Fanfic su artisti musicali > HIM
Ricorda la storia  |      
Autore: musicaddict    13/05/2007    6 recensioni
ci sono molte storie su come la morte venga a prenderci, in fondo tutti speriamo che sia veloce e il più possibilmente indolore. io a volte spero sia quel fantomatico joe black che mi allieverebbe non di poco la sofferenza. ^^ tuttavia un poeta si è immaginato la morte attraverso i suoi occhi e io ho tratto da lui, e da un attore, l'ispirazione per una one-shot. spero vi piaccia.
Genere: Malinconico, Drammatico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

 

I suoi occhi verde intenso erano fissati in quelli di lei, impedendole di guardare dove metteva i piedi. Quegli occhi così vivi, eppure così tragicamente vuoti… pieni di espressione, eppure come morti. Non avrebbe mai detto che, un giorno, quegli occhi che l’avevano stregata al primo incrociarsi dei loro sguardi, l’avrebbero portata a quel punto.

-Dobbiamo proprio andare, Ville?- domandò Georgia con la voce che tradiva per la prima volta inquietudine. Il darkman annuì silenzioso, continuando a guardarla e a condurla con sé.

-E così non posso evitarlo…- sussurrò più a se stessa, continuando a seguire l’uomo che la conduceva per mano lungo quel sentiero oscuro che non le era consentito di conoscere. Ville non avrebbe mai risposto alle sue parole, ormai l’aveva capito. Nel silenzio di quella passeggiata tetra, i pensieri di Georgia vagarono nel passato più recente, risalendo all’incontro con lui.

Lo vedeva appollaiato su una sedia vicino al suo letto all’ospedale, l’unica visita che riceveva dopo tanto tempo: gli altri avevano ormai rinunciato a confortarla nel suo dolore. Non lo conosceva direttamente, soltanto attraverso i numerosi giornali che parlavano di lui. Ville Valo, il cantante del gruppo finlandese degli HIM, la osservava mentre riapriva gli occhi dopo una lunga notte mal trascorsa.

Come tutte le altre notti.

Nonostante lei lo guardasse decisamente confusa, Ville non smise un attimo di concentrare i suoi occhi in quelli neri di lei. Quel verde intenso… gli occhi più belli che avesse mai visto, decisamente più magnetici e ammalianti delle loro copie su carta patinata. Ne era rimasta stregata, incapace di distogliere l’attenzione da quelle iridi così…

Non era mai riuscita a trovare un aggettivo adatto a descrivere tutte le sensazioni che riceveva da quegli occhi. Erano un insieme di emozioni, desideri, angosce, vizi repressi, paure nascoste o dimenticate… L’unica cosa che sentiva chiaramente guardandoli era un immenso desiderio di urlare. Non un urlo di paura, né di rabbia, ma un semplice urlo liberatorio, che le concedesse la libertà da tutto quel dolore lasciandola leggera e serena. Sollevata.

Ville era rimasto appollaiato sulla sedia per mesi interi, standole sempre affianco, confortandola con lo sguardo. La cosa strana era che lui non le aveva mai rivolto la parola. Non aveva mai aperto bocca, l’unica interazione che avevano avuto era stato il continuo scambio di sguardi. Ma quella mattina era cambiato tutto.

Ville aveva deciso che era giunto il momento di andare oltre e aveva afferrato la mano di Georgia, invitandola ad alzarsi da letto dell’ospedale. La ragazza aveva accettato intimorita dalla presenza dell’uomo, ma più lui la guidava fuori da quella stanza malata, più lei si sentiva a suo agio, confortata, serena. Leggera.

La condusse in bagno dove le fece trovare un vestito particolare: di raso nero con striature verdi, lungo fino ai piedi, allacciato elegantemente dietro al collo. Dopo averlo indossato, Georgia si guardò allo specchio e spalancò la bocca per la sorpresa: i suoi capelli erano tornati, lunghi e corvini come un tempo, raccolti in un’acconciatura antica, molto elegante. Si sentiva bellissima, come se l’avessero preparata per un’occasione speciale. Un sorriso le increspò le labbra, e allora Georgia vide. Non era più un sorriso normale, non giungeva agli occhi lasciandoli spenti e vacui, come ciechi. Erano gli occhi di Ville, con l’unica differenza che quelli del darkman avevano ancora una scintilla che li rendeva magnetici. I suoi erano semplicemente morti.

Lei era morta. E Ville era colui che era venuto a prenderla per portarla via.

Quella consapevolezza le piombò addosso con tutto il suo peso. Lei non esisteva più, era finito tutto, tutto il dolore era cessato, le occhiaie violacee se n’erano andate, i capelli caduti dopo l’inizio della chemioterapia erano ricomparsi, l’angoscia era sparita lasciando il posto alla tranquillità… eppure sentiva che non era ancora finito, che lei non era ancora veramente pronta a ciò.

-Tu sei la Morte, Ville?- domandò ancora cercando di colmare il silenzio che l’affliggeva. Anche questa volta dalla bocca del cantante non uscì una sola parola, semplicemente annuì nuovamente sempre impedendole di staccare i suoi occhi dalle iridi verdi.

-Allora sono felice che sia tu. Avevo paura di come sarebbe stato.- disse infine Georgia, abbandonandosi completamente a quel magnetismo e lasciando che Ville la condusse oltre. Sempre più giù, sempre più giù.

Finalmente la pace.

 

 

 

 

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

 

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-

questa morte che ci accompagna

dal mattino alla sera, insonne,

sorda, come un vecchio rimorso

o un vizio assurdo. I tuoi occhi

saranno una vana parola,

un grido taciuto, un silenzio.

Così li vedi ogni mattina

quando su te sola ti pieghi

nello specchio. O cara speranza,

quel giorno sapremo anche noi

che sei la vita e sei il nulla

Per tutti la morte ha uno sguardo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Sarà come smettere un vizio,

come vedere nello specchio

riemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso.

Scenderemo nel gorgo muti.

         Pavese C.

QUESTA FANFICTION NON VUOLE ASSOLUTAMENTE INSULTARE I PERSONAGGI REALMENTE ESISTENTI CITATI  AL SUO INTERNO. IL MIO INTENTO E' QUELLO DI OMAGGIARLI, NON DI CALUNNIARLI.

ecco a voi una piccolissima one-shot che mi è venuta in mente durante la performance di un attore bravissimo a un'assemblea d'istituto della mia scuola qualche mese fa. mentre recitava la (bellissima) poesia di Pavese, non riuscivo a togliermi di testa gli occhi (stupendi) di Ville Valo, e così ho continuato a immaginare per tutta la durata della poesia lui che conduceva una ragazza all'aldilà. spero che la ff vi piaccia, anche se è veramente molto breve, intanto ne approfitto per fareun omaggio a questo grandioso poeta che è riuscito come pochi a smuovermi dentro. enjoy me! JULIA

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > HIM / Vai alla pagina dell'autore: musicaddict