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Autore: oby86    05/07/2003    3 recensioni
un paradiso sperduto all'ombra delle acacie africane...una ragazza che deve ritrovare se stessa...un ragazzo che non sa cosa vuole in realtà dalla propria vita...la scoperta di sentirsi amati...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kenia: in un luogo che non compare nella cartine geografiche

Piccole anticipazioni per poter meglio gustare la fic.

Se non avete intenzione di leggerle, onere vostro! Potete perfettamente saltarle!!

Questa fanfiction ho pensato di cominciarla in maniera un po’ diversa dalle classiche. Ho voluto iniziare dando vita ai pensieri di una ragazza di CT anche se il suo nome comparirà un po’ più in là nel racconto…ma agli attenti lettori e appassionati fan di Holly & Benji non sarà difficile capire di chi si tratta.

Premetto che gli altri personaggi compariranno un pochino in ritardo nella seria dato che così posso mantenere un più alto livello di suspance nella fic!!

L’ambiente sarà un po’ diverso rispetto ai classici campi sterminati di erba verde dove i classici ventidue giocatori compiono gesta eroiche per poter mandare la benedetta palla in rete…anzi, diciamo pure che per almeno un paio di capitoli non si mescoleranno alcuni personaggi con il "calcio giapponese"… sono molto vaga, vero?!

Un’ultima cosa:…il fatto di ambientare quasi completamente la fic in territorio africano mi è venuto in mente rileggendo l’ottima fic di… intitolata "istinto felino" ma voglio sottolineare che non intendo usare in nessun caso i suoi personaggi, primo perché sono troppo belli da poter solo lontanamente pensare di inserirli nella mia fic, secondo perché sono esclusivamente suoi!!! E con questo credo di aver finito, vi lascio finalmente alla sospirata fic!!! (sospiro generale collettivo!!)

 

Prologo

Kenya: in un luogo che non compare nella cartine geografiche.

Ore: non precise soprattutto perché lì il tempo non si conta attraverso le lancette di un orologio ma solo ed esclusivamente con l’ausilio dei magnifici raggi solari africani.

Sognavo…cosa non lo ricordo con precisione, so solo che sognavo quello che ero un tempo…una ragazzina che non sapeva nulla sulla vita e pretendeva di continuare a viverla nello stesso identico modo, come aveva fatto per undici lunghi anni. Solamente durante gli ultimi quattro anni quando mi sono buttata anima e corpo nello studio allora avevo incominciato a ricostruirmi una vita. Tutto ha un limite, non basta trincerarsi dietro un sogno, per realizzarlo bisogna vivere in funzione di esso, ma quando vedi che le possibilità che questo si avveri sono ridotte a un numero insignificante allora puoi percorrere due sole strade, o forse, anche di più. Finora io ne provai due. Dalla prima non ebbi molti buoni risultati: la vita per me era uguale, la stessa identica monotonia mi accompagnava in ogni momento delle mie insulse giornate, casa, scuola, amici, casa…e il circolo vizioso continuava imperterrito, non curante delle mie ferite, del mio dolore, della mia stanchezza che mi accompagnavano, quasi fossero una seconda pelle. Non riesco a ricordarmi con precisione per quanto tempo continuai a vivere, o meglio, a sopravvivere in quel modo, forse fino alla fine della scuola, con l’agognato diploma e l’obbligatoria felicità che si doveva per forza mostrare in quelle occasioni. Felicità? Di certo la ostentavo con un bel sorriso allegro, ma ero ben lontana dal provarla veramente. No, la realtà è un’altra. Da quel fatidico giorno, la mia vita era cambiata: in meglio? In peggio? Non lo so, non ho mai considerato tutto quello che mi è successo come una catastrofe. Forse un’esasperante esperienza, questo sì. Fatto sta che a malapena ricordavo i miei sogni, i miei desideri, le mie speranze… praticamente ero considerata come qualcosa di scontato, la mia presenza era….come dire…normale. Già, troppo normale per i miei gusti, ma ero cambiata per lui e non potevo più dare in escandescenze come facevo un tempo. Tornando a quegli anni, forse, l’unica cosa che rimpiango è non aver mai avuto quel coraggio che adesso nel mio lavoro è la mia migliore arma. Magari non sarebbe cambiato nulla però il fatto di non sapere come avrebbero potuto evolversi le cose ogni tanto mi ritorna in mente…chissà se…

Dopo tutti questi anni che ho passato lontana da casa ho finalmente ritrovato me stessa. Annullarsi per tanti anni allo scopo di restare vicina ad una persona che a malapena si accorge della tua esistenza è veramente da incoscienti. Ma le persone fanno queste cose, quando sono innamorate. Che poi uno capisca che il suo non era essere innamorarti ma avere soltanto una cotta allucinante, cambia un po’ le prospettive, non credete? Quando si scopre questo piccolo e insignificante inconveniente il più è fatto, basta solo riuscire a gettarsi il passato alle spalle e tentare di ricominciare. Diciamo che l’Africa mi ha dato la possibilità di farlo.

