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Autore: Luna_Morgan    01/11/2012    3 recensioni
2012. La Seconda Guerra Magica è ormai solo un lontano ricordo. Hogwarts ha ripreso normalmente la sua routine e il Mondo Magico è fuori pericolo. Quattro ragazzi si ritrovano a frequentare la scuola di Magia e Stregoneria. Cassandra ha una famiglia anticonvenzionale e troppi segreti da nascondere. Roxanne non ha più la sua famiglia ma uno stupido ripiego imposto dal Ministero della Magia. Lucas non ha più la sua vita normale. Patrick non ha più la sua adorata Adelaide. Per i legami dettati dal Filo Rosso chiamato destino le loro vite si incroceranno e tutti insieme supereranno gli ostacoli che il pretendere la felicità comporta. L'amicizia che nascerà fra le due ragazze è una vera e propria collisione di astri perché loro due sono astri, sono il Sole e la Luna così diversi tra di loro ma indispensabili l'uno per l'altro.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prologo - Lettere da Hogwarts

[29 Giugno 2008 – Casa Richards – Nottingham – Compleadozione di Cassandra]
 
Una canzoncina di buon compleanno remixata da Bonnie e Carole in onore del Compleadozione riecheggiava in tutta la casa, nel bellissimo salotto di casa Richards la seconda entra con in mano una torta rosa a due piani elegantemente decorata a roselline e fiori bianchi. Accende con un colpo di bacchetta le candeline e la poggia davanti alla figlia. Questa sfoggia il suo miglior sorriso di circostanza poiché detesta il rosa e i fiorellini ma le sue mamme si sono impegnate molto per renderle il suo compleanno un giorno speciale e non vuole deluderle.  Mamma Bonnie le raccoglie i boccoli bruni dietro la nuca per non rischiare di imbrattarli di torta e la invita a soffiare sulle candeline, il suo desiderio già lo sa: vuole essere una strega talentuosa come Hermione Granger. Appena tutte le candeline si spengono le donne esplodono in un applauso, entusiaste della loro piccola che ha già undici anni. – Piccola mia, ho una sorpresa per te… è arrivata stamattina. – la bionda le porge una busta di pergamena ingiallita vergata ad eleganti caratteri smeraldini. Cassandra quasi lascia cadere a terra la torta rosa per andare a prendere la sua Lettera, stacca il sigillo in ceralacca con su impresso lo stemma della Scuola di Magia e Stregoneria e pesca la pergamena, anch’essa scritta con inchiostro verde, e la legge con gli occhi che le brillano per la felicità. – Mamma Bonbon, Mamma Care, mi hanno presa! Oh santo cielo! – Inizia a saltellare per tutto il salotto mentre le donne guardano la lista di cose necessarie per il primo anno. – Tesoro che ne dici se domani io e te andiamo a Diagon Alley per comperare i libri, la divisa e la tua prima bacchetta? – Le chiede Bonnie sistemandosi una ciocca bruna dietro l’orecchio, anche se la piccola chiamava “mamma” tutte e due, quella che l’aveva messa al mondo era Bonnie, infatti Cassie le somigliava fisicamente in ogni più piccolo tratto del viso o curva del corpo mentre a carattere era come la madre adottiva, dolce e leale con tutti, coraggiosa quanto basta e altruista. Insomma il mix perfetto per la figlia perfetta, solo che sotto la montagna di buoni sentimenti, la ragazza covava dei segreti che nessuno al di fuori di lei conosceva e ad Hogwarts forse sarebbe stato più facile nasconderli agli occhi delle due madri. Annuì con decisione a Mamma Bonbon, come adorava chiamarla, e corse in camera. Erano tutte troppo felici per pensare alla torta abbandonata sul tavolo o a qualcosa di diverso dalla partenza di Cassie per la nuova scuola.

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[22 Febbraio 2008 – Casa Dolohov – Castello vicino ad Hogsmeade – Compleanno di Roxanne.]
 
