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Autore: _Pandora_    01/11/2012    5 recensioni
-Mi raccomando, fai il bravo mentre non ci sono- gli disse la donna, dandogli un amorevole buffetto sulla testa –Stai a letto e riposati, ok?-
Gli scoccò un bacio sulla guancia e corse fuori, sperando di riuscire a non far tardi al lavoro.
Il piccolo Kirino rimase immobile a fissare la porta chiusa per alcuni interminabili minuti, un amorevole broncio spiccava sul suo visetto paffuto e rosso di febbre.

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Da un pò di tempo mi sono appossionata ad IE Go, e siccome il mio pg preferito è Kirino non potevo non dedicargli una fic (o meglio qualche, visto che questa è di sicuro la prima di una serie).
Sebbene adori la RanMasa, leggendo delle storie su questo fandom ho finito per farmi piacere anche la TakuRan, coppia sulla quale si basa questa Shot.
La storia si ambienta parecchi anni prima di IE Go e i due personaggi principali sono dei bambini.
Buona lettura! ^^
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'TakuRanMasa ♥'
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Alone? Never
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TakuRan-


-Mi raccomando, fai il bravo mentre non ci sono- gli disse la donna, dandogli un amorevole buffetto sulla testa –Stai a letto e riposati, ok?-
Gli scoccò un bacio sulla guancia e corse fuori, sperando di riuscire a non far tardi al lavoro.
Il piccolo Kirino rimase immobile a fissare la porta chiusa per alcuni interminabili minuti, un amorevole broncio spiccava sul suo visetto paffuto e rosso di febbre.
Si voltò e si diresse verso le scale con tutta l’intenzione di andare in camera ed obbedire senza fare storie; a causa dei capogiri fu costretto ad usare il muro come sostegno.
Entrò nella sua stanza e si chiuse la porta alle spalle, non si curò di accendere la luce né di aprire le tende quindi rimase completamente al buio.
Salì sul letto e si infilò sotto le coperte tremando per il freddo.
“Non è giusto” pensò, a metà tra il triste e l’arrabbiato “Io volevo andare in gita con Shindou”
Quel giorno ci sarebbe stata una gita di classe molto importante e lui ci teneva così tanto ad andare…
Peccato avesse preso freddo e si fosse ammalato.
Si strinse tra le braccia infastidito.
Lui poteva benissimo andare a quella gita, anche con la febbre.
Anche se aveva freddo, gli girava la testa, aveva il voltastomaco e vedeva doppio, poteva benissimo farcela ad andare.
Digrignò i denti stizzito.
Cosa volete che fosse la febbre in confronto alla gita che aspettava da mesi?
L’importante era andare, il resto era secondario.
Se poi si fosse sentito male, avrebbe chiesto aiuto alla maestra e se necessario si sarebbe fatto accompagnare a casa.
Non era stupido, se la situazione si fosse fatta critica non avrebbe esitato a farlo anche se significava mandare a monte tutto.
E invece era stato costretto a rimanere a casa.
Da solo per di più, visto che i suoi erano al lavoro.
“Meglio solo che mal accompagnato” pensò irritato.
Si strinse tra le coperte.
Voleva piangere, ma sapeva che sarebbe stato inutile: le lacrime non avrebbero certo risolto il suo problema.
Dunque rimase immobile, in silenzio, aspettando di addormentarsi, anche se non aveva per niente sonno.
Il suo sguardo si spense pian piano, più il tempo passava più si sentiva solo e abbandonato.
E quando stava per perdere del tutto le speranze… Sentì una voce.
Una voce rotta che gridava insistentemente il suo nome.
Dapprima non le diede peso, poi decise di ascoltarla visto che non si decideva a smettere di chiamarlo.
Si alzò in piedi a fatica e si trascinò verso la finestra, tirò le tende e aprì il vetro per poi affacciarsi.
-Kirino!-
Sobbalzò, e guardò sorpreso il bambino che stava in piedi davanti casa sua, precisamente sotto la finestra della sua stanza: Shindou Takuto.
-Shindou?-
Il moro piangeva come una fontana e continuava a chiamarlo insistentemente per nome.
-Che c’è?- domandò preoccupato –Perché piangi?-
Quello prese qualche respiro profondo, cercando di calmarsi e di smettere di piangere.
-Non sei venuto-
-Eh?-
-Ti ho aspettato, ma tu non sei venuto- disse mentre si asciugava il viso con il dorso di una mano.
Kirino ci rifletté un attimo, e capì che si riferiva al fatto che gli aveva promesso che si sarebbero seduti vicini sul pullman e quindi chi arrivava per primo doveva aspettare l’altro.
Stava già per scusarsi, mortificato, quando il moro abbozzò un sorriso –Allora sono venuto io da te- disse, con ancora le lacrime agli occhi.
Ranmaru sobbalzò, poi sentì gli occhi farsi lucidi.
Ricacciò indietro le lacrime con prepotenza: no, non avrebbe pianto davanti a lui, anche perché non ce n’era motivo.
Dunque sorrise, proprio come il suo migliore amico.
Sorrise perché era felice.
Sorrise perché non era più solo.






.: Angolo della Me Sottoscritta :.

Ehilà!
Come voi sapete sono Pandora, perché voi lo sapete vero? *sisi*
Bene u_u
Dunque dunque... Temo di aver scritto qualcosa a metà angosciante e fluffosa: la prima parte è deprimente, ma la seconda è forse troppo dolce.
Cioé, sono passata dal negativo al positivo, dal buio alla luce, dalla tristezza alla felicità O.o
Dite che è una cosa buona? Bho, vabbé.
Smetto di angosciarvi e chiudo qui, sperando che la mia shot vi sia piaciuta ^^
Bacioni

_Pandora_
  
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