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Autore: bsalvatore    01/11/2012    1 recensioni
Il mio nome è Lillian. 145 anni fa sono morta. Sono stata addestrata a diventare un'assassina di vampiri per conto di un gruppo di sole donne chiamato "Le Cacciatrici". Mi hanno insegnato a non amare e mi hanno costretta ad abbandonare i miei affetti. Sono diventata una delle migliori cacciatrici esistenti ed è ora mio compito proteggere la seconda doppelganger Petrova, a costo della vita.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si stacca da me e con foga si slaccia i jeans.
Sorrido: “ Sei così frettoloso …”
Gli prendo le mani e lo fermo.
Mi guarda stupito.
Lo spingo dolcemente sul letto e lo faccio sedere delicatamente.
Mi siedo a cavalcioni su di lui e appena il mio vestitino, mooolto corto, si alza, gli occhi di Nick sembrano uscire dalle orbite.
Le sue mani sfiorano delicatamente le mie cosce scoperte.
Slaccio un bottone della camicia che indossa, piano piano scendo e alla fine riesco a togliergliela.
Passo le mani avidamente su quel petto marmoreo e perfetto.
Bacio quel collo morbido e lascio qualche succhiotto.
Lo sento gemere lievemente, ma mi alzo immediatamente lasciandolo interdetto.
 
Mi allontano da lui di qualche passo, impedendoli di riprendermi.
Lo guardo con aria angelica.
Comincio a far scendere la lampo sulla schiena del vestito.
Piano piano scende e Nick scruta ogni singolo centimetro del mio corpo.
Mi riavvicino a lui.
Mi mette le mani sui fianchi, pensando che mi sarei rimessa nella posizione precedente.
Invece, dopo averli lasciato un lieve bacio, mi inginocchio davanti a lui e comincio a slacciarli i pantaloni che cadono a terra.
Lo libero anche dei boxer.
Accolgo il suo membro in bocca e lo sento gemere invocando il mio nome.
Quando penso di averlo torturato abbastanza, mi rialzo alla sua altezza e lo faccio sdraiare sul letto.
Mi sdraio di fianco a lui e passo l’indice sul suo petto.
Chiude gli occhi spazientito: “Lillian …”
Mi scappa una breve risata.
Appena distolgo lo sguardo lui inverte le posizioni.
“Sei bellissima quando ridi.”
Punta tutta la sua attenzione sui miei seni che comincia a baciare con foga.
Accompagna i suoi baci con morsi e succhiotti, mentre le sue mani stringono forte il mio fondoschiena.
Riacquisto la mia lucidità e lo rimetto dov’era prima: sotto di me.
“Forse non hai capito, ma io sto giocando e non ti lascerò interferire con il mio gioco.”
Sorride e tuffa la testa indietro.
Spingo con il bacino verso la sua intimità.
Prendo le sue mani posizionate sulle mie cosce e lo avvicino a me.
È a qualche centimetro dalla mia bocca e i nostri corpi si sfiorano.
Lui è completamente nudo, io solo in biancheria.
Passo le mani dietro la schiena e slaccio il reggiseno.
Lo sfilo con lentezza calcolata.
I suoi occhi sembrano illuminarsi alla vista dei miei seni scoperti.
La mano destra risale dal mio fianco verso di essi, ma io lo blocco subito.
Alza lo sguardo che è letteralmente infuocato dalla passione e dalla fretta di avermi.
Lo bacio non passione.
Mi struscio interamente su di lui.
Mentre siamo ancora incatenati nel nostro lungo bacio, porto le sue mani sui miei seni e subito lui ne accarezza i capezzoli.
La sua lingua scende sul mio collo e finisce dove sono già le sue mani.
Mi godo il momento inarcando la schiena e lasciandolo fare per un po’, ma poi riprendo in mano le redini del gioco.
Ci sdraiamo insieme sul letto.
Mi libero degli slip e li sventolo davanti al suo viso con fare innocente.
Entra in me velocemente.
Mi muovo su di lui con fare esperto: so cosa gli piace.
Abbiamo entrambi il respiro affannato.
“Lilly.”
Pronuncia il mio nome con … amore?
Ma questo mio ultimo pensiero viene cancellato dalla meravigliosa sensazione che provo durante l’orgasmo.
Giunti alla fine mi sdraio esausta di fianco a lui.
“è stato fantastico.”
Sono contenta che gli sia piaciuto.
Sorrido.
“Sei bellissima.”
“Grazie.”
Si sposta sopra di me, mi bacia il collo e continua il discorso: “Mi fai impazzire …”
“Mmmh … lo so …”
Lo stringo forte a me.
Scende impaziente verso i miei seni.
“Punti sempre lì.”
Lo sento sorridere.
Entra in me e provo una sensazione meravigliosa.
Chiudo gli occhi e penso ai fortissimi sentimenti che sento quando sto con lui.
La mia bocca non riesce a evitare di colorarsi di due paroline molto importanti, ma che in quel momento mi sembra molto naturale dire: “Ti amo.”
 
