Altra One Shot. L'ho scritta in un momento di.. di disperazione. Mi sentivo morire dentro per una notizia ricevuta, riguardante un ragazzo, e quale modo migliore di sfogarsi buttando giù qualcosa? Come avevo già spiegato, per me scrivere è un modo per sfogarmi e anche se non scrivo bene, se forse sono idee banali quelle che tiro giù, o qualsiasi altra cosa.. Lo faccio perchè mi piace, perchè mi fa sentire meglio, perchè mi libera.
Non ho praticamente nulla da dire in particolare su questa one shot, - Anzi! Sì, una cosa posso dirla. Forse può sembrare un po' confusionaria.. Non so se mi spiego, ma era il mio stato d'animo in quella frazione di tempo in cui l'ho scritta: ero confusa e un qualcosa di confuso è venuto fuori. - solo spero comunque che possa piacervi.
Chris
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What am I supposed to do now?
Perché lo aveva fatto allora? Mi amava, ma era stressato per la nostra relazione. Mi amava, ma preferiva provare del piacere con un’altra. Mi amava, ma mi aveva solo ferita. Quando finalmente pensavo di poter riuscire ad essere felice sposandolo.. c’è qualcosa, LUI mi delude nel modo peggiore che potesse esserci. Poteva fare di tutto.. ma tradirmi? La cosa che odiavo di più. La cosa che mi faceva davvero rivoltare lo stomaco solo al pensiero. Come si può tradire fisicamente e mentalmente una persona che si afferma di amare? Con che coraggio poi la si guarda in faccia? Come?
Avevo un forte conato che minacciava di farmi vomitare da un momento all’altro. Un conato strano.. nausea che non riuscivo a controllare. Sapevo che in quel momento non era collegato ai miei attacchi d’ansia o di panico, avevo qualcosa. Uscii dall’edificio e pioveva ancora a dirotto, sembrava piovesse sempre di più. Era come se il cielo stesse piangendo con me, e più soffrivo più peggiorava.
Accellerai il passo sempre di più, finchè senza rendermene conto stavo correndo sotto la pioggia senza una meta. Non vedevo nulla, le lacrime mi impedivano di vedere bene e la pioggia fitta non aiutava per niente.
“Christina! Fermati! Attenta! Ti prego!” Era ancora lui, riuscivo a sentire la sua voce alle mie spalle, abbastanza in lontananza.
Mi girava la testa e a quel punto non mi trattenni più e iniziai a piangere come non avevo mai fatto. Chiusi gli occhi una manciata di secondi continuando a correre mentre il mio cuore si spargeva pezzi a pezzi lungo il mio passaggio. Inciampai in qualcuno cadendo così per terra. Non mi mossi continuando a piangere sia per il dolore della forte botta avuta toccando il suolo, sia per tutta quella situazione. “Dio mio! Christina!” Ancora lui.. non voleva mollarmi, continuava a venirmi dietro? Quando si sarebbe stancato? Rimasi con il viso contro il marciapiede, nascosto dalle braccia. “Vattene per l’amor di Dio! Lasciami in pace!” Urlai tenendo il viso nascosto. Stava piangendo.. riuscivo a sentirlo perfettamente. Perché santissimo Dio piangeva?! Perché?! Ero io quella che era stata ferita, non lui! Perché piangeva? Mi prese in braccio senza dire una parola, prendendo a camminare per tornare indietro. Feci per fargli mollare la presa, dandogli dei colpi forti al petto, ma lui mi strinse così tanto forte a se che riuscii a sentire il battito del suo cuore che sembrava accelerato.
Ci guardavano.. tutti ci stavano guardando. Che buffoni vero? C’era tanto da guardare. Una povera ragazza disperata e tradita dal ragazzo della sua vita.
Mi riportò nell’appartamento, stendendomi sul divano. Si inginocchiò di fronte ad esso, portando una mano sulla mia. Aveva il viso bagnato dalla pioggia e le guancie arrossate come gli occhi, per via del pianto. Non disse nulla, si limitò a stringermi la mano.
Cosa dovevo fare? Volevo andarmene, alzarmi da quel divano e sparire dietro quella porta, senza che lui mi riportasse indietro, ma mi sentivo debole e le forze mi venivano a mancare.
