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Autore: FiammaRuna    02/11/2012    1 recensioni
Quando la sofferenza può portare a creare qualcosa di vero...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tonks passeggia lentamente sulla riva del lago il giorno prima della battaglia finale.

Il bambino stretto tra le braccia lancia mugolii scostanti per ricordarle della sua presenza.

Un breve cenno verso il castello, poi osserva il neonato e sorride dolcemente, come solo una madre sa fare.

Lì, a sole ventiquattrore dallo scontro, la giovane donna si ferma a pensare agli avvenimenti che l’hanno portata fino a quel punto della sua vita. Con un bellissimo bimbo che gioca allegro tra le sue braccia e la forza di combattere una guerra.

Fino a qualche tempo prima non avrebbe mai immaginato di riuscire ad essere di nuovo così felice.

 

E' vero 
credetemi è accaduto 
di notte su di un ponte 
guardando l'acqua scura 
con la dannata voglia 
di fare un tuffo giù…  

Era tutto così buio e faceva così freddo.

Eppure era estate.

Forse, sono davvero io che ho perso il calore da quando è successo…”

Si concesse di pensare.

Ricordava l’orribile evento e l’effetto che aveva provocato in lei.

Qualcosa si era rotto irreparabilmente all’interno del suo corpo.

Il cuore?

Probabilmente.

E ora aveva paura.

Paura di non riuscire più ad amare qualcuno come aveva fatto, per tutta la sua breve esistenza, con quel ragazzo dagli occhi chiari e i capelli ribelli.

Quel ragazzo divenuto uomo e accusato ingiustamente.

Quello stesso ragazzo che ora non era più lì.

Si sporse pericolosamente dal ponte di legno.

Le avevano detto che ad Hogwarts si sarebbe sentita più al sicuro, in un ambiente più idoneo per ritrovare la calma e la pace interiore, ma niente riusciva a farle tornare il sorriso, ormai sparito dal suo viso da quella notte.

I capelli un tempo sempre sfarzosi e colorati erano ormai perennemente grigi, di un grigio morto, spento, che ricordava al mondo il suo dolore.

Una brezza leggera le scompigliò la chioma facendola rabbrividire.

Si sporse ancora di più.

Voleva che finisse. Tutto quel dolore. Tutto quel continuo tormentarsi. Doveva finire.

Così avrebbe potuto ricongiungersi con il suo amore e nessuno ne avrebbe sofferto.

Nessuno.

- Tonks… -


D'un tratto 
qualcuno alle mie spalle 
forse un angelo 
vestito da passante 
mi portò via…

 

Una voce tremendamente calma risuonò alle sue spalle.

Non voleva voltarsi.

Sapeva bene a chi apparteneva e non aveva voglia di perdersi in stupide e insensate prediche.

Il dolore stava per finire e lei non aveva mai sentito l’esigenza di sbrigarsi come in quel momento.

Le mani strinsero il cornicione e i piedi si issarono sulle punte, ma delle mani forti le cinsero i fianchi.

-Tonks..-

Tremò.

Per un attimo, solo un attimo, le sembrò di aver udito la sua voce e si costrinse a girarsi.

Solo per uccidersi nuovamente non trovando il suo viso, ma quello del suo caro amico d’infanzia.

Lei lo guardò e della calma apparente nella sua voce non vi vide traccia all’interno dei suoi occhi.

-Pensi che avrebbe voluto questo? –

Un brivido percorse la sua schiena.

Non c’era bisogno di pronunciare il suo nome.

In quel momento si rese conto di quanto Remus stesse soffrendo per la sua stessa perdita.

In silenzio, lui portava un enorme croce sul cuore e lei era troppo occupata ad assecondare la sua depressione per accorgersene.

Lui sorrise triste.

Prese la sua mano e la portò via.

Magari, insieme, sarebbero riusciti ad affrontare quell’immenso squarcio che la morte di Sirius aveva lasciato nelle loro vite.

-Non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso? sussurrò al suo orecchio mentre indicava l’enorme prato verde che circondava Hogwarts.

 

 

Erano passai dei mesi, ormai, da quella notte sul ponte e Tonks pian piano era tornata a sorridere.

Dapprima timorosamente, poi sempre con più decisione, fino a sorridere davvero.

Solo di notte, quando non li osservava nessuno, si concedevano di essere tristi.

Solo un po’.

Per poi unirsi e fondersi per non pensare.

Perché loro erano vivi ed è l vita che ci regala ogni gioia e ogni sofferenza.

Bisogna solo essere abbastanza forti per affrontarla. E se non ci si riesce allora magari si è così fortunati da trovare qualcuno che ti aiuti ad andare avanti.

