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Autore: Cilyan    02/11/2012    6 recensioni
Il giovane alza gli occhi e si specchia in quelli che sembrano essere due pozzi azzurri senza fondo. Li scruta, li mangia , li ama, li adora, mentre si abbassano assieme all’ ombrello e al corpo dell’altro giovane .
- Louis – dice quello tendendo la mano al piccolo Harry, ma l’altro non risponde e lo guarda con gli occhi di chi non ha capito l’importanza della vita.
- Louis – insiste quell’ altro, ma Harry no risponde e si limita a guardalo, le gambe piegate e cedevoli fino all ’inverosimile, le note di una danza funebre in testa e l’anima cupa come il cielo in quel momento.
- Dal buio nasce sempre la luce, lo sai vero? – se ne esce l’altro dopo averlo fissato imperterrito per alcuni minuti, dopo essersi chinato alla sua altezza, ma Harry scuote la testa in segno di dissenso e diventa sempre più vuoto e assente sia con l’anima che con il corpo. Louis non si da per vinto
- Tu quanti anni hai? – continua con il suo interrogatorio senza fine – io 12 , ma tu sembri più piccolo vero dolce Cuppy cacke? –
- Io- io –
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“When we met it was in a cimitery, on a cold, old , gravery, your gravery”


01/11/12 – Giorno dei morti

Aria, si respira aria di cambiamento nel cimitero , piccolino, di quella piccola città di Holmes Chapel.
Un bambino, o meglio, un ragazzino, di nome Harry, si aggira tra quelle statue apparentemente vuote e dure, crude, fredde, che tempestano quel piccolo luogo sacro.
Le si fermano e carezzano , piano, una di quelle vecchie rocce che di storia sanno tanto e allo stesso tempo poco. I suoi occhi, contornati da piccole occhiaie puntigliose, si fermano come vuoti a guardare in una direzione sconosciuta, verso una meta che neanche loro conoscono.
Il loro verde sembra essersi perso tra quel grigio che ha cominciato a fargli compagnia nel loro intento di guardare oltre quello che l’anima di quel povero ragazzo possa vedere.
Le rosse umide di quei grandi pezzi di storia gli fanno compagnia mentre le sue dita danzano tra i nomi scritti da uomini,donne, bambini, vecchi,  fatti da uomini,donne, bambini, vecchi, vissuti da uomini, donne, bambini, vecchi;
Le sue guance rosee fanno da schermo alle lacrime che hanno cominciato a pervadergli il cuore e il petto, ad ogni passo, ad ogni piccolo sospiro, respiro di vita, osservanza della morte.
Cosa può essere d’altronde la morte se non qualcosa da osservare con benevolenza e amore?
Cosa può un piccolo ragazzino di appena dieci anni da solo, di fronte la morte?
Harry giunge alla tomba da lui prediletta, quella del suo caro nonno,il padre di suo padre, cui si trova accanto proprio colui che lo ha cresciuto.
Un'altra lacrima ricade da quegli occhi inumiditi dalla tristezza dovuta al ricordo di appena un anno prima: una macchina, una trasfusione, cancro, il cielo.
Un'altra lacrima, più pesante, giunge al suolo, suolo dove ormai non crescono più neanche i piccoli fiori di campo.
Harry si accascia al suolo vuoto, come si sente lui e fissa le due tombe, inerme davanti al fatto che l’unica persona che ora gli rimane, sua madre, resta in ospedale. Gli altri suoi parenti, anziani, lo hanno lasciato tanto tempo fa e sono stati seppelliti in luoghi diversi, in base alla provenienza.
Per questo Harry piange, piange e si dispera e piange ancora. Piange per la sorella costretta a crescerlo e a non poter vivere una normale vita da adolescente benché gli continui a ripetere di non essere per niente un peso per lei, perché chi si ama non è mai un peso, ansi.
