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Autore: ThatsClaudia    31/10/2012    5 recensioni
-Ti capisco invece, la mia vita è stata come la tua, Amber.-
-E allora perchè vuoi ripetere quest'incubo anche su di me?- Sposta i suoi occhi azzurri sui miei, ed improvvisamente lo vedo spaventato. L'ho messo di fronte alla verità, non può negare questa volta.
-Questo è il destino di una principessa, non puoi tirarti indietro.-
[...]
-Stai zitta, Amber. Quì comando io, e comando su di te, lei, e tutti gli altri presenti, chiaro?! Ed io non permetto che uno smorfiosetto si prenda la comodità di entrare in camera di mia figlia senza il mio consenso. Oppure che quest'altra smorfiosetta, si permetta di andare a spettegolare con la sua amichetta!-
-Ed io non permetto a te di comandare sulle vite degli altri. Tu hai deciso per la tua, stai rovinando le nostre!-
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Princess
Capitolo uno.









Un'altra giornata stressante. Vestiti con gonne troppo larghe, capelli sistemati a dovere e pieni di lacca, scarpe con tacco scomodissime, quella frastidiosissima coroncina che stringe le tempie, e chili di trucco sulla faccia.
Perchè si pensa che essere una principessa è una cosa bellissima, quando io la vedo come un schiavitù? 
Costretta a restare chiusa a palazzo, e se voglio uscire ho le scorte dietro, interviste su interviste, cene, pranzi, colazioni, e merende con le telecamere.
Non c'è un minuto di privacy, non esiste. Mio padre mi ha sempre detto che è questione di abitudine ma non è vero. Io in diciotto anni ancora non mi sono abituata, non ci riesco. Non faccio che invidiare le ragazze normali della mia età, escono quando gli pare, fanno quel che vogliono, hanno tante amiche e un ragazzo.
La mia vità è sempre stata difficile, non faccio che pensare a come andarmene da questo posto, a come scappare e non tornarci più. Ma è solo un sogno, è impossibile.. Con tutte quelle guardie. 
La mia casa -chiamiamola così.- è immensa, se non si sta attenti c'è anche il rischio di perdersi. Tre piani. Tutto il giorno a fare su e giù per le scale, a fine giornata mi fanno male le gambe. 
Potrei avere tutto ciò che vorrei, ma non è vero. La libertà, è la cosa che desidero di più, ma non vivrò mai come una persona normale. Avete mai visto voi una principessa camminare per le strade come una persona normale? Io no. Ma sarò la prima, la prima principessa che metterà piede fuori da palazzo e sarà "normale".
Vestiti normali, senza trucco, scarpe basse e tutto intorno a me sarà perfetto. La mia vita sarà perfetta.
-Signorina?- La voce di uno dei maggiordomi di mio padre mi distrae dai miei pensieri e con calma mi volto verso di lui.
-Sì?- 
-C'è un suo amico che la aspetta giù.- Sul mio viso compare un sorriso a trenta due denti. -Scende?- Chiede l'uomo. Annuisco e lui se ne va, chiudendo la porta. 
Mi sbrigo a vestirmi, piegando il pigiama e posandolo sulla scrivania. Esco dalla mia stanza e a passo svelto scendo tutte le scale, rischiando anche di cadere.
Quando arrivo finalmente al piano terra, lo vedo lì. Bello, perfetto, con le mani in tasca mentre si guarda intorno, nonostante la casa la sapesse a memoria.
-Liam!- Urlo io, e lui volta la testa correndo ad abbracciarmi.
-Amber!- Inspiro il suo profumo, mentre lui mi carezza i capelli.
-Mi sei mancata.-Continua lui, baciandomi la testa. -Anche tu.- Restiamo qualche minuto abbracciati. Liam era partito per finire la scuola, sono passati più di otto mesi da quando l'ho visto l'ultima volta.
-Amber.-La voce di mio padre mi fa gelare il sangue, mi stacco da Liam lentamente e poi mi volto verso di lui.
Papà alza lo sguardo dai miei occhi e si posa su quelli di Liam, che inizia a guardarlo dalla testa ai piedi.
-E tu che ci fai quì?- Chiede lui, visibilmente arrabbiato.
-Sono venuto a salutare Amber, è da tanto che non la vedevo e..-
-Sai le regole, Liam. Non puoi.- Liam abbassa lo sguardo, e il mio cuore si spezza. Come può farmi una cosa del genere?
-Papà, non puoi impedirmi di vederlo!- Mio padre sposta di nuovo lo sguardo verso di me, e mi fulmina con lo sguardo.
-Credo tu voglia restare chiusa in camera tua per un bel po', mh?- Rabbrividisco al solo pensiero. L'ultima volta che ho infranto una regola, mi ha chiusa in camera per settimane, come una criminale.
-No, è stata colpa mia.- Si intromette Liam, penetrando i suoi occhi nocciola nei miei.
-Liam ma..- Scuote la testa. -Amber non centra nulla, non la chiuda in camera.- 
-Decido io cosa fare, adesso vai.- Con un cenno del capo chiama uno dei tanti maggiordomi, che conduce Liam verso l'uscita.
Gli occhi iniziano a punzecchiare. Non può farmi questo. Non posso restare chiusa a palazzo e in più neanche vedere i miei amici!
