Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
Ricorda la storia  |      
Autore: Columbrina    29/10/2012    3 recensioni
“Screzi? Andiamo… Solo perché ci prendiamo in giro, non significa che abbiamo degli screzi …”
“Invece sì…”
“Invece no!”
La terra e l’acqua replicavano alle reciproche offensive col medesimo trasporto, quindi dovevano aspettare che una di loro scivolasse sull’altra e desse vinta all’avversaria del momento, ma fino ad allora ci sarebbero state scintille… Discrete come lo erano i loro elementi e altrettanto devastanti.
“Vedi? Non siamo neanche d’accordo nel dire se abbiamo screzi o no…”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cornelia Hale, Irma Lair
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La somiglianza individuale della terra e dell’acqua
 

 
Cornelia Hale era seduta a quello che aveva efficacemente battezzato tavolo delle trattative,poiché era lì che lei e le socie dell’allegra brigata cospiravano furbescamente per rendere un semplice pomeriggio estivo meno estenuante di quanto non fosse già.
Era lì, a rigirarsi i pollici laccati di una perfetta patina color pastello, in tinta con i suoi begli occhi e il viso misuratamente composto, che le conferiva una certa classe.
“Sembra che hai problemi di incontinenza …” esordì una voce fuori dalla sua portata, che andava ben oltre il suo limite di sopportazione.
“Ciao Irma” disse semplicemente, mentre i suoi occhi scandivano ogni singola pecca del suo grossolano bagaglio etico, che impartiva a Irma di essere sgraziata perfino quando doveva sedersi a un tavolo. Spostò la sedia con impeto stridente che fece suicidare la dignità sociale di Cornelia, che doveva far ricorso a ogni volontà provvidenziale per non dare in escandescenze.
Erano davvero agli antipodi; lo dimostravano perfino i loro elementi: acqua e terra. Che triste combinazione.
“Ho parlato a telefono con Taranee, lei non verrà…” annunciò Irma, mesta “Lo stesso vale per Will e Hay Lin …”
“Quindi siamo solo noi due …”
“Ottima deduzione”
Cornelia grugnì e prese a rigirarsi i pollici, anche se ogni tanto batteva le unghie laccate e perfette sul tavolo, seguendo fedelmente un ritmo familiare, che aveva sentito in pubblicità; mentre Irma giocherellava con la cerniera della felpa che aderiva al suo corpo in modo che somigliasse a un buffo paracadute ambulante, anche se ogni tanto riservava un’occhiata indiscreta all’andirivieni dei clienti.
“Beh… Vuoi restare tutto il giorno a dondolarti su quella sedia?”
Irma raccolse il guardingo guanto di sfida, decisa a schiaffeggiarglielo metaforicamente in pieno viso, giusto per cancellare quell’aria così composta e contenuta.
“Se iniziassimo a parlare diventerebbe un ridicolo excursus su di te e delle tue lamentele su quanto sia estenuante scegliere il colore dello smalto in base al tuo umore e al colore degli occhi, quando rimangono sempre di quella snervante sfumatura azzurra…”
“Cerulea”
“Quello che sia! Ad ogni modo… Uso il migliore espediente per distrarmi. Puoi trarre deduzioni interessanti se per un attimo esci dalla tua orbita…”
Cornelia soffocò uno sbadiglio, adagiando graziosamente la mano sulle labbra sottili; abboccando alla sua antifona come un pesce furbo, fingendo superbamente di ascoltarla.
“Per esempio?” la sfidò, incrociando le braccia come nel più sadico dei concili mafiosi e assumendo un piglio che avrebbe fatto impallidire lo stesso Corleone.
Irma prese a guardarsi intorno con fervore, approcciandosi superficialmente al concetto “indaga le parole a partire dalle cose, non le cose a partire dalle parole” e dissipando una perfetta uscita di scena con tanto di jazz square; Cornelia osservava la scena, deliziandosi in un sadico silenzio e sbattendo le ciglia da Bambi all’indirizzo della disorientata amica.
“Allora?” incalzò la bionda, rigirando il coltello nella piaga insieme ai suoi pollici.
Il viso tondo di Irma di colorò di un rosso maturo che la faceva assomigliare a una ciliegia molto adirata e sciolta nella soda caustica; meglio ancora, avrebbe voluto affondarci la bionda testa di Cornelia.
