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Autore: swiebers    31/10/2012    1 recensioni
Zoe e Amanda.
Harumi e Ichiro.
Mitaka, Giappone.
Da un incontro casuale alla nascita di un'amicizia, o forse qualcosa di più.
Ma qualcuno è contrario.
Eccomi qui, dopo tanti mesi, con una One-Shot in tema con Halloween! Non me ne vogliano quelli che leggono le mie FF se non aggiorno più così spesso, ma sono stra-impegnata!
Spero che questa vi piaccia!
- swiebers
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Ti sta benissimo, Zoe! - Gridò l’amica con un sorriso che quasi le “arrivava dietro le orecchie”, come sosteneva Zoe.
Lei e Amanda erano completamente diverse. L’una dedita allo studio, che non curava molto l’aspetto fisico, l’altra quasi una frana a scuola, ma in compenso con uno charme da far cadere tutti ai suoi piedi.
Ma gli opposti si sa, si attraggono, e Zoe e Amanda si erano trovate così, una mattina che la terribile insegnante delle medie, quella che nessuno della classe sopportava, ebbe l’idea di stravolgere la disposizione della classe e così due estranee fino a quel momento furono destinate ad essere compagne di banco e in seguito amiche “del cuore”.
- Non lo so… Non è un po’ troppo esagerato? - Zoe non era per niente convinta: l’abito nero da vampira che le cadeva morbido lungo il corpo sembrava tutt’altro che una maschera di Halloween.
- Tesoro, hai sedici anni, non puoi mica andare in giro con un lenzuolo in testa a impersonare un fantasma! Su, lasciamole a mia sorella di dieci anni queste banalità! - sentenziò Amanda - E poi, con una serata così “fuori dagli schemi” che ci aspetta, non possiamo mettere su la prima cosa che ci passa davanti agli occhi! Domani si ritorna alla normalità, quell’odiosa e grigia normalità: divertiamoci almeno stasera! -.
Zoe si convinse; dopotutto, il gusto di Amanda nello scegliere i vestiti (al contrario della sua abilità in matematica) era sempre impeccabile e poi quella sera avrebbe potuto concedersi un po’ di libertà.
Mentre Amanda cercava il modo per tenere a bada i capelli di Zoe, ribelli e quasi sempre arruffati, squillò il telefono.
- E’ Adam! Che gli dico? - chiese Zoe, quasi in preda al panico.
- Digli “Non voglio saperne più niente di te, ho deciso che ora devo pensare a divertirmi e non a studiare trigonometria con te, addio, baci baci”: rimarrà di stucco, credimi! - ironizzò l’amica.
- Sii seria, Amanda. Non posso dirgli che stasera vedrò un ragazzo che ho conosciuto tre giorni fa e che sto pensando seriamente di lasciarlo! - il telefono intanto aveva smesso di squillare e questo tranquillizzò Zoe per un attimo, o almeno le diede il tempo di  riflettere su una risposta più plausibile alla solita domanda: “Cosa farai stasera?” fatta più per controllarla che per pura curiosità.
 
Lei e Adam si erano conosciuti al primo anno del liceo e al secondo si erano messi insieme; inizialmente si piacevano, lui era molto simile a Zoe, amante dello studio e affidabile, ma con il tempo aveva cominciato a diventare possessivo ed estremamente geloso, tanto che quando ad Amanda fu concesso di trascorrere i mesi di Settembre e Ottobre in Giappone, Zoe l’aveva seguita a ruota.
 
Mitaka era una cittadina tranquilla, non esageratamente distante dalla capitale, in cui di tanto in tanto un po’ di divertimento in più si trovava. Tutto quello che Adam disse a Zoe il giorno della partenza fu: “Non dimenticare di visitare l’Osservatorio astronomico nazionale del Giappone!”, dopo un bacio a stampo che ormai per lei non aveva più alcun sapore.
Dopo un mese dalla loro permanenza, quando il soggiorno in quel “paradiso” era quasi terminato, Zoe e Amanda avevano conosciuto due fratelli giapponesi che in realtà di giapponese avevano solo il nome: Ichiro e Harumi.
Entrambi erano nati a Tokyo, ma dopo due anni dalla loro nascita si erano trasferiti in Florida con i genitori e di tanto in tanto tornavano a Mitaka, dove abitavano i nonni.
 
