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Autore: Atemlos    31/10/2012    2 recensioni
Dean & Sam. Wincest accennato.
«L'aria gelida ti colpiva come piccole schegge sul viso, ed il tuo unico pensiero andava a Sam, a tuo fratello; al suo sorriso, a quello sguardo da cucciolo bastonato che buttava lì per lì quando scherzava, oppure invece quando era profondamente ferito da qualche tua parola, da un tuo stupido gesto. Cosa avresti dato per poter riassaporare quel sorriso, quell'espressione; perché nonostante Sam fosse tornato dall'Inferno, l'Inferno non aveva abbandonato il tuo Sammy: era lì con lui, ogni minuto, ogni secondo, in ogni momento.»
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Settima stagione
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Autore: Atemlos.
Titolo: I won't let you fade away.
Fandom: Supernatural.
Personaggi: Dean Winchester; Sam Winchester. {Wincest}
Rating: Giallo. 
Desclaimer: I personaggi appartengono agli aventi diritto.
Angolo Autore: Questa piccola shot è rimasta chiusa in un documento word per mesi e mesi, non convinto del suo risultato. L'ho modificata quel poco, o magari sono io ad essere stato modificato, ma l'angst dentro essa mi deprime - e non c'è cosa più bella per uno come me che deprimersi davanti ad una sua stessa fic. E avrei voluto uscisse più lunga... Chissà, magari potrò allungarla in un secondo momento, aggiungendo un capitolo.
Ad ogni modo, è ambientata -ovviamente- dopo che Sam ha riavuto la sua anima, una volta tornato dagli Inferi. Una semplice wincest, senza incest; è solo una scena che avrei voluto vedere nel telefilm, quei piccoli momenti di sano amore fraterno tra Sam e Dean (nonostante io lo consideri amore e basta).
Spero vi piaccia e buona lettura.



Sam è disteso sul letto, fissa il soffitto con occhi assenti, apparentemente immobile; il suo corpo viene avvolto da una coperta che tu stesso ti eri preoccupato di posarvi sopra, prima di abbandonare la stanza ed uscire di casa con destinazione un Take Away. Ti sei mosso con cautela, in silenzio sperando che tuo fratello non si svegliasse da quell'improvviso sonno, il quale non lo colpiva da ormai troppi giorni. Sei entrato nella tua fidata Impala, ed ha raggiunto il luogo in meno di venti minuti. Hai preso qualcosa da mangiare, con una fottuta ansia che martellava nella tua gola, pressante e fastidiosa. La testa, ti faceva un male inaudito e ti sei dovuto spesso fermare lungo il cammino di ritorno, con la speranza che due o tre minuti di ritardo non facessero alcun danno. Hai parcheggiato la tua piccola, e ti sei avviato verso l'uscio di casa. Hai respirato profondamente, tentando di scacciare altrove quell'insopportabile nodo alla gola, quella lama trafitta nel tuo stomaco, insensatamente. L'aria gelida ti colpiva come piccole schegge sul viso, ed il tuo unico pensiero andava a Sam, a tuo fratello; al suo sorriso, a quello sguardo da cucciolo bastonato che buttava lì per lì quando scherzava, oppure invece quando era profondamente ferito da qualche tua parola, da un tuo stupido gesto. Cosa avresti dato per poter riassaporare quel sorriso, quell'espressione; perché nonostante Sam fosse tornato dall'Inferno, l'Inferno non aveva abbandonato il tuo Sammy: era lì con lui, ogni minuto, ogni secondo, in ogni momento. E nulla potresti fare, perché nei suoi occhi tu possa intravedere tuo fratello, solamente lui; nessun Lucifero, nessuna fiamma sadica proveniente da quel fottuto mondo sotterraneo, abitato solamente da figli di puttana. E' a questo che pensi, mentre affondi la tua pelle nell'aria fin troppo familire di casa; cacci quel gelo fuori da quel ambiente, le guance bruciano e tirano per l'improvviso tepore alle loro molecole raffreddate. Il nodo persiste, l'aria è accarezzata da un leggero profumo che t'invade le narici, giunge alla testa e ti fa quasi barcollare: è quello di Sam. Una nuova coltellata nello stomaco, ed il puro istinto di prendere qualcosa, qualsiasi cosa ti capiti davanti, afferrarla saldamente e lanciarla, distruggerla, sbatterla contro il terreno e spaccare tutto. Una rabbia repressa, sconvolgente ed aitante, la tua. La rabbia di non poter riavere tuo fratello, di osservarlo ogni singolo attimo, e capire di non starlo osservando affatto. Quello che vedi è un involucro, Sam è da un'altra parte, Sam è con Lucifero, Sam viene torturato, Sam viene insultato, violentato da quel viscido verme. E tu, Dean, non puoi fare nulla... Nulla...
Riapri gli occhi e ti guardi attorno, il camino acceso, il silenzio invade l'ambiente. Abbandoni l'uscio, la superficie della porta sulla quale ti eri lasciato andare con veemenza; ti avvii verso la camera, tua e di tuo fratello. Arresti la corsa ad un passo dalla porta chiusa, perchè sai di non aver compiuto quel gesto, l'avevi lasciata aperta. Allunghi la mano sulla maniglia, premi con leggerezza ed entri: Sam è disteso sul letto, fissando il soffitto, apparentemente immobile. 
