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Autore: HinataSam_chan    02/11/2012    1 recensioni
Era ormai le una passate e l’acqua continuava a scendere su la sua fragile pelle, l’unico rumore che si sentiva nel intera casa erario quello delle gocce d’acqua calda che s’infrangevano su quel corpo ormai livido e malmenato.
Le lacrime scendevano dagli occhi della ragazza, da quegli occhi così marroni e innocenti.
Continuava a ripetere che non doveva piangere, che doveva essere forte, che quelle cretine non si meritavano le sue lacrime.
Si sedette a terra, mentre l’acqua della doccia continuava a scendere, si chiedeva com'era possibile che fossero giunte a tanto, il suo cuore scoppiava d’angoscia e di tristezza, non voleva credere che quelle ragazze l’avessero picchiata per colpa del fatto che si era innamorata e anche per il fatto che il suo amore era stato ricambiato, non poteva credere a ciò che gli stava succedendo, eppure qualche mese fa era tutto così perfetto…
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai l'una passate e l’acqua continuava a scendere su la sua fragile pelle, l’unico rumore che si sentiva nel intera casa erario quello delle gocce d’acqua calda che s’infrangevano su quel corpo ormai livido e malmenato.
Le lacrime scendevano dagli occhi della ragazza, da quegli occhi così marroni e innocenti.
Continuava a ripetere che non doveva piangere, che doveva essere forte, che quelle cretine non si meritavano le sue lacrime.
Si sedette a terra, mentre l’acqua della doccia continuava a scendere, si chiedeva come era possibile che fossero giunte a tanto, il suo cuore scoppiava d’angoscia e di tristezza, non voleva credere che quelle ragazze l’avessero picchiata per colpa del fatto che si era innamorata e anche per il fatto che il suo amore era stato ricambiato, non poteva credere a ciò che gli stava succedendo, eppure qualche mese fa era tutto così perfetto…
 
-Flashback-
 
Amanda era tutta sola in casa, quando ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
Lei stava cucinando il piatto preferito del suo dolce amorino che doveva tornare da lì a poco da lavoro, vuolva farsi perdonare, voleva chiarire quel bruttissimo malinteso, voleva che tutto tornasse come prima, come prima di quel bacio rubato, non sopportava più che non si parlassero a causa di quel antifan che pur di dividere la loro coppia l’aveva baciata e aveva dichiarato che era uno dei tanti ragazzi con cui era stata, mentre era fidanzata ufficialmente con il suo ragazzo, cosa assolutamente falsa perché Amanda amava con tutto il cuore, il suo ragazzo, anche perché era il primo in assoluto.
Lei posò il mestolo con cui stava preparando l’impasto, si tolse il suo grembiulino bianco e si diresse verso la porta.
“Chi sarà a questa ora?” si chiese un po’ sconcertata.
Allungo la mano e aprì la porta, ma prima che riuscisse a vedere chi era alla porta, dieci figure misteriose gli si gettarono addosso.
La trascinarono e la legarono ad una sedia della cucina.
“Muoviti! Muoviti!” disse una di una di quelle figure scure.
“Legatela bene se no si può liberare.” Disse un’altra.
“Ma quanto si muove questa!” disse un'altra di quelle figure.
Dopo essere stata legata bene e imbavagliata le dieci figure si distanziarono dalla ragazza.
“Bene! Bene! Sai carina non ci va molto a genio il fatto che tu stia con il nostro amato. Hai per caso una soluzione a questo nostro piccolo problema?!” Disse una di quelle figure.
Amanda si rese subito conto che quelle figure erano in realtà dieci ragazze, non capiva perché gli continuassero a chiedere la stessa cosa.
“Come vogliamo rimediare al nostro problemino?” quella ragazza continuava a ripetere quella stupida frase, la ripeteva ancora e ancora, ad un certo punto un'altra ragazza sbucò da dietro le altre e grido in faccia d’Amanda  “ALLORA HAI CAPITO STRONZA LO DEVI LASCIARE!!!” e dicendo così iniziò a picchiare con una mazza, l’altra continuò dicendo “Certo che sei proprio una stupida. Dovresti capirli gli avvertimenti e smetterla di rendere tutto così difficile” mentre la ragazza continuava a parlare sul fatto che doveva capire e che era colpa solo d’Amanda se erano dovute giungere alle mani e che doveva farla finita di comportarsi da bambina e doveva lasciare il suo fidanzato, che sarebbe stato molto meglio senza d lei, le altre ragazze avevano anche loro iniziato a malmenarla.
“Allora cara Amanda adesso hai capito vero?” disse la ragazza con un sorriso cattivo in volto “Hai capito che devi lasciarlo? Io lo spero per te, perché se no dovremmo tornare” dopo aver detto tali parole le dieci ragazze si dileguarono lasciando la povera Amanda mezza morta per terra.
Le ragazze avevano distrutto mezza cucina, per non parlare delle altre stanze.
Amanda piangeva non per il dolore delle ferite, ma più che altro per via dell’odio che aveva suscitato quella relazione che invece a lei aveva portato tanta felicità.
Amanda aveva paura, tanta paura, voleva che il suo dolce Yoseob tornasse, voleva vederlo aveva necessità di sentire la sua voce, non riusciva a trattenere le lacrime, aveva bisogno di lui.
Ad un certo punto il telefono iniziò a squillare, ma la povera ragazza aveva il corpo dolorante e pieno di lividi e non sarebbe mai riuscita a raggiungere la cornetta del telefono, allora in quell’istante s’inserì la segreteria telefonica.
“Ciao Amanda! Sono Yoseob. Stasera non torno a casa. Mi fermo a dormire al dormitorio con tutti gli altri ragazzi. Scusami…”
Amanda presa dallo sconforto iniziò a piangere a dirotto, sapeva che Yoseob non sarebbe tornato perché la odiava, dopo di quello che era successo, lui la odiava, lei lo sapeva, dopo quella vicenda la evitava, non tornava quasi mai a dormire a casa, e se la incontrava cercava sempre di non parlagli.
Con le poche forse che gli erano rimaste in corpo la piccola, si trascinò in bagno e si spogliò, voleva cancellare, tutta quella sporcizia, voleva eliminare ogni traccia di quello che le era successo quella sera.

-Fine Flashback-

La piccola Amanda continuava a piangere, non riusciva a fermare le lacrime, piangeva e piangeva.
Il suo unico pensiero era rivolto al sorriso del suo adorato Yoseob.
Piano,piano, lacrima dopo lacrima la piccola si sentiva sempre più debole e tutto ad un tratto svenne, dentro quella doccia, sotto quel ripetuto suono del acqua che scendeva e si frantumava a terra.
  
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