Voglio il mio Caffè
Richard varca le porte dell’ascensore
del dodicesimo distretto con due bicchieri per bevande calde in mano, saluta
gli agenti con leggeri cenni del capo, si ferma alla scrivania della sua detective,
si guarda intorno, la vede tornare dal bagno sorridente.
Lui si siede sulla sua sedia, le porge
il bicchiere mentre lei si china per baciarlo.
«Buongiorno». Lo scrittore sorride.
«Stai bene?».
«Il solito, solo un po’ di raffreddore».
Sorride mentre si porta alla bocca. «Rick cos’è questa roba?», chiede Kate con
un’espressione disgustata disegnata in volto.
«Non fare quella faccia, e bevi». Il
tono di Richard è pacato, rimane tranquillamente seduto sulla sua sedia, mentre
la detective lo fulmina con lo sguardo. «Kate non fare la bambina».
«No!». Posa il bicchiere sulla
scrivania, incrocia le braccia al petto e fissa intensamente il suo fidanzato,
che proprio in quel momento alza gli occhi verso il soffitto. «Non berrò dello
stupidissimo e banalissimo the».
«Oh si che lo berrai perché in
alternativa ti vado a prendere una tisana al finocchio e liquirizia». Kate
simula di vomitare davanti a Richard, lui ride. «Allora buon the tesoro».
Kate corruga la fronte, stringe ancora
di più le braccia sotto il seno e continua a fissare lo scrittore, il quale
scuote la testa. Non cederà né al suo sguardo assassino né agli occhi da
cerbiatta che tra qualche istante sfodererà.
«Voglio un caffè, subito».
«No, bevi il tuo the».
Ryan ed Esposito ridono dalla sala relax,
è almeno la terza volta che mamma e papà mettono in piedi questa scenetta,
naturalmente l’ha sempre avuta vinta Beckett, ma oggi Ryan ha scommesso che
Castle riuscirà a farle bere quella bevanda che odia tanto. «Kate… Ti prego
bevi quel maledetto the».
«Ho detto che voglio il caffè». Richard
inizia a cedere, le sue mani giocano o forse lottano tra di loro. Kate si
avvicina a lui. «Questo è odore di caffè», dice annusando l’aria.
«No, ti sbagli». Lo scrittore prende al
volo il suo bicchiere appoggiato alla scrivania, pochi secondi prima che lo
faccia la sua musa.
«Tu… Dammi quel caffè! Subito!». Richard
socchiude gli occhi, e ingoia in un solo sorso tutto il caffè contenuto nel
bicchiere, ringrazia che si sia raffreddato o ora avrebbe al posto della gola un’enorme
piaga. «Bastardo…».
«Lo sto facendo per te, per il nostro
bambino. Non odiarmi». Castle sorride teneramente, Beckett si volta dalla parte
opposta. «Tra sei mesi ti farò bere tutto il caffè che vuoi, promesso».
«Io lo voglio adesso, non tra sei mesi»,
sussurra mordendosi il labbro inferiore. «Ho il permesso di tenere in mano una
pistola, di rincorrere assassini e non posso bere un caffè. Ti rendi conto del
controsenso?».
«Riguardo alla pistola e agli
assassini…». Kate si volta di scatto, Richard conosce bene quello sguardo, è
quello che preannuncia la frase…
«Finisci la frase e ti sparo». Infatti.
Lui posa la sua mano sopra quella della sua compagna di vita. «Voglio solo un
caffè». Gli occhi le diventano lucidi e
la voce le trema. «Ti prego…».
«No Kate».
«Okay, facciamo un patto io per sei
giorni alla settimana berrò questa schifezza ma nel giorno restante potrò bere
caffè». Gli occhi della detective si riempiono di speranza.
«Una tazza ogni mese ». Ribatte Richard.
«Ogni dieci giorni».
«Ogni tre settimane».
«Ogni due settimane e basta». La voce di
Kate è tornata ferma e decisa, Castle annuisce. La detective esulta alzando le
braccia al cielo. «Bene, oggi berrò quello per le prossime due settimane».
Sorride.
«No, l’hai già bevuto ieri quello. Su
ora bevi il tuo the». Kate sbuffa, non può ribattere. Un patto è un patto, e
infine lui lo fa solo per loro due. Si tappa il naso con la mano sinistra e con
l’altra si porta alla bocca il bicchiere pieno di the caldo. Ingoia il liquido
ambrato con disgusto fino all’ultima goccia. Richard la guarda sorridente e con
ammirazione.
Ryan riscuote sorridente venti dollari
da un Esposito molto meno felice.
«Vieni qui», dice Richard attirando a sé
Kate. La bacia dolcemente sulle labbra, lei sorride.
«Sai di caffè». Lui annuisce. Non sarà
come portarle il caffè tutte le mattine, ma se è quello è l’unico modo per
somministrarle la sua piccola droga quotidiana, non si sottrarrà al suo dovere.
Non che la cosa gli dispiaccia. «Sei pazzo, ma grazie».
«Lo so, ma farei di tutto per te».
Sorridono. «Per voi». Kate bacia nuovamente quella bocca, ma questa volta non
cerca più la sua droga preferita, cerca il suo spacciatore. E lo trova lì,
dov’è sempre stato. Vicino a lei.
Rebecca Is Here:
Hello!
Oggi sono felice, è arrivato a casa il
mio cagnolino Ben *-*
Questa scenetta è nata ieri sera davanti
alla stufa mentre ascoltavo l’ultimo album di Taylor Swift “Red”.
Non c’è molto da dire, solo che Castle è
tanto tanto dolce, e io lo amo
Grazie di aver letto.
Baci Becky (e Ben)