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Autore: SoleDincht    18/05/2007    1 recensioni
L'ho pubblicata molto tempo fa su un sito, ora l'ho rivista e modificata!! ^^ si può dire che sia meno peggio...leggete e commentate!! "Un lungo brivido mi percosse la schiena, almeno fino alla grande ferita. La persona che cercavo da molto tempo era lì. Lo sentivo. Mi era stata affidata una missione, e non volevo mancare alla mia promessa, preferivo morire." Introduzione aggiornata dall'amministrazione, in quanto mancava un accenno alla trama
Genere: Malinconico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 5

Stavo vincendo io.

Ero molto ferita, ma li avevo dato filo da torcere.

Due erano svenuti, non li avevo feriti molto, ma abbastanza da far disperare il loro capo e fargli dire di prendermi da due parti opposte, ma hanno sbattuto le loro due belle zucche quando mi sono scansata.

Eravamo quattro contro uno, e stavo combattendo contro un tipo e il suo amico, entrambi emissari di Seymour.

Quella piccola radura era diventata teatro di una truce battaglia tra quattro uomini e una ragazzina di quindici anni.

Il fatto che riuscissi a tenere testa a due armadi di carne era tutto merito di mio padre:

Paravo, schivavo e saltavo come un vero guerriero, e la mia agilità era il mio vanto.

Tuttavia, sentimmo un rumore, e io mi girai per capire di chi era.

Tale distrazione mi fu fatale.

In quel momento infatti, il tipo che mi stava davanti, mi procurò due grossi tagli che formavano una croce sulla mia pancia.

Mi girai quando l’altro tipo, che fino allora avevo ignorato, mi trafisse il centro della schiena:

sentii la fredda lama dello spadone tagliarmi la carne, poi vidi l’arma spuntare dalla pancia.

Caddi schiena all’aria, il capo stava per darmi il colpo di grazia, quando…

Sentii il rumore di una grossa spada tagliare l’aria, poi tranciare qualcosa, infine il rumore di due corpi cadere al suolo, svenni…

Mi risvegliai in una tenda, o almeno lo sembrava, era arredata in maniera molto semplice:

Accanto a me, al mio letto, un comodino di legno con un paio di cassetti, e al centro di una stanza un tavolo abbastanza grande, al quale sedevano abbastanza persone.

Sentivo un gran dolore, bè, mi avevano passato da parte a parte con una spada, credevo di essere morta, quindi credo che sia meglio sopportare il dolore, avrebbe potuto andare molto peggio.

Ebbi un gemito, e sentendo il rumore, i ragazzi si girarono.

Non mi piaceva per niente essere al centro dell’attenzione, infatti sono sempre stata definita una persona riservata, e ne andavo fiera, o meglio, mi è tornato utile.

Non alzai la testa, avrei preferito che pensassero che stavo dormendo, ma una sedia si mosse, e successivamente mi si avvicinò una ragazza molto bella, un invocatrice a giudicare dl Kimono, assomigliava terribilmente ad un tipo che stava in un quadro a casa mia, insieme a quelli di altri due uomini, che non fosse…

< Ti senti meglio? Le tue erano ferite molto gravi > Disse con la voce più dolce con cui qualcuno mi aveva mai parlato.

< Un pò, grazie > Da quanto tempo non mi veniva riservata tanta gentilezza?

Un lungo brivido mi percosse la schiena, almeno fino alla grande ferita.

La persona che cercavo da molto tempo era lì. Lo sentivo.

Mi era stata affidata una missione, e non volevo mancare alla mia promessa, preferivo morire.

Drizzai la schiena per permettermi una visuale più ampia.

No, non era nemmeno lì.

Notai un ragazzo, aveva capelli biondi, molto biondi, con una messa in piega che parevano ossigenati, anche lui assomigliava, come lineamenti del viso, ad un personaggio ritratto.

Inoltre, sedeva al tavolo una ragazza, più o meno della mia età, sembrava un albhed, aveva una bella coda che cadeva a palma, e due occhi di un verde talmente intenso che si poteva notare chiaramente anche a distanza, mi sorrise, le risposi nello stesso modo, accanto a lei c’era una donna, era veramente molto bella, con dei capelli nerissimi raccolti in uno chignon, da cui cadevano un paio di treccine.

Scorsi un altro ragazzo, con indosso una tuta da blitzball, e i capelli erano di un rosso davvero intenso, tirati su da una fascia blu, davanti aveva un ciuffo che finiva a punta.