Sento le spinte fermarsi improvvisamente, così riapro gli occhi.
Nick è ancora sopra di me e mi guarda stupito.
Non mi risponde, ma si sdraia meccanicamente di fianco a me.
Lo guardo e in quel momento mi rendo conto che le mie parole non sono state dette all’uomo che amo, ma all’ibrido originale che per un millennio a ucciso migliaia di persone.
Sento la testa scoppiare.
Mi alzo dal letto e comincio a rivestirmi.
Lui mi guarda senza parole.
 
Mentre sto per uscire dalla stanza, mi prende per il braccio, bloccandomi sull’uscio.
“Lilly, dai … parliamone.”
“NO!”
Mi giro con gli occhi umidi.
“Non ne voglio parlare!”
Mi divincolo dalla sua presa e mi avvio verso l’uscita.
 
Raggiungo la mia macchina con lunghe falcate e sento il suo sguardo osservarmi dalla finestra.
Metto in moto la Range Rover nera.
Appena sono abbastanza distante da quella casa comincio a piangere.
                                                                               
Decido di non tornare a casa, ma mi fermo nel primo bar che trovo lungo la strada.
Non posso credere di aver detto quelle parole a Nick.
Ho sempre provato qualcosa per lui.
Per me non era solo sesso, non lo è mai stato.
E ora che ho messo sul piatto i miei sentimenti, dopo averli tenuti chiusi per tanto tempo, ho paura di aver perso tutto, la nostra intesa, i nostri abbracci, ogni semplice momento che abbiamo vissuto insieme.
Ma la cosa che, più di tutte, mi sconvolge, è che una parte del mio cuore avrebbe tanto voluto sentirli pronunciare: “Anche io.”
Questa sì che è la cosa peggiore.
Esco dal bar e vado a sbattere contro due iridi di ghiaccio.
“Nick! Quale parte del mio: “Non ne voglio parlare” non ti è stata chiara?”
 
“Senti Lilly, devo ammettere che mi hai colto alla sprovvista, ma devi capire che io …”
“No, no Klaus, io ho capito benissimo. Per te io sono solo una stupida ragazzina con un bel culo, da scopare e basta. Non ti preoccupare, me ne farò una ragione. D’altronde sono stata io la stupida a credere che tu possa avere un cuore.”
“Lilly, lo sai di essere la cosa più bella per me …”
“No, non lo so Nick! Ormai mi sembra di non sapere più niente!”
 
Me ne vado.
 
 
Mentre sono sulla strada per Atlanta, ascoltando “Guardian” di Alanis Morisette, sento il Black Berry suonare e vedo lampeggiare imperterrito, proprio come lui, il nome di Damon.
Rispondo: “Damon.”
“Rebekah mi ha telefonato piangendo, dice che Klaus è sparito. Inoltre hai ricevuto un biglietto da parte di Diana. È meglio che torni a casa.”
“Pensi che Nick possa essere in pericolo.”
“Lo penso, sì.”
“Arrivo.”
Chiudo la telefonata e faccio inversione a U.
 
Potrebbe essere che Nick sia stato rapito da quella stronza guastafeste.
A causa di questo pensiero percorro la strada che mi separa da casa a massima velocità.
Appena arrivo c’è Damon ad aspettarmi sulla soglia d’ingresso.
Ha cominciato a piovere a dirotto.
 
“Allora, che cosa è successo?”
“Ha lasciato questo biglietto.”
Damon mi  porge una piccola bustina simile a quella che avevo già ricevuto.
È rossa, non blu.
La apro e leggo: Sai, Lilly, non credo che tu debba avere paura di me, in fondo io voglio Klaus. So anche come fare ad ucciderlo, credo che probabilmente lo porterei nel bosco … per ucciderlo lì.”
Oh mio Dio!
Vuole uccidere Nick!
Anche se questo lo sapevamo già.
Lo guardo con aria rimproverante.
 “Perché non sei intervenuto?”
 
