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Autore: ladyme    29/10/2012    4 recensioni
Sento dei passi al di là della porta, alzo gli occhi: Lanie.
Si butta in ginocchio per terra, mi guarda incredula. I vicini devono aver sentito i colpi e aver chiamato la polizia. Lui non si è neanche degnato di usare il silenziatore, voleva che fosse una cosa plateale, voleva che si sapesse che lui era stato lì.
«È finita». Sono le uniche parole che riesco a pronunciare.
Missing Moment di Breathe - Il suo respiro sulla mia pelle
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Breathe'
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Now I die kiss your tender lips

Goodbye and pray to God who hears my cry

Vesper’s Goodbye – Nick Jonas

 

 

Le luci dell’appartamento sono accese, sorrido tornando a guardare la strada.

È già a casa, pensavo che anche questa sera avrebbe fatto tardi, ultimamente prima delle undici rientra mai.

Mi mordo il labbro guardandomi attorno sperando che nessuno posso leggere i miei pensieri per niente casti. Ho voglia di fare l’amore con lei in ogni angolo della casa, ho voglia di stare dentro di lei, ho voglia di Kate, del suo sapore, del suo odore.

Finalmente stasera sarà di nuovo mia.

Entro nel palazzo, saluto il portiere con un cenno, è nuovo credo, non l’ho mai visto prima, ma non m’importa, quasi saltellando entro nell’ascensore.

È sempre stato così lento?

Le porte si aprono, il corridoio sembra interminabile. Mi fermo davanti alla porta, cerco di percepire i rumori all’interno dell’appartamento, non c’è rumore di tacchi.

Sorrido pregustando l’idea di trovarla in camera con addosso solo un intimo molto sexy e succinto, uno di quelli che nasconde al fondo del secondo cassetto e di cui in occasioni normali si vergognerebbe solamente a parlarne.

Oggi manca un mese esatto al matrimonio.

«Kate sono tornato», dico buttando la giacca sul divano. «Rispondi, dai lo so che sei a casa. Qui ci sono pistola e distintivo». Accarezzo la pistola, lo faccio ogni volta. Ci ha salvato in più di un’occasione, le sarò debitrice a vita. «Ho capito vuoi giocare». Rido facendo finta di cercarla per il salotto o sotto il bancone della cucina. «Mmm chissà dov’è la Detective Beckett. Detective? Detective avrei bisogno di essere perquisito».

La luce dello studio è accesa, me ne ero accorto subito.

«Va beh vuol dire che andrò a scrivere un po’, se mi cerchi sono nello studio». Mi sento uno stupido a volte a fare queste piccolo commedie ma la divertono, e io amo vederla ridere.

«Oh guarda chi c’è…» dico ancora prima di vedere all’interno dello studio. «Oh merda Kate!». Mi butto per terra, Kate è sdraiata in una posizione innaturale, gli occhi sono spalancati e mi fissano spaventati. «Kate! Kate! Mi senti?». La scuoto. È impassibile al mio tocco. «Kate sono io Rick. Kate ti prego reagisci». La mia mano è sporca di sangue, il suo petto è pieno di sangue. «Kate ti amo». Piango. «Ti amo Kate, ti prego reagisci». Appoggio la mia testa su suo seno, il suono del suo cuore che tante notti mi ha cullato è come sparito. Silenzio fuori e dentro di lei. «Kate no…». Cerco il cellulare nella tasca dei miei pantaloni, non c’è, mi volto e il mio sguardo è catturato da lei. Non è la pistola di Kate. No, quella è al suo posto. È stato lui, l’ha lasciata lui. Allungo il braccio e la prendo in mano. La punto verso di me, all’altezza del mio cuore, tengo stretta la mano di Kate  nella mia, poi cerco il suo sguardo ormai spento e premo il grilletto.

Una. Due. Tre volte.

Tre proprio come le volte che lui le ha sparato, ma non parte nessun proiettile. La lascio cadere al mio fianco, avvolgo il corpo di Kate come per proteggerlo, le chiudo gli occhi e la stringo a me. I miei vestiti si macchiano del suo stesso sangue, il mio corpo si raffredda a contatto con il suo e il mio respiro si perde.

Sento dei passi al di là della porta, alzo gli occhi: Lanie.

Si butta in ginocchio per terra, mi guarda incredula. I vicini devono aver sentito i colpi e aver chiamato la polizia. Lui non si è neanche degnato di usare il silenziatore, voleva che fosse una cosa plateale, voleva che si sapesse che lui era stato lì.

«È finita». Sono le uniche parole che riesco a pronunciare. Lei si mette a piangere, urla, sbatte i pugni al muro. Io continuo a guardare il mio amore più grande svanire.

È finita, non soffrirà più, non ci saranno più guerre, la tranquillità tornerà a regnare.

Lei starà bene lassù insieme a sua madre, riderà di me e non dovrà più cercarlo perché sarà sicura di una giustizia superiore a quella che lei non è riuscita a dare a Johanna.

Sento il pianto di Lanie calmarsi, alzo appena gli occhi vedo Ryan ed Esposito che la stringono a loro.

Mi torna in mente l’ultima frase del romanzo che ho consegnato oggi a Gina: “La vita è solo un gioco e noi abbiamo perso”. Rook lasciò la mano di Nikki, si voltò dall’altra parte e senza un addio, senza un ultimo saluto permise che loro vite venissero separate. Nikki lanciò per terra il caffè e pianse.

«Loro torneranno insieme, te l’ho promesso e anche noi, non sarà una cosa stupida come la morte a dividerci. Ti amo Kate e ti amerò sempre».

 

 

Rebecca Is Here:

Le montagne innevate, la stufa accesa e la cioccolata calda nella mia tazza di Brontolo.

È arrivato l’inverno o quasi.

Ho sempre voluto descrivere meglio la scena di Richard che ritrova il corpo di Kate, come anche quella in cui muore Kate, ma nella long non c’è il contesto giusto, così ho deciso di pubblicarla come missing moment.

Se vi chiedete di cosa stia parlando, questo è un missing moment della storia  Breathe – Il suo respiro sulla mia pelle” (cliccateci sopra se vi interessa).

Spero vi sia piaciuto e ringrazio chi segue la mia storia, grazie davvero.

Baci Becky

 

 

   
 
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