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Autore: Kim_HyunA    01/11/2012    6 recensioni
Kibum si sentì morire, non bastava trovarsi così vicino a quel ragazzo che gli toglieva il fiato, non erano bastati gli sguardi che si erano scambiati prima, ora aveva anche ricevuto un complimento. Era certo che sarebbe svenuto in pochi secondi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Kibum aprì la porta del negozio. Era leggermente nervoso ogni volta che oltrepassava la soglia di quella porta, e con un leggero batticuore del petto, si chiese se anche quella volta il risultato finale sarebbe stato impeccabile o se avrebbe dovuto invece ripararsi in una stanza buia per un mese o due. Ma anche se fino all’ultimo momento non poteva essere sicuro del risultato, Kibum si fidava del suo parrucchiere, ormai era un cliente abituale da diciotto anni; infatti aveva solo tre anni quando sua madre l’aveva portato lì per la prima volta. Poteva dire di sentirsi come a casa dopo tutto quel tempo. Conosceva tutti i volti che rendevano vivo quel luogo e tutti conoscevano lui, accogliendolo sempre con un affettuoso sorriso quando faceva loro visita. C’erano stati dei volti nuovi di tanto in tanto, ma molti dei ragazzi in prova non duravano a lungo e Kibum non li aveva visti che una volta o due.
 
I sonagli sopra la porta segnalarono il suo ingresso e, dopo un saluto generale, si sedette su una delle poltroncine arancioni ad aspettare il suo turno.
 
Arrivava sempre in anticipo, ma non gli dispiaceva dover attendere: amava guardarsi intorno e vedere la vita che animava quel luogo.
 
Gli piaceva vedere i clienti immobili sulle sedie scambiare quattro chiacchiere con il parrucchiere mentre questi usava le forbici con abilità, quasi come se fosse un’artista; amava vedere come lo staff cercasse sempre di essere cordiale con la clientela.
 
Si respirava un clima caldo e famigliare.
 
E quel profumo! Kibum adorava il profumo che aleggiava nel locale, era una combinazione di shampoo, balsamo, creme e lacca, ma creavano un insieme piacevole e per niente pesante.
 
Prese una delle tante riviste che erano appoggiate un po’ in disordine sul tavolino accanto alla sua poltroncina, iniziando a sfogliarla senza tanto interesse.
 
Sentì l’acqua di uno dei lavabi iniziare a scorrere e voltò lo sguardo in quella direzione perché ogni più piccolo avvenimento di quel negozio gli sembrava meritasse un’attenzione particolare e lo rilassava vedere come il personale si impegnasse sempre a massaggiare i capelli e a fare lo shampoo alle persone.
 
Il ragazzo adibito agli shampoo gli sembrava nuovo, era certo di non averlo mai visto prima, ma sembrava saperci fare con il suo mestiere.
 
Non poteva dire lo stesso per l’abbigliamento, visto che aveva osato abbinare la maglia blu scuro dell’uniforme con un paio di pantaloni neri. Kibum storse il naso quasi offeso.
 
Vedendolo solamente di tre quarti dalla posizione in cui si trovava, decise di lanciare un’occhiata allo specchio che si trovava di fronte a quel nuovo ragazzo per poterlo vedere in viso.
 
Niente male, pensò, sopprimendo un sorriso. Proprio niente male, si ripeté.
 
Doveva avere circa la sua età; non era molto alto, anzi; era piuttosto di piccola costituzione; capelli castano scuro e occhi grandi ed espressivi.
 
Continuò a guardarlo tramite lo specchio mentre sciacquava con cura i capelli della signora, parlandole con riguardo e gentilezza, come se fosse davvero coinvolto nella conversazione, non come se stesse solamente fingendo di essere educato. Ma doveva sentirsi addosso il peso degli occhi di Kibum, perché alzò lo sguardo verso il suo, e vi restò intrecciato per qualche secondo.
 
Il biondo si voltò subito dall’altra parte, facendo finta di niente e fingendo di leggere un articolo che in realtà non trovava per niente interessante e che i suoi occhi non riuscivano nemmeno a mettere a fuoco.
 