< Hai fame o vuoi passare direttamente alle presentazioni?> Mi chiese la ragazza albhed, sfoggiando un radioso sorriso.

< No grazie, per adesso non ho fame > dissi, sorridendo

< Bene, io sono Rikku, il biondino ossigenato si chiama Tidus, la ragazza che ti sta accanto è Yuna, il tipo con i capelli rossi è Wakka, infine la donna con i capelli neri e il vestito strano si chiama Lulu.

< Piacere, io sono Leyla >

< dimenticavo, appena torna ti faccio conoscere l’ultimo componente del gruppo, Auron. >

< AURON !? >

Feci per alzarmi, il dolore era lancinante, ma riuscii a rimettermi in piedi appoggiandomi all’asta di una delle mie armi.

< Non muoverti, sei ancora molto ferita, e poi hai perso molto sangue > disse Yuna, preoccupata.

Perché si preoccupa tanto per me, sono una completa sconosciuta!

< Portatemi da Auron, è importante >

< Meglio se ti riposi un po’>

< Non posso perdere altro tempo, ne ho già perso abbastanza >

< dicci almeno perché >

Fu la prima frase che disse Tidus.

Lo fissai, era difficile parlarne, anche perché non sapevo se potevo farlo, ma sentivo di potermi fidare di loro.

< E’ una cosa molto importante, ma vi spiego per strada, andiamo>

Uscimmo tutti dalla tenda, lo so, dovevo andare direttamente alla radura ma… ehi, un momento!

Mi fermai di scatto, mi girai e chiesi:

< Chi è che mi ha salvato?>

< ??? >

< chi mi ha portato alla tenda >

< Auron >

< Sapete dirmi dove si trova Sir Auron >

< Di solito si allena nel lago > disse Rikku < dobbiamo andare là? >

< Sì, portami da lui ti prego >

Si mise davanti alla comitiva, e prese a correre, anzi, a camminare veloce, perché io di correre proprio non ne avevo la forza.

< ma tu non dovevi forse raccontarci qualcosa ? > disse Tidus

< Già, io sono un inviata delle forze di resistenza, un organizzazione contro Seymour >

< strano…non ne avevo mai sentito parlare… >

< Dicevo, la mia è una missione di massima importanza, al quartier generale viene definita pericolosità 20 stelle, all’inizio eravamo in cinque, vennero tutti uccisi dai tipi che mi hanno quasi uccisa, la nostra missione consisteva nel consegnare a sir Auron un oggetto >

< Puoi dirci di che cosa si tratta? >

< lo saprete a tempo debito >

Arrivammo al lago, e come previsto, Auron era lì.

< Sir Auron, ho una cosa per lei >

Era il momento, mi era stato detto di non mostrare il marchio a nessuno al di fuori di Auron.

Tolsi il guanto della mano destra e mostrai il simbolo rosso sul dorso della mano, era lo stesso che il biondino portava sui jeans.

Tutti mi fissarono, sentivo tutti gli occhi puntati su di me e sul simbolo sulla mano, quella sensazione, quanto la odiavo.

< Sir Auron, mi conduca alla radura >

Cercai di avvicinarmi, ma caddi.

< Sei la figlia di Gegma ? >

Annuii, ancora per terra.

< Allora è davvero importante. Ti ci porto in spalla, così facciamo in fretta >

Cominciammo a correre per il bosco di Macalania

All’improvviso un enorme ombra ci passò sopra.

Proprio come temevo, erano già arrivati.

< Più in fretta, o la troveranno prima loro >

< Non ti preoccupare, andrà tutto bene >

Mi fidavo di lui, se mio padre gli mandava una cosa del genere doveva essere di sicuro una persona adatta ad usarla.

< Grazie >

< mh? >

< Grazie di avermi salvata >

< Di niente >

Ci passò sopra un’altra di quelle ombre, erano mostri.

< Eccoci arrivati >

Disse Auron sempre con la sua voce calma e pacata.

< Ti faccio scendere ? >

< Sì grazie >

Scesi e barcollai fino a tronco d’albero, era senza chioma.

Avevo coperto le radici con delle foglie, che in quel momento tolsi, tra di esse infatti c’erano dei buchi, in uno dei quali avevo collocato lo scrigno di mio padre.

Lo sollevai, mi girai e lo porsi ad Auron.

Ce l’avevo ancora in mano quando dal bosco spuntò una figura umana… Seymour.

< Ho fatto molto bene ad aspettare, ho risparmiato energie e non ho sforzato il cervello >.

