Autore:
Dafne_18;
Personaggio/i
e/o Pairing: Vegeta/C18
- Nuovo
Personaggio;
Pacchetto scelto: Gelsomino;
Genere:
Drammatico/Angst;
Rating: Arancione;
Prompt &
Citazione: Anche
da piccolo io mi buttavo sulle scelte complicate. Credo che sia
questo, il mio problema.Quando la mamma mi portò a vedere
Biancaneve, tutti quanti erano innamorati di Biancaneve. Io no. Io mi
innamorai subito della Regina Cattiva. (W.
Allen.);
Introduzione:
In un momento di rabbia Vegeta compirà un atto sbagliato,
con il
solo scopo di dimostrare a se stesso di non essere cambiato. Tutta
colpa di una voce...
Note
: Questa
OS si è classificata 2°
al contest
'Il
linguaggio segreto dei fiori...'
(http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10373967)
di Helly e Hope. Spero di aver rispettato tutto e che i personaggi
siano IC.
The voice
«Papà...»
una vocina così dolce; una voce così melodica.
Se ripenso a
tutto quello che mi è accaduto fatico a credere di essere
ancora in
me. Sarei dovuto impazzire da un pezzo; Vegeta il terribile principe
dei Saiyan non avrebbe mai fatto quel fatidico errore. Alzo lo
sguardo verso la causa di tutto, ma lei dorme. I capelli biondi sono
sparsi sul cuscino rosa, le guance pallide e soffici mettono in
risalto le rosse labbra carnose. Mi domando come faccia ad essere
così perfetta. Un pensiero così stupido il mio,
che per poco non mi
schiaffeggio. Avevo una scelta, ma ho preso quella più
complicata.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri, ricordo il suo corpo sul mio;
le sue cosce leggermente aperte; la sua intimità scoperta.
Ricordo
il giorno prima, la rabbia che mi aveva colpito, la voglia di
dimostrare cosa valevo. Dopo la sconfitta... dopo che quella donna
non umana mi aveva battuto. Ricordo la voglia di picchiarla, i pugni,
i calci e in tutto ciò, è strano, ma solo una
cosa è rimasta
impressa nella mia mente: la sua sensualità.
Quando alzava una gamba o quando sferrava un pugno, i miei occhi
erano sempre posati sul suo seno in movimento o dove, in ogni caso,
non avrei dovuto guardare.
«Papino...», ancora quella voce.
La
guardo e mi sorride, i capelli neri corti, gli occhi azzurro ghiaccio
leggermente socchiusi mi ricordano Trunks.
Sposto lo sguardo sulla
donna che mi ha rovinato, di nuovo. Dorme ancora; a pancia in
giù,
il volto spostato verso destra, le gambe in una posizione innaturale.
Ripenso a Trunks, al fatto che era in fasce quando io ho tradito
sua madre. Dopo quella battaglia di sguardi di irresistibile voglia,
finalmente ci siamo baciati. Era una sera così buia che
dubito che
chiunque ci abbia potuto scorgere fra le piante. Erano Gelsomini, se
non sbaglio. Ancora una strana sensazione mi assale, io
non sono così,
eppure... lei mi ha cambiato. Chiudo gli occhi e sospiro, mentre la
sensazione di gioia che mi aveva pervaso quando l'avevo penetrata mi
assale. Mi appoggio al mobile e respiro, cercando di non fare troppo
rumore. Non deve sapere che sono tornato.
I suoi occhi la mattina
dopo, quando l'ho abbandonata, quando le ho detto che eravamo troppo
simili per stare insieme. Lei riusciva a capirmi troppo,
era come se fossimo la stessa cosa. Le ho detto che amavo Bulma, le
ho detto ciò che non provavo per lei. Diciotto mi ha
guardato senza
parlare, voleva essere seria, voleva riuscire a non piangere.
«Noi
siamo troppo simili.» sussurro. Lei lo sa, e io so come farla
smettere di soffrire. Adesso si scosta un ciuffo dai capelli e noto
una lacrima fresca sgorgare dal suo viso. Chiunque ne rimarrebbe
sorpreso, ma io so
come ci si sente, come ci si sente a dover essere forti
sempre.
L'orgoglio ci distingue dagli altri, per questo devo fare in modo che
lei mi odi ancora di più prima di andare. Mi avvicino e le
bacio la
fronte, scostandole un poco i capelli. Le mie sopracciglia sono
aggrottate come sempre, mi chiedo come possa aver nascosto la nostra
bambina per tutti questi anni. Sapeva che io non dovevo saperlo,
sapeva che non avrei approvato. Eppure la piccola sa chi sono: mi
chiama
'Papà'. Ma io non provo niente, è una
creatura nata da una
relazione troppo complicata. Anche questa volta non posso fare a meno
di buttarmi sulla scelta più complicata.
Probabilmente
nessuno lo
verrà a sapere, ma lei soffrirebbe, lei... spalanco gli
occhi
sconvolto quando vedo una goccia cadere sul suo viso pallido. Non
riesco a credere che sia uscita dai miei occhi. Diciotto si volta e
sbuffa; dorme ancora. Anche così assopita mi fa tremare le
gambe e
battere il cuore.
«Papà?», “Basta!”,
vorrei gridare,
“Basta! Lasciami in pace mocciosa! Io sono il Principe dei
Saiyan.
E non posso amare né te, né tua madre.”
Mi asciugo gli occhi
umidi e mi alzo, ormai ho preso la mia scelta: quella donna non
dovrà
mai più entrare nella mia vita.
Prendo il volto di nostra figlia
fra le mani e la guardo. Per la prima volta nella mia vita le
sorrido.
«...Pap...», un tocco veloce, un rumore secco e
conciso.
Solo
dopo mi accorgo che forse non era un sorriso di gioia, ma un sorriso
sadico.
È così che ho deciso di non amare quella regina
cattiva...