- Stasera ci vediamo? Noi abbiamo casa libera, potete venire, così guardiamo un horror insieme, tanto per passare Halloween - propose Harumi, che non toglieva neanche per un secondo gli occhi di dosso a Zoe.
Amanda era passata già al tenersi per mano con Ichiro, ma Zoe si era dovuta trattenere: in fondo era ancora fidanzata!
 
Come d’accordo, alle 22:00 si ritrovarono tutti a casa Mori, dove furono “accolte” con uno scherzo dai fratelli, che avevano finto di non essere in casa e, una volta aperta la porta, erano balzati fuori coperti di ketchup e con coltelli sparsi per tutta la casa.
- Bello scherzo, ma non ci ha spaventato. V-vero Zoe? - balbettò Amanda, che in realtà era rimasta terrorizzata.
- Bene, procediamo col film? - interruppe Ichiro.
- Certo, non vedo l’ora! - aggiunse Zoe, - Amo l’horror! Di che film si tratta? -
- Si intitola “Stay”, l’hai mai visto? - sussurrò Harumi all’orecchio di Zoe, stringendole i fianchi e provocandole un brivido lungo la schiena.
- No, manca alla mia collezione! - scherzò lei.
- Voglio sapere la trama. Ichiro dai, racconta! - piagnucolò Amanda, catapultandosi tra le braccia del ragazzo.
- Ok, calma. Dunque… - cominciò lui.
- Aspetta, spengo la luce! Per creare più atmosfera! - si intromise Zoe.
Si sedettero tutti e quattro in cerchio e Ichiro cominciò a raccontare.
- Allora, in pratica nel film si racconta di una ragazza, Akane, che viene brutalmente uccisa da degli assassini che si introducono a casa sua. Il suo fantasma vaga per quella casa e tormenta giorno e notte i nuovi inquilini di quell’appartamento: di giorno si sentono lamenti e stridii, di notte la sua ombra infesta la camera del figlio più piccolo e ogni mattina seguente vengono trovate tracce di sangue sui muri e lividi sul corpo del bambino, senza che lui si sia mai accorto di nulla. Terrorizzati chiamano una medium, che caccia il fantasma dalla casa, ma ogni notte di Halloween questo torna e terrorizza chiunque si trovi in quella casa. Il primo Halloween in cui è apparsa nuovamente in quella casa il figlio di questi signori è morto “inspiegabilmente”; da allora hanno lasciato la casa e nessuno ha voluto saperne di comprarla. Ogni notte di Halloween da quell’appartamento all’ultimo piano si sentono strane voci, ma nessuno ha il coraggio di scoprire l’essere a cui appartengono -.
- Sembra più una storia horror, la più classica e meno paurosa aggiungerei, che la trama di un film. Comunque confermo, non l’ho mai visto - concluse Zoe, un po’ delusa da quella storia.
- Vabbè, io metto il dvd - Harumi si alzò da terra e si diresse verso l’enorme televisore a schermo piatto.
Quella casa aveva un - non so che - di antico: i muri erano rivestiti da una carta da parati leggermente rosata, il pavimento era coperto dal parquet (come è solito di una casa giapponese) e ovunque c’erano cuscini ricamati. Un tavolo basso era posto al centro del soggiorno, su cui per l’occasione erano state poste ciotole con ogni sorta di dolciume in circolazione: dai vermi gommosi ai marshmallows.
- Ragazze, dovete pazientare un po’. Nel lettore dvd c’era già un disco e si è inceppato. Mi ci vorrà qualche minuto per tirarlo fuori - concluse Harumi deluso, dirigendosi verso gli amici.
- Non è un problema, l’importante è stare insieme, giusto? Intanto, se non vi dispiace, vado a sciacquarmi la faccia, che qui dentro fa caldo. Zoe vieni con me? - rispose Amanda, sfoggiando un sorriso che Zoe invidiava da sempre, un sorriso che avrebbe fatto sciogliere chiunque.
- Sì, vengo - si limitò a rispondere.
Le due ragazze imboccarono un lungo corridoio buio, che sembrava non avere alcun interruttore per la luce.
Amanda non vedeva a un palmo dal suo naso e sbatté contro una porta.
- Entriamo - propose, - Magari è qui il bagno -.
