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Autore: redalertbd    14/05/2007    20 recensioni
La parte dell'incontro tra Near e Mello che non ci hanno mostrato...
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello, Near
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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(per Kitten_21. Non pensate neanche vagamente a prendere qualcosa di tutto ciò sul serio. Menzioni di shonen ai ma non tra i personaggi principali. Parolacce)

Chi di noi arriverà per primo a Kira…

Chi di noi arriverà per primo a Kira…?

 

Le parole risuonavano nella mente di Near, mentre accoccolato al centro del complicato sistema di binari, osservava i suoi trenini giocattolo muoversi intorno a lui, appena quel tanto troppo veloci che ad ogni curva rischiavano di sbandare. Il ragazzino prodigio strinse appena gli occhi, pensieroso. Inutile rimuginare sulla sfida inconsulta che Mello, sempre il tipo competitivo, aveva fatto diventare quella indagine, meglio concentrarsi sui nuovi dati. Quindi, una delle regole sul Death Note era falsa. Applicando la sua immensa capacità di deduzione, la risposta possibile era una sola…

 

(seriamente, Mello sapeva che ci sarebbe arrivato comunque, e probabilmente cinque decimi di secondo prima di lui, con gli stessi dati e lo stesso ambiente in cui riflettere, quindi perché fare la persona insopportabile e non dirglielo chiaramente… era proprio un bambino, faceva così dai tempi delle gare di economia domestica in prima elementare alla Wammy House, da quella storia del riciclatore di bucce di patata che diceva di aver inventato per primo…)

 

E la risposta era…

 

Un fastidioso beeeeeep interruppe la sua catena di infallibili collegamente mentali. Near lanciò un occhiataccia a Giovanni. Glielo aveva detto almeno quindici volte di mettere la vibrazione per tutto ciò che non fossero le chiamate di quel bastardo supponente del finto L… non si poteva riflettere in quel posto rumoroso, figurarsi poi completare puzzle tridimensionali!

 

L’uomo si affrettò a controllare su uno schermo di cosa si trattasse, e poi si voltò verso il suo capo con aria imbarazzata.

 

“Uhm… Near? E’ Mello.”

 

“Di nuovo? Ma che vuole ancora?” Sospirò. “Vabbè, fallo entrare. Spero che non abbia deciso che la sua comparsa non è stata caratterizzata da troppo poche scenate isteriche e abbia deciso di rimediare…”

 

“No, veramente è di sotto, dal portone. Sta chiamando col videocitofono.”

 

“Eh?” Near controllò la parete di schermi e ne trovò uno che mostrava Mello, con la testa ingrandita dalla videocamera, accanto ai vasi di azalee che stavano nell’ingresso.

 

Aspetta… ma non ti avevo detto di togliere la targhetta SPK dai nomi sul citofono? Che razza di organizzazione super-segreta siamo?!”

 

“No, veramente l’aveva detto a Johnson, che però si è suicidato con una penna bic qualche giorno fa, ricorda?”

 

“Ah, già…” Near si soffermò un attimo a riconsiderare l’evento. Bisognava ammettere che verso la fine quei mafiosi avevano dimostrato fantasia…

 

BEEEEEEEEP! Mello stava premendo il tasto del citofono, la sua espressione in veloce cambiamento dal “sono infastidito” al “sono incazzato come un’attrice adolescente al primo ruolo famoso a cui stanno tardando a portare il cocktail analco-anticalorico che ha ordinato a questo party di merda dove non c’è nessuno di famoso e dov’è il mio agente comunque?”

 

Near fece un sospiro rassegnato e premette il tasto del microfono.

 

Che c’è ora?”

 

Hey, senti… questo palazzo è tuo vero?”

 

“…Sì.”

 

Quindi tu c’entri anche con i cartelli di proprietà privata vietato il parcheggio che ci sono per due chilometri tutt’intorno?”

 

“Sono solo sul marciapiede circostante, non per due chilometri, e comunque sì, questa è proprietà privata federale.”