< Magari ci fosse >

< Comunque sia, dammi la scatola ragazzina >

< No > risposi, stringendo lo scrigno di legno verniciato al petto.

Non avevo intenzione di mollare, avevo quasi finito la missione. Dovevo resistere.

Gli altri stavano a guardare, ma stavano per estrarre le armi, Auron invece, mi fissava, forse era immerso nei suoi pensieri, o forse voleva vedere se ero testarda come mio padre.

Ebbene, lo ero molto di più.

< Mocciosa, non fare storie. Molla quel ’affare e basta. Non sono cose per te >

< Non ci penso nemmeno > Continuavo a tenergli testa.

Sembrava quasi che gli altri si divertissero, mi faceva piacere, mi aiutava a tenermi tranquilla.

Pareva che solo auron si fosse accorto che mi stavo muovendo molto lentamente verso i buchi tra le radici, erano molto profondi.

< Senti ragazzina, è tardi, mi sa che devi andare a dormire, o tua madre si preoccuperà >

Quelle parole erano un colpo al cuore. Mia madre non si sarebbe arrabbiata, non poteva più farlo.

< Non ne ha più la possibilità, vecchio > Una lunga lacrima mi scese per il viso. Ero sull’orlo dei buchi. < ma credo che tu questo lo sappia benissimo >

< Non sarai mica la figlia di gegma >

Lo guardai, stava per fare un movimento con la mano, una magia …

Sollevò la mano, ma un secondo prima che sferrasse l’attacco, mi gettai all’indietro, cadendo in un enorme buco.

< LEYLAAA > sentii Rikku urlare, da dove mi ero appesa, dove prima avevo appoggiato la scatola, si sentiva tutto.

Con il massimo silenzio, salii sulla protuberanza di roccia, sembrava solida, mi avrebbe sostenuto.

Montai le mie lance, e nascosi lo scrigno, dopo aver controllato se il contenuto era ancora presente.

Sentivo che stava cominciando un combattimento.

Sentivo esplosioni, scagli di magie, e colpi di spade.

Feci il giro dell’albero da sotto, mi arrampicai e spuntai nella foresta.

Il mio piano era arrivare alle spalle di seymour, ma si era portato dietro una bella sfilza di uomini e mostri. Era palese che la mia prospettiva di fare silenzio fallì ancora prima d’incominciare.

Tutti sentirono una forte esplosione provenire dalle spalle del loro, ehm, amico.

Mi videro comparire dal fumo, erano pallidi alla mia vista come se avessero visto un fantasma.

Persino Seymour sembrò sorpreso, ma riacquistò immediatamente la sua tranquillità.

< Che c’è, tua madre non è venuta a prenderti >

< Non provocarmi >

< Oh, dimenticavo, è morta >

< Non pronunciare un'altra parola su di lei >

< Perché ? devo forse dire perché è morta? >

< Zitto >

< Non sfuggire dalla realtà > Il suo tono si fece serio.

“ Non pronunciare altre parole, non dire niente “

< Suvvia, lo sai benissimo. Qui siamo tre persone che lo sanno: Io, te ed Auron >.

Mi drizzai in piedi, sempre tenendo la testa bassa, stavo cominciando a piangere, mi era sempre stato detto di non mostrare le mie debolezze al nemico, e non volevo farlo.

Chiusi gli occhi, sentii che stavano arrivando molti mostri; mi girai di scatto.

< È ora di usarle> Tirai fuori dalla tasca due pietre sferiche, verdi smeraldo, e le collocai in due buchi nelle mie daghe. Mi misi in posizione.

Dovevo far avere ad Auron la sua, ma come fare senza farmi notare ?

“ Perché non me la sono messa in tasca… “ Pensai con rabbia.

< Cosa sono ? > Chiese Rikku.

< Le sfere del potere > rispose Seymour, anticipandomi < Sono delle pietre dalle incredibili capacità magiche, ne esistono tre al mondo >

< Già >

Mi venne un idea.

Mi rigirai verso di lui, cercai di ferirlo, ma si scansò all’ultimo momento, così che io diedi le spalle ai miei compagni.

Stava per fare una magia, mi colpì in pieno facendomi sbattere la schiena contro il tronco dell’albero.

< Grazie seymour, stai facendo il mio gioco >

Feci un saltino in avanti, cadendo nuovamente nel buco e atterrando sul pezzo di roccia, che semtii scricchiolare.

Infilzai una daga nella terra, e mi appoggiai alla roccia, aprii lo scrigno e tirai fuori la pietra,che misi in tasca.