Nessuno è forte da solo.

Tonks questo l’aveva capito a sue spese.

Remus la stringeva a se donandogli il calore del suo corpo, con così tanta dedizione che a volte, lei stessa, si chiedeva il perché di tanta dolcezza e apprensione.

-Remus…- chiese a bassa voce.

-Dimmi. – una mano calò ad accarezzarle i capelli rosa chiaro.

-Ti manca….? –

Un domanda glaciale detta con così tanto calore.

Lui sospirò.

-Ogni singolo giorno. – sussurrò.

Lei alzò il viso e gli incorniciò il volto con entrambe le mani.

-Io non ti abbandonerò. – disse guardandolo negli occhi con una sicurezza tale da far immobilizzare il lupo mannaro.

Le accarezzò il dorso di una mano, poi poggiò entrambe le mani sulle sue e sorrise dolce.

-Finalmente, questa è la Tonks che volevamo. – disse calmo mentre le posava un bacio casto sulle labbra.

Che volevamo…” le parole vorticarono nella mente della ragazza che si strinse a lui con più forza.

Solo una lacrima solitaria solcò il suo viso.

Ma non era sofferta.

In quel momento Tonks si rese conto che perfino il dolore poteva essere dolce se condiviso.



perfino il tuo dolore 
potrà apparire poi 
meraviglioso 

 

Tuttavia, come tutte le coppie felici anche loro avevano i loro momenti bui.

Il loro veniva una volta l’anno.

La porta si chiuse con un tonfo e un’infuriata Tonks dai capelli neri fece il suo ingresso in sala.

Poco dopo anche un Lupin spossato seguì i suoi passi.

-Tonks…- la chiama stanco l’uomo.

-Cosa?! – si era voltata con tanta rabbia che lui indietreggiò di un passo incredulo.

-Non puoi fare così…- sussurrò.

-Così come?! Remus! È morto! Lui è morto e io sono qui! – cadde in ginocchio singhiozzando mentre Lupin avvertì un tonfo sordo all’interno del petto.

-E sei sola, giusto? – chiese acido.

Forse, per la prima volta in tutta la sua esistenza, sentì di voler abbandonare quella maledetta calma che si ostinava a mostrare.

Lei alzò gli occhi gonfi verso di lui e si maledisse da sola per le sue parole.

Per un attimo, tentennò.

-Io…non…Remus…Dio, Remus! È morto! –

-Lo so! – urlò l’uomo. -Dannazione, lo so! Cosa vuoi che faccia?! –

Lei ammutolì.

Nessuno aveva mai visto Lupin perdere la pazienza, mai.

Perfino nei momenti più difficili, lui era sempre stato la personificazione della calma.

La quiete che aiutava gli altri a sopportare.

Eppure era lì ad urlare il suo dolore davanti alla donna che si era ripromesso di aiutare ed amare.

Nel giorno dell’anniversario della morte del suo compagno d’adolescenza tutto quello che avevano costruito, con tanta forza e pazienza, crollava senza sforzo apparente.

- Remus…è tutto così sbagliato! –

-Non ce la faccio….non oggi…-

La ragazza lo guardò spaesata.

-Tonks, smettila. Smettila di vedere tutto nero! La sua morte ha scosso tutti noi e credimi, credimi, se ti dico che capisco il tuo dolore. – si passò una mano sul viso, stanco. –Non eri l’unica ad essere innamorata di lui…- aggiunse in un sussurro.

Tonks spalancò gli occhi.

-C-Cosa?! –

Lupin si accasciò sul divano allo stremo delle forze toccandosi le tempie con due dita per concentrarsi.

-Guarda intorno a te, che doni ti ha fatto. Tu dici “non ho niente”. Ti sembra niente il sole? La vita? l'amore? Tonks, ti sembrano “niente” tutte queste cose!? Ti sembro qualcosa almeno io…?

Tonks rimase in silenzio, fissando senza motivo le sue ginocchia, cercando di assimilare le parole dette dal suo compagno.

Spesso avevano dovuto affrontare le voci, che immotivatamente, affermavano che loro stavano insieme senza amarsi. La loro storia era davvero solo una burla per mascherare il dolore?

Lei ci si infervoriva e lui sospirava, ma infondo sapevano, che molto in profondità, una parte di quelle crudeli parole era vera.

Loro non si sarebbero mai avvicinati l’uno all’altra se non fosse stato per la scomparsa dell’unnica persona che li legava inseparabilmente.

Eppure, tra loro era nato un legame così forte, che spesso si ritrovavano a pensare: non ci sarebbe mai stato nessun altro che avrebbero potuto amare.