 

“Bene, allora puoi dire a qualcuno dei tuoi dannati agenti di venire a togliermi le ganasce dalla motocicletta? Vorrei andarmene a casa, se non vi dispiace!”

 

“...Mello, hai lasciato la tua motocicletta in sosta vietata e ti hanno messo le ganasce?”

 

“No, ho ordinato ad un jet di venirmi a prendere ma non può atterrare e manderanno un elicottero. Sì, che mi ci hanno messo quelle dannate ganasce, sei sordo?!

 

“Il tuo sarcasmo è fuori luogo.”

 

“Oh, come mi dispiace. Insomma, mandi giù qualcuno o no?!?

 

“Io non c’entro con le ganasce. Di solito se ne occupano i bravi vigili di New York… aspetta un attimo.” Near riflettè per un nanosecondo. “Ma tu non eri venuto in macchina con Halle ? Cosa ci fa qui la tua moto?”

 

Uhmmmm…” Mello sembrò un attimo a disagio, ma si riprese subito mascherandolo con la sua migliore espressione da gattino offeso. “L’avevo lasciata qui quando mi sono messo a pedinarla per trovare il suo nuovo appartamento. Attirava troppo l’attenzione e l’ho sostituita con un Ciao che ho… preso in prestito.

 

“Vuoi dirmi che l’hai seguita da qui a casa sua per poi farti riportare qui?” Near ripetè le cose lentamente, tanto per essere sicuro di non sbagliare.

 

“…è così difficile da credere?! Questo palazzo sembra un dannato centro estetico,” lanciò un’occhiata sprezzante alle azalee “Non c’era niente di strano che ci venisse ogni giorno a passarci delle ore, conoscendola! E non è questo il punto!”

 

“…Ti sei sentito almeno un po’ idiota, vero?”

 

“MA CHE CAZZO TE NE FREGA DI COME MI SIA SENTITO E COMUNQUE NO, NON ESSENDO TUTTI DEI DANNATI ROBOT COME TE CAPITA DI SBAGLIARE E NON C’è NIENTE DI MALE, MA QUESTO NON C’ENTRA!!!! VOGLIO SOLO LA MIA FOTTUTA MOTO, CAZZO!!!!!

 

“Anche il tuo linguaggio sboccato è fuori luogo. Near si tappò le orecchie e guardò altrove per evitare di leggere il labiale degli smodati insulti che seguirono.

 

“In ogni caso, te l’ho detto. Vai dalla polizia, lascia un nome falso, paga la multa e recupera il motorino dal loro garage.

 

“E’ una motocicletta! E ci vorranno giorni, una settimana almeno!”

 

“Soffro per te.”

 

“No, senti…” Mello si guardò intorno e poi avvicinò il viso alla videocamera, provocando una deformazione prospettica tale da suscitare un piccolo mancamento in Near. “Non posso aspettare! Lo sai cos’è questa motocicletta?! E’ un Harley con motore originale del ’71, serie con la cromatura limitata e numerata, un pezzo unico! Ed è tenuta benissimo!”

 

Aha…” Near recuperò le sue bamboline di carta e le forbici. La conversazione stava rasentando l’assurdo. Meglio tornare a ritagliare i vestiti di Anna dai capelli rossi.

 

Ed è…” Mello fece un profondo respiro. “E’ la moto di Matt. Gliel’ho presa in prestito.”

 

Near alzò gli occhi, colto di sorpresa.

 

Matt? Occhialoni indecenti-nintendo dipendente Matt? Quello che ti viene dietro dalla quarta elementare?”

 

“Proprio lui.” Mello sembrava sinceramente abbattuto. “Dopo l’esplosione ero col culo per terra e sono andato a chiedergli una mano…”

 

Near scosse la testa, un’espressione incredula disegnata sul volto. “Ma sei proprio indecente! Lo sai che quello farebbe tutto per te, ha pure sabotato il mio modellino di pianeta terra con separazione in movimento della pangea in prima media, pur di attirare la tua attenzione. Tentativo fallito, mi preme sottolineare, perché prevedendo incidenti avevo approntato delle misure di sicurezza.”

