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Autore: Anansy90    15/05/2007    1 recensioni
'Can you awake the Warrior Within...
... And emerge with your life?'
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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1.

Edo, 1700 circa...
In un nobile palazzo aristocratico, nel centro della città, si stava celebrando un funerale. Un’anziana sacerdotessa stava recitando il rito funebre e bruciando incenso per l’anima del defunto, mentre un corteo di innumerevoli amici familiari si susseguiva a fare le proprie condoglianze ai parenti del nobile Neikan, un tempo il padrone del palazzo, morto in circostanze misteriose.
Shime ascoltava con compassione mista a nervosismo le parole di circostanza rivolte con toni dolorosi. La ragazza stava a lato della famiglia del defunto ed osservava la cerimonia con aria interessata. Indossava un semplice haori nero, così come gli hakama, in segno di lutto. La sua veste era in tutto e per tutto identica a quella della vecchia che stava officiando il rito. Infatti, Shime era la sua allieva, la sacerdotessa che presto avrebbe preso il suo posto nel tempio scintoista di Edo.
Pur non partecipando attivamente, la giovane si rendeva conto di ciò che stava accadendo attorno a lei. Conosceva a memoria quell’orazione, l’aveva studiata poco tempo prima, e mentalmente la recitava anche lei, augurandosi che l’anima di Neikan riuscisse ad arrivare sana e salva al nirvana. Nel frattempo non riusciva a non pensare allo strano senso di inquietudine che aleggiava su quel luogo. Era notte, una serena notte di luna piena, e tutta quella gente ammassata all’entrata della casa sembrava provenire dal nulla. Inoltre in quella cerimonia c’era un che di forzato: la famiglia del defunto sembrava sopportare di malanimo le parole di conforto, come se quella fosse tutta una farsa.
Pian piano l’orda di persone divenne meno fitta, e a tarda notte le celebrazioni finirono. Shime si mosse volentieri dalla posizione statica che aveva mantenuto per tutto il tempo, andando verso la sua maestra.
"Venerabile Dokutsume... Vogliamo ringraziarvi per essere stata così vicina a noi e al nostro dolore, e soprattutto per aver celebrato il funerale" disse uno dei componenti della famiglia Neikan. Era un uomo piuttosto giovane, di non più di trent’anni, vestito a lutto e coi capelli castani raccolti in una specie di chignon alla base della nuca. L’anziana sacerdotessa si inchinò leggermente. "Non dovete ringraziarmi, Hatsumoto-san. Per me è stato un onore officiare le esequie in onore del vostro beneamato fratello" rispose. Shime avvertiva un senso di costruito nella sua voce, come se quelle parole non fossero spontanee. Il nobiluomo abbassò la testa, e la ragazza poteva giurare che stava sorridendo. "Bene... Vedo che non vi siete dimenticata... Ad ogni modo vi ringrazio dal profondo del cuore, anche a nome della mia famiglia" Aveva pronunciato quelle frasi con un filo di voce, ma Shime riuscì a captarne una buona metà. Di cosa non si era dimenticata? Alzò lo sguardo verso Dokutsume, che non tradì alcuna emozione che potesse tradirla. "Che la pace celeste sia con voi, Hatsumoto-san" ribatté la donna, battendo su una spalla a Shime. "Torniamo al tempio" le disse. La ragazza fissò un attimo le persone davanti a lei, e le sembrò che non fossero affatto addolorate come cercavano di ostentare. Anzi, la loro espressione era più seccata che altro. Comunque fece un lieve inchino al loro indirizzo e seguì la propria maestra lungo la strada davanti a loro.
Non appena furono uscite dal cancello del palazzo nobiliare, Shime chiese: "Dokutsume-san... A cosa si stava riferendo quell’uomo?" "Niente che possa interessarti, Shime-chan. Fidati" rispose lei, con noncuranza. "Scusatemi, è solo che... mi sembrava che tutta quella gente fosse..." cercò di dire, ma la donna la zittì con un gesto della mano. "Sono stanca, Shime. Non ho voglia di stare a parlare con te. Qualunque cosa tu voglia dirmi, sono sicura che può aspettare fino a domattina" La ragazza abbassò la testa, scusandosi con poche e incerte parole.