Tiri quasi un sospiro di sollievo, la tua mente era già pronta alla visione di sangue, del suo sangue sparso per la stanza; di quello che ne rimaneva di Sam, che compieva gesti autolesionistici per scacciare le voci del Diavolo. Invece non è così, lui resta disteso su quel letto, impietrito ad osservare il soffitto... i suoi occhi paiono tanto assenti, tanto spenti, da sembrare morti. Hai il terrore, la paura più assoluta di specchiartici dentro; perchè sai, Dean, sai che moriresti. Soffocheresti, davanti a quella visione, il cuore fermerebbe, la vista ti si farebbe annebbiata alla visione del tuo fratellino in balia delle fiamme infernali, in balia di un mostro. Semplicemente moriresti, insieme a lui. E l'idea, in fondo, non pare tanto malvagia.
«Cheeseburger con lattuga, senape e pomodoro... il tuo preferito.»Ti limiti a sussurrare appoggiandoti per un attimo allo stipite della porta, sapendo che, in realtà, il tuo Sam non è lì con te in quella stanza. Ti sposti con agonia verso quel letto, ti siedi accanto al suo corpo con lo sguardo puntato al pavimento; non siete soli, Lucifero è nella mente di tuo fratello, gli sta sussurrando l'Inferno... e tu, Dean, non puoi fare nulla perché ció non avvenga. Non puoi fare nulla per salvare il suo fratellino, quel cucciolo indifeso del quale ti sei preso cura fin da piccolo, quando vostro padre era assente e l'unico amico, genitore, compagnia eri solamente tu. Sei inutile, non puoi fare altro che osservare la sua vita scemare, il suo corpo dissolversi, la sua anima macchiarsi delle pene infernali. Tu sai cosa si prova, ci sei passato... No, invece non sai cosa si prova ad avere Lucifero nella testa, a sussurrarti ogni secondo che sei un demonio, nato per servirlo, capace a fare solamente del male a chi ti sta intorno. Avverti un lento movimento sotto le sue coperte, alzi lo sguardo verso di esse; una fugace occhiata al viso di Sam, ancora assente, ed immagini esattamente quello che stia succedendo sotto quel velo. Una mano tremante lo solleva, i tuoi occhi divengono puro orrore nel momento in cui la scena ti si presenta davanti: le sue mani - le quali svariate volte si erano posate sulle tue, tanto calde, grandi quanto morbide e perfette- abbracciano una lama, sfregandosela sulla spelle e provocando la fuoriuscita di sangue. Con furia gliela strappi dalle mani, un sussulto ti soffoca la gola quando quegli occhi si posano nei tuoi, carichi di un dolore e di una disperazione inaudita. La lancia via, lontano da quel corpo perfetto, da tuo fratello. Avvolgi i suoi palmi nei tuoi, ti macchi del suo sangue, del suo dolore. Non sai come muoverti, cosa dire per poterlo far stare meglio, per riportarlo da te; lui ti fissa supplicante, quello sguardo che hai visto cosí poche volte, che non vorresti mai si dipingesse sul suo volto. Sono bollenti, le sue mani, si aggrappano alle tue, le stringi con tutto la disperazione che si è instaurata nelle tue vene, a causa dei suoi occhi lucidi. Ti avvicini di più, ti stendi accanto a lui, i vostri sguardi incatenati; lasci una delle sue mani, e con le tue gli afferri cautamente il capo alla nuca, trasportandola sul tuo petto assieme al suo corpo... E' visibilmente dimagrito, ne resta poco di quello che erano le dimensioni di un orso, ora ne rimane solo un cucciolo, posseduto. Come quando eravate piccoli, porti una mano sulla sua schiena e lasci che le vostre membra aderiscano, lui si stringe a te e porta quella mano intrisa di sangue sul tuo braccio; un nodo allo stomaco ti uccide, mentre avvolgi quell'unione con la coperta, anch'essa reduce delle azioni di poco prima. Non sai esattamente il perché di quel gesto, ma lo fai e la cosa ti fa sentire bene, ti fa credere che anche Sam ci stia, e che Lucifero abbia abbandonato tuo fratello di fronte ai vostri sentimenti. Resti in silenzio, il calore di Sam pervade il tuo corpo, avverti il suo caldo respiro sulla pelle... Una folata d'aria calda, quando sospira il tuo nome con voce arrochita. Brividi... E porti una mano tra i suo capelli morbidi, ne annusi l'essenza e stringi sempre di più quel corpo al tuo.
«Sono qui, Sam... Sono qui...»
Continui a ripetere per un tempo indeterminato -forse tutta la notte- come se fosse una melodia, una di quelle che vostra madre vi cantava da piccoli per farvi addormentare. 
Lentamente, lasci che tutta la tua frustrazione si sfoghi, rigandoti il volto con lacrime silenziose - in un fiume di dolore, speranza, amore.
   
 
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