsi difornte a me.
“Charlotte..” eslcamò pronunciando il mio nome lentamente. “Charoltte.. vuoi.. anzi.. puoi perdonarmi.. perodonarmi se non ho saputo amarti come avrei dovuto fare... se non sono stato accanto a te.. puoi perdonarmi per essere stato assente, per essere stato solo un'ombra su un poster, una voce in un cd.. puoi perdonarmi e accettare di ricominciare con me una nuova vita.. ??!"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPAZIO ME :)
Ciauu a tutte le Directioner che passeranno di qua.
Che ne pensate?? Vi piace papà Styles?' Ehi.. Magari Charli sarà vostra figlia(?)
Oook. Degenero. Ditemi se vi piace. Xx ;) 


Era sempre stato un idolo per me, anche se non ero mai riuscita a conoscerlo.
Mia madre mi aveva trasmesso l'amore per quel ragazzo, quello ormai uomo.
“Anche gli idoli crescono!” ripeteva sempre Lily, la migliore amica di mamma.
Era come una tradizione, come se fosse d'obbligo che io lo amassi, ma forse lo era.
Dopotutto era mio compito amare quell'uomo dai capelli castani.
Era compito mio, guardare i suoi occhi verdi, anche se da lontano, era compito mio guardarli e sorridere automaticamete.
Era compito mio credere in quel cantante, nel suo gruppo.
Era compito mio votare le loro canzoni, impararle a memoria, saltare sul letto non appena passassero nella radio. Era compito mio, ed io lo rispettavo. Rispettavo quel dannatissimo compito e rispettavo quella dannatissima persona.
Eppure lui non mi conosceva, non sapeva nemmeno che esistessi, non aveva mai visto miei capelli ricci, simili ai suoi, non aveva mai visto i miei castani e grandi occhi, non aveva mai potuto contare le mie piccole lentiggini, non aveva mai potuto sentire la mia fragile voce. Niente. Niente di niente. Niente avevo visto di lui, solo la foto ingiallita di un poster, la faccia photoshoppata di un video.
 01.02.1994.
Amavo così tanto quella data che l'avevo incisa su un lucchetto, era così importante che sul mio sbiadito muro di camera l'avevo dipinta con un rosso accesso, come se fosse stata scritta col sangue del mio cuore. Perchè quella data ERA nel mio cuore.
 01.02.2028
Amavo anche questa di data. Si, beh.. forse ancora di più, perchè era il giorno in cui avrei fatto ciò che sarebbe stato giusto fare.
Era a due passi dalla mia conquista. Si! Perchè IO DOVEVO conquistarlo. Io lo amavo, a modo mio, ma lo amavo e tutto ciò che speravo era che anche lui potesse amare me, come avrebbe dovuto fare..

