La paura vola su ali nere come la notte.
Eccola che volteggia, silenziosa e pigra come un avvoltoio. Allunga il suo collo, per scorgere la preda.
Panico. Angoscia. Terrore.
Se ne nutre, insaziabile. Ci si sente soffocare, senza via d'uscita: mentre il cuore pompa sempre più forte, ci afflosciamo impotenti.
La paura ci paralizza. E' la velenosa puntura di uno scorpione, la corda di un violino pizzicata senza riguardo più e più volte. Poi, la tensione si spezza.
E' stato tutto un sogno.
Ecco, il vero sollievo: scoprire che nulla di quanto successo è davvero reale. Si tirano via le coperte, gettandole da parte. Si salta giù dal letto e si corre al bagno, per sciacquarsi la faccia.
Ma lei è ancora lì, in attesa. Si nasconde tra le pieghe del materasso, fa cigolare l'anta dell'armadio e sbatte improvvisamente una porta.
E' reale perché siamo noi a volerla reale.
Eccola, che balla irridente alle nostre spalle: è un matto col cappello, è un uomo zoppo e dai capelli sudici. E' paura folle, senza logica.
E' la burattinaia, e noi la sua marionetta.