– Roxanne, tesoro! È arrivato… - La signora Dolohov chiama la figlia sporgendosi dall’ultimo gradino dell’elegante scalinata del castello, quello che dà sul corridoio collegato alle camere. Una di queste si apre e una figurina minuta dagli occhi argentei fa capolino dalla porta. – Chi è arrivato, mamma? – Chiede con la testa inclinata da un lato, i lunghi capelli rosso scuro le cadono sulla spalla e lei si affretta a rimetterli dietro l’orecchio. – È una sorpresa… vieni, avanti. – Le prende la mano e l’accompagna fino all’ingresso principale. Un gruppo di tre Auror dai lunghi mantelli fa da capannello ad un quarto, Roxanne subito capisce chi è, infatti lascia la mano della madre e corre da suo padre per abbracciarlo. Lui la pende affettuosamente in braccio e le schiocca un bacio sulla guancia. Nessuno dei presenti a parte la signora Dolohov s’intenerisce, dopotutto questo quadretto familiare è composto da uno dei Mangiamorte più vicini al Signore Oscuro, sua figlia considerata da tutti i bambini una specie di demone per via degli occhi e sua moglie, Mangiamorte anche lei. – Papà, che ci fai qui? – Gli domanda mentre le sue Converse nere toccano l’elegante tappeto che ricopre il pavimento dell’ingresso. – Ho chiesto un giorno di permesso per poter festeggiare con te ed Anastasia il tuo undicesimo compleanno… è un giorno importante per tutti i giovani Maghi e le giovani Streghe. – Gli Auror e la donna intanto si stavano accomodando in salotto lasciando su richiesta di questa un po’ di privacy ai due, dopotutto Antonin non vedeva mai sua figlia se non nelle rare volte che lo facevano uscire da Azkaban una decina d’ore. – Papà vuoi leggere la lettera che è arrivata stamattina? – L’uomo annuisce e lei lo prende per mano trascinandolo verso la sua camera. Pesca dalla scrivania di legno una pergamena con il suo nome scritto sopra a lettere verdi e calligrafia svolazzante e la mostra al padre. – Vedi? Mi hanno preso! Parto appena finisco questa stupida scuola! Pensa che mamma vuole andare già a comprare tutto il necessario in settimana… Pensa se riesco ad entrare come voi in Serpeverde, porterò i colori della Casa con onore, te lo prometto! – Intanto che la ragazzina parlava, il padre la guardava seduto sul letto con occhi pieni d’amore… la piccola Roxanne e sua madre Anastasia erano la gioia della sua vita e l’unica cosa che gli permetteva i non uccidersi in quella squallida cella era sapere che con il permesso di un giudice sarebbe potuto andarle a trovare una volta all’anno. Prese dalla tasca interna del pesante cappotto che aveva indosso una scatolina di velluto argento e chiamò la figlia vicino a se. – Roxy, ti ho portato una cosa… è la Croce della Vita che simboleggia appunto quest’ultima, portala sempre con te e ricordati che io ci sono anche quando non mi vedi. – Le sussurrò mostrandole il ciondolo a forma di Ankh. – Grazie papà… lo conserverò sempre vicino al cuore. – Gli porse la catenella e l’uomo gliela allacciò dietro al collo.
Da quel giorno non se la tolse più, nemmeno quando il giorno dopo due funzionari del Ministero della Magia fecero irruzione nel castello medievale, le urlarono di prendere in fretta le sue cose e la portarono via, non fece nemmeno in tempo a dire addio alla madre dato che l’avevano schiantata appena aveva opposto resistenza non violenta. La portarono in una casa di maghi volontari che avevano acconsentito ad accogliere un orfano ma che non si aspettavano di certo che l’”orfano” in questione fosse la figlia di un ex Mangiamorte, quindi sin dal primo giorno l’hanno trattata con disprezzo malcelato, costringendola a mettersi lenti a contatto per mascherare quegli occhi così chiari e spaventosi e parlando male della sua famiglia in sua presenza. Però lei aveva la sua collana e le bastava stringerla nel palmo per reprimere la rabbia ed ignorare il comportamento scorretto di quei due maghi indegni di nominare suo padre e sua madre. La sua nuova famiglia per lei era come una gabbia, per questo prese come modello di vita  Bellatrix Black/Lestrange, da grande sarebbe diventata proprio come lei, al diavolo tutto e tutti.
 