“Potrebbe essere una trappola!”
La voce di Stefan riecheggia nelle mie orecchie.
“Non mi interessa! Lui è in pericolo!”
 
Prendo il cellulare e faccio il numero di Nick.
Suona libero, ma nessuno risponde.
So che mi risponderebbe a qualunque costo se ne avesse la possibilità.
Il fatto che non lo faccia mi fa andare completamente in panico.
 
Prendo il telefono e  faccio il numero di Rebekah che mi risponde al primo squillo.
Le dico solo tre parole: “Nel bosco, ora.”
Dopo aver riattaccato, mi rivolgo ai miei fratelli: “Andiamo a cercarlo.”
Annuiscono contemporaneamente e saliamo in macchina senza perdere tempo.
 
Dopo poco siamo nel bosco.
Camminiamo velocemente uno di fianco all’altro.
Vedo Rebekah che viene verso di noi.
Nel momento in cui si avvicina, intravedo la sagoma di Diana e di altre sei donne.
Nick è a terra.
Paletto dritto nel cuore.
 
“Lillian! Finalmente!”
Rebekah si slancia verso di lei, ma le altre ragazze la proteggono, cominciando uno scontro frontale con la bionda.
Anche Damon e Stefan si danno da fare e si buttano nella mischia.
Io e Diana ci guardiamo negli occhi, fino a quando non decido di agire.
Corro verso Nick che è dietro Diana, ma fortunatamente Stefan la distrae.
 
Mi inginocchio di fianco a Klaus e sfilo il paletto che ha nel cuore.
Si riprende piano.
Appena torna in sé pronuncia il mio nome: “Lilly.”
Una lacrima riga il mio volto: “Nick.”
Ci abbracciamo velocemente.
 
Quando mi stacco da lui vedo Stefan che ora sta combattendo con un’altra donna, ma vedo Diana alle sue spalle, pronta ad impalarlo.
In un attimo sono davanti a lui, non ci penso neanche due volte.
È mio fratello.
 
Sento il paletto dritto nel cuore.
Mi brucia terribilmente e mi sento soffocare.
Sento le braccia di Stefan sorreggermi poiché mi rendo conto di non riuscire a stare in piedi.
Rebekah mi si avvicina e la sento strillare il mio nome.
Mi appoggia la testa sulle sue ginocchia adagiandomi per terra.
Sento le sue calde lacrime bagnarmi il viso.
Io non riesco a piangere, pur avendo il groppo in gola.
Stefan non mi lascia neanche un istante ed io tengo stretto il suo braccio.
Damon ci raggiunge subito e riesco a vedere solo il suo viso, poiché girare il capo mi provoca dolore.
Vedo il suo volto sconvolto dal dolore, ma mi soffermo particolarmente sui suoi occhi.
Quei meravigliosi occhi blu come il mare.
Mi ricordano tanto il colore che avevano gli abissi quella volta che stavo per annegare.
 
Ero piccola, avrò avuto nove anni e nostro padre ci aveva portati al mare.
Una grande onda mi aveva inondata e mi ritrovai giù nell’oceano.
All’inizio mi ero agitata, ma man mano che scendevo in profondità mi tranquillizzavo.
Qualunque cosa facessi non riuscivo a respirare.
Era come se mi stessi spezzando, ma avevo trovato un modo per far riposare la mia testa.
Le braccia dell’oceano mi accompagnavano.
 
È un po’ come quello che provo ora.
Ormai è finita.
Sto andando giù.
Fa così freddo, ma è così dolce il mare …
Non sento più nulla, non vedo più nulla.
 
È finita.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Dunque: non so se si è capito quel che è successo a Lilly …
Spero di sì.
Non commento nulla perché ho paura di lasciarmi scappare degli spoiler.
Dico solo che il prossimo capitolo si intitolerà: “Wherever you will go “.
Vi chiedo per favore di recensire, così saprò se la piega che stà prendendo la storia vi piace oppure no.
Allora, al prossimo capitolo, baci.
P.s: per la parte finale mi sono ispirata al testo della canzone: “Never let me go” dei Florence and The Machine.
 
 

 
 
  
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