Capitolo 7: Di Nuovo
Noi Tre Assieme
Il mattino
arrivò presto. Marco passò la mattinata a vagare per la villa senza
un scopo, come la mattina precedente. Ardach iniziava seriamente a
preoccuparsi per la salute del fratello, e intuendo il suo stato
d’animo durante il pranzo disse – Marco…pensavo che sarebbe una
buona idea andare da Rhea oggi pomeriggio: non l’ho ancora vista e
vorrei tanto salutarla-. Un sorriso enorme apparve sul viso
abbronzato del giovane romano. –Benissimo!- esclamò euforico. Così
poco dopo l’ora di pranzo si diressero alla villa della ragazza, in
compagni di Lucio, un
altro dei loro amici di infanzia. Anche lui figlio di un patrizio e
di una serva.
La nutrice
li indirizzò nuovamente verso il giardino posteriore, e Marco fece
strada agli altri due ragazzi. Si aspettava di trovarla nuovamente
nel piccolo padiglione di marmo, ma lì non c’era nessuno. Marco si
guardò preoccupato attorno, mentre un impaziente Ardach gli
sussurrava – Allora? Sei sicuro che sia qui?-. Il moro stava per
rispondergli di non allarmarsi quando intravide alle spalle del
biondino la figura slanciata e candida della fanciulla. Le sorrise
automaticamente e con un segno della mano la salutò allegramente
–Rhea! Siamo qui!- le gridò entusiasta. La ragazza si accorse della
presenza dei tre ragazzi e corse a loro incontro. Ardach si voltò in
quel momento e rimase pietrificato. Si, Marco gli aveva accennato a
quanto fosse diventa bella la piccola Rhea, ma non si aspettava fino
a quel punto! Era veramente incantevole mentre gli correva incontro,
con un semplice abitino bianco piuttosto corto, i capelli legati in
una coda alta e un sorriso da sciogliere anche il ghiaccio. Il
ragazzo si voltò allarmato verso il fratellastro che stata ghignando
e balbettò – Maledetto…non pensavo che fosse…così…-. Marco gli
strizzò un occhio mormorando – Ah…io te lo avevo detto che era
bella!-. Il biondo tornò a posare gli occhi sulla fanciulla che si
stava avvicinando – Si…ma non pensavo così
tanto!-.
Intanto Rhea
era arrivata al loro cospetto ed esclamò vivace come sempre – Marco! Non ti
aspettavo, ma che bello che sei venuto e…- puntò gli occhi
smeraldini sul bellissimo biondino accanto al romano – e…per gli
dei…Ardach!-. E così dicendo gli saltò al collo con affetto ed
entusiasmo. Ardach la strinse forte al petto e disse al settimo
cielo – Rhea! O Dei…sono così contento di vederti- la sciolse dal
poderoso abbraccio –sei bellissima!Dimmi…come stai? Quanto ti fermi?
Tuo fratello? E poi cosa...- ma venne interrotto da Marco che gli
posò gentilmente una mano sulla spalla – Calma, calma…se continui a
farle domanda non saprà come risponderti!-. Nel frattempo anche il
giovane Lucio, alto, scuro con i ricci neri, si era avvicinato
impacciatamente per dare il suo saluto all’amica di infanzia –Ciao
Rhea…ti trovo molto bene! Mi sei mancata molto…- e anche lui
l’abbracciò. Questa volta Marco sentì un nodo stringergli il petto.
Cosa poteva essere? Gli dava fastidio vedere Lucio che abbracciava
Rhea, e non capiva il motivo. Quando era stato Ardach non aveva
sentito nulla, ma ora avrebbe preso a pugni il giovane moretto per
aver solo sfiorato la pelle ambrata della ragazza. Forse perché
inconsciamente sapeva che Ardach non le avrebbe mai fatto nulla,
mentre Lucio…beh, Lucio non ci avrebbe impiegato molto prima di fare
il brillante anche con lei.
Gli sorse un dubbio…che fosse…gelosia la sua? Ricacciò
indietro l’assurdo pensiero quando il moro lasciò la prese su Rhea e
la ragazza, più luminosa del solito, esordì dicendo –Oh ragazzi…che
bello essere di nuovo tutti assieme! Ho sognato tanto questo
momento! Dobbiamo festeggiare!- e così dicendo fece un cenno a uno
degli schiavi semi nudi che si aggiravano lì attorno – Tu!- gli
gridò con voce soave e gentile, ma comunque autorevole – Portaci
qualcosa da bere! Subito!-.
Si accomodarono sui morbidi divanetti all’ombra e si
godettero la frescura.
Il pomeriggio trascorse piacevolmente tra
varie chiacchiere e risate. Con grande gioia di Marco Lucio se ne
era andato presto. Ora rimanevano solo loro tre, come un tempo.