-Harold.- Mio padre chiama uno dei suoi aiutanti, uno assunto da poco, quello più giovane. Ha la mia età, due occhi smeraldo e i ricci sempre sistemati da una parte. Vestito elegantemente per il lavoro e sempre educato.
-Mi dica.-
-Porta Amber in camera.- Tiro un sospiro di sollievo. Niente punizione.
-Sì, signore.- Viene verso di me, mi porge la sua mano destra, coperta da un guanto bianco di seta. La afferro e lui stringendo di poco la presa mi porta fino a su. 
Ma cavolo, le gambe ce l'ho!
Una volta in camera mia. Lui entra, andando verso la mia scrivania e mettendo un po' a posto.
-Non preoccuparti, ci penso io dopo.-Scuote la testa, mettendo la mia biro blu dentro il porta penne.
-Non si preoccupi, signorina.- Sospiro. -Dammi del tu, mi fai sentire vecchia.- 
Si volta verso di me, e noto quando sia carino. Beh..carino è un diminutivo.
Sorride, facendo comparire al lato della bocca due dolci fossette.
Mi siedo sul letto, mentre lui torna a sistemare.
-Non capisco come fai a lavorare per mio padre.-Dico io, sfilando il mio fermaglio dai capelli, e lasciando che i miei biondi boccoli mi scivolino sulle spalle.
-E' un lavoro, e il lavoro va fatto seriamente e con pazienza.-Risponde, prendendo il mio pigiama e posandolo nell'armadio.
-Certo, ma mio padre rende schiavi.- Lo vedo pietrificarsi, tenendo le braccia sospese in aria.
-N-non è vero, è un brav'uomo.-Bisbiglia lui, tornando al lavoro.
-Dal tuo tono di voce non direi. E poi sei giovane, perchè non ti trovi un'altro lavoro?-Scuote la testa.
-Non ci sono altri lavori. Devo farlo per la mia famiglia.-Continua lui, andando verso la porta pronto ad andarsene.
-Famiglia?- Punta i suoi smeraldi nei miei, e mille brividi mi percorrono la schiena.
-Già.- Apre la porta, uscendo. -Per qualsiasi cosa, mi chiami, signorina.- Chiude la porta alle sue spalle, e mi sento di nuovo sola.
[...]
-Ho detto di no, Amber. Tu non sai quanti pericoli ci sono là fuori.- Sospiro, a quanto pare non si fida di me.
-D'accordo, ho capito.- Abbasso lo sguardo, fissando quelle scarpe nere brillanti, con il solito tacco vertiginoso.
-..Quindi stai dicendo che la mia vita è quì dentro? Rinchiusa dentro queste quattro mura? Tu non capisci come mi sento, non lo sai!- Urlo per superare la musica alta, ma mio padre pare aver sentito tutto.
-Ti capisco invece, la mia vita è stata come la tua, Amber.- 
-E allora perchè vuoi ripetere quest'incubo anche su di me?- Sposta i suoi occhi azzurri sui miei, ed improvvisamente lo vedo spaventato. L'ho messo di fronte alla verità, e non può negare questa volta. Resta immobile, fissandomi senza alcuna emozione.
-Questo è il destino di una principessa, non puoi tirarti indietro.- Dice lui, voltandosi e andando a parlare con qualche altra persona sofisticata. Le lacrime mi appanano la vista. Mi abbasso, sfilando le mie scarpe scomode dai miei piedi, e noto che mio padre mi sta squadrando.
Alzo lo sguardo su di lui, e poi voltandomi getto le scarpe in mezzo al salotto immenso, pieno di gente invitata da lui. 
Corro su per le scale, arrivando fino alla mia camera. Mi butto sul mio letto, scoppiando a piangere.
Non è vita questa. Questo non è vivere.
Voglio andarmene da quì, voglio andare via!
Sento la porta aprirsi, ma faccio finta di nulla. Probabilmente è lui.
Si siede sul letto, carezzandomi i capelli biondi.
-Papà, lasciami in pace.-Dico, con la voce ovattata.
-Non sono papà.- Improvvisamente smetto di piangere, colpita da quella voce così bella.
Sollevo leggermente il viso, e due occhi smeraldo mi fissano curiosi.
Allunga una mano verso il mio viso, carezzandomi la guancia. Resto ipnotizzata da quel gesto inaspettato, così delicato. Sposta una ciocca bionda disordinata dietro il mio orecchio, e senza dire nulla mi butto tra le sue braccia.
-Non ce la faccio più.-Singhiozzo, tornando a piangere, bagnando la sua giacca nera lucidata a dovere.
-Non piangere, dai.- Sussurra lui, carezzandomi i capelli, stringendomi di più a lui.
Dopo qualche minuto, sciolgo quell'abbraccio, perdendomi dentro i suoi smeraldi perfetti. 
-Harold..io..- Mi interrompe. -Harry.- Sussurra, sorridendomi dolcemente, mostrando le dolci fossette.
-Harry..-Ripeto, persino il suo nome è perfetto. -Volevo solo dirti grazie, per..- Scuote la testa.
-Non ce n'è bisogno.- Gli sorrido. Si alza, andando verso la porta.
La apre, e dopo avermi sorriso se ne va, chiudendo la porta. 
Quel ragazzo mi fa uno strano effetto.
 
 














Salve, salvino! (?)

Ho finalmente deciso di scrivere questa FF! 
Mi piace da matti scriverla.
Ad Amber, ho dato il volto di Nina Torresi, che sarebbe la ragazza che interpreta Maya nei Cesaroni, anche lei una Principessa.
Spero che vi piaccia, altrimenti ci rinuncio e mi fermo quì. :)

 
Ecco, Amber. :)
Grazie. **

 
C.
  
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