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Autore: Vitzi    01/11/2012    7 recensioni
Classificata 2° al Contest 'Il linguaggio segreto dei fiori...' di Helly e Hope
[In un momento di rabbia Vegeta compirà un atto sbagliato, con il solo scopo di dimostrare a se stesso di non essere cambiato. Tutta colpa di una voce...]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: 18/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The voice

Autore: Dafne_18;
Personaggio/i e/o Pairing:
Vegeta/C18 - Nuovo Personaggio;
Pacchetto scelto:
Gelsomino;
Genere:
Drammatico/Angst;
Rating:
Arancione;
Prompt & Citazione:
Anche da piccolo io mi buttavo sulle scelte complicate. Credo che sia questo, il mio problema.Quando la mamma mi portò a vedere Biancaneve, tutti quanti erano innamorati di Biancaneve. Io no. Io mi innamorai subito della Regina Cattiva. (W. Allen.);
Introduzione: In un momento di rabbia Vegeta compirà un atto sbagliato, con il solo scopo di dimostrare a se stesso di non essere cambiato. Tutta colpa di una voce...
Note : Questa OS si è classificata al contest 'Il linguaggio segreto dei fiori...' (http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10373967) di Helly e Hope. Spero di aver rispettato tutto e che i personaggi siano IC.


The voice

«Papà...» una vocina così dolce; una voce così melodica.
Se ripenso a tutto quello che mi è accaduto fatico a credere di essere ancora in me. Sarei dovuto impazzire da un pezzo; Vegeta il terribile principe dei Saiyan non avrebbe mai fatto quel fatidico errore. Alzo lo sguardo verso la causa di tutto, ma lei dorme. I capelli biondi sono sparsi sul cuscino rosa, le guance pallide e soffici mettono in risalto le rosse labbra carnose. Mi domando come faccia ad essere così perfetta. Un pensiero così stupido il mio, che per poco non mi schiaffeggio. Avevo una scelta, ma ho preso quella più complicata. Ricordo quel giorno come se fosse ieri, ricordo il suo corpo sul mio; le sue cosce leggermente aperte; la sua intimità scoperta. Ricordo il giorno prima, la rabbia che mi aveva colpito, la voglia di dimostrare cosa valevo. Dopo la sconfitta... dopo che quella donna non umana mi aveva battuto. Ricordo la voglia di picchiarla, i pugni, i calci e in tutto ciò, è strano, ma solo una cosa è rimasta impressa nella mia mente: la sua
sensualità. Quando alzava una gamba o quando sferrava un pugno, i miei occhi erano sempre posati sul suo seno in movimento o dove, in ogni caso, non avrei dovuto guardare.
«Papino...», ancora quella
voce.
La guardo e mi sorride, i capelli neri corti, gli occhi azzurro ghiaccio leggermente socchiusi mi ricordano Trunks.
Sposto lo sguardo sulla donna che mi ha rovinato, di nuovo. Dorme ancora; a pancia in giù, il volto spostato verso destra, le gambe in una posizione innaturale.
Ripenso a Trunks, al fatto che era in fasce quando io ho tradito sua madre. Dopo quella battaglia di sguardi di irresistibile voglia, finalmente ci siamo baciati. Era una sera così buia che dubito che chiunque ci abbia potuto scorgere fra le piante. Erano Gelsomini, se non sbaglio. Ancora una strana sensazione mi assale,
io non sono così, eppure... lei mi ha cambiato. Chiudo gli occhi e sospiro, mentre la sensazione di gioia che mi aveva pervaso quando l'avevo penetrata mi assale. Mi appoggio al mobile e respiro, cercando di non fare troppo rumore. Non deve sapere che sono tornato.
I suoi occhi la mattina dopo, quando l'ho abbandonata, quando le ho detto che eravamo troppo simili per stare insieme. Lei riusciva a capirmi
troppo, era come se fossimo la stessa cosa. Le ho detto che amavo Bulma, le ho detto ciò che non provavo per lei. Diciotto mi ha guardato senza parlare, voleva essere seria, voleva riuscire a non piangere.
«Noi siamo troppo simili.» sussurro. Lei lo sa, e io so come farla smettere di soffrire. Adesso si scosta un ciuffo dai capelli e noto una lacrima fresca sgorgare dal suo viso. Chiunque ne rimarrebbe sorpreso, ma io
so come ci si sente, come ci si sente a dover essere forti sempre. L'orgoglio ci distingue dagli altri, per questo devo fare in modo che lei mi odi ancora di più prima di andare. Mi avvicino e le bacio la fronte, scostandole un poco i capelli. Le mie sopracciglia sono aggrottate come sempre, mi chiedo come possa aver nascosto la nostra bambina per tutti questi anni. Sapeva che io non dovevo saperlo, sapeva che non avrei approvato. Eppure la piccola sa chi sono: mi c
hiama 'Papà'. Ma io non provo niente, è una creatura nata da una relazione troppo complicata. Anche questa volta non posso fare a meno di buttarmi sulla scelta più complicata. Probabilmente nessuno lo verrà a sapere, ma lei soffrirebbe, lei... spalanco gli occhi sconvolto quando vedo una goccia cadere sul suo viso pallido. Non riesco a credere che sia uscita dai miei occhi. Diciotto si volta e sbuffa; dorme ancora. Anche così assopita mi fa tremare le gambe e battere il cuore.
«Papà?», “Basta!”, vorrei gridare, “Basta! Lasciami in pace mocciosa! Io sono il Principe dei Saiyan. E non posso amare né te, né tua madre.” Mi asciugo gli occhi umidi e mi alzo, ormai ho preso la mia scelta: quella donna non dovrà mai più entrare nella mia vita.
Prendo il volto di nostra figlia fra le mani e la guardo. Per la prima volta nella mia vita le sorrido.
«...Pap...», un tocco veloce, un rumore secco e conciso.
Solo dopo mi accorgo che forse non era un sorriso di gioia, ma un sorriso sadico.
È così che ho deciso di non amare quella regina cattiva...

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