Sempre e solo loro tre, Ardach, Rhea e lui, Marco.
Ardach era
sempre stato un ragazzo intelligente. Sua madre si era prodigata per
insegnargli la propria cultura fin dalla tenera età e il padre lo
aveva educato quasi come il figlio legittimo. Per queste ragioni si
poteva ritenere un ragazzo intelligente e sveglio, e soprattutto
molto intuitivo. Quel pomeriggio non gli sfuggì affatto che tra Rhea
e Marco c’era una profonda intesa, e un’attrazione che li portava a
cercarsi con lo sguardo e con i gesti. Con un sospiro intuì subito
che cosa doveva provare Marco in quel momento, e si decise e
lasciargli campo libero. Iniziava a sentirsi di troppo tra quei due.
Così, improvvisamente, saltò in piedi e trascinò il fratellastro
dietro a un grande albero borbottando – Vieni…ti devo parlare!-.
Lasciò la presa sulla sua tunica solo quando furono coperti dal
tronco dell’albero. – ma che ti prende?- esclamò indispettito Marco
guardando negli occhi il biondino di fronte a lui. Ardach mantenne
il suo sguardo, come sempre, e gli disse – io me ne vado…mi sento di
troppo tra voi due-. Il moro lo guardò di sbieco – Che cosa intendi
dire?-. Il gallo scrollò le spalle - Ti piace, vero?-. Marco
non era preparato a quella domanda. Stava per rispondere un “no…è
solo un’amica a cui tengo molto” ma si rese conto che suonava
proprio come una bugia. E lui le bugie non le sapeva raccontare, non
al suo migliore amico, soprattutto. Optò per la verità – Si, molto…e
con questo?-. Ardach gli sorrise paterno e gli sussurrò – Beh…allora
io qui non servo a nulla! Ci vediamo a casa!-. Marco rimase immobile
per qualche secondo, osservando il fratello andarsene. Aveva
ragione. Rhea gli piaceva moltissimo e aveva atteso tutto il
pomeriggio il momento in cui sarebbero rimasti soli.
Inaspettatamente però Ardach tornò sui suoi passi scrutando
attentamente il giovane romano, ancora immobile. Gli era venuto uno
strano timore, ed era meglio eliminare ogni equivoco fin dal
principio. Perciò il biondo passò un braccio attorno alle spalle di
Marco e gli sia avvicinò all’orecchio –Se però le fai qualcosa…- gli
sussurrò serio – Qualcosa che lei non vuole, o che le vostre
famiglie non approvano…e sai cosa intendo…- lo fissò duro – Io mando
all’aria la nostra amicizia e ti uccido, capito?-. Si staccò da lui
e gli sorrise naturalmente. Aggiunse – A parte gli scherzi…- e Marco
pensò “ma che bello scherzo…mi ha fatto veramente paura!” – cerca di
non fare niente di quello che vorresti fare veramente ! Se suo padre
lo scoprisse ti ucciderebbe lui, lo sai vero?- e dicendo questo lo lasciò
ai suoi pensieri.
Dopo qualche
secondo Marco tornò dalla ragazza, non appena Ardach se ne fu
andato. Era distesa su un divanetto con la pancia in giù, nella sua
posizione preferita. Marco si avvicinò lentamente e le si distese
accanto, ma non abbastanza vicino da toccarla. L’avvertimento di
Ardach lo aveva leggermente intimorito. Da quella posizione poteva
osservare perfettamente il corpo rilassato della ragazza. Era una
scultura bellissima, le curve sode e morbide avvolte in una candida
veste bianca molto leggera.
La vicinanza col suo corpo e il suo profumo lo mandarono
fuori controllo, e fece una gran fatica per trattenersi
dall’abbracciarla. Entrambi stesi proni sul comodo lettino si
fissarono a lungo negli occhi. Infine Marco disse – beh…siamo di
nuovo soli!-. Una banalità assoluta, ma non gli veniva in mente
altro. La ragazza sorrise e sussurrò – E già…perché non mi racconti
qualcosa di te di più intimo?-. “Io di intimo con te farei ben altre
cose, mia cara…” pensò istintivamente il ragazzo, ma appena se ne
rese conto si insultò mentalmente. –Uhm…raccontarti qualcosa, dici?