 

 
Meraviglioso 
il bene di una donna 
che ama solo te… 

Tonks culla il bambino lentamente.

Osserva il suo visino, gli occhietti e le labbra carnose.

Un ciuffo di capelli castani prende ad arricciarsi e cambiare colore e lei sorride.

-Hai preso proprio dalla mamma, eh, piccolo? –

Si volta ad osservare il nuovo arrivato.

Un braccio le avvolge delicatamente la vita.

Poggia la testa nell’incavo della sua spalla e sorride.

L’alba sta arrivando e loro si stringono un po’ di più.


La luce di un mattino… 

Ben presto le difficoltà furono superate.

Erano abbastanza grandi da riconoscere i propri errori.

E di errori si poteva parlare visto la quantità di parole amare dette in una sola giornata.

La coppia riuscì a trovare la forza di restare unita e affrontare una nuova sfida con più determinazione.

-Remus…- la donna camminava timida verso di lui con i capelli lunghi, che le ricadevano ondulati sul seno e il ventre leggermente gonfio, del color dell’ambra.

Lui la guardò preoccupato, mentre poggiava il giornale che stava leggendo sul tavolino di fronte al divano su cui era seduto..

Lei sorrise dolcemente.

Si avvicinò cauta e si sedette sulle ginocchia dell’uomo con fare noncurante.

-Ninfadora, devi tacere ancora per molto? – era stata una giornata dura.

Aveva avuto da fare al ministero per affari dell’ordine ed era stanco.

Aggiungendo il fatto che non sopportava i silenzi della compagna, perché di solito preannunciavano aria di tempesta, ma i suoi capelli non lasciavano intendere ciò, quindi sperò con tutto se stesso che, almeno quella volta, fossero buone notizie.

Lei sorrise amabilmente e lo abbracciò.

-C-credo che presto saremo in tre…- sussurrò emozionata al suo orecchio.

Lupin rimase immobile per un lungo, interminabile, momento.

-C-cosa? – chiese sconcertato.

Lei rise.

Era bello vederlo impreparato una volta tanto.

Lui l’afferrò per le spalle e la scostò tanto quanto bastava per guardarla in viso.

-Ninfadora Andromeda Tonks, vorresti spiegarmi? – chiese fintamente formale.

Lei rise ancora.

A Remus gli si sciolse il cuore a vederla così. Felice.

Come risposta lei gli afferrò una mano e se la posò sul ventre caldo.

I suoi capelli si tinsero d’azzurro involontariamente, lei sbuffò divertita.

-Credo sarà un maschio. – Rise.

Lui era ancora incredulo ma sorrise contagiato dalla sua compagna.

L’abbracciò e la strinse forte.

-Ti amo. – sussurrò lui.

-Anch’io. –

l'abbraccio di un amico

 

I mesi passarono velocemente, tra visite d’amici e preparativi affrettati.

Purtroppo l’atmosfera generale, per via delle imboscate e delle perdite, non era delle migliori.

Ma tutti s’impegnarono a non permettere alla neo-mamma di angosciarsi.

Harry stava combattendo, tutti stavano combattendo, per concedere ai loro figli un futuro migliore.

Un futuro senza orrore né paura.

Un futuro dove i loro figli potessero giocare nei parchi verdi di Londra, e di tutto il mondo, senza timore di dover vedere spezzate le loro vite o quelli dei loro cari.

Nonostante ciò Tonks portava avanti la sua gravidanza con orgoglio, perché quel figlio sarebbe stato amato. Nessuno gli avrebbe strappato via i suoi genitori.

Nessun nuovo bambino sopravvissuto.

Niente dolore. Solo amore.

Arrivò il grande giorno e tutti erano in fermento.

La McGranitt, i signori Weasley, perfino Kingsley si era presentato al San Mungo per assistere e dar forza a Lupin che continuava a fare avanti e dietro, incessantemente, per il corridoio della sala d’attesa.

Poi le porte si aprirono.

il viso di un bambino.

Un sorriso enorme si dipinse sul volto dell’uomo.

Tonks era tutta sudata e affaticata, ma i capelli erano subito tornati asciutti e tinti dei colori dell’arcobaleno.

Il bimbo agitava la manina in loro direzione affascinato, poi l’unico ciuffo di peluria che spuntava dalla sua testa prese a cambiare colore fino a diventare un miscuglio dei colori primari.

Tutti risero.

-Tonks…è…- iniziò Lupin emozionato.

-Meraviglioso. – conclusero in coro.




La notte ora finita 
e ti sentivo ancora

 

Arriva l’alba e la notte sembra solo un ricordo lontano.