 

“La canna del gas deviata e quattro accendini, alla faccia delle misure di sicurezza…”

 

“Ma accuratamente progettate affinché la fiammata fosse direzionata e non danneggiasse nulla a parte il malintenzionato.

 

E la donna delle pulizie.”

 

“Non è questo il punto. Insomma, ti stai approfittando di lui in questo modo? Gli hai preso la motocicletta?”

 

Mello tossicchiò “E, uhm, mi faccio ospitare a casa sua, uhm.”

 

Ma sai che sei proprio una piattola? Che poca considerazione per i bisogni degli altri… E lui che è così puro nei suoi sentimenti, e disinteressato… ti ricordi di quando si prese la colpa dell’incidente con il generatore a idrogeno e la maionese? O di quando distraeva il prof durante le simulazioni di scena del reato perché tu potessi inquinare le prove?”

 

“…Anni di mafia mi hanno reso duro ed insensibile, ok? E’ stato il prezzo della mia vendetta!”

 

“Insieme al boa e ai pantaloni di pelle?”

 

“Insomma! Matt è via per qualche giorno, non sa che gli ho rubato le chiavi, se succedesse qualcosa alla moto sarebbe distrutto e, ecco, avrebbe un buon motivo per farmi sentire in colpa e la situazione potrebbe farsi imbarazzante, sai, vivendo nella stessa casa e tutto quanto… potrebbe farsi… un po più insistente su certe cose, certi… approcci.”

 

Ribadisco che quei pantaloni non aiutano a scoraggiarlo.”

 

Mello era sull’orlo della disperazione. “…per favore…”

 

Mmmh.” Near ponderò su cosa potesse fare del suo rivale, ora che lo aveva in una posizione di evidente svantaggio. Un sorrisetto quasi diabolico gli si disegnò sul volto.

 

Mello?”

 

“Che c’è!?

 

“Fai quella cosa.”

 

“Eh? Ma che…” Capì all’improvviso. “No. No, ti prego, non puoi chiedermi questo…”

 

E invece posso. Ed è dai tempi delle scommesse perse alla Wammy che non mi godo quello spettacolo.”

 

“Ti supplico… non ho il vestito adatto…!”

 

Va benissimo così come sei. Oppure” Near guardò altrove “ti posso lasciare con le ganasce.

 

“…maledetto...”

 

Ma soddisfatto.” Near continuava a sorridere. “Avanti, fallo.”

 

Mello gemette, passandosi le mani sul viso. Poi, rassegnato, fece un paio di passi indietro, e si mise in posizione. Aprì la bocca e…

 

I membri rimasti dell’SPK osservarono francamente terrorizzati il loro giovane capo, genio precoce di fama presto mondiale, che si rotolava per terra ridendo come una iena mentre Mello saltellava qua e là cantando:

 

Com’è bello far l’amore da Trieste in giù

L’importante e farlo solo con chi hai voglia tu

Tanti auguri…

 

Finita la canzone Near si rialzò asciugandosi gli occhi. Mello guardava la videocamera moralmente distrutto.

 

“Contento? Mi fai andare adesso?”

 

“…sì” Near soffocò le ultime risatine. “Lester? Per favore puoi prendere quel piede di porco nello stanzino e andare a dare una mano a questo disgraziato?”

 

Lester si affrettò ad ubbidire, mentre Mello esclamava nel citofono “Piede di porco? Sai, vero, che se Matt ci trova un graffio sono nella merda uguale? Aspetta, da dove sta uscendo…” Sparì dalla visuale del videocitofono, e Near scosse la testa, tornando serio. Come diceva prima, che bambino.

 

Dunque, cosa stava facendo? La regola del Death Note, sì, e poi…

 

Ah, già! Le bamboline di carta.

 

  
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