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Autore: Shinkocchi_    29/10/2012    2 recensioni
4-11-2011
"Come si trova la forza di rialzarsi quando il mondo ti cade addosso?"
[accenni MarcoxGianluca]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gianluca Zanardi, Marco Maseratti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The remain of nothing
Genere:  angst.
Parole:  724 secondo Word.
Personaggi: Marco Maseratti. Gianluca Zanardi.
Pairing: accenni MarcoxGianluca.
Rating: giallo.
Avvertimenti: AU.
Note: la fic è una AU, infatti l’ho voluta ambientare  a Genova, il giorno dell’alluvione del 4 novembre 2011.
Protagonisti sono i due giocatori della Orpheus.  Ho voluto scrivere dal punto di vista di Marco perché…beh, non so bene in realtà, ma in questo caso l’ho trovato più semplice. Non credo di avere altro da dire al momento, quindi ci si vede giù.
Buona lettura.

 
 






The remain of nothing
 

Come si trova la forza di rialzarsi quando il mondo ti cade addosso?
 


 
 
 


4-11-2011

 
 
 
È come un rombo, sordo, incontrastato, che viene da lontano, dal profondo, ma, in realtà, lontano non è.
Guardi davanti a te, con i tuoi profondi occhi verdi, la testa completamente vuota, intento ad ascoltare il suono grave del tuo cuore, che pulsa nel tuo petto senza sosta, nonostante neppure tu riesca a capire come abbia la forza di farlo.
 
Non te l’aspettavi, vero, Marco?
Non credevi di poter davvero assistere ad una scena del genere.
Di vedere la tua città ridotta in questo orrendo stato.
 
Distrutta.
Sommersa.
Squarciata.
 
Hai voglia di urlare, gridare al mondo che non si fanno certe cose, così, all’improvviso, senza un motivo preciso, ma la voce ti muore in gola, soffocata dalle urla della gente e dal continuo rumore d’acqua.
Com’è assordante…
 
Dovrebbe farti male, eppure, il tuo cuore in questo momento non prova nulla, assolutamente nulla.
Come se al suo interno vi fosse un’enorme voragine.

Ti senti in colpa per questo.
 
Muovi appena il capo, con un movimento quasi automatico, cercando attorno a te tutti quei luoghi che ti sono sempre stati così familiari.
Ed ora sono irriconoscibili.
Quasi ti sembra assurdo pensare che lì, solo ieri, le persone vivevano; e mostravano sorrisi; ed avevano sogni.
 
Come quel bar, all’angolo.
C’eri andato giusto l’altra mattina, con i tuoi amici, a fare colazione.
Spesso avevi pensato che le brioches che vendevano lì erano fra le più buone che tu avessi mai mangiato.
Pure il caffè, ripensandoci bene.
 
Ed ora come farai? Senza il caffè, né le brioches.
Sono pensieri stupidi, irrazionali e, soprattutto, egoistici, lo sai perfettamente anche tu.
Ma è l’unica cosa che ti viene in mente, ora.
 
E chissà in che condizioni sarà il campetto da calcio…
E la tua scuola? Il cento storico?
Staranno bene, i tuoi amici?
 
Rimani immobile, ancora, lo sguardo fisso davanti a te.
Ora hai una gran voglia di piangere.
Senti le persone scontrarti con violenza mentre fuggono il più lontano possibile, lanciandoti grida, urli; vogliono avvertirti di andartene di lì.
 
È pericoloso, hanno detto.
Ma il fiume è già straripato ed ha portato via tutto con sé.
Cosa può esserci di peggio allora?
 
Senti ad un tratto una mano afferrarti con forza il braccio e tirarti indietro.
“Che cazzo ci fai ancora qui, dannazione!”
Ti volti, piano, incrociando gli occhi blu di Gianluca.
L’espressione stanca, ma al contempo spaventata, i capelli corvini incollati al viso a causa della forte pioggia, gli abiti zuppi.
Ha la bocca serrata e gli occhi simili a due fiamme.
Sembra furioso, arrabbiato con te, ma non come al suo solito.
“Vuoi forse morire?!” ti chiede con tono tutt’altro che amichevole, strattonandoti.
Poi si zittisce; sembra quasi che abbia paura anche lui della risposta che potresti dargli.
Tu abbassi il viso, gli occhi lucidi, il corpo scosso da leggeri brividi “Scusa…” dici solo con un sussurro appena udibile e, tutto ad un tratto, lui sembra quasi sentirsi in colpa.
Ti accarezza il capo mentre il suo sguardo si addolcisce, stringendo un poco di più il tuo braccio.
“Andiamo, Marco.”
Te lo dice con un tono tale che tu non puoi fare altro che seguirlo, pur continuando a tenere lo sguardo rivolto a terra.
 
C’è caos ovunque e con enorme fatica riuscite ad arrivare alla stazione, dove l’acqua e la fanghiglia sono un poco meno alti.
Poi, salite sui gradini all’ingresso, dove si sono riparate altre persone, e ti ritrovi ad osservare tutti quegli autobus che, a causa del nubifragio, sono rimasti bloccati.
 
Chissà in che stato saranno il porto…le alture…
Il lungomare di Corso Italia è già stato spazzato via dalle onde a quanto dicono alcuni passanti.
Dovevi aspettartelo, in fondo.
 
Abbassi il capo, sentendo l’acqua gocciolare giù dai tuoi capelli ricci.
Come può una città aver la forza di rialzarsi dopo tutto ciò?
Come può andare avanti?
Avverti il respiro tremare impercettibilmente.
Cosa rimane ora a te, a tutti gli altri?
 
“Ci sono io qui con te”
Sussulti appena sentendo la voce del ragazzo, ma rimani immobile, senza voltarti a guardare il suo viso.
Non è il caso, adesso.
 
Chiudi gli occhi mentre ascolti le gocce d’acqua cadere con forza al suolo, sovrastando ogni rumore.
Poi, senti Gianluca stringerti la mano.
E la pioggia ti sembra un po’ meno forte.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
_*_Angolo di Shin_*_

C’è un perché, se ho scritto questa fic…o forse no. (?)
Ad ogni modo, domenica sarà il 4 novembre, e quindi sarà passato anche un anno dall’alluvione di Genova.
Io fortunatamente non ho assistito all’esondazione del Ferreggiano, ma il fatto che fosse successa una cosa del genere mi aveva davvero colpito a suo tempo.
Ed è forse per questo che ho voluto scrivere questa fic…
La scelta di loro due come protagonisti non ha un vero perché…forse perché sono italiani, forse boh… (?)
Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto fino a questo punto (?) o che vorranno recensire:D
E mi scuso nel caso la fic faccia schifo, ma mi sentivo in dovere di scriverla lo stesso.
Alla prossima.
 
Fede:D
  
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