Storie originali > Avventura
Ricorda la storia  |      
Autore: GuyFawkes    01/11/2012    1 recensioni
E' possibile sottrarsi al proprio destino una volta che la nostra vita è giunta al termine? Robert Smith, dopo essere stato vittima di un incidente stradale, non ha nessuna intenzione di morire e sarà proprio l'incontro con Alexander Mendez a cambiare i piani della Nera Signora!
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Questa è davvero la fine". 
Non potete nemmeno immaginare quanto avessi ragione a credere di stare per morire. Avevo appena comprato l' ultimo numero della rivista preferita di mia moglie quando, uscito dall' edicola, attraversai la strada. Vidi una luce accecante venirmi incontro.
Non abbiate paura: non era quel tipo di luce anche perchè non c' era nessun tunnel ma, in compenso, uno dei soliti bolidi cittadini si stava dirigendo verso di me ad una velocità folle, intimandomi con i fari di spostarmi dalla strada. In quel mentre il semaforo divenne rosso e lui, noncurante, passò comunque pensando che sarebbe riuscito ad evitarmi. Vorrei tanto potervi dire che in quell' afosa mattinata di luglio tornai, come di consueto, a casa da mia moglie e mi divertii a giocare ai videogiochi con mio figlio Jack, ma non fu così; l' auto mi colpì in pieno facendomi compiere un volo di almeno venti metri che mi incollò al manto stradale ardente della città di New York, lasciandomi, per un breve istante, il sapore dell' asfalto sulle labbra. Mi venne in mente quando, all' età di quindici anni, salii sulla grondaia di casa mia e rimasi per ore a fissare le macchine che sfrecciavano sulla strada per poi sparire improvvisamente, celate da qualche palazzo più alto del mio; nella testa mi continuava a ronzare sempre lo stesso pensiero: " Mi butto?" e dentro di me sentivo "Buttati". L' adolescenza è l' età delle domande, è un periodo della vita che spendi a cercare risposte che non puoi ottenere se non con il tempo; quelli sono stati alcuni degli anni più cupi, in cui non pensavo altro che a farla finita non tanto perchè stanco della vita in sè ma quanto piuttosto del modo di vivere. Mi chiedevo "Chissà cosa c'è dopo... eppure è così semplice: basterebbe lasciarsi andare per scoprirlo, scivolare nel vuoto e svelare il mistero..." ma non ho mai avuto il coraggio di gettarmi dalla grondaia per trovare una risposta alla mia domanda. 
Questi pensieri si sono dissolti rapidamente con il passare dell' adolescenza e, durante l' età adulta, ho capito che non ho mai desiderato di morire ma anzi, avevo voglia di dimostrare al mondo chi ero e, sopratutto, che cosa ero in grado di fare.
E' per questo che quando ho visto la macchina, un profondo senso di incompletezza mi ha afferrato:" Non può essere vero, non può finire così presto; ho ancora tanto da vedere e da fare e ho anche una moglie e dei figli che hanno bisogno di me". Se la macchina mi avesse colpito quando avevo quindici anni, l' avrei accolta spalancando le braccia e sarei morto mentre un enorme sorriso mi solcava la faccia ancora impregnata di sangue; ma l' esser diventato adulto mi ha distolto dal bisogno di conoscenza che animava la mia gioventù e mi ha obbligato a rivolgere i miei ultimi pensieri alla cosa più importante che esista al mondo, cioè la famiglia.
Alcuni istanti prima di morire sentii che qualcheduno mi si avvicinò urlando "Un' ambulanza, presto chiamate un' ambulanza: è ferito!" fino a quando non mi ritrovai in mezzo alla folla, formatasi intorno a quello che rimaneva di me, ad osservare il mio stesso cadavere.
Non è esattamente come si vede nei film: non c'è il suono delle trombe che impregna l' aria mentre tre meravigliosi angeli ti prendono per mano ed insieme volate verso le porte del paradiso, lasciando dietro di voi una ventata di allegria e spensieratezza; No. Un attimo dopo aver chiuso gli occhi, ti accorgi di essere incorporeo e incominci a girovagare, con fare smarrito, intorno al tuo cadavere, cercando chissà quale conforto. Basta, è finita: sei morto.
   Smisi presto di guardare come mi aveva ridotto l' auto anche perchè sono sempre stato molto sensibile alla vista del sangue, per non parlare del mio. Guardandomi intorno mi accorsi che dall' altra parte della strada era comparsa un' enorme porta che recava una targhetta con su scritto qualcosa, che però mi apparve illeggibile data la distanza che ci separava. Probabilmente ero il solo in grado di vederla perchè era già la seconda volta che qualcuno ci passava vicino senza accorgersi che ci fosse. Mi avvicinai titubante e lessi: " Robert Smith". Il mio nome. Feci per aprirla quando, davanti ai miei occhi, la targhetta incominciò lentamente a dissolversi per lasciare il posto ad una chiave di uguali dimensioni; anche questa recava il mio nome e, quando cercai la serratura per infilarla, mi accorsi che non c'era. La porta si aprì senza che io la toccassi e dopo aver inspirato profondamente, ne varcai la soglia.
New York si era dissolta nel nulla. Per qualche secondo barcollai nel buio in cerca di una via d' uscita dalle tenebre quando, in lontananza, si delineò il profilo di una lunga moltitudine di persone che sembravano come in attesa di qualcosa... o di qualcuno. Mi accostai timidamente a loro e mi resi conto che si trovavano tutti nella mia stessa condizione.” E' dunque questo l' inferno” pensai?