“Vuoi calmarti Charli?” bisbigliò Marta sedendosi sul letto della nostra camera d'hotel.
“Come posso calmarmi?.. Sto per incontrare Harry, Harry Styles!” esclamai affondando la mia riccia testolina nel cuscino azzurro e profumato di colonia.
“Lo so, capisco, ma devi mantenere il cervello razionale, non devi dire assurdutà e devi controllarti!” mi consigliò la mia migliore amica scrutandomi con quei suoi bellissimi occhi verdi, così profondi, così luminosi, così pieni di vita.
“Hai ragione. Devo solo pensare a stare calma.. In fondo lui è solo Harry Edward Styles.” Balbettai incerta. La vidi sorridere, arruffandomi lievemente i capelli.
“Pensa che vedremo anche quel figo di Liam... Dio! Adoro quella voce, adoro lui!” eslcamò poi tenedo un grande sorriso sulle labbra.
“Per favore, sono vecchi per noi, abbiamo solo sedici anni!!!” precisai scherzando.
“Chissene frega!” sbuffò lei.
“Ma dai.. Liam è vecchio per te!!” continuai sulla mia direzione.
Mi rispose con una linguaccia, sistemandosi la camiccetta e buttando un occhio all'orologio.
“Cara la mia Charli, non so se può interessarti, ma la nostra missione sta per iniziare..” aggiunse mordendosi il labbro e provocandomi un'agitazione non solita a venirmi.
Stavo morendo dentro, la paura mi divorava e non avevo la minima idea di come uccidere lei e non me.
“Mhm.. Si! Prepariamoci!” dissi incerta, sentendo un nodo alla bocca dello stomaco farsi sempre più fitto.
Mi vestì velocemente. Semplice, come al mio solito.
Jeans attillati, maglia non troppo scollata a causa del tempo e una sportiva giacca blu.
Capelli ricci, ribelli, ovviamente sciolti, elyner blu elettrico ed una passata di mascare nero.
“Pronte!” esclamò Marta afferrandomi per un braccio e trascinandomi verso la porta.
Puoi farcela! Puoi farcela! Puoi farcela! Continuavo a ripetermi, ma senza riuscire a convincermene davvero.
Camminando per le strade di Londra il vento mi strusciava sulle guance, arrossandole ancora più di quel che già erano, le labbra si screpolavano ad ogni passaggio che la mia lingua, stressata, bagnava.
Nulla a che vedere con l'Italia. Oh, certo, l'Italia era l'Italia.
Febbraio era già l'inizio della primavera. Il freddo si placava, lasciando libertà ad un sole leggero e sbarazzino, che si affacciava dalle bianche nuvolette.
Era stato un lungo viaggio per me e Marta. Avevamo smepre sognato di venire a Londra, così, sole, soltanto noi. Ma non avrei mai immaginato quale sarebbe stata la causa, e certo, quella attuale non era tra le mie opsioni.
“Eccoci!” esclamò Marta, stringendomi la mano e facendomi sussultare.
“Ci siamo..” balbettai piano. Potevo  farcela. Dovevo  farcela.
Ci avvicinammo a quello scuro portone, respirando sempre più a fatica, ogni passo avanti che facevo.
“Ehi Charli, sta calma.. andrà tutto bene, io sono con te!” cercò di rassicurarmi la mia amica. Cercò.
“Welcome” c'era scritto sul piccolo tappeto davanti alla porta.
Osservai per qualche secondo il campanello, cercando di convincermi a suonarlo. Non ci riuscivo, forse non volevo.. Dovevo, ecco cosa, dovevo!
“Dai Charli..” insistette Marta. “Puoi farcela..” continuò.
Aveva ragione. Suonai, sentendo il cuore battere ad una velocità inimmaginabile.
Sentimmo dei passi arrivare verso quel grande blocco in legno.
Una testa castana, con qualche capello brizzolato uscì, sorridendo non appena ci vide.
Della barba incolta cresceva su quella rosea pelle e un sorriso candido era dipinto in faccia a Liam. Liam Payne.
“Ciao ragazze... avete bisogno di qualcosa?”  chiese continuando a sorridere.
“Beh.. ecco.. noi...” inziai con la mia pessima pronuncia inglese.
“Siete italiane?!” domandò lui, ovviamente accortosi della mia scarsità linguistica.
“Si!” annui Marta sicura e determinata.
“Oh” disse lui come sorpreso. “Voelte entrare?” domandò poi senza smettere per un attimo di sorridere. Sentì il cuore iniziare a ballare, capovolgendosi nella gabbia toracica e facendo anche qualche piroetta.
“Grazie, sarebbe un piacere..” disse Marta, strattonandomi per un braccio. Entrammo in quell' enorme casa, dove un profumo di incenso mi investì, obbligandomi a socchiudere gli occhi dal piacere.
“Chi era Liam??” domandò una donna dirigendosi verso l'uomo difronte a noi.
“Sono italiane!” esclamò lui scoccandole un piccolo bacio sulla fronte.
“Davvero?” esclamò lei sorpresa. Come se nessuno in quello strano posto avesse mai avuto a che fare con degli italiani.
“Si. Siamo italiane.. di Firenze..” riuscì a dire, stupendomi di me stessa.
“Oddio, che bello!” esclamò lei con due occhi che sprizzavano allegria. “Chiamiamo anche Harry..” disse poi sistemandosi il vestito che portava con netta eleganza.
In quel momento sarei voluta sprofondare, ma quando l'uomo con una camicia azzurra si fece strada scendendo dalle scale e con due fossette profonde mise in evidenza il suo sorriso, qualcosa dentro me si calmò.
… Ciao, Ciao Harry.

“E quindi siete delle Directioner?”  chiese di nuovo un Liam sorpreso.
“Si, proprio così..” annui di nuovo Marta.

