La luce che filtrava dagli spazi fra le tapparelle illuminò i suoi capelli biondi, fino ad arrivare ad infastidire gli occhi chiudi.
Si rigirò nel grande letto ed un braccio finì sulla parte sinistra…vuota…
Il volto si corrucciò mentre le mano tastava meglio il materasso dove c’era ancora la sagoma della piccola pulce.
Aprì gli occhi, più deluso che innervosito.
Se n’era andato.
 
Si sollevò a sedere, passandosi una mano fra i capelli e sospirando rassegnato.
Cosa mai aveva sperato?
Che quella volta sarebbe rimasto con lui fino al suo risveglio?
Troppe illusioni si faceva!
Lentamente scivolò via, posando i piedi sul pavimento gelido. Era pronto a issarsi su quando qualcosa di scuro attirò la sua attenzione.
Si chinò per raccogliere quello che a tutti gli effetti era un calzino nero della pulce.
 
“Se l’è dimenticato? Quello stupido…”
 
mentre se lo rigirava fra le mani sentì che odorava di qualcosa.
Lo portò sotto le narici ed inalò il profumo della pulce.
Possibile che a quell’idiota non puzzassero neanche i piedi?
 
“Una doccia ci voleva proprio!”
 
non…non era possibile. Si voltò di scatto verso quella voce maledettamente familiare.
Fissò la figura della pulce stagliata contro la luce proveniente dal bagno. Izaya lo guardò di rimando con aria interrogativa. Stava cercando di capire cosa cavolo stava facendo quel protozoo con un suo calzino in mano.
 
“I-izaya…sei…ancora qui??”
 
era decisamente molto sorpreso!
Quando si rese conto di cosa la pulce stesse fissando divenne completamente rosso in volto e mollò subito la presa sull’indumento.
A quella scena Izaya scoppiò a ridere.
 
“Oh scusa! Adesso che so cosa ti piace lascerò sempre i calzini qui e me ne andrò!”
 
disse mentre si tratteneva dal piegarsi in due dal ridere.
 
Fu questione di un battito di ciglia e si ritrovò Shizuo addosso.
Lo abbracciava,
lo stringeva forte a se.
 
“Non lo dire più…”
 
pensò mentre lo stringeva ancora di più a sé.
Qualcosa lo fece riprendere dallo stato di sollievo nell’averlo visto ancora a casa sua.
Spostò lo sguardo sull’abbigliamento di Izaya.
Quella…era…la sua camicia…
Gli ci volle un po’ per assimilare il fatto che la pulce avesse indossato per la prima volta una sua camicia e che era un fatto strano…
 
“Shizuo-chan…ti sei sentito abbandonato quando hai visto…che non ero nel letto con te…?”
 
si azzardò a chiedere mentre apprezzava quello slancio d’affetto. Ovviamente senza farlo notare, non sia mai!
 
Silenzio.
Rimasero così per alcuni istanti, poi il volto d’Izaya divenne rosso come un peperone, per ritornare normale poco dopo. Doveva mantenere un certo contegno.
 
“Shizuo-chan…potresti evitare di rispondermi con le tue parti basse?”
 
“Stai zitto, è colpa tua!”
 
“Colpa mia? E perché mai??”
 
“Sei tu che ti sei messo la mia camicia, prenditi le tue responsabilità!!”
 
“Responsabilità? Ma che cavolo…oi, OI CHE FAI? ASPETTA!”
 
“Impossibile!”
 
caddero l’uno sull’altro sopra il grande letto sfatto,
Shizuo aveva cominciato a sbottonare la propria camicia così da liberare la pelle diafana d’Izaya.
Eh si, risvegliarsi e trovarsi nella stessa casa era decisamente piacevole.
 
Ma non lo avrebbero mai ammesso!