Now I die
kiss your tender lips
Goodbye and
pray to God who hears my cry
Vesper’s Goodbye
– Nick Jonas
Le luci dell’appartamento
sono accese, sorrido tornando a guardare la strada.
È già a casa, pensavo
che anche questa sera avrebbe fatto tardi, ultimamente prima delle undici rientra
mai.
Mi mordo il labbro
guardandomi attorno sperando che nessuno posso leggere i miei pensieri per
niente casti. Ho voglia di fare l’amore con lei in ogni angolo della casa, ho
voglia di stare dentro di lei, ho voglia di Kate, del suo sapore, del suo
odore.
Finalmente stasera
sarà di nuovo mia.
Entro nel palazzo,
saluto il portiere con un cenno, è nuovo credo, non l’ho mai visto prima, ma
non m’importa, quasi saltellando entro nell’ascensore.
È sempre stato così
lento?
Le porte si aprono, il
corridoio sembra interminabile. Mi fermo davanti alla porta, cerco di percepire
i rumori all’interno dell’appartamento, non c’è rumore di tacchi.
Sorrido pregustando l’idea
di trovarla in camera con addosso solo un intimo molto sexy e succinto, uno di
quelli che nasconde al fondo del secondo cassetto e di cui in occasioni normali
si vergognerebbe solamente a parlarne.
Oggi manca un mese
esatto al matrimonio.
«Kate sono tornato»,
dico buttando la giacca sul divano. «Rispondi, dai lo so che sei a casa. Qui ci
sono pistola e distintivo». Accarezzo la pistola, lo faccio ogni volta. Ci ha
salvato in più di un’occasione, le sarò debitrice a vita. «Ho capito vuoi
giocare». Rido facendo finta di cercarla per il salotto o sotto il bancone
della cucina. «Mmm chissà dov’è la Detective Beckett.
Detective? Detective avrei bisogno di essere perquisito».
La luce dello studio è
accesa, me ne ero accorto subito.
«Va beh vuol dire che
andrò a scrivere un po’, se mi cerchi sono nello studio». Mi sento uno stupido
a volte a fare queste piccolo commedie ma la divertono, e io amo vederla
ridere.
«Oh guarda chi c’è…»
dico ancora prima di vedere all’interno dello studio. «Oh merda Kate!». Mi butto
per terra, Kate è sdraiata in una posizione innaturale, gli occhi sono spalancati
e mi fissano spaventati. «Kate! Kate! Mi senti?». La scuoto. È impassibile al
mio tocco. «Kate sono io Rick. Kate ti prego reagisci». La mia mano è sporca di
sangue, il suo petto è pieno di sangue. «Kate ti amo». Piango. «Ti amo Kate, ti
prego reagisci». Appoggio la mia testa su suo seno, il suono del suo cuore che
tante notti mi ha cullato è come sparito. Silenzio fuori e dentro di lei. «Kate
no…». Cerco il cellulare nella tasca dei miei pantaloni, non c’è, mi volto e il
mio sguardo è catturato da lei. Non è la pistola di Kate. No, quella è al suo
posto. È stato lui, l’ha lasciata lui. Allungo il braccio e la prendo in
mano. La punto verso di me, all’altezza del mio cuore, tengo stretta la mano di
Kate nella mia, poi cerco il suo sguardo
ormai spento e premo il grilletto.
Una. Due. Tre volte.
Tre proprio come le
volte che lui le ha sparato, ma non
parte nessun proiettile. La lascio cadere al mio fianco, avvolgo il corpo di
Kate come per proteggerlo, le chiudo gli occhi e la stringo a me. I miei
vestiti si macchiano del suo stesso sangue, il mio corpo si raffredda a contatto
con il suo e il mio respiro si perde.
Sento dei passi al di
là della porta, alzo gli occhi: Lanie.
Si butta in ginocchio
per terra, mi guarda incredula. I vicini devono aver sentito i colpi e aver chiamato
la polizia. Lui non si è neanche
degnato di usare il silenziatore, voleva che fosse una cosa plateale, voleva
che si sapesse che lui era stato lì.
«È finita». Sono le
uniche parole che riesco a pronunciare. Lei si mette a piangere, urla, sbatte i
pugni al muro. Io continuo a guardare il mio amore più grande svanire.
È finita, non soffrirà
più, non ci saranno più guerre, la tranquillità tornerà a regnare.
Lei starà bene lassù
insieme a sua madre, riderà di me e non dovrà più cercarlo perché sarà sicura
di una giustizia superiore a quella che lei non è riuscita a dare a Johanna.
Sento il pianto di
Lanie calmarsi, alzo appena gli occhi vedo Ryan ed Esposito che la stringono a
loro.
Mi torna in mente l’ultima
frase del romanzo che ho consegnato oggi a Gina: “La vita è solo un gioco e noi abbiamo perso”. Rook
lasciò la mano di Nikki, si voltò dall’altra parte e senza un addio, senza un
ultimo saluto permise che loro vite venissero separate. Nikki lanciò per terra
il caffè e pianse.
«Loro torneranno
insieme, te l’ho promesso e anche noi, non sarà una cosa stupida come la morte
a dividerci. Ti amo Kate e ti amerò sempre».
Rebecca Is Here:
Le montagne innevate, la stufa accesa e la
cioccolata calda nella mia tazza di Brontolo.
È arrivato l’inverno o quasi.
Ho sempre voluto descrivere meglio la
scena di Richard che ritrova il corpo di Kate, come anche quella in cui muore
Kate, ma nella long non c’è il contesto giusto, così ho deciso di pubblicarla
come missing moment.
Se vi chiedete di cosa stia parlando,
questo è un missing moment della storia “Breathe – Il suo
respiro sulla mia pelle” (cliccateci sopra se vi interessa).
Spero vi sia piaciuto e
ringrazio chi segue la mia storia, grazie davvero.
Baci Becky