Mi appesi alla daga conficcata, mentre con quella libera, tagliai il pezzo di roccia, facendolo precipitare nel vuoto, con la scatola.

Per salire, usai le lame come picconi, quando uscii, il combattimento stava andando avanti, ma si erano come divisi i compiti.

Ora conto Seymour stavano combattendo solo Yuna, Tidus e Auron, mentre gli altri del gruppo contro i mostri e i servi di seymour.

Era il momento buono: Estrassi dalla tasca la pietra.

< AURON > Lui si girò ero pronta a lanciargli la pietra, ma qualcuno afferrò il mio braccio e, con un gesto fulmineo, mi mise una lama, di un coltello credo,al collo.

Mi tolse dalla mano le armi, immobilizzandomi con un braccio e tentando con la mano libera, di aprirmi le dita e prendere la sfera.

Nessuno osava fare niente. Nessuno aveva armi di precisione: se avrebbero colpito lui, avrebbero colpito anche me, non c’era niente da fare.

Mi divincolavo come una tarantola, cercando di colpirlo con i gomiti e con le gambe, ma non ci riuscivo.

Finalmente arrivai a dare una gomitata nella pancia, liberandomi.

Stavo per lanciarla, e credo che lo feci, quando il tipo dietro di me mi procurò un taglio profondo che partiva dal collo e andava fino alla fine della schiena.

Caddi in avanti, e la pietra arancione rotolò fino a cadere ai piedi di Auron.

Questo si chinò per raccogliere la sfera, ma tutti vedemmo un intensa luce verde abbattersi su di lui.

Su tutto il corpo si formarono tagli.

Mi girai e vidi che L’uomo alle mie spalle aveva usato le mie daghe, che con le pietre potevano colpire anche a distanza.

< AUROOON >

Era la voce di Rikku…quindi Rikku e Auron …

Era tutta colpa mia …

… un’altra volta …

NO, nessun altro sarebbe morto per causa mia.

Mi stavo alzando, se non che il tipo mi puntò la mia stessa arma alla gola.

Qualcuno avrebbe disapprovato, ma forse era l’unica cosa da fare: Mossi la gamba destra verso quella direzione, per darle carica, e feci lo sgambetto all’uomo, che cadde come una pera cotta.

Questa mossa era andata bene se non che con il movimento del suo corpo mi aveva procurato una grossa ferita sulla spalla, e un taglio sul lato della faccia.

Ripresi possesso delle mie armi e mi girai verso il corpo di Auron:

Rikku era corsa verso di lui, adesso piangeva, lo amava veramente molto …

< È …? > Chiesi, ma nessuno mi rispose.

I seguaci e i mostri erano scomparsi, era rimasto solo Seymour.

< Come ti senti ? > chiese

Non dissi niente, mi limitavo a fissarlo con occhi rabbiosi.

< Come ti senti ad aver causato la morte di un'altra persona ? >

Chinai la testa.

< Ti sei rassegnata vero? Non ci puoi fare niente, sei destinata a seminare dolore tra le persone >

Tutti mi guardavano, forse con compassione. Solo Rikku mi fissava con rabbia.

< È colpa tua, è TUTTA COLPA TUA ! >

< Lo so > Non osavo fissarla, non avrei potuto sopportarlo.

< COME SAREBBE A DIRE ??? >

< Credi forse che mi diverta ? > Mollai le armi e mi accasciai al suolo, in ginocchio, fissando il corpo del guardiano.

Rikku aveva cambiato sguardo, ora mi guardava con uno sguardo decisamente triste, come pentita delle sue parole:

< Scusa, io non … >

La interruppi.

< avevo tre anni quando ho visto mia madre morire, è morta per difendermi >

< Io … > cercava di dire qualcosa di confortante, ma la interruppi di nuovo.

< Ne avevo sette quando i miei fratelli si sono sacrificati per me, infine, durante questo viaggio, ho quindici anni, sono morte quattro perone. Tutto questo perché, secondo un’antica profezia, io sono … >

< Che storia triste > mormorò Rikku.

< Contento Seymour?ora anche loro lo sanno, quindi perché non … > quando mi voltai verso il luogo dove pensavo ci fosse lui, non vidi niente, se ne era andato.

Staccai una pietra da una daga, e la scagliai con forza verso il corpo di Auron.

Pochi istanti dopo lo sentimmo tossire; il guardiano si era svegliato, i tagli erano magicamente spariti.

La mia sfera verde rimbalzò e rotolando giunse ai miei piedi, la raccolsi e la misi in tasca, staccai anche l’altra dalla seconda daga e la misi nello stesso posto della gemella.

