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Autore: manicrank    01/11/2012    2 recensioni
“Ma secondo voi... lui ha una vita privata?” chiede Reita, osservando i suoi altri compagni di band ed indicando l'ultimo ragazzo con un cenno della testa.
Ruki sbuffa, accavallando le gambe. “È ovvio scimmia” lo apostrofa, e gli altri ridacchiano.
Lui continua a fare quello che stava facendo, posa gli oggetti del mestiere e si infila la giacca.
“Ragazzi oggi ho finito! Ci vediamo domani. Ora vado a dare una mano agli Alice Nine” il ragazzo saluta ed esce dalla piccola stanzetta rossa.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Ruki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Macciao Manicranker-puffettose che non siete altro. Mh oggi ho il raffreddore e domani
 parto per Lucca. ** se vedete una minorata mentale vestita come Matt di Death Note che
 va in giro sono io. Mh. 


 About: Allora 'sta storia non è nulla di che, l'ho scritta tempo fa ed è arrivato il momento di
 pubblicarla. Mi ucciderete per il paring, lo so. Fatemi sapere che ne pensate. A presto! 










                                                Vita privata: questa sconosciuta

 

 

 

 

“Ma secondo voi... lui ha una vita privata?” chiede Reita, osservando i suoi altri compagni di band ed indicando l'ultimo ragazzo con un cenno della testa.
Ruki sbuffa, accavallando le gambe. “È ovvio scimmia” lo apostrofa, e gli altri ridacchiano.
Lui continua a fare quello che stava facendo, posa gli oggetti del mestiere e si infila la giacca.
“Ragazzi oggi ho finito! Ci vediamo domani. Ora vado a dare una mano agli Alice Nine” il ragazzo saluta ed esce dalla piccola stanzetta rossa.
Tutti sospirano insieme, perplessi, mentre il vocalist si alza in piedi. “Sono stanco anche io, è meglio che vada. Ormai è rimasto solo il pezzo di Aoi da registrare no?” chiede, indicando il chitarrista moro aldilà del vetro, che registra.
“Si” la risposta secca di Kai. Effettivamente si stavano tutti annoiando molto.
“Allora vado, venite?” Ruki si infila la giacca e la sciarpa, e poi recupera le sue cose in attesa di una risposta dai suoi band-mates. Uruha sta per annuire e seguirlo quando Reita lo blocca, rispondendo al suo posto: “Aspettiamo Aoi, tu vai pure”.
Ruki alza le spalle ed esce salutandoli mentre la porta si chiude alle sue spalle con un piccolo tonfo.
Solo allora il bassista si rilassa sul divanetto. “E chissà se Ruki ha una vita privata”.
Tutti allora ridono, perché in effetti, non avevano mai visto il loro vocalist in dolce compagnia. Anzi, in compagnia.
Usciva solo con il suo cane Koron.
“Magari si è sposato il suo cane” fa Uruha, sogghignando.
“Che ne dite se ora li spiamo? Cioè... aspettiamo che lui esca dalla stanza degli Alice e lo seguiamo” esordisce Reita, mostrando prova della sua intelligenza secolare. Però a gli altri l'idea sembra piacere, anche ad Aoi, che esce ridacchiando dalla sala di registrazione e posa la chitarra nella custodia. “Ci sto” dice, ed è presto seguito anche da Kai e dal primo chitarrista.
Così i quattro si vestono, posano gli strumenti ed escono come farebbero delle spie. Si attaccano al muro, muovendosi circospetti, e poi si appostano all'angolo del corridoio. Da li hanno perfetta visuale della stanza degli Arisu. Reita annuisce quando vede lui uscire per andare a casa e allora iniziano a muoversi silenziosi per seguirlo.
Come al solito esce dalla porta a vetri della PSCompany, e loro insieme a lui, a dieci metri buoni di distanza. Il marciapiede però è affollato e allora accorciano la distanza, cercando di mantenersi alle sue spalle così da non essere notati.
Solo che poi, quel furbo, che diciamo... è Kaolu, decide di salire in macchina. Ed i GazettE non hanno macchine, non a portata di mano. Quindi Reita si precipita al lato della strada e ferma un taxi, come spesso si vede fare nei film americani.
Sale di corsa, e gli altri con lui, urlando: “Segua quella macchina!” ed indicando la Toyota nera di Kaolu.
Si erano sempre chiesti se il loro hairstylist, non parrucchiere, hairstylist; avesse o meno una vita privata. Parlava sempre di ragazzi, di quanto fossero carini quelli che incontrasse, ma non gli aveva mai rivelato di essere fidanzato. Si non erano cavoli loro, ma chi glielo spiegava?

