Note: la divina commedia non mi appartiene anche perché sennò sarei morta da parecchi secoli, la terza rima(la migliore invenzione dantesca) è sballata, l’idea stupida però a voi giudicare^^
Situazione: come
Nel mezzo del cammin di nostra vita
Mi ritrovai per una selva oscura
Che non vedevo nulla oltre la salita.
Ah quanto a dir qual era è cosa dura
era selva selvaggia e aspra e intricata
che nel pensier rinova la paura!
Tant’era sì complicata
Che mi ci persi
E la palla non scorta
Mi dedicai ai versi!
Io non so dirvi la maniera contorta
in cui io vi finii
ma vi racconto l’antefatto
che fu causa di questi martii (martiri, è una figura retorica, sennò non faceva rima^^)
Stavamo io, Petrarca e Boccaccio presso Matto
Famosa località di un posto inesistente
A giocar colla palla e io feci uno scatto
Sicchè la palla finì nel giardino di un vecchio incontinente
Che la menò seco nella sua dimora
Tanto che niuno parente
Convinto lo ha a ridarcela finora.
Così io e i miei poeti, amici cari
Deciso avevamo di mettere da parte
Ogni risparmio pervenutoci come cantari
E di comprarci un bel mazzo di carte.
Al che al supermercato
Trovammo un’offerta,
la migliore sul mercato
che ci lasciò con la bocca aperta!
Un pallone in omaggio!
“che bello” esclamammo contenti
“così non devo aspettare il mio compleanno di maggio”
Aggiunse il Boccaccio con un sorriso a pieni denti.
Così, dopo aver preso il pallone,
andammo a giocare al parco del pino
dove c’è vento per ogni aquilone.
Ma ad un certo punto, Petrarca come un cretino
Calciò troppo forte la palla
E niuno volle cercarla
E tutti si inventarono una balla
Così a me toccò nella siepe trovarla.
Mentre questi versi compongo
Mi trovo all’ospedale di Fiorenza
Per togliere gli spini dal dottor Pongo
E avrò una lunga degenza…
Tanto da poter scriverci un libro intero
Ma si! Scriviamo una commedia
Che diletti il mondo nel suo momento più mero…