Staccai le lame dalle canne, e le misi nelle custodie appese alla cintura, mi allontanai senza far rumore, utilizzando un’asta come stampella.

La mia figura si immerse silenziosa nel blu irreale della foresta.

***

Ero appena uscita dalle porte di Macalania e mi stavo dirigendo alla piana dei lampi quando sentii dei passi veloci raggiungermi.

“ Non sarà mica …”

< Dove credevi di andare, ridotta in questa maniera? > Era la sua voce.

Non mi girai, continuai a camminare, tentando di accelerare il passo, ma mi raggiunse, quindi riacquistai il mio passo normale.

< Perché te ne sei andata ? > chiese Auron

Non risposi, non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia, figurarsi parlargli.

< Allora, non rispondi ? >

< mi… sentivo… mi sentivo tremendamente in colpa… > mormorai, tentando di rimanere calma.

< Mi hai salvato la vita, non vedo perché dovresti…>

< Per colpa mia tu… tu stavi per… >

< Morire? > Lo diceva con una tale naturalezza, non sarei mai riuscita a mantenere una calma del genere. Comunque annuii.

< Non è stata colpa tua >disse. Mi fermai.

< Fosse vero…> fissai un punto immaginario per terra.

Auron, che era circa un metro più avanti di me, si fermò, e prese a fissarmi.

< Non sentirti in colpa, non c’è motivo >

< Sette persone hanno perso la vita per me, e io, per poco non ne facevo morire un'altra. DIMMI SE NON DEVO SENTIRMI IN COLPA !!! >

Caddi di nuovo in ginocchio, e cominciai a piangere disperatamente.

Mi si avvicinò e si accovacciò di fronte a me.

< Non fare così, tu non volevi farmi del male, tanto meno non volevi farne agli altri > Disse, abbozzando un piccolo sorriso.

< Hai completato la missione, devi andarne fiera >

< Sì, ma a quale rischio >

< Dai, è finito tutto bene, non stare a rammaricarti su quello che SAREBBE potuto succedere, è inutile > Queste parole, in qualche modo, mi confortarono.

Smisi di piangere, ma non riuscivo comunque a sorridere.

Allora compié un gesto del tutto inaspettato, mi abbracciò forte, e allora sì che sorrisi.

Anche se mi aveva detto esplicitamente che non era in collera con me, mi sentii perdonata.

< Grazie ancora >

< Di niente, grazie a te >

Quando questo finì, mi drizzai in piedi, cominciai a camminare verso la piana dei lampi:

< Arrivederci Sir Auron >

< Ciao Leyla, salutami tuo padre >

Continuai a camminare, ma mi accorsi che continuava a guardarmi, lui non sapeva del mio potere:

quando ero contenta, potevo leggere nei cuori, e nel suo, pensava:

“ Addio piccola, non potrò più rivederti, spero tu sia felice in eterno “.

Quindi si girò e cominciò a camminare verso il suo destino.

THE END

EPILOGO

Sconfitto Sin, fu abbandonato il culto di Yevon, e gli Albhed furono accolti.

Mio padre riunì i suoi seguaci in un unico grande regno e fece di me la regina; andai contro la sua volontà quando decisi di governarlo da sola.

Appena arrivò la notizia della sconfitta di Sin, e furono resi pubblici i nomi delle persone che l’avevano causata, proclamai sei mesi di festeggiamenti, e resi Yuna, Tidus, Wakka, Lulu, Khimari, Rikku e Auron eroi nazionali.

Il giorno che resi pubblici i festeggiamenti, ero in piedi su una grande balconata,e pensai:

“ Contento Auron ? Ora sono veramente felice “.

E fu allora, che vidi sventolare al vento, un grande mantello rosso, che poi vidi scomparire, tra i luccichii dei miei occhi, nell’immenso cielo di questa nostra terra chiamata, Spira.

18 05 07

Oggi l’ho riletta per sbaglio, e vi dirò, non mi è piaciuta.

Intendo dire…la storia mi piace, sempre e comunque, ma l’avevo scritta proprio malaccio…

L’ho riveduta e corretta (per fortuna), dal momento che forse da quando l’ho scritta ( quasi passato un anno ^^ ) sono migliorata un pochino.

Nel ripubblicarla mi è venuto un gran senso di nostalgia…è da parecchio che non vengo in questo sito e ho visto che sono cambiate molte cose…ma vabbè…

COMMENTATE PLEASEEEEEEEEEEEEE!!!!

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