“Qui non ci sono abbastanza stimoli…”
“Sì, certo … Non mi stupisco della tua mancanza di inventiva”
Irma mostrò minacciosamente la dentatura come un orso rabbioso e batté un pugno sul tavolo, abbastanza poderoso da venir soffocato dal brusio generale; anche se chiuse gli occhi e prese a contare, con i polpastrelli che massaggiavano le tempie. Cornelia alzò un sopracciglio, perplessa dinanzi al siparietto zen della socia e che non faceva altro che enfatizzare il suo colorito rosso maturo.
“Capisco che dovrei essere abituata alle tue stranezze, ma… Che stai facendo?”
“Conto fino a dieci… Così reprimo i miei istinti omicidi”
“E questi istinti omicidi… Sono esclusiva mia, giusto?”
“Sei più sveglia di quanto immaginassi …”
Stavolta fu Cornelia a essere colta in contropiede: lo si poteva leggere, se non intravedere, attraverso la cavità a forma ovale che deformava il suo viso e le sopracciglia a forma di falci spioventi.
Irma sfoggiò, invece, una smorfia compiacente, portandosi le braccia dietro la testa a mo’ di soppalco, con le mani che affondavano nella corta e buffa capigliatura castana… Così diversa da quella fluente e bionda di Cornelia, che ricordava le fronde armoniose delle sequoie che si ergevano a Central Park.
C’erano tanti screzi tra loro. Si facevano strada fino a scavare vere e proprie crepe nelle quali non erano ancora cadute, fortunatamente.
“Senti da ciò posso evincere che noi abbiamo degli screzi…”
Irma assunse l’ennesima smorfia, un po’ più sghemba delle altre; entrando in posizione di difesa, in un certo senso: come si dice, quando l’acqua è in trappola, cerca di scavarsi l’ennesimo varco per fuggire; la terra rimane salda fino a quando non recidono le sue radici.
“Screzi? Andiamo… Solo perché ci prendiamo in giro, non significa che abbiamo degli screzi …”
“Invece sì…”
“Invece no!”
La terra e l’acqua replicavano alle reciproche offensive col medesimo trasporto, quindi dovevano aspettare che una di loro scivolasse sull’altra e desse vinta all’avversaria del momento, ma fino ad allora ci sarebbero state scintille… Discrete come lo erano i loro elementi e altrettanto devastanti.
“Vedi? Non siamo neanche d’accordo nel dire se abbiamo screzi o no…”
“Questo perché, se avessi un briciolo di umiltà e di amor proprio, non credo succederebbero queste situazioni … Mi sento a disagio …”
“Questo perché, se avessi un minimo di compostezza e di arguzia, sono certa che situazioni come questa ti scivolerebbero addosso!”
Certe volte era l’acqua a vincere sulla terra: tamburellava trasmigrando nelle gocce di pioggia, ferendola al punto che non riusciva ad assorbire lo smacco.
“Vedi che abbiamo degli screzi?” fece di nuovo Cornelia, ribadendo il concetto.
“E allora? Secondo me è un bene …”
“Non ti seguo?”
“Non capisci che le altre ne traggono un piacere sadico nel vederci litigare? Siamo come uno spettacolo di marionette, ma senza fili…”
“Sciocchezze…”
“E allora perché non sono qui?”
“Probabilmente hanno avuto qualcosa di meglio da fare…”
Altre volte la terra assorbiva l’acqua con impeto quasi assassino, impedendole ogni accesso alle sue risorse, soffocandola al punto da renderla parte integrante di sé.
Irma sbuffò pletoricamente.
“Da quanto tempo va avanti questa storia?”
“Da tanto… Credo”
Lasciarono che il tramestio inconcludente facesse da sfondo grottesco al loro bizzarro silenzio, così atipico per due personalità così forti e inconsapevolmente complementari.
Screzi che divenivano parti silenti di qualcosa di più grande.
“Che ti va di fare oggi?” esordì nuovamente Irma, comportandosi come sempre, come se non le importasse di nulla.
“Non avere screzi …” rispose prontamente Cornelia, rigirandosi le unghie perfettamente laccate.
“Allora meglio che vada”
“Sì, lo penso anch’io …”
Irma si alzò sgraziatamente dalla sedia, stridendo la gamba posteriore come se fosse in grado di scivolarvi con noncuranza, come se fosse una foglia di loto sull’acqua.
“Va bene, ma domani facciamo quello che dico io!”
Cornelia rise.
“E niente screzi”
“Questo non te lo posso promettere”
Infine arrivano quei momenti in cui terra e acqua si incontrano, lasciandosi alle spalle le intemperanze e permettendo che si nutrissero di quella verosimiglianza che le separava e le allontanava, con moti costanti e ripetitivi.
Che sciocca contraddizione.
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h. / Vai alla pagina dell'autore: Columbrina