No, meglio di no! Fammi tu qualche domanda-. Rhea accettò
immediatamente l’invito ed entusiasta disse - bene! Allora…dato che
praticamente non ci conosciamo affatto…qual è il tuo miglior
pregio?-. Marco la guardò interrogativo, ma decise di rispondere
ugualmente – Il mio miglior pregio? Non saprei …ne ho talmente
tanti…-. La ragazza scoppiò in una breve risata, dicendo – Di sicuro
non è la modestia!-. Il moro annuì concorde – Assolutamente! Penso
invece che sia …la tenacia. Sono molto testardo, e ottengo sempre
quello che voglio- e la sua mente disse “e adesso voglio te!” ma
fortunatamente non lo pronunciò. – Perfetto!- dichiarò Rhea allegra
– e dimmi…qual è il tuo peggiore difetto?-. Marco finse di
accigliarsi – Come mai tutte queste domande?-. -Rispondi!- gli
intimò lei, e allora disse – Semplice…io non ho difetti!- ma notando
lo sguardo scettico della rossa si chiarì meglio – Oh…in effetti
qualcosina…tipo la presunzione. Diciamo che tendo a sottovalutare
gli altri!-. Ancora una volta Rhea rise e infine gli fece l’ultima
domanda – Lo prenderò per vero! Ultima cosa…definisciti con tre
aggettivi!-. Il bel moro ubbidì e rifletté qualche secondo. Infine
disse – Allora…sono intelligente, coraggioso e …straordinariamente
attraente!-. Questa volta la ragazza sorrise in modo diverso, quasi
malizioso. Come era apparso quel piccolo ghigno scomparve per
lasciare il posto a un’espressione di falsa offesa – Marco! Sei
sempre il solito vanitoso!-. Il ragazzo sogghignò e la incalzò
–Adesso tocca a te! Io ti ho detto qualcosa di me…ora dimmi qual è
il tuo miglior pregio!-. la ragazza ci meditò un po’ su, assumendo
una posizione involontariamente molto sensuale. Aveva alzato i
piedi, che faceva oscillare dolcemente avanti e indietro, e aveva
appoggiato l’indice al mento. Infine voltò nuovamente il viso verso
Marco e sorridendo disse – Ecco…sono una persona molto allegra e
solare… non credi?-. Marco annuì convinto, facendosi leggermente più
vicino a lei –Assolutamente!-. In effetti la “nuova” Rhea lo aveva
colpito proprio per la sua vivacità e voglia di vivere. –Eh…il tuo
peggior difetto?- si affrettò a chiedere per non rimanere incantato
troppo a lungo nel fissarle le meravigliose iridi smeraldine. Immediatamente la ragazza
disse – A beh…questa è facile! Ho tantissimi difetti!-. Subito Marco
pensò “io non lo credo affatto…” ma rimase in ascolto – Vediamo…il
peggiore dovrebbe essere il mio costante disordine. Sono
disordinatissima! Se non ci fosse Amelia non troverei mai nulla!-.
Dicendolo aveva fatto una faccia talmente buffa che Marco era
scoppiato a ridere. Non solo era bella e sensuale, ma anche
divertente e simpatica! Bene, il giovane romano non sapeva quanto
avrebbe ancora resistito prima di saltarle letteralmente addosso. La
vicinanza lo stava surriscaldando esageratamente e il suo famoso
auto controllo stava cedendo. – e quali sarebbero i tuoi tre
aggettivi per definirti?- le chiese attento alla risposta. Rhea lo
guardò negli occhi scuri e rispose – Primo, sono comunicativa.
Secondo sono ottimista e terzo…sono straordinariamente attraente!-
concluse imitando l’affermazione precedente di Marco. Ma il ragazzo,
già precedentemente provato dalla vicinanza e dal profumo di Rhea,
udendo quelle parole che aveva lui stesso pensato varie volte, non
riuscì più a connettere e per dare prova di quello che lei aveva
appena detto si sporse verso di lei per baciarla. Aveva trionfato
infine il suo istinto e le si era avvicinato per baciarla. Peccato
solo che avesse mancato il bersaglio. Al posto delle sue labbra
baciò solamente una guancia, in modo casto e senza doppi sensi. Si
ritrasse appena se ne accorse, maledicendosi un po’ per aver ceduto
all’istinto, e un po’ per non essere riuscito a baciarla sul serio.
Intanto Rhea
era arrossita leggermente e aveva continuato a parlare come se nulla
fosse – E basta…questi sono i miei tre aggettivi-. Il moro intanto
non aveva smesso di fissarla nemmeno per un istante e
improvvisamente gli venne un’idea. Questa volta si avvicinò al suo
viso lentamente e arrivato accanto al suo orecchio le sussurrò con
voce profonda e sensuale – Rhea… vorrei chiederti una
cosa…-.
Ok… so benissimo che
questo capitolo può sembrare apparentemente inutile al fine della
storia, ma in verità serve poi per capire le parti successive.
Inoltre è il penultimo capitolo di questa parte della storia…poi
dovrò aumentare il rating…^_^
Spero che non ci siano
problemi se inizio direttamente un’altra storia, che sarebbe il
seguito di questa, solo con un livello un pochetto più
alto!
Un bacio a chi legge e
commenta!
Becky