Passato qualche minuto, Kibum osò riguardarlo nuovamente e seguì con attenzione i suoi movimenti mentre accompagnava la signora in un altro angolo in attesa che il parrucchiere arrivasse per dedicarsi a lei. Lo vide allontanarsi dalla cliente e dirigersi verso il bancone all’ingresso, prendere l’agenda e controllare gli appuntamenti del giorno.
 
Il ragazzo si avvicinò a lui e Kibum deglutì nervosamente perché non riusciva mai a stare calmo quando doveva interagire con qualcuno di così bello.
 
-Sei Kibum, vero?-
 
Il biondo tentennò, chiedendosi se quello fosse il suo nome, perché il sorriso di quello sconosciuto glielo aveva fatto dimenticare.
 
-S-si- rispose incerto, quasi come se stesse chiedendo conferma all’altro.
 
-Prego, da questa parte- gli fece strada, facendolo accomodare su una delle sedie bianche per lavargli i capelli.
 
Oddio ti prego, fa che sia qualcun altro che mi faccia lo shampoo, non lui, non lui, non lui. Fa che abbia un impegno più importante, che arrivi un cliente che sia di fretta. Pensò morirò se mi tocca i capelli, mi sento scoppiare il cuore. Ti prego, ti prego, ti preg…
 
-Va bene l’acqua?-
 
La voce calda e cordiale del ragazzo lo riportò con i piedi per terra e ci mise qualche secondo per accorgersi che l’acqua aveva già iniziato a scorrere da un po’ e forse era la seconda volta che gli poneva quella domanda.
 
-Si- rispose distrattamente -Perfetta- aggiunse, per cercare di sembrare più socievole e non rispondere a monosillabi, ma senza in realtà avere la minima idea di che altro potesse aggiungere.
 
La sua presenza lo stava mandando in confusione e il fatto che avesse le sue dita tra i capelli non lo aiutava certamente.
 
Kibum doveva ammettere che quel ragazzo sapeva davvero cosa stesse facendo con quelle mani, il modo in cui gli stava massaggiando la cute insaponando con cura ogni ciocca, era oltre ogni perfezione.
 
Sperò non notasse la pelle d’oca sulle sue braccia.
 
Le sue dita erano così delicate che dovette trattenersi dal fare le fusa quando le sentì dietro le orecchie.
 
Kibum decise che sarebbe andato molto più spesso dal parrucchiere a partire da quel momento.
 
Quel massaggio rilassante era tutto quello di cui aveva bisogno per alleviare lo stress, se poi il massaggio glielo faceva pure un ragazzo così carino, beh, allora, non poteva chiedere di meglio.
 
Gli mise una speciale lozione per ammorbidire e rinforzare i capelli, lasciandolo poi in posa per un paio di minuti.
 
Kibum si chiese se in quel momento di attesa lo stesse guardando o se la sua attenzione fosse rivolta verso altro. Nel dubbio, decise che lo stava osservando e si sentì ancora più in ansia.
 
Gli sciacquò i capelli per un’ultima volta, e Kibum avrebbe voluto fermare il tempo perché si sentiva rabbrividire sentendo le sue dita tra le ciocche bagnate.
 
Gli fece sollevare leggermente la testa per avvolgergli un asciugamano intorno.
 
-Ecco fatto. Seguimi- Kibum si sentì sciogliere davanti a quel sorriso, ma non riuscì a capire se fosse solo gentilezza o se anche l’altro fosse rimasto folgorato come era successo a lui. Era un esperto nei colpi di fulmine, ma questo non significava che sapeva interpretare anche le reazioni degli altri.
 
Lo fece accomodare su un’altra sedia davanti ad un grande specchio a muro. Gli avvolse un telo intorno per evitare che successivamente i capelli tagliati gli cadessero addosso e gli tolse l’asciugamano dai capelli per frizionarglieli.
 
Kibum teneva lo sguardo basso, per evitare accuratamente di guardarlo, decidendo di concentrarsi invece sul riflesso delle proprie scarpe.
 
-Due minuti e arriva il parrucchiere- lo avvertì.
 