Entrambi sanno che sta per arrivare l’epilogo di un brutto capitolo della storia.

Si stringono tra loro con più forza, prendendo un enorme boccata d’aria e osservano il loro pargolo..

Il bambino si era addormentato tranquillo, ignaro dei prossimi avvenimenti.

-Sarà meglio portarlo da tua madre…- sussurrò Remus per non svegliarlo.

-Si…-

 

Una volta lasciato il neonato nelle mani sicure della nonna, lontano dalla battaglia, i due si diressero in un posto che non visitavano da tempo.

I capelli di Tonks erano diventati di un mogano scuro intenso e si erano accorciati, per la prima volta da quando era nato Ted.

Corti, come li portava quando lui era in vita.

La tomba vuota di Sirius si trovava accanto a quella di Lily e James Potter.

Era sembrato a tutti il posto migliore.

Forse lo sembrava un po’ meno in quel momento a Lupin, che doveva fare i conti con tre dei suoi vecchi amici deceduti.

Tonks gli prende una mano tra le sue.

-Ciao. – Sussurra Lupin rivolto alla lapide.

-Ciao…- aggiunge lei tremando.

Nessuna risposta.

Tonks sospira.

-Volevamo portarti una persona, ma…-

Si ferma.

Ancora oggi, dopo tutto quel tempo, le risulta così tremendamente difficile affrontare quella perdita.

Si stacca dal marito e si accuccia davanti alla tomba.

Allunga una mano a sfiorare il marmo e sorride.

-Mi manchi…- sussurra. –Manchi a tutti e due, sai? – neanche si accorge delle lacrime che colano e dei capelli che si tingono di nero lentamente.

Lupin rimane fermo ad osservarla.

Infondo, dentro di se ha sempre saputo che Sirius sarebbe rimasto l’unico per lei e, probabilmente, era rimasto l’unico anche per lui.

Lo sentono entrambi così vicino, come se fosse lì accanto a loro.

Lui è amore.

Lupin sospira.

L'amore della vita.

 

***************

E arrivò la guerra.

La difficile battaglia.

Tonks non era riuscita a stare lontana da Remus, non riusciva a sopportare di non sapere cosa stesse succedendo o come stava il padre di suo figlio.

Combatterono.

Combatterono con tutta la grinta possibile, per aiutare Harry, per salvare il mondo magico, per loro figlio, per le persone che avevano sofferto. Combatterono per vendicarsi.

Fu un lampo.

Poi il nulla.

 

***************************************

 

-Remus! Remus dove sei?! –

Era tutto troppo verde.

Un prato?

Dov’era finito il castello?

Dov’erano finite le urla? I cadaveri?

Dov’era la lotta?

-Remus!? – Ninfadora continua a chiamare il marito spaventata.

Si volta da una parte all’altra, ma vede solo verde.

-Tonks.. –

Si blocca.

Questa volta non può sbagliarsi.

Il cuore comincia a batterle forte in petto, troppo forte.

Il respiro si fa ansante.

Lentamente, molto lentamente, si volta verso quella voce calda.

Le lacrime cominciano a solcare il suo volto nell’istante esatto in cui lo vede.

-S…- non riesce a parlare.

Vorrebbe dirgli così tante cose, eppure rimane lì, in silenzio.

Lui si avvicina a passo lento. Sorride.

Quanto le era mancato quel sorriso?

-Shhh…non piangere piccola. – la osserva corrucciato. – forse non sei più così piccina come quando giocavamo insieme nipotina. – ride pensando a quei momenti.

Dell’uomo tormentato che ricordava non vi era traccia.

-Sirius…? –

-E chi altro? –

-Oh, Sirius! – si getta con le braccia al collo dell’uomo sorridente.

Una mano ruvida le accarezza la schiena e la fa tremare.

Meraviglioso.

All’improvviso un pensiero si fa spazio nella sua mente.

Si stacca tremando e lo guarda spaesata.

-Dov’è Remus?! – chiese ancora.

-Che importa? –

-Sirius, devo trovarlo! –

-Perché? – chiede noncurante.

Quell’uomo non può essere davvero Sirius.

Lui non si sarebbe mai permesso di ignorare la scomparsa di uno dei suoi migliori amici…e non solo.

Ninfadora si allontana piano mentre dondola la testa da una parte all’altra spaurita.

-Remus, amore, dove sei…? – chiede al cielo con gli occhi lucidi.

 

***

 

-Tonks! – niente.

La chiama ancora e si guarda intorno per capire dove diamine era finito.

Una vasta radura verde lo circonda senza confini.

-Tonks! –

Lupin gira su se stesso, agitato.