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[5 Giugno 2008 – Casa Lightwood – Londra – Compleanno di Patrick ]
 
Un giovane ragazzo di appena 11 anni se ne stava seduto sull’ampio davanzale della sua finestra a fissare il camion dei traslochi davanti al vialetto della sua nuova casa a Londra, in mano stringeva una busta di pergamena ingiallita con il suo nome scritto sopra. L’avrà riletta centinaia di volte negli ultimi due giorni per imprimersi nella memoria quelle parole, la sua Lettera d’ammissione era solo l’ultimo tassello che gli serviva per riuscire ad essere quello che i suoi genitori consideravano “un figlio perfetto”. Raccolse le ginocchia al petto e tornò a guardare cosa facevano gli operai della ditta traslochi, là nella Londra Babbana dove i suoi genitori avevano deciso di andare a vivere non potevano di certo far levitare gli scatoloni direttamente in casa. Prese il suo telefono dalla tasca dei jeans e scrisse velocemente un messaggio a suo padre chiedendogli a che ora avrebbe rincasato. Come al solito il signor Lightwood e signora sarebbero tornati molto tardi. Scaraventò il telefono sul letto, unica parte insieme all’armadio in ordine nell’intera casa, e corse al parco più vicino, se doveva festeggiare il suo compleanno da solo almeno voleva farlo in uno dei suoi posti preferiti, o almeno nel suo ripiego. Tutto a Londra era differente da Adelaide a partire dai parchi naturali. Quei giardini supercurati nel bel mezzo di quartieri grigi e noiosi non avevano niente in comune con le meraviglie della valle del fiume Onkaparinga o con il panorama che si poteva godere dai monti Lofty Ranges ma Patrick ci avrebbe fatto l’abitudine. Si accovacciò su una delle altalene e si mise ad osservare i passanti, era una delle cose che lo rilassava maggiormente, si metteva a guardare la gente intorno a lui e costruiva mentalmente la loro storia. Quel giorno però non trovò nessuno su cui fantasticare, un’altra cosa brutta di Londra era che non c’era mai nessuno in giro per le strade, in più il cielo si stava coprendo di nuvole. Fece appena in tempo a rincasare che scoppiò un temporale con forti folate di vento gelido che sbatacchiavano le chiome degli alberi. I suoi occhi, uno verde e l’altro blu, assunsero lo stesso colore di quel piccolo pezzo di mondo perché quando pioveva a Londra tutto diventava come nei vecchi film, cancellando i colori e sostituendoli con tutte le sfumature esistenti del grigio, un po’ come i messaggi di suo padre dove ripeteva per l’ennesima volta che non aveva tempo per lui annerivano il suo umore. Riprese la lettera dalla tasca e la rilesse ancora una volta, quelle parole così elegantemente scritte sulla pergamena erano il suo biglietto di sola andata per la libertà. Al diavolo la sua famiglia assente e la mancanza totale di amici in quello stupido posto che non somigliava affatto alla sua adorata Adelaide.

