Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Polly_poChan    01/11/2012    2 recensioni
"Cinque.
Cinque anni dopo la battaglia finale, tutto ha nuovamente inizio.
Una guerra combattuta per imporre la propria supremazia sul pianeta Terra.
Dieci guerrieri provenienti dal pianeta Andreion pronti a tutto per recuperare l'Acqua Cristallo e riportare all'antico splendore la loro terra.
Cinque amiche dai magici poteri con un solo obbiettivo: proteggere il loro "Pianeta Blu".
Un esercito. Un esercito composto da migliaia e migliaia di guerrieri addestrati per U C C I D E R E.
Ed una storia. Una semplice storia che intende raccontare la vita di questi esseri 'malvagi', ai nostri occhi, diversamente da quanto è stato fatto cinque anni or sono."
Una fanfiction basata sul manga-anime Tokyo Mew Mew, con protagonisti i tre alieni (Kisshu Pie e Taruto), altri personaggi introdotti dall'autrice e le paladine della giustizia terrestre, le Mew Mew :)
Un racconto di amori non corrisposti, crudeltà e dolore, con un "Ending" da far rizzare i peli sulle braccia..
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Pai Ikisatashi, Taruto Ikisatashi/Tart, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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{ Intro.

“tornare li?”
“sì. Tornare li.”




La sconvolgente notizia lasciò senza parole il giovane alieno dagli occhi dorati. Il Sensei dell'armata del Nord teneva lo sguardo piantato nelle sue iridi, con fermezza, quasi come se quella decisione fosse stata presa ormai da tempo.
Erano passati ben 5 anni dal loro ritorno sul pianeta Andreion. 
E la Terra era ormai solo un lontano ricordo.

“e come intendi tornarci, Kish?!” il giovane Capitano si voltò di scatto in direzione del fratellastro, e la sua fronte corrucciata parlava da sola. Non aveva idea di come quel folle avrebbe mai potuto procurarsi una navicella per tornare sul Pianeta Blu, né tanto meno come avrebbero potuto raggirare l'Armata. E, a dirla tutta, non riusciva a comprendere appieno il motivo di questa loro prossima 'visitina' ad un branco di inutili esseri umani. 
“abbassa la cresta, ragazzino” ringhiò Kish avvicinandosi minacciosamente al ragazzo “sarai anche il Capitano, ma resti sempre un moccioso”
“questo 'moccioso' t'ha salvato il culo più di una volta!” rispose a tono il più giovane, facendo un passo in avanti, a mo' di sfida “e TU non sei nessuno per dirmi che tono adottare! Io son-”
“SMETTETELA!”
i due fratelli si voltarono all'unisono in direzione della voce fuori campo che li aveva ammoniti.
Un'affascinante donna dalla carnagione scura li osservava a braccia conserte, poggiata allo stipite della porta d'ingresso. Lo sguardo fiero e serio, tipico di un Sensei della sua portata, la contraddistingueva da tutte le altre soldatesse dell'Esercito Reale. 
“Johanna, fatti gli affaracci tuoi, noi-”
“voi nulla, Capitano.” tagliò corto la donna, staccando la schiena sottile dal legno fradicio e raggiungendoli con passo felpato “sono ormai giorni che prepariamo questo viaggio, non possiamo permetterci di indugiare oltre. Domattina partiremo per il Pianeta Terra.”
Tart piantò le iridi dorate in quelle della ragazza, sin troppo simili alle sue. Si fidava ciecamente di Johanna, ma non capiva come LEI potesse aver riposto fiducia in un piano ideato da un pazzo come Kisshu.
“Capitano, sai bene che in circostanze diverse avrei preferito anch'io operare in modo differente...” fece scivolare lo sguardo da Tart a Kish per qualche secondo, poi continuò, a malincuore “...ma, ahimè, dati i recenti avvenimenti, credo che la decisione più saggia sia quella di approdare sul pianeta Blu e seguire il piano di Kisshu”
Il Sensei dell'armata del Nord incrociò le braccia, sorridendo soddisfatto.
Tart sospirò, rilassando a poco a poco i muscoli facciali. Strinse i pugni, diede le spalle ai due soldati e si avvicinò ad un tavolo malconcio, illuminato da una flebile lucina bianca. Stette in silenzio per più di un minuto, ponderando sul da farsi. Abbandonare il suo pianeta in una situazione del genere lo faceva sentire male. 
Un traditore.
Un vile.
Uno sciocco.
Ma, d'altra parte, cosa poteva fare se non fidarsi di quell'unica (anche se folle) idea del suo Sensei più fidato?
Le avevano provate tutte. Avevano miseramente fallito.
E adesso non c'era che d'aggrapparsi a quel flebile spiraglio di luce.
Flebile come la lanterna del loro covo di 'Traditori'.

Dopo qualche secondo, sentì le dita affusolate del fratellastro afferrargli con leggera forza la spalla destra
“Tart...allora?”

Il 'moccioso' alzò lo sguardo, rivolgendolo stavolta alle mura in calcestruzzo del rifugio.
“preparate tutto. Partiamo alle 6.”
   
 
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