- No, non lo è - rispose una voce, facendomi sobbalzare dallo spavento.
- Come diavolo...-
- Ti conviene non pronunciare il suo nome... non qui almeno... perchè potresti incontrarlo. Il mio nome è Alexander Mendez e sono anch’io un nuovo arrivato come te.-
- Io sono Robert Smith ed è un piacere incontrarti... -
- Dimmi come sei morto-
- Stavo tornando a casa quando un' auto mi ha investito; che bella morte da stupidi eh? Tu invece?-
- Per quanto mi riguarda mia ha ucciso il razzismo-
- Che vuoi dire?-
- Ero uno scaricatore di porto quando una notte sono scivolato dal ponte della nave mentre scaricavo della merce importante appena sbarcata. A causa del fatto che ero nero nessuno mi vedeva di buon occhio e anzi tutti mi hanno sempre reso la vita un inferno. Avrei potuto salvarmi poiché ero riuscito ad aggrapparmi al ponte per miracolo quando un altro scaricatore mi vide e chiamò subito gli altri. Insieme mi tirarono su e dopo aver mormorato qualche insulto, mi spinsero di nuovo dalla barca. Prima di sfracellarmi sulla banchina sono riuscito a sentirli ridere ed esultare e...- e qui fu interrotto da una lacrima che andò a solcargli la guancia destra. Si coprì la faccia con entrambe le mani e non parlò più.
In quel momento smisi di pensare a quanto fosse triste la mia condizione e guardai quel ragazzo, che non superava i vent'anni, con profondo dolore, arrivando a provare perfino un senso di smarrimento di fronte all' immensità della crudeltà umana tanto che riuscii a malapena a mormorare: - Mi dispiace-. Lui fece un gesto distratto con la mano per invitarmi a cambiare discorso.
- Cosa c'è scritto sulla tua chiave?-
- Il mio nome-
- Sì, va bene. Guarda sul retro-
Girai la chiave e solo allora mi accorsi della lunga scritta che mi era sfuggita precedentemente.
- “Morte”- risposi
- Sulla mia “Vita”. Sai cosa significa?- e dopo che io scossi la testa riprese a parlare:-  Significa che ti viene concessa la possibilità di riposare in pace mentre a me viene negata. Tra un attimo toccherà a noi subire il Giudizio della Morte e allora, quanto ti troverai di fronte a lei, sarai costretto ad aprire una porta con la chiave che ti è stata donata. Le porte sono due: quella della Vita e quella della Morte-
- Scusa se te lo chiedo: ma come fai a sapere tutte queste cose se sei arrivato adesso come me?-
- Le ho sempre sapute. Le ho viste nei miei sogni da quando avevo quindici anni e da allora ho cercato di vivere per guadagnarmi il Riposo Eterno… evidentemente ho fallito-
- Senti, se non ti spieghi meglio non riuscirò mai a capirti-
- Quando varcherai quella porta, la tua storia finirà ma non chiedermi di più perché anche per me alcune cose sono nascoste. Io invece verrò riportato in vita, magari mi troveranno agonizzante sulla banchina ma comunque mi salverò; questo è perché la morte pensa che io abbia lasciato nel mondo qualcosa in sospeso e che non sia ancora pronto per morire definitivamente. Conosco un modo per farti fuggire se lo vorrai: scambiamoci le chiavi-
- Ma perché ti sacrificheresti per me?-
- Sento che in te c’è ancora tanta voglia di vivere mentre per me ritornare sarebbe come andare all’ inferno quindi ascoltami: dammi la tua chiave e prendi la mia, ormai ci siamo-
Finalmente arrivammo entrambi di fronte al trono della Morte e, come aveva detto Alexander, dietro a questo si ergevano due porte. Molta gente le varcava di continuo, sotto lo sguardo attento della Nera Signora quando, ad un cenno di Alexander, incominciammo a correre, ognuno incontro al proprio destino. Vedendoci arrivare la Morte si alzò e menò un potente fendente alla schiena del mio compagno, che tra noi due era stato il più veloce e aveva raggiunto la porta per primo, facendolo accasciare a terra. Quando si rivolse verso di me io avevo già varcato la soglia e a nulla valsero i suoi tentativi di fermarmi. Quel giorno la terra tremò a tal punto che alcune montagne, in giro per il mondo, si frantumarono davanti agli occhi dell’umanità incredula: quella fu l’ira della Morte.
 
Mi svegliai qualche giorno dopo l’ incidente in una stanza di un ospedale che non conoscevo. Fui così felice di poter riabbracciare mia moglie e mio figlio che quando mi vennero a fare visita, scoppiai in lacrime. Nonostante la gioia per essere tornato, non facevo altro che pensare ad Alexander, che aveva dato la sua “vita” per salvare la mia e puntualmente una grande malinconia riempiva il mio cuore quando un giorno, mentre ero affacciato alla finestra lo vidi: stava salendo in cielo scortato da due angeli e quasi mi parve d’ udire il suono delle trombe che non avevo sentito morendo. Sembrava davvero felice poiché rideva e scherzava quando, ad un tratto si fermò e i nostri sguardi si incrociarono; mi sorrise e, agitando la mano proseguì il suo cammino.
Aveva davvero trovato la pace.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: GuyFawkes