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[23 Agosto 2012 – Casa McCormack – Stanza di Lucas – Lifford]
 
Oramai Lucas era sceso a patti con il suo essere un Magonò. Non lo infastidiva più vedere sua madre usare la bacchetta per compiere qualche magia quotidiana e nemmeno andare alla scuola babbana, viveva così da quindici lunghi anni e da quattro la cosa non gli pesava più. Sua madre lo trattava da principe e faceva di tutto per non farlo sentire diverso, infatti vivevano nella parte “babbana” di Lifford e si comportavano come tali, a parte il bucato lavato, stirato e riordinato con un colpo di bacchetta e il pranzo sempre pronto in pochi minuti grazie all’efficiente elfo domestico Rosalyne. Quell’estate, però, tutti gli sforzi per adattarsi alla situazione furono annullati. Quella mattina Lucas si svegliò come in tutti i giorni di vacanza alle undici e mezzo, si trascinò verso il tavolo in cucina e chiese all’Elfa un the nero e dei muffins al cioccolato. Come sempre la Gazzetta del Profeta era sopra al tavolo e la foto in prima pagina mostrava alcuni studiosi dei Manufatti Babbani che finalmente avevano svelato i segreti dell’ultimo iPhone sul mercato. Ridacchiò allegro pensando che lui i segreti di quel telefono li aveva già svelati da tempo dato che ne aveva uno. Rose tornò con il vassoio della colazione e glielo poggiò velocemente sul tavolo, congedandosi subito dopo e svanendo con un pop. Il ragazzo stava sfogliando le pagine del giornale quando la madre entrò in sala da pranzo carica di buste e pacchetti. – Luke, tesoro, ben alzato. Stasera sono da Lady Brennan per la cena di beneficenza, raccoglie fondi per lo studio sul recupero della memoria ai maghi Obliviati. Ti va di venire con me? – Gli chiese con un sorriso, lui staccò gli occhi color cioccolato dalla pagina dell’Oroscopo e si concentrò sulla madre. – No, ma’… non mi sento tanto in forma per sostenere una delle cene della Brennan. – prese il cucchiaino dalla tazza del the mentre passava alla sezione naturalistica del giornale, la foto mostrava una colomba bianca che atterrava su un nido insieme al suo compagno. Picchiettò il bordo della Mug con sopra disegnate delle mucche al pascolo tre volte, totalmente assorbito dall’eleganza dei due pennuti. L’urlo di sua madre gli trapanò un timpano riportandolo alla realtà, si guardò in torno cercando di capire cosa l’aveva tanto agitata e subito la vide: una candida colomba stava picchiettando con il becco davanti a lui dove prima c’era la tazza di the. – Ciao piccolina… da dove salti fuori? – le chiese carezzandole le piume della testolina. – Viene dal nulla, Luke. Tu hai… – A sua madre Margareth morirono le parole in gola, il figlio aveva appena compiuto la sua prima magia. – Quindi io ho trasformato la tazza in questa colomba? – chiese scandendo lentamente le parole. – Sì piccolo mio, sei un mago! – la donna corse ad abbracciarlo mentre il ragazzo fissava ancora stranito l’animaletto passandosi continuamente le mani tra i corti capelli bruni. Poche ore dopo un gufo scuro portò al ragazzo una lettera di pergamena ingiallita vergata a caratteri color dello smeraldo con circa quattro anni di ritardo, ma come dice il proverbio “Meglio tardi che mai”.

*Angolo delle due pazze*

Buonasera stelle del cielo, la terra vi saluta! Qui parlano Delilah Morgan e sua moglie MissLuna!
(più che altro parlo solo io dato che mia moglie è data per dispersa e mi tocca fare la presentazione da sola.)

Finalmente abbiamo terminato questo benedetto prologo! Che impresa colossale santa Tosca... ma parliamo della storia... L'idea base è di Luna mentre io ho proposto di scriverla a quattro mani e lei ha detto si, quanto posso adorarla? *^* I miei personaggi sono Cassandra e Lucas, i due dolci Tassi. Hanno due biografie un po' particolari ma mi sono divertita a scriverle. I suoi invece sono Roxanne e Patrick(you don't say, Dede? e.e), una Serpeverde e un Grifondoro. Troverete tutte le descrizioni dettagliate e gli spoilers sulla nostra belliFFima pagina 
MissLuna & Delilah Morgan ~ Efp Pace, amore e Girate a Pagina 394 ♥

   
 
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