Non si era mai separato dalla moglie prima di allora.

È preoccupato.

Respira cercando di riordinare le idee.

Deve esserci una ragione per cui si trova lì.

Ma lì dove?

Cammina.

Cammina senza sosta, mentre continua a invocare il nome della donna.

-Remus… -

Si ferma.

-Non può essere…- sussurra voltandosi.

Eccolo.

-Sono io. – sorride l’uomo dai neri capelli.

-Non è possibile…-

-Che c’è Luna-Storta? Non riconosci il tuo Felpato? – sorride ancora avvicinandosi a lui.

Lupin non crede ai suoi occhi, ma chi se non lui conosce quei soprannomi?

Allunga una mano e gli sfiora un braccio.

Solido.

Meraviglioso.

L’uomo si avvicina fino ad essere ad un centimetro di distanza.

Distanza che viene subito colmata da Remus che gli cinge le spalle in un abbraccio tanto atteso.

Sirius ricambia sorridente.

-Mi sei mancato. – sibila.

Lupin spalanca gli occhi.

Aveva avvertito una nota strana nella sua voce.

Qualcosa che non ricordava affatto il ragazzo che conosceva.

Si stacca lentamente e l’osserva.

-Sirius, dove siamo? – chiede mesto.

-Che importa? – sorride il compagno.

-Devo trovare Ninfadora. – insiste il lupo mannaro.

-Perché? -

Remus l’osserva serio.

-Perché l’amo. – risponde spontaneamente.

Sirius assottiglia gli occhi.

-Tu ami me.

-Si. – iniziò tremando per l’ammissione. - Ma tu sei andato via, Sirius. Ora devo trovare Ninfadora. – rispose deciso.

 

Tutto inizia a vorticare pericolosamente.

Il verde si unisce all’azzurro del cielo e il sotto e il sopra si capovolgono.

Remus cerca di mantenere l’equilibrio, inutilmente.

****

Tonks avverte una scossa nel sottosuolo, poi si ritrova nel vuoto.

Con un capitombolo si schiantò sull’erba umida.

Si rialza piano e a fatica per la botta presa, ma viene aiutata da due mani che aveva imparato ha conoscere bene.

-Remus! – si gira di colpo e lo abbraccia forte.

-Remus….- sussurra piangendo.

-Shhh…è tutto ok amore. –

-No…Lui….Lui…- si stacca anche da Lupin con il timore che anche lui fosse “sbagliato”, ma le bastò guardare quegli occhi dolci e paterni per rendersi conto.

Mai, mai più avrebbe sbagliato nel riconoscere qualcuno di così importante.

Non può non riconoscere il padre di suo figlio.

La persona che, finalmente, ha capito di amare.

Davvero.

Le ci è voluto tanto, troppo, tempo per capirlo, ma finalmente è giunta alla conclusione più ovvia.

Lei ama Remus Lupin.

Lo ha amato dal giorno in cui le aveva cinto la vita sul ponte di legno. Dal momento esatto in cui quelle mani avevano toccato il suo corpo.

Lo abbraccia ancora con forza e poi lo bacia.

Come non l’ha mai baciato.

Con la consapevolezza del proprio sentimento.

Non c’è mai stato niente di così forte e bello.

Solo Ted.

Ted.

Guarda spaesata il marito e poi si guarda per l’ennesima volta intorno.

-Dove siamo…? –

Lui sospira.

Purtroppo, Remus ha capito.

Lei continua a fissarlo in attesa di un qualcosa che nemmeno lei sa identificare.

-Stavamo combattendo e poi…poi…- Spalanca gli occhi.

-No…-

Scuote ancora la testa incredula.

-NO..NO…NO! – tira deboli pugni sul petto del marito.

-Ted…-

Remus l’abbraccia e le bacia il cranio, accarezzandola piano.

-Ted sarà amato. Ted è vivo. Sono sicuro che abbiamo vinto…- sorride.

-Come…? –

-Guarda. – sussurra indicando una luce lontana.

Lei si volta con paura e rimane di sasso.

Da uno squarcio di luce nell’enorme prato verde intravede un gruppo di persone che li salutano allegramente.

-Papà…- allunga un braccio verso l’aura.

Lupin le cinge la vita e la conduce verso il punto interessato.

-Ciao, piccola. – dice l’uomo anziano mentre si avvicina per abbracciarla.

Intanto, due uomini si accostano a Lupin.

-Luna-Storta! –

-Ti aspettavamo! – ridevano.

Lupin sorride sotto i baffi.

-Ramoso. – fa un cenno verso il primo. – Felpato – uno sguardo carico di significato attