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Autore: msmerybolla21    30/10/2012    2 recensioni
Partecipante al contest "Una fan art per te" di Nede e Dafne18
Ambientata un anno prima della saga di Buu, questa flash racconta un incontro tra la giovane Videl e Diciassette!
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 17, Videl
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore( su Efp) e (sul Forum): Bolla12;
Paring: Videl/C17;
Rating: Giallo;
Pacchetto: Anima;
Numero: Nessuno;
Avvertimenti: Nessuno;
Genere: Fluff, Triste;
Contest: Una fan art per te, di Nede e Dafne18;
Note: Nessuna
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Lo stormire del vento fischiava nelle sue orecchie. Camminava con passo fermo, autoritario. Con le mani continuava a manovrare la sua da sempre amata pistola.
Il venticello autunnale gli si era ficcato nel cervello. Quel brusio gli frastornava l'anima, quell'anima che lui non aveva mai avuto, o che solo per poco tempo gli era appartenuta. 

Era diventato un lattina telecomandata da non ricordava nemmeno quanti anni; non ricordava nemmeno il suo vero nome, ne quello di sua sorella. 
Erano passati 5 anni da quando era tornato in vita grazie al Drago delle sette sfere, 5 anni da quando si era per sempre separato dalla vita da androide distruggi-anime e si era rintanato in una città lontana dal mondo. 
Aveva preso a vivere una vita normale, continuando ad allenarsi a combattere, ma anche a distruggere, perchè la sete di sangue era comunque alta e la sete di potere ancora di più.

Continuava a camminare lungo il ciottolato, sentendo muoversi alcuni circuiti all'interno del proprio corpo. 
Ma si era fermato di colpo quando aveva sentito una voce simile a quella della sorella, simile alla sua fermezza. 
Aveva visto due profondi occhi azzurri, azzurri come i suoi, e due lunghi codini neri, neri come i suoi capelli. 
Si erano guardati spaesati, i due, e la ragazza aveva sussultato per un attimo. 
Aveva visto la distruzione negli occhi del ragazzo che si era ritrovata innanzi e per un secondo si era pentita di aver gridato così forte, di aver gridato solo per spaventare qualcuno che l'aveva spaventata. 
I capelli del ragazzo le erano sembrati un'infinità di terrore in cui affondare e non emerge più, in cui perdersi e non tornare più indietro. In quei secondi aveva, Videl, desiderato di esplorare la sua anima, di conoscere quel uomo misterioso che si era posto davanti al suo passaggio, ma si era resa conto di aver avuto paura al solo guardarlo. 
Dal canto suo, Diciassette, aveva iniziato a ridere guardando il terrore negli occhi ghiaccio della ragazza. 
“Non hai mai visto un essere, terrestre?”. Aveva ghignato. Vedere la paura albergare nelle persone che incrociavano il suo sguardo, gli faceva provare piacere, lo stuzzicavano.
“Con quegli occhi mai...” Aveva sussurrato ansiosa la giovane, iniziando a tortura una ciocca dei suoi capelli.
Aveva avanzato di qualche passo l'androide percependo aumentare il terrore della ragazza. 
“Ma, bambina, i miei sono simili ai tuoi!”. L'aveva guardata attentamente. Aveva sbagliato a chiamarla bambina quando si era soffermato a guardare la rotondità dei suoi seni già ben sviluppati. 
Nel attimo stesso in cui aveva percepito quella frase, Videl aveva involontariamente preso ad osservare i suoi occhi, davvero molto simili ai suoi, ed era annegata nella tristezza più pura. 
La distruzione giaceva per davvero negli occhi di quel ragazzo strano. Il suo sguardo era quello di un mercenario, ne era certa; ma era mai possibile che, in quegli anni, i guerrieri ancora esistevano?

“Non sono una bambina!”. Aveva urlato, vicino al suo viso, sottolineandolo. 
“Certo, bambina, certo!”. Aveva trovato gusto nello stuzzicarla, forse le avrebbe reso la giornata piacevole, quella mocciosa.
Le aveva preso il mento tra due dita e le aveva sussurrato vicino alle labbra: "Avrai 15 anni, sei una bambina. Con un solo dito potrei disintegrarti il cervello, lo sai? Ma credo che tu l'abbia già capito, questo." Le aveva riso ancora una volta in viso, urtando il suo orgoglio. 
"Tu non hai nessun dovere di parlare così alla figlia del grande campione del mondo!" Gli aveva vomitato in faccia. Aveva preso ad odiarlo, oramai, e
 gli aveva scansato violentemente la mano dal suo viso.
"Tenace ragazza!" Le aveva detto vicino all'orecchio, sorridendole. 
Aveva pian piano iniziato ad odorare il suo profumo dolce, che sapeva di cocco.
Sbalordita da quel gesto, la piccola Videl era arrossita violentemente. Era la prima volta che qualcuno le mostrava tutte quelle attenzioni e non si sarebbe mai aspettata che quel qualcuno potesse essere un completo sconosciuto. 
Senza accorgersene, il ragazzo era arrivato, con le labbra, a sfiorare quelle di lei, che gli avevano suscitato un desiderio erotico mai provato, sconosciuto al suo corpo.

Aveva preso a baciarla, a gustare quelle linee sottili che aveva per bocca e la ragazza ne era rimasta ammaliata. Era il suo primo bacio.
Si era staccato subito dopo, ammirando quei due occhi azzurri che non si erano staccati un attimo dai suoi. 
"Piacere di averti conosciuta, terrestre!" Le aveva detto.
"Qual'è il tuo nome?" Gli aveva domandato, in trans.
"Diciassette, bambina!" Le aveva sorriso maleficamente, procurandole un brivido, per poi spiccare il volo, lontano da lei.
  
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