“Strano che delle ragazze della vostra età siano nostre fan, ormai le nostre fanciulle sono cresciute, non credevamo di averne di così piccole..” concluse alzandosi e dirigendosi in quella che credvevo fosse stata la cucina.
“Tutto bene Harry?” chiese la donna che era seduta fino a qualche secondo prima accanto a Liam.
“Si.. ma... vorrei parlare con lei..” disse indicandomi. Il suo sguardo era perso a scrutarmi, come se già mi conoscesse, perchè forse era così. Un grido mi si strozzò in gola, quando alzandosi, mi afferrò gentilmente facendomi strada.

Seduti su un altro divano mi guardava. Non sorrideva più.
 

“Come sta?” chiese ad un tratto. “.. Come sta tua madre?!” mi meravigliò.
Fissai lo sguardo per terra, senza coraggio di alzarlo per guardare quei due occhi verdi spenti. “Bene..” balbettai. “Tutto apposto” confermai di nuovo.
“Sai, era bellissima quella sera, aveva un vestito lungo, rosso, dei tacchi alti, era semplice, eppure sembrava più grande, non credevo che avesse sedici anni.. ne dimostrava di più..
Aveva una bellissima voce, dei bellissimi occhi e delle mani morbidissime. Amavo le sue mani, amavo le sue gambe, ma amavo dannatamente la sua voce..” continuò sistemandosi più comodo.
“Non avevo nemmeno bevuto, ero consapevole, ma ero anche giovane, avevo diciotto anni.. ehh.. piccolo... proprio come te....” sorrise per la prima volta.
“Dove abitate adesso?!” chiese di punto in bianco.
“Firenze” risposii netta ma insicura.
“Che ci fai qui??” domandò spontaneo. I suoi occhi verdi trasmettevano tanta tranquillità, ma anche moltissima solitudine.
“Ero venuta a cercare te..” dissi abbassando lo sguardo. Due dita affusolate mi sostennero il mento, obbligando i miei due occhi marroni a fissare due iridi verdi difronte a me. Sorrise. Capì che non mi odiava, affatto, mi voleva, voleva che fossi sua, una volta per tutte. Si alzò di scatto, in tutta la sua pronunciata altezza per poi inginocchiarsi difornte  a me.
“Charlotte..” eslcamò pronunciando il mio nome lentamente. “Charoltte.. vuoi.. anzi.. puoi perdonarmi.. perodonarmi se non ho saputo amarti come avrei dovuto fare... se non sono stato accanto a te.. puoi perdonarmi per essere stato assente, per essere stato solo un'ombra su un poster, una voce in un cd.. puoi perdonarmi e accettare di ricominciare con me una nuova vita.. con me e tua madre.. che non ho mai smesso di amare... che non ho mai voluto dimenticare, che non ho potuto.. Vuioi darmi questa possibilità?”
Una lacrime gli rigò il volto, i suoi occhi spenti si erano ridotti a due piccole e bagnate fessure, un singhiozzo usicva di tanto intanto dalla sua perfetta voce.
“Si, Si, Si!” gridai abbracciandolo forte. Sentì il suo profumo di menta invadermi, lasciandomi inebriata da tanta bontà. Tremavo sotto quella presa forte, potente. Tremavo sentendo il suo cuore esplodergli da sotto la maglietta, esattamente come il mio.
Tremavo e piangevo. Era felicità, e io ne ero certa. Si, io ero felcie.
Rimasi abbracciata a lui per qualche minuto, impotente di staccarmi.
Poi mi ricordai della data. 01.02.1994. e mi ricordai del giorno che era. 01.02.2028.
Mi staccai lentamente, asciugandomi le lacrime sul volto.
“Me ne ero scordata...” iniziai balbettando. “Auguri .. Papà..”

SPAZIO ME :)
Ciauu a tutte le Directioner che passeranno di qua.
Che ne pensate?? Vi piace papà Styles?' Ehi.. Magari Charli sarà vostra figlia(?)
Oook. Degenero. Ditemi se vi piace. Xx ;) SPAZIO ME :)
Ciauu a tutte le Directioner che passeranno di qua.
Che ne pensate?? Vi piace papà Styles?' Ehi.. Magari Charli sarà vostra figlia(?)
Oook. Degenero. Ditemi se vi piace. Xx ;)  
sSPAZIO 

  
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