-Grazie…- rispose, guardandolo tramite lo specchio e abbassando poi gli occhi alla targhetta dorata appesa alla sua maglia -…Jonghyun- aggiunse, guardandolo negli occhi.
 
Kibum non seppe interpretare il suo sguardo o la sua espressione in quel momento, ma non ne ebbe il tempo.
 
-Kim! Ci sono altri clienti che aspettano! Muoviti!- lo richiamò un membro più anziano dello staff e il ragazzo fu costretto ad andarsene con un sorriso imbarazzato sul volto. Kibum lo trovò adorabile in quel momento, e lo stava seguendo con lo sguardo mentre si allontanava, quando venne interrotto.
-Kibum! Da quanto tempo non ci vediamo! Come stai?-
 
Kibum adorava il signor Kang, era il miglior parrucchiere che potesse esistere (in realtà l’unico da cui era mai andato) perché rispettava sempre le sue richieste (tranne due o tre volte in cui aveva tagliato troppo, oppure aveva preso un po’ troppa iniziativa nel taglio da eseguire).
 
Era piacevole parlare con lui, era simpatico e divertente, e riusciva allo stesso tempo a concentrarsi perfettamente su quello che stava facendo. Amava seguire i suoi movimenti mentre si prendeva cura dei suoi capelli.
 
-Che taglio vuoi fare?- domandò, pettinandogli nel frattempo le ciocche umide.
 
-Pensavo di tenere lo stesso, magari accorciare un pochino la frangia e dietro, però vorrei che continuassero ad essere così, un po’ spettinati, mentre di lato vorrei che…- sì, Kibum sapeva di essere un cliente difficile ed esigente, ma ormai il sig. Kang ci aveva fatto l’abitudine e l’ascoltò attentamente come sempre.
 
Guardò dritto nello specchio di fronte a sé ed adorava che così potesse vedere Jonghyun all’opera e non sapeva se aveva solo immaginato quando i loro occhi si erano incrociati più volte.
 
Kibum distolse lo sguardo per primo, perché si sarebbe potuto sciogliere e non gli sembrava il caso in quel momento.
 
-Hey, stia attento, mi ha fatto andare l’acqua nelle orecchie!- si lamentò burbera una signora.
 
Kibum vide nel riflesso che Jonghyun si stava scusando per l’incidente, onestamente dispiaciuto, arrossendo lievemente. Volle credere che si fosse distratto per causa sua.
 
Lo sguardo timido che il ragazzo gli rivolse, quasi come se volesse controllare se l’altro si fosse accorto del piccolo incidente, gliene diede una certezza.
 
Kibum si impegnò per restare impassibile, sia per non far capire all’altro che aveva visto cos’era successo e non metterlo ulteriormente in difficoltà, sia per non dare a vedere che avrebbe voluto sorridere, correre, urlare perché ormai era evidente che l’attrazione non era solo a senso unico.
 
Qualche taglio e qualche colpo di phon più tardi, Kibum si alzò raggiante, esibendo la sua rinnovata acconciatura e ringraziò il sig. Kang per il lavoro svolto.
 
Si diresse verso la cassa aspettando che qualcuno del personale gli presentasse il conto.
 
Stava quasi per salutare educatamente l’uomo che gli si stava avvicinando, quando vide Jonghyun affrettarsi e tagliargli la strada, mettendosi in mezzo.
 
-Ci penso io, non preoccuparti- disse all’uomo che gli aveva rivolto uno sguardo storto e lievemente scocciato da quel suo tono sbrigativo che voleva far passare per gentilezza.
 
Il cuore di Kibum iniziò a battere più forte.
 
-Ti stanno bene così i capelli-
 
Kibum si sentì morire, non bastava trovarsi così vicino a quel ragazzo che gli toglieva il fiato, non erano bastati gli sguardi che si erano scambiati prima, ora aveva anche ricevuto un complimento. Era certo che sarebbe svenuto in pochi secondi.
 
-Grazie- rispose timidamente ed abbassando lo sguardo. Da quando era così docile e remissivo? Dov’era andato a finire il suo carattere sfrontato e deciso?
 