Ed Harry si rannicchia su se stesso quando anche la pioggia comincia a bagnargli i ricci dorati davanti al battito del sole. Lui non aspetta la pioggia per non piangere da solo , perché lui è debole, o meglio, si sente debole. Harry sente che il mondo gli sta per crollare addosso, quando una mano gli si poggia sulla spalla destra, una mano che è amica eppure sconosciuta,  una mano che fracassa i timpani del giovane e timido Harry, una mano che sembra dargli calore e conforto.
Il giovane alza gli occhi e si specchia in quelli che sembrano essere due pozzi azzurri senza fondo. Li scruta, li mangia , li ama, li adora, mentre si abbassano assieme all’ ombrello e al corpo dell’altro giovane .
- Louis – dice quello tendendo la mano al piccolo Harry, ma l’altro non risponde e lo guarda con gli occhi di chi non ha capito l’importanza della vita.
- Louis – insiste quell’ altro, ma Harry no risponde e si limita a guardalo, le gambe piegate e cedevoli fino all ’inverosimile, le note di una danza funebre in testa e l’anima cupa come il cielo in quel momento.
- Dal buio nasce sempre la luce, lo sai vero? – se ne esce l’altro dopo averlo fissato imperterrito per alcuni minuti, dopo essersi chinato alla sua altezza, ma Harry scuote la testa in segno di dissenso e diventa sempre più vuoto e assente sia con l’anima che con il corpo. Louis non si da per vinto
- Tu quanti anni hai? – continua con il suo interrogatorio senza fine – io 12 , ma tu sembri più piccolo vero dolce Cuppy cacke?
- Io- io – Harry prova a parlare per la prima volta, ma il suo cuore fragile non regge e finisce per cadere in lacrime tra le braccia del più grande .
- 10 – sibila, mentre l’altro immerge le mani, grandi e affusolate, in quei ricci appena accennati.
- Come ti chiami? -  ripete a pappagallo quello, cosa che fa ridere, forse per la prima volta, il piccolo Harry intento ad ondeggiare la testa a destra e a sinistra , al ritmo morto delle civette nel cimitero.
- Come ti chiami? – eccola la domanda perpetua e senza risposta, poi, tutto ad un tratto, Louis vede sulle due tombe che hanno di fronte il cognome “Styles” e capisce di chi si tratta.
Il sindaco Styles che era morto l’anno prima aveva una giovane e bellissima moglie, Aurora, ed un figlio , piccolo, meraviglioso che lui aveva intravisto più volte tra la folla alle assemblee cittadine. Il suo nome era Harry. Ecco il nome di quel minuscolo pezzo di carne che Louis ora sta tenendo tra le braccia, tenendo , in contemporanea, l’ombrello, per evitare che entrambi si bagnino.
- Harry  - dice allora sconvolto e l’altro alza il volto sul quale è palesemente dipinto un grande punto interrogativo.
- Ha -ha-ha-r-r-r-y ? – sbiascica a malapena - hai detto Harry? – riesce a tirare tutto d’un fiato.
- SI, ho detto Harry . – dice sicuro l’altro, ma in certo se continuare con la frase che gli frulla per la testa.
 – Harry, Harold , il figlio di George Styles, il nostro caro e amato sindaco morto l’anno scorso? -  Harry lo fissa e , senza neanche annuire , gli salta addosso ricercando quel minimo e dolcissimo calore che quel corpo solo sembrava potergli dare in quel momento.
- L-L-L
- SI , si Louis, Louis, ho capito piccolo.- il castano gli carezza lentamente la testa come se fosse di molto più grande di lui e gli fa compagnia finchè il pianto dell’altro non si fa sommesso e silenzioso, finchè non arriva il momento del sonno , quello in cui Morfeo ama portare tutti gli uomini nei loro periodi più difficili.
 
