La scusa per essere lė č sempre la stessa. Va a pensare.

Si siede sulla panchina, accende la sigaretta, e si dimentica come si fa a pensare.

Č sempre cosė.

Pensa a cosa dovrebbe pensare. Come dovrebbe pensare.

E proprio come quando una stampante si inceppa, quando riparte, sputa una decina di fogli macchiati, inutili.

Cosė la sua mente si riempie di pezzi di pensiero indefiniti, tentativi falliti di iniziare un pensiero coerente, inceppato nella sua testa che ha deciso di bloccarsi per quella frazione di secondo.

Scuote il capo. Ripulisce la stampante. Mette fogli nuovi, in attesa di stampare in modo chiaro nuovi pensieri.

Inspira voluttuosamente il fumo. Lo sente in bocca. Lo lascia uscire fuori, modellandolo con le labbra. Ha la forma che lei ha voluto avesse.

Ci riprova. Vuole cosė disperatamente pensare, vuole cosė disperatamente mette ordine nella sua mente. E si inceppa di nuovo, la sua testa viene inondata da un gomitolo inestricabile di pensieri che urlano e richiamano l'attenzione tutti insieme, che la vista le si appanna per un momento e le gira tutto intorno.

Si porta la testa alle mani. Punta gli occhi sulla sigaretta, fuma ancora, pensa solo al meccanico movimento di inspirare e poi giocare con il fumo.

Butta il mozzicone a terra. Lo guarda.

Si alza, ritorna verso casa.

Ancora una volta, non ha potuto pensare a quello che voleva. Non ha potuto pensare a niente.

E nel momento in cui varca la soglia di casa, stava pensando al fatto che non riesce mai a pensare quando lo decideva lei.

PICCOLA NOTA:

Questa č ua sottospecie di racconto breve, č un po' inutile me ne rendo conto, ma avevo voglia di scrivere una cosa del genere.
Spero non sia troppo noioso e che vi piaccia!

In ogni caso, mi farebbe moltissimo piacere leggere qualche vostra recensione, critica o positiva che sia, voglio solo sapere che ne pensate!
Grazie mille per aver letto, in ogni caso!

YourLady