=^=

La nottata fu terribilmente uggiosa. Shime non riusciva a dormire, rannicchiata nel suo futon. Continuava a pensare che in quel funerale ci fosse qualcosa di losco.
Come mai la salma non era stata esposta? Perché quella gente aveva un’aria tanto annoiata e sembrava starsene in panciolle invece di provare sincero dolore per la perdita di un loro parente? Aveva un sacco di dubbi, e come se non bastasse Dokutsume si rifiutava di rispondere alle sue domande.
Rinunciando a prendere sonno la ragazza si alzò dal futon, uscendo nel piccolo terrazzo a cui poteva accedere dalla sua stanza. Cercò di riuscire a vedere qualcosa, ma il silenzio e l’oscurità della notte erano incorruttibili. In più faceva freddo. Shime fece per rientrare dentro, cercando di scaldarsi con le braccia strette attorno al corpo.
Fu allora che un rumore, una specie di remoto fruscio, ruppe l’incanto di quella notte tranquilla. La ragazza si irrigidì, cercando di captare qualcosa che le potesse indicare chi o cosa fosse a muoversi là fuori a quell’ora di notte.
Finalmente le udì. Erano delle voci.
"No...! Ti prego, fratello!" "Adesso è troppo tardi per i ripensamenti, Akira"
Akira... Quel nome non era sconosciuto a Shime...
Delle luci uscirono dal fogliame della foresta, e con la loro debole luce illuminarono il volto impaurito di un uomo. Era anziano, legato e sembrava volersi ribellare a qualcosa.
"Per favore... Farò tutto ciò che vuoi, fratello! Ti darò ogni ricchezza, anche la più grande, persino il mio palazzo, ma non portarmi là!" esclamò disperato. "Non urlare... non vorrei che tu svegliassi qualcuno... Sai benissimo che non posso ascoltarti, Akira... E poi, agli occhi della società..." La sagoma di un altro individuo, quello che stava parlando, si fece avanti sul chiarore della luce. Shime trattenne il fiato, portandosi una mano alla bocca per non gridare. Conosceva quella persona. L’aveva vista poco prima.
"... Tu sei già morto, fratellino..." sibilò Neikan Hatsumoto, senza un briciolo di pietà nella voce.
Per poco la ragazza non cadde svenuta dalla sorpresa mentre osservava la coppia sparire fuori dalla sua vista e sentiva i lamenti di protesta di Neikan Akira affievolirsi fino a spegnersi. Aveva avuto ragione a dubitare della validità di quel funerale: il ‘defunto’ era in realtà vivo e vegeto, e il pretesto della cerimonia era stato usato da suo fratello per poterlo uccidere senza destare sospetti. Ecco cosa intendeva Hatsumoto quando aveva detto quelle parole a Dokutsume...
Bene... Vedo che non vi siete dimenticata...
Un terribile dubbio irruppe nella mente di Shime: quindi la sua maestra, una sacerdotessa di indicibile onore, era complice di quel tremendo e efferato omicidio?
"Non può essere" disse tra sé, troppo sconvolta per poterci credere. Dokutsume non avrebbe mai accettato di ordire un inganno per spegnere la vita di un innocente, non lei che era così tanto devota al suo Dio.
In una decisione estemporanea, la ragazza entrò dentro al tempio e si diresse verso la stanza di Dokutsume. Non avrebbe atteso un attimo di più... Doveva sapere cosa era successo veramente, e soprattutto voleva scoprire se aveva davvero assecondato il piano per uccidere Neikan Akira.
Aprendo imperiosamente la shoji, la ragazza irruppe dentro e svegliò la donna che dormiva nel futon in un angolo.
"Dokutsume-san!" urlò, facendola sobbalzare. La sacerdotessa si svegliò di soprassalto, fissando con occhi sbarrati la figura esile e aggraziata della sua allieva. "Shime-chan! Cos’è successo?" "Oh, questo non devo dirlo io. Perché non mi spiegate voi come mai avete aiutato Hatsumoto-san ad uccidere suo fratello?"
Dokutsume assunse un’espressione stupita, poi si alzò a sedere sul futon. "Quante volte devo ripeterti che Lord Neikan è morto?!" "Ah, sì? Beh, allora devo aver appena visto il suo fantasma qua fuori" "Cosa...?" "Sapete, Neikan Akira è appena passato da qui davanti. Suo fratello lo stava costringendo ad andare da qualche parte, ma lui era contrario. Gli ha detto che per il resto della società lui era già morto!"
La faccia di Dokutsume divenne sconvolta, poi si fece colpevole. La donna abbassò la testa. "Visto che hai già scoperto tutte queste cose, perché continuare a tenertelo nascosto?" chiese. "Tenermi nascosto cosa?" Shime stava iniziando ad irritarsi. Con un sospiro, la sacerdotessa iniziò a raccontare.