-Sarebbero 22,000 won, ma facciamo 20,000-
 
-Ma non…-
 
-Non ammetto repliche- quel sorriso contagioso lo stava uccidendo.
 
Kibum prese le banconote dal portafoglio, interiormente grato per quella gentilezza.
 
-Grazie- ripeté per la seconda volta in pochi secondi e ormai era tempo di andare, anche se non c’era una parte di lui che volesse davvero voltarsi, uscire da quella porta ed allontanarsi dal negozio.
 
-Il prossimo appuntamento?- chiese Jonghyun all’improvviso.
 
-Non lo so, di solito vengo qui una volta al mese…- gli rispose, non avendo ancora programmato quando si sarebbe recato lì ancora una volta, di solito chiamava uno o due giorni prima.
 
-No, intendevo… io e te-
 
Kibum sobbalzò e credette di non aver sentito bene.
 
Davvero il ragazzo per cui aveva avuto un folgorante colpo di fulmine soltanto un’ora prima, gli stava chiedendo di uscire insieme? Doveva essere il suo giorno fortunato, non ci potevano essere altre spiegazioni.
 
-Facciamo questo fine settimana?- propose Jonghyun con tono speranzoso ma esitante, non sapendo come interpretare il silenzio dell’altro ragazzo.
 
Kibum era rimasto senza parole.
 
-Questo fine settimana sarebbe perfetto- rispose sognante, come se nella sua mente si stesse già immaginando il perfetto appuntamento.
 
-Allora sabato alle 4, appena stacco dal lavoro, al bar qui di fronte?-
 
-Sarebbe fantastico- Kibum era impacciato come mai lo era stato nella vita, e in quel momento non sembrava proprio riuscire a sostenere una conversazione.
 
-Dovresti lasciarmi il tuo numero- per fortuna ci pensava Jonghyun a tenere vivo il dialogo.
 
-Mano-
 
-Cosa?- chiese confuso.
 
-La mano. Dammi la mano che ti scrivo il numero- gli disse, cavalcando un’improvvisa onda di intraprendenza.
 
Jonghyun gliela tese e Kibum prese la penna che era poggiata sul bancone.
 
Gli afferrò la mano, ed era così calda che non avrebbe più voluto lasciarla, ma realizzò che sarebbe sembrato un po’ strano se avesse continuato a tenergliela così, senza fare nulla.
 
Gli alzò leggermente la manica della maglia.
 
-Che fai?- chiese l’altro, quasi sulla difensiva.
 
-Se no con l’acqua si cancella subito- gli spiegò, scrivendogli sull’avambraccio le undici cifre del suo cellulare.
 
Da dietro un pilastro del negozio, spuntò il volto del sig. Kang.
 
-Yah Jonghyun! Smettila di flirtare con Kibum e torna al lavoro!- lo prese in giro, facendolo arrossire, ma poi scoppiarono a ridere entrambi.
 
-Beccato in pieno- ammise subito -Ci vediamo allora- aggiunse rivolto al biondo, gli occhi luminosi.
 
-A sabato- gli sorrise, uscendo dal negozio con il cuore che batteva forte.
 

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A/N: non chiedetemi perché abbia deciso di pubblicare questa cosa, non chiedetemelo D:
 
La verità è che non posto nulla da un sacco di tempo e non volevo che pensavate fossi sparita XD E poi avevo questa storia a portata di mano e quindi mi sono detta, “va beh, dai pubblichiamola”, solo che me la ricordavo migliore ahahah
 
Btw, questa oneshot l’ho scritta più di 4 mesi fa il giorno che sono andata dal parrucchiere e mentre ero lì che aspettavo il mio turno, boh, mi sono messa a fantasticare un attimo e mi è venuta in mente questa storia peccato che dal mio parrucchiere non ci sia nessuno che assomigli anche solo lontanamente a Jonghyun
 
Mi dispiace non pubblicare più tanto spesso, ma l’uni mi toglie un sacco di tempo e poi quando ho il pc a disposizione mi perdo a fare altro e quindi non scrivo più TT
 
Spero vi sia piaciuta e grazie per aver letto (^__^)/

  
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