Kenya

Capitolo Primo

"Una Nuova Vita"

**************

I caldissimi raggi del sole penetrarono nella mia capanna e mi riportarono alla realtà.

- Strano che mi sia messa a pensare al passato proprio oggi…Già…oggi ho davanti agli occhi, a portata di mano il sogno di quasi tutta la mia vita… finalmente questa mattina potremo liberare il mistico leone bianco all’interno del suo territorio…l’immagine dell’albino re della savana che corre libero sulla terra dei suoi avi sarà un’altra fotografia che collocherò nel mio album privato…-

Mentre ripercorreva tutte le difficili operazioni che avevano richiesto tante nottate insonni a lei e ai suoi collaboratori, il grido di richiamo di un condor le fece ricordare che era in ritardo. Velocemente uscì dalla capanna per dirigersi verso il laboratorio di analisi e ricerche dietro le cui porte si nascondeva un possente leone albino le cui ferite si erano perfettamente rimarginate grazie alle cure della provetta veterinaria. Entrata nel reparto "ricoverati" sentì un sommesso brontolio da parte dell’animale, sorridendo dolcemente gli si avvicinò e delicatamente lo accarezzò con un dito tra gli occhi. Era l’unica a cui il leone permetteva di toccarlo, tutti gli altri dovevano avvicinarglisi solamente quando era anestetizzato.

La fedeltà che lui le aveva dimostrato l’aveva ampiamente ripagata di tutti i sacrifici che aveva fatto per salvargli la zampa ferita. Infatti l’unico problema che gli animali albini avevano era di un ristretto sistema immunitario che molto spesso non riusciva a impedire il proliferare di infezioni molto gravi come quella che aveva colto il suo giovane amico. Ovviamente queste informazioni e molte altre che aveva raccolto durante i suoi più disparati interventi, avrebbero fatto parte di un dossier che stava preparando per il suo professore di veterinaria applicata, docente all’università di Tokyo, dove per quattro anni aveva studiato faticosamente tutti quei libri che erano l’incubo di molti studenti. Si potrebbe dire che nel suo campo era considerata un’esperta e molte università faceva a gare per poterla avere all’interno del loro corpo docenti ma lei si era sempre rifiutata apprezzando, invece, le offerte di lavoro che le davano i centri di ricerca sparsi per mezzo mondo. Lavorava a Danga da circa sei mesi ormai ed era diventata come una di famiglia, adottata sia dalla tribù Masai che dallo staff veterinario, composto tutto da dottori più vecchi di lei di un paio di anni.

Giusto con uno di loro si stava avviando in jeep verso il punto di ritrovo dove avrebbero liberato Simba.

- Ehi, Brad! Oggi fa più caldo del solito, non è vero? Ah, e pensare che è solo mattina…-

- Suvvia, non puoi sempre lamentarti che tanto lo so che questo lavoro ti piace, basta guardare come ti affezioni agli animali che ci portano da curare…no, Ziggie?-

- Piantala Brad! Ti avrò detto mille volte di non chiamarmi così!!! Sai che non lo sopporto…Ken!!!-

- Ahhhhhh! Basta che sennò ti rinchiudo nella gabbia con Simba e allora vediamo se mi chiamerai ancora così, ah, ah, ah!-

- Bhè, di sicuro a me non farà nulla ma non posso garantire la tua incolumità…-

- Accidenti voi due, avete finito di beccarvi come due bambini? Non si direbbe proprio che avete 23 e 25 anni!!!- la dottoressa Joy, come al solito, si intromise nelle loro "innocenti discussioni" che però mantenevano viva l’allegria, anche se quella non mancava mai.

Richiamati da Joy, i due ragazzi si guardarono sorridendo sotto i baffi dando, per una volta, una falsa soddisfazione alla loro capo gruppo.

Lentamente si voltò sorridendo verso la sua amica Joy, ripensando a quanto poco tempo aveva passato con lei e a quanto erano amiche.

La dottoressa Joyce Miller, infatti, era la responsabile delle ricerche del campo di Danga e si trovava in Africa da quattro anni, ormai era considerata dai capi del villaggio Masai parte della grande famiglia. In effetti lei aveva, nel giro di qualche mese, imparato alla perfezione il difficile dialetto e si muoveva a proprio agio tra i membri di una delle poche tribù non ancora troppo contaminate delle invenzioni e dai soprusi dell’uomo bianco. Certo, la diffidenza nei primi tempi era stata veramente difficile da superare anche se una epidemia di morbillo, a cui lei aveva brillantemente fatto fronte salvando tutti gli abitanti del villaggio, le aveva fatto ottenere una specie di riconoscimento dal grande capo che, da quel momento, la vedeva come una delle sue tante figlie.

Viceversa, Brad "Ken" Ridden lo conosceva da un po’ più di tempo avendo fatto con lui buona parte del viaggio che li aveva portati entrambi in quel villaggio semi sconosciuto. Era un abilissimo veterinario esperto nei grandi erbivori caratterizzanti della savana. Arrivati tutti e due al Centro sei mesi e mezzo fa, avevano subito familiarizzato con i Masai ma, lui ci aveva messo meno tempo di lei anche perché proveniva da un’altra parte dell’Africa dove aveva lavorato vicino a un gruppo di Boscimani. Non che fosse la stessa cosa, anzi, i due popoli sono molto diversi fra loro soprattutto per quanto riguarda il dialetto parlato e i costumi, ma si era presto adattato ai nuovi usi impostogli dal grande capo.

Si era subito guadagnato il nomignolo di "Ken" dovuto al fatto che possedeva dei biondissimi capelli. Quella zazzera ribelle gli incorniciava un viso perfetto ed un sorriso davvero accattivante. Possedeva un fisico davvero invidiabile, aveva un carattere aperto e solare ed era un vero e proprio scavezzacollo, di rado si riusciva a vederlo lindo e pulito, preferiva farsi un bel bagno nella pozza dove i suoi amati ippopotami si rinfrescavano. Diciamo che proprio per questo odiava sentirsi chiamare Ken anche se io continuo a farlo imperterrita, giusto per farlo arrabbiare.

- Ed io… Bhè, non è che ci sia molto da raccontare, molte cose ve le ho già dette anche se…

Dunque, cominciamo dall’inizio. Mi chiamo Patricia Gastby ed ho poco più di ventitre anni, sono arrivata a Danga dopo aver girovagato per mezzo mondo a farmi un po’ di esperienza e devo ammettere che mi è servita parecchio in questo posto. Sono arrivata poco più di sei mesi fa assieme a Brad e subito ci siamo messi a lavorare e a catalogare tutti gli esemplari che fanno parte del grande parco di Tanganài (so che non esiste, me lo sono solo inventato!!). In questo caso la troupe è stata veramente di grande aiuto e abbiamo subito legato con tutti, peccato che adesso siamo rimasti solo noi tre e Simba…tutti gli altri ormai sono tornati a casa loro per consegnare i rapporti che hanno stilato in questo lungo periodo.

Già…casa…Prima o poi ci dovrò tornare anch’io…il professore vorrà vedere i frutti di questo anno e mezzo…-

Una buca più profonda delle altre la distolse dai suoi pensieri e subito si voltò verso il leone bianco che, leggermente contrariato dall’inattesa buca, aveva picchiato la testa contro le assi di legno della gabbia.

- Accidenti Brad! Non puoi fare un po’ più di attenzione? Se il leone si fa male te lo faccio medicare senza anestesia-

- Va bene capo, ai suoi ordini.-

- Tornando ai miei funesti pensieri…dov’ero? Ah si, il ritorno in città. L’altro giorno mi è arrivata un’email dal mio ex professore di veterinaria applicata ai felini che mi annunciava che il centro di ricerche sarebbe intenzionato a fornirci due nuovi studenti, prossimi alla laurea. Non sarebbe una cattiva idea… mi è sempre piaciuto insegnare e farlo addirittura sul campo sarebbe la cosa migliore ma il dover tornare a casa per un periodo così lungo… Oddio un mese non è poi molto ma resta comunque il fatto che dovrei lasciare per molto tempo Simba e la cosa non mi piace. Cavolo, eppure a me manca la città con tutti i suoi comfort…da quanto tempo non mi faccio una doccia come si deve? E vogliamo parlare del gelato? Meglio non pensarci… ma si, al diavolo tutto.

Tornerò a Tokyo per il tempo necessario, sfrutterò il passaggio di Brad che anche lui deve tornare in Texas. Il National Geographic aspetta da parecchio tempo il nostro servizio sul leone albino. Avevamo già concordato che sarebbe andato solo lui, ma non mi farà domande se deciderò di partire ugualmente.-

Fortunatamente dopo la buca il viaggietto si svolse tranquillamente. Simba non fece molti problemi ad abbandonare la gabbia. Corse velocissimo senza mai voltarsi indietro, per nostra fortuna…

 

Tokyo: università "Le Scienze"

Ore: all’incirca le 12.45

- Buongiorno ragazzi! Bene, come avrete notato sul vostro banco c’è un test con determinate domande su vari argomenti. Questo test, non preoccupatevi non funge da media, servirà per scegliere due di voi da inserire in un progetto veterinario che tuttora si sta svolgendo in Kenya per un periodo della durata di circa sei mesi. La dottoressa qui al mio fianco ne è la coordinatrice e sarà lei a valutare chi potrà o non potrà partecipare. Avete un’ora e mezza di tempo, conto su di voi, non fatemi fare brutte figure, altrimenti vi boccio!!!-

Un generale risolino attraversò la classe, ma mentre i ragazzi stavano per incominciare il test, una ragazza dai capelli ramati rivolse una domanda al suo docente:

- Scusi professore? La scelta sarà effettuata solamente in base alle conoscenze veterinarie?-

- Lascia Ralph, rispondo io. Ottima domanda signorina….-

- Aoba-

- …Signorina Aoba. In effetti la scelta finale sarà fatta anche secondo ad altre caratteristiche. Una certa competenza anche in campo medico-ortopedico e una conoscenza di base del francese sono altri due criteri di valutazione. Buon lavoro, ragazzi.-

Accidenti. Non credevo di incontrare proprio lei al test. Fortuna che non mi ha riconosciuto. Strano, però. Lei ha la mia stessa età, non credevo potesse perdere un anno. Non è da lei. Mah, vediamo come se la cava nel test.

Quella stessa sera. Nella sua vecchia casa a Tokyo.

- Uffa, praticamente tutti non hanno superato il 70% del punteggio, se continuiamo di questo passo non sceglierò nessuno. Ne mancheranno venti al termine della lista…mah, meglio così, almeno non avrò dei "tirocinanti" da seguire…un momento… questo è di Amy…vediamo un po’.

Non ci credo. Oddio. Oh mio Dio. Ha preso il massimo, 100% netto, nessuna imprecisione, le risposte sono molto centrate e argute. Vediamo la sua cartella universitaria… studentessa modello non c’è che dire, ottimi punteggi, frequenta anche un corso di medicina sportiva… Bhè, ammetto che lei potrebbe essere una dei due tirocinanti.

Non ci credo. Oddio. Oh mio Dio. È una persecuzione. Tom Beker. Proprio lui doveva capitare in questo dannato corso di veterinaria?!?!?! Con un test ottimo per di più, 95%. E perfetta padronanza del francese!!! Ma tutte a me devono capitare?!?! Una fa di tutto per non ripiombare nel passato e questo che fa? La trova persino in un posto sperduto quale è Danga!!! Bene. –

Mi alzo velocemente dalla mia scrivania e mi avvio verso il telefono:

- Ralph? Ciao, si, sono Patricia. Volevo comunicarti che ho trovato i due ragazzi. Si, sono Amily Aoba e Tom Beker. Ah, eri matematicamente certo che avrei scelto proprio loro? Bene…si, si, ci vediamo domani che devo parlare anche con i due fortunati vincitori. Ciao.-

Domani sarebbe stata una giornata particolarmente lunga.

 

************

Ed eccomi qua!!! Con un’altra fic!!!

Ora vi chiederete…"ma è pazza" ebbene si!!! Anche se ho un’altra fic in allestimento, mi è venuta l’ispirazione per questa nuova fanfiction che, premetto, sarà parecchio diversa da "Ritorno da te".

Comunque se volete farmi sapere qualcosa, QUALUNQUE cosa, non esitate a scriverlo nelle recensioni e con questo…….CIAO!!!!!!!!!

Oby86

  
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