"Hai ragione... Il nobile Neikan non era morto. E’ stato suo fratello a chiedermi di fare il falso funerale" "Ma perché?" "Perché doveva essere portato al castello dello shogun..."
"E che scusa è questa?" Shime non sapeva più cosa dire. "Fammi raccontare... Sapevi che l’ultimo shogun è morto in guerra, vero?" "Certo" "Da allora suo figlio si è rinchiuso nel castello e non esce più, non parla più con nessuno. Era un giovane bello e gentile, ed ora è diventato un mostro senz’anima. Ha lasciato la nazione in mano a dei nullafacenti e sta attuando uno sconclusionato piano di vendetta contro chi ritiene sia stato l’uccisore di suo padre. Si è accanito contro il consiglio di guerra, che aveva incitato lo shogun a dichiarare battaglia, e pian piano sta mandando a chiamare singolarmente ognuno dei componenti" Dokutsume si interruppe. "E allora? Se li manda a chiamare non riesco a capire cosa ci sia di tanto terribile da celebrare un funerale fasullo!" esclamò la ragazza. Era inviperita, non ci capiva più nulla e rimaneva della ferma ipotesi che la donna stesse ancora difendendo Hatsumoto. "Ti ho già detto che è completamente impazzito, mi pare... E lo dimostra nel modo più barbaramente crudele..." Dokutsume sospirò.
"Tutti quelli che vengono chiamati dal principe non tornano indietro a raccontare ciò che hanno visto. La più probabile delle ipotesi è... che lui li uccida" terminò, fissando Shime dritta negli occhi.
La ragazza si raggelò, portandosi una mano tremante alla bocca, in preda allo shock. Non avrebbe mai immaginato che l’erede al trono fosse matto sul serio. "Dokutsume-san... E’... E’ orribile..." balbettò. "Già... La famiglia di Neikan lo ritiene praticamente già morto..." "Ma suo fratello non poteva cercare di salvarlo, invece di fargli il funerale e spingerlo a forza verso la morte?" chiese Shime. "Tu sei troppo giovane per comprendere queste cose, Shime-chan... Ma di fronte alla sopravvivenza, anche gli affetti più grandi diventano marginali. Probabilmente Hatsumoto-san temeva che se avesse ingannato il principe, dopo sarebbe toccato a lui fare la fine di suo fratello... e ha cercato di salvarsi con l’unico mezzo che poteva" L’anziana sacerdotessa passò una mano sulla testa di Shime con fare affettuoso. La giovane rimase con lo sguardo fisso per qualche istante, poi si diresse verso la shoji, aprendola ed uscendo fuori senza una parola.
Ma come poteva Dokutsume comprendere il comportamento di Hatsumoto? Era semplicemente disumano buttare suo fratello nelle fauci del nemico solo per salvarsi! E lei, che era una sacerdotessa, nemmeno cercava di dissuaderlo! Lei aveva visto il modo brusco e quasi sadico con cui Hatsumoto aveva condotto il fratello alla dipartita, aveva udito le suppliche disperate di quella povera vittima; non poteva restarsene tranquilla nel suo tempio sapendo che la vita del nobile Neikan poteva dipendere da lei!
Shime andò nella sua stanza, si vestì e, facendo attenzione a non destare l’attenzione di Dokutsume, andò alla porta del tempio. Con un gesto deciso fece scorrere la shoji e uscì fuori, nell’aria fredda della notte, mettendosi in cammino nella direzione in cui aveva visto sparire Neikan e Hatsumoto.
Se nessuno voleva decidersi a fermare quella catena di delitti... allora sarebbe toccato a lei. Dopotutto era un’apprendista sacerdotessa, aveva abbastanza potere spirituale da riuscire a mandare a gambe all’aria quel piano diabolico.
Ormai io... sono l’unica speranza per il nobile Neikan!’ pensò nervosamente.

The Warrior Within 1 – continua

Note: Agli assidui lettori di fanfiction sarà capitato di leggere questa storia in un altro sito, inserita nella categoria di Beyblade. Premetto che io e Creao90, il nome dell’autrice che lì compariva, siamo la stessa persona. Quello è un nickname che prima usavo sempre e ho poi sostituito. Comunque, ho cancellato la fanfiction dal summenzionato sito, perché avevo preso giusto alcuni personaggi di Bey e li avevo infilati in una storia che assolutamente non fa riferimento né al celebre manga di Takao Aoki, né all’anime. Ve la ripropongo, in versione restaurata, qui nella sezione Originali, ovviamente senza i nomi tratti da Beyblade.

Spero che apprezzerete il mio racconto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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