I quattro, che ormai più che trentenni sembravano al massimo seienni, erano concentrati sull'inseguimento Hollywoodiano, tanto che Reita mugolava se perdevano di vista la macchina.
L'autista se la rideva sotto i baffi – che non aveva – e continuava a guidare. Gli erano capitati altri pazzi simili, ma non si sarebbe mai aspettato quella band famosa comportarsi così.
Finalmente la Toyota si fermò in un quartiere piuttosto povero, fatto di alti condomini tutti uguali con la scala esterna. Quelli classici di ogni manga che si rispetti per intenderci.
I jrocker fermarono il taxi e scesero felici, pagarono, e si appostarono dietro ad un muretto. Kaolu stava salendo la strada, che appunto, era una salita, e ben presto sarebbe svanito oltre la loro vista, così si affrettarono a seguirlo. Si accucciavano dietro ogni sporgenza, cercando di non ridere, ma erano tutti così estremamente concentrati nel non essere scoperti che la scena acquisiva quella comicità intrinseca quasi esilarante.
Lo stavano facendo con serietà. Secondo loro. 

Poi finalmente, sotto ad un lampione, videro Kaolu fermarsi ed accendersi una sigaretta. Reita riuscì a trovare anche un ottima posizione da dove spiarlo, cioè dietro ad un cassonetto in un vicolo adiacente. Ed ecco una losca figura avanzare nell'oscurità.
Kaolu girò il viso in direzione del nuovo arrivato e sorrise, buttando la sigaretta ormai finita in terra e posando la schiena contro il lampione. Reita identificò in un lampo la losca figura, anche perché conosceva talmente bene quel ragazzo da riconoscere ovunque la sua altezza minima e le scarpe fuxia. Ruki, con calma, si stava avviando verso Kaolu, in quello che sembrava in tutto e per tutto essere un appuntamento.
“Che ci fa Ruki qui?” chiede Aoi, sussurrando.
“Forse i due nerd si sono incontrati per giocare a D&D”
“Probabile”.
Rimasero in attesa finché il piccolo vocalist non si fermò di fronte a Kaolu, e quindi, di profilo per loro. I due si guardarono e poi l'hairstylist sorrise.
“Sei in ritardo” disse solo, mentre Ruki alzava le spalle e chiese: “Allora intendi rimanere qui fuori ancora per molto?”
“Pensavo volessi fumare”
“Ho già dato mentre venivo”.
I due sorrisero e poi, Kaolu, del tutto inaspettatamente alzò una mano e la posò sul petto dell'altro, Ruki si avvicinò di un passo e gli passò le braccia attorno al collo.
Uruha alzò un sopracciglio, leggermente shockato, ed anche gli altri ormai erano incapaci di dare un senso a ciò che vedevano.
Così, sotto i loro sguardi allibiti, Ruki e Kaolu si avvicinarono ancora, fino a che le loro labbra si sfiorarono. “Mi sei mancato” sospirò l'hairstylist, mentre si chinava e lo baciava ancora.

 

Da quel giorno, i quattro band-mates notarono ogni sguardo, ogni gesto ed ogni riferimento che quei due si facevano. Dal più banale sfiorarsi di mani, al più elaborato: “Io vado a bere qualcosa, tu non vieni?” .

 

 





































Dio che schifo di storia. Perdono!

   
 
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