01/ 11/ 2020 Giorno dei morti.

Louis , il giovane ventenne , si trova davanti ad un cimitero, da solo. Si trova a fissare le tombe degli Styles che durante tutta la sua vita adolescenziale ha visto passargli davanti agli occhi, inerme, ma attratto da quella famiglia tanto bonaria e ben disposta verso il proprio prossimo.
E la fissa, fissa quello spazio vuoto che, per poco, non sarebbe stato anche la tomba del giovane Harry che, ormai diciottenne, orfano da ormai sei anni anche della madre, unica figura rimastagli, il ragazzo ha aveva tentato il suicidio più e più volte e sempre, ogni volta, Louis lo aveva salvato stringendolo a se e abbracciandolo.
- Harry – la figura esile e quasi felina del giovane riccio si fa a vanti tralle ombre.
E’ un giorno di pioggia questo, quello molto simile a quello di otto anni prima.
E’ Louis, ora, che ha gli occhi arrossati e dipinti da grosse occhiaie lentigginose che, come se nulla fosse, hanno deciso di scavargli il volto lucido e scavato in ogni sua fattezza.
- Louis – risponde l’altro avvicinandosi titubante.
- Non ti aspettavo – il più grande cerca di asciugarsi le gote in fiamme, ma il piccolo riccio, con un passo furbo e repentino gli giunge dinanzi e lo abbraccia.
- Louis. Louis, tu mi hai salva …-
- Sh – gli porta un dito all’altezza della bocca – no, sei tu che hai salvato me .-
- Louis, mi fido di te , io, “io mi fido di te”.-
- Tu ti fidi di me, Harry? E “cosa sei disposto a perdere? “- si stringe nel suo cappotto lungo e grigio il giovane Tomlinson, guardando oltre le spalle del grande, alto, e ormai uomo anche nell’aspetto, di Styles.
- Tutto, sono pronto a perdere tutto, Louis.-
- Allora perditi per me, Harry, perditi per me ed io mi perderò per te-
Louis osserva la chioma castana del riccio muoversi su e giù , mentre i loro sguardi si lasciano, sfuggevoli, per andare a posarsi sulle loro mani, ormai congiunte, ormai abituate a quel contatto che dovrebbe sapere di vecchio, ma che sembra sempre più nuovo davanti alle loro menti pigre.
- Mi perderò per te, Louis.- queste sono le parole che sembrano ravvivare il giovane Tomlinson e che lo portano a tirare il riccio verso un precipizio profondo e oscuro.
- Mi perderò per te, Louis – ripete a macchinetta Harry, con le lacrime che ormai fanno spazio a tutto ciò che era presente sul volto del più piccolo.
- Mi perderò per te, Louis- ancora e ancora lo ripete, ma il più grande, dopo averlo bendato e avergli sussurrato un :
- Allora ci perderemo insieme – che gli fa salire i brividi lungo tutta la colonna vertebrale, lo guida per mano fino ad una baita, una calda baita, la calda ed accogliente casetta in legno di Louis e lo abbraccia da dietro, per poi buttarlo a peso morto sul letto.
Ed Harry trema, trema perché ha paura. Se Louis non intendeva farlo morire, si chiede, allora cosa vuole fargli?
- Mi perderò per te, Louis – le mani che cadono sugli occhi oscurati di ogni visione e le mani che tremano – Mi , Mi ,mi perderò per te, Louis – e ancora le lacrime vanno ad imbrattare la benda nera che Harry ha sugli occhi.
- Ed io mi perderò per te, Harry. Shhh, stai tranquillo, mi perderò per te –  Harry si sente denudare di ogni abito .
- Mi perderò per te, con te, Harry  - mano che abbracciano il corpo diafano dell’altro, mani che scendono sempre più giù, mani che infilano nuovi abiti puliti, accoglienti, caserecci e benda che viene via.
- Louis – Harry sbatte quei suoi occhi enormi e pieni di rimpianti , guardandosi con solo in dosso dei pantaloni del pigiama dell’altro.
- Harry. Quanto sei bello .-
- Louis, tu … -
- Si -  sospira in un sorriso l’altro , guadagnandosi mille grida tacite e di assenso dell’altro.
- Louis, io ti , io ti … -
- Harry io ti amo – dice l’altro sicuro, portando con se ad abbracciare quelle bellissime fossette che si fanno spazio sul viso dell’altro dopo tanto tempo.
Ce la puoi fare, Harry –lo incoraggia l’altro
- Louis io ti amo – ed una lacrima si butta nella felicità del riccio, cadendo tra le sue labbra, subito prese tra i denti di Louis che le mordono, le assaporano, le amano.
- Ti amo – si dicono all’unisono e poi , poi non esiste nessun Harry, nessun Louis, nessun cimitero, nessun morto, solo loro due e i loro corpi.
Harry sarà di Louis per sempre ed Harry sarà di Louis per l’eternità. I loro corpi saranno sempre e solo uno solo e le loro anime li accompagneranno anche in quelle tombe vuote, insieme.
E l’amore che si consuma in quel letto, quel giorno, è solo il frutto di anni e anni passati insieme a soffrire, ad attrarsi o , semplicemente, a guardarsi le anime a vicenda perché, come dicono molti aforismi, “gli occhi sono lo specchio dell’anima” e per conoscere una persona cosa di meglio se non osservarne le mille sfaccettature dell’anima?

01/ 11/ 2090 giorno dei morti

Di Louis ed Harry ormai non esiste che il freddo angolo d’amore, ancora aspirante sesso da tutte le parti, di quella piccola baita dove Harry e Louis sono cresciuti.
Ora, ora sono le loro tombe a ergersi gelide tra le altre, ma , forse, rimarrà sempre un po’ di calore anche in quelle , il loro calore, perché chi l’ha detto che anche una tomba non può essere calda?
- Cosa sei disposto a perdere? – sembra che questa frase rimbombi ancora nell’eco di quel vecchio cimitero.
- Tutto Louis, tutto Harry .
Per chi si ama si può donare tutto, è vero, anche la vita ed Harry e Louis questo lo avevano capito da una vita, una vita , la loro, piena di loro e dei loro corpi caldi e amorevoli,caldi e pieni delle loro anime, caldi e pieni, semplicemente , di un significato di vita che solo loro conoscono.



 




Buona sera a tutti miei cari lettori! 
Allora questa os la volevo pubblicare in onore del giorno dei morti, ma poi non l'ho più fatto. Anyway con grandissimo ritardo vi presento questa larry che è quasi diventata arancione a causa dell'influenza che la prima os rossa della mia amica WithJustOneLook ( http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=207150) ha avuto su du me ..
Comunque sia passate per le sue storie, sono davvero bellissime.
Poi passate anche per quelle di questo ragazzo che si è fissato col farmi pubblicità ( fare pubblicità a me? Solo un pazzo lo farebbe ... e qui su efp evidentemente ce ne sono moltissimi ) :http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=228692
Poi se passaste per questa ragazza sarebbe ancora più bello. Anche lei è straordinaria : http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=211881
Bene ho finito con gli in convenevoli. Se vi piace o non vi piace fa nulla, vi stimo già se avete letto questa robaccia ...
Un bacione
fat
p.s. non vi disturbate a recensire anche se per me sarebbe davvero importante.
p.p.s. spero non ci siano tanti errori .. forse dovrei cominciare a cercare un beta...
  
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