E in effetti aveva ragione. Si sciacquò il viso e, dopo essersi asciugata accuratamente, si rivolse verso lo specchio per rifarsi il trucco. Zoe era dietro di lei che la osservava. I suoi piccoli occhi neri non potevano competere con quelli grandi, espressivi e di un marrone intenso come quelli di Amanda, così come non potevano competere i suoi capelli sottili e stopposi tendenti al rosso, con quelli nero corvino e sempre in ordine dell’amica. Poi però pensò che ad Harumi piaceva così com’era, era palese ormai, e si rallegrò.
- Hai finito? - la incitò.
- Un att…Ahh! - la frase di Amanda fu spezzata sul nascere dal grido proveniente da lei stessa.
- Ma sei impazzita? Che c’è? -
- Z-Z-Zoe… -
- Oh, dimmi! -
- Nel…Nello specchio -, la voce di Amanda era diventata cupa, terrorizzata e sempre più bassa; la ragazza non riusciva a parlare se non dopo vari balbettii.
- Cosa? Non vedo niente di strano -, Zoe guardò più volte nello specchio, ma tutto ciò che riuscì a vedere fu il suo riflesso e quello dell’arredamento della sala da bagno.
- Zoe, ti giuro, ho visto una ragazza nello specchio -
- Probabilmente ero io - cercò di sdrammatizzare l’amica.
- No, t-te lo assicuro. Aveva dei capelli lunghissimi, neri, più scuri anche dei miei! Ed era asiatica, aveva gli occhi a mandorla. Portava un vestito bianco che… - Amanda scoppiò a piangere.
- Che? -
- Che le sarebbe dovuto arrivare ai piedi… Ma lei non aveva i piedi! Ti rendi conto? Stava sospesa a mezz’aria con quel vestito penzoloni, e mi fissava. Poi appena ho gridato è scomparsa, ma prima di svanire nel nulla, sono sicura di aver visto una lacrima percorrerle il viso -
- Secondo me ti sei fatta suggestionare troppo dalla storia di Ichiro. Torniamo di là, su -.
Ripercorsero di nuovo il corridoio per tornare in soggiorno; ad Amanda sembrava vedere ovunque la figura di quella ragazza, che le faceva “no” con la testa e scompariva, ogni volta si stringeva al braccio di Zoe, fin quando tornarono da Ichiro e Harumi, e sembrò risollevarsi.
- Quanto ci avete messo! - si lamentò Ichiro - Comunque abbiamo risolto per il dvd, ora comincia. Siete arrivate giusto in tempo -.
- Abbiamo avuto qualche problema, vero Amanda? - aggiunse Zoe sorridendo, poi ognuna prese posto vicino al proprio “ammiratore”.
Prima che cominciasse il film, Ichiro prese la mano di Amanda e tirò la ragazza verso di sé. I due si guardarono per qualche secondo, poi lui chiuse gli occhi per baciarla; Amanda stava per fare lo stesso quando alle spalle di Ichiro vide di nuovo quella presenza, che piangeva e faceva “no” con la testa.
Lanciò un grido e si avvinghiò con forza al ragazzo, piangendo.
- Che è successo, Amanda? - cercò di capire, spaventato.
- Amanda, ancora? - Zoe le si avvicinò abbracciandola.
- Si può sapere che succede? - si intromise Ichiro.
- Nulla, tranquilli. Allora, lo fate partire o no questo film? - rispose Zoe. Poi, mentre tornava al suo posto, capì che quelle di Amanda non erano state allucinazioni: una figura snella, vestita di bianco e dai lunghi capelli neri sedeva di fianco ad Harumi, senza che lui se ne accorgesse. La guardava, e le indicava la porta, facendo “no” con la testa. La ragazza rimase impietrita, ma non gridò, dato che era molto più razionale di Amanda, cercò solo di capire se quello che stava guardando fosse reale o solo frutto della sua immaginazione. Si avvicinò alla ragazza in bianco, ma questa sparì.
 
Occupò il suo posto senza far trasparire nulla.
 
Il film cominciò, ma il titolo non era “Stay”, si chiamava “La notte degli zombie”, e per di più Zoe l’aveva visto già un paio di volte.
- Ehi, ma non è questo il film di cui ci hai raccontato! - si rivolse delusa a Ichiro.
Harumi guardò l’amico con un sorriso complice, poi disse: - Sei sempre il solito, Ichiro! Fai lo stesso errore tutte le volte! Mi sa che abbiamo sbagliato film! -.
Ichiro sorrise sotto i baffi.
- Sì, scusate ragazze, errore mio. Ma per favore, restate -.
  
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