Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: Somnium Noctis    31/10/2012    4 recensioni
C’era una volta… normalmente le favole iniziano così. Ma questa no: non è la storia di principi e principesse, draghi e streghe. Solo di scimmie, ma questo racconto è vero come il sole che riscalda le nostre esistenze durante il dì.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il sakè delle scimmie

“ C’era una volta… normalmente le favole iniziano così. Ma questa no: non è la storia di principi e principesse, draghi e streghe. Solo di scimmie, ma questo racconto è vero come il sole che riscalda le nostre esistenze durante il dì.
Orbene, signori miei… Nel cuore di una foresta viveva una comunità di scimmie – si dice che fossero le discendenti del leggendario Sun Wukong, l’eretico dai poteri pari al cielo.
Queste scimmie conducevano una vita felice ed esemplare: non erano infatti irose come il santo ma altrettanto intelligenti.
Avevano un’unica debolezza: amavano il sakè.
Ma come delle povere scimmie avrebbero potuto procurarselo se non era Sun in persona a portarglielo?
Si ingegnarono  ed iniziarono ad accumulare frutta nelle cavità degli alberi e lì la lasciavano per qualche tempo.
La bevanda così ottenuta era anche più buona e dolce dell’originale e le scimmie ne andavano pazze.
La società presentava molti primati e i nascondigli per il sakè erano vari, arrivavano fino al margine della foresta, dove anche gli uomini si avventuravano.
Successe che un giorno dei taglialegna scoprirono, mentre operavano il loro mestiere, uno di quei nascondigli ed incuriositi assaggiarono il dolce nettare, rimanendone stregati.
Portarono il sakè che non avevano bevuto al villaggio da cui provenivano e tutti gli abitanti iniziarono ad amarlo. Per un po’ resistettero senza di esso, ma alla fine cedettero e chiesero ai taglialegna di cercarne dell’altro po’.
All’inizio ne presero poco da alcuni nascondigli e le scimmie non se ne curarono: anche se ne andavano pazze non gli dispiaceva dividerlo con altri e comunque erano provviste di innumerevoli depositi così che non sentivano nemmeno la differenza.
Ma l’ingordigia degli uomini non ha mai fine e se dapprima si accontentarono di qualche bicchiere, col passare del tempo ne vollero sempre di più, di più e di più.
Iniziarono a razziare le riserve delle scimmie, dimenticandosi con quanta bontà le bestiole gli avevano regalato parte del loro prezioso sakè.
Le povere scimmie, spaventate dal cambiamento radicale avvenuto negli umani che da tempo consideravano amici, provarono a difendere i propri depositi lasciando delle sentinelle a fare la guardia.
Ma gli uomini, resi ciechi dal desiderio e dall’avidità, non videro ciò che erano diventati e non si fermarono neppure davanti alla loro debole resistenza uccidendo tutte coloro che avevano la sfortuna di incontrarli.
Le sopravvissute si trasformarono in demoni a causa del risentimento verso il tradimento degli uomini e l’odio che provavano nei confronti di chi aveva provato a sterminarle.
E in una notte in cui gli abitanti festeggiavano, ormai ubriachi,  le scimmie-demoni scesero al villaggio e uccisero più umani che poterono. Solo pochi si salvarono, ma del popolo delle scimmie nessuno tornò indietro: quelle sopravvissute che avevano combattuto per le compagne morte e l’odio fino a perdere loro stesse si lasciarono morire poiché la loro colpa era troppo grande per essere redenta.
Dall’odio nasce odio e questo esse lo sapevano bene, ma erano cadute nella crudele spirale prima che potessero rendersene davvero conto.
 
“ Vi starete chiedendo, miei cari ascoltatori, come fa questo vecchio cantastorie a conoscere questa favola che vi spaccia per vera?
Ma, signori miei: mi deludete! Io sono uno di quei sopravvissuti e ho compreso che volere quel che non mi appartiene è un male, ma che è ancora più crudele approfittarsi della bontà d’animo di chi ci fa un dono.”
E con questo il cantastorie si tolse la lunga tunica nera, scoprendo il moncherino di un braccio e metà volto sfigurato da cicatrici chiaramente procurate da artigli.

 

 

Spazio autrice:

In questa favoletta ci sono alcuni riferimenti alla leggenda di Sun Wukong.
Non so esattamente come mi sia venuta in mente, è una storiella senza pretese fatta soprattutto per "rimettermi in carreggiata" visto che sono stata inattiva per molto tempo.
Mi farebbe piacere sapere che ne pensate.
Grazie per aver letto ^^.
Ps.: secondo voi il rating è troppo alto? D: Ero molto indecisa..
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: Somnium Noctis