Eccolo, un altro forte conato di vomito che mi girare di scatto verso lui, Joseph, non riuscendo più a trattenere il vomito. Restò immobile senza fiatare, dopo avergli praticamente sporcato tutti i pantaloni. Mi portai una mano sulla bocca avendo altri conati alla scena e alla forte puzza che si era sparsa. Mi alzai di scatto nonostante mi sentissi debole, correndo verso il bagno. Penso che lui invece si mise a pulire e andò a cambiarsi, mettendosi in canotta e pantaloni della tuta. Mi diedi una sciacquata al viso e tornai in salotto, appoggiandomi alla prima parete dietro di me. Tutto girava attorno a me, non mi sentivo per niente bene e non sapevo cosa fosse. Mi lasciai scivolare per terra, rimanendo con le spalle contro il muro, mentre delle lacrime ricominciavano a rigare il mio viso. Perché stavo male ulteriormente adesso? Mi portai una mano sulla pancia, chiudendo gli occhi. “Christina..” Si avvicinò a me inginocchiandosi di nuovo al mio fianco. “Lasciami..” Dissi prima che aggiungesse qualcosa. “No” Disse afferrandomi una mano. “No..” Ripeté. “Cosa vuoi ancora? Hai rovinato tutto tu..” Dissi a mezza voce tenendo la testa bassa. Ero stanca di parlare, ero stanca di tutto. Era tutto una confusione, era tutto troppo incasinato e sottosopra per me. Tutto mi era sfuggito di mano, avevo perso il controllo. “Hai bisogno di un dottore” Disse alzandosi vedendomi pallida in viso. Mi prese in braccio andandomi a mettere sul letto di camera nostra. Ma non appena varcò la porta urlai di mettermi giù, non volendo entrare lì. Si bloccò abbassando lo sguardo arrendendosi. Era lì che si era consumato il tradimento.. tra quelle lenzuola dove avevamo condiviso il nostro.. amore, se amore era, da parte mia di sicuro. Mi avviai a passo lento verso la stanza degli ospiti, andandomi a stendere sul letto di quella stanza. Non mi seguii, percui potei rimanere da sola per una buona mezz’ora, finchè non sentii bussare alla porta della stanza.
Vi entrò il mio dottore – ero rimasta sorpresa, non gli avevo detto di sì, perciò non capivo per quale motivo lo avesse chiamato, stavo bene.. almeno.. credevo. Non disse una parola entrando dietro il dottore, che mi guardò con uno sguardo un po’ dispiaciuto, come se gli facessi pena. Distolsi lo sguardo portandolo verso la vetrata che dava su tutta New York. Era uno degli appartamenti migliori con la più bella vista di tutta New York. “Cosa si sente?” Disse il dottore mettendosi al mio fianco. “Nulla” Risposi con un’aria abbastanza fredda e distaccata. “Mr Jonas, la prego.. potrebbe lasciarci soli?” Chiese il Dottore rivolgendosi a Joseph. Lui si limitò ad annuire uscendo, chiudendo così la porta. “Nausea..” Dissi prima che il dottore potesse riprendere a parlare. “Capogiri?” Chiese scoprendomi la pancia. “Sì” Non avevo voglia di parlare. “Solo da oggi?” Chiese ancora. “Sì.. – mi fermai un secondo a riflettere – a dir la verità non proprio, da una quindicina di giorni ho iniziato a sentirmi un po’ così così.. sempre con alcuni capogiri.. ma stasera mi sono sentita peggio” Dissi pensando agli altri giorni. “Quindicina di giorni?” Mi visitò controllandomi la pressione e il battito del polso. Dalla sua valigetta estrasse una piccola scatolina e quando me la porse potei vedere che si trattava di un test di gravidanza. Smisi di respirare per una manciata di secondi avendo di nuovo un altro capogiro. Cosa? Mi sentivo smarrita.. Cosa stava accadendo ancora? Lo presi sollevandomi sulle braccia. Il dottore vedendomi abbastanza debole mi aiutò ad alzarmi, aiutandomi poi ad arrivare alla porta del bagno di quella stessa camera. Vi entrai chiudendomi la porta alle spalle, lasciando il dottore in camera.
3 minuti. Dovevo aspettare solo 3 minuti e avrei avuto una risposta a tutto. Mi guardai allo specchio in attesa del risultato del test, e non riuscivo a capire chi vedessi riflessa. Ero morta dentro. Vidi per un secondo di nuovo Joseph e LEI, quella donna nel NOSTRO letto e istintivamente afferrai il porta spazzolini scaraventandolo contro lo specchio rompendolo. “Christina?!” Sentii urlare il mio nome da Joseph, che sì allarmò insieme al dottore, sentendo lo spezzarsi del vetro. Rimasi immobile con il fiato sospeso per una manciata di secondi dimenticandomi del test. Aprirono la porta di corsa guardandomi con aria preoccupata. Mi sentii improvvisamente mancare le forze chiudendo gli occhi, lasciandomi andare indietro, venendo però immediatamente afferrata da uno dei due per non sbattere la testa contro la vasca. Venni riportata a letto e riuscì a percepire solo la voce del dottore che.. “Positivo” confermava il test di gravidanza. Positivo? Aspettavo un figlio da lui? Aspettavo un figlio dall’uomo che amavo e odiavo allo stesso tempo. Dall’uomo che avrei preferito non vedere più. Aspettavo un figlio dall’uomo che sosteneva di amarmi per poi avermi tradito con un’altra. Dall’uomo che credevo sarebbe stato mio per il resto dei miei giorni. Per lui, Joseph, il ragazzo che avevo da sempre amato e a cui avevo dato fiducia e il mio cuore. Cosa doveva fare una ragazza ingenua come me? Cosa potevo voler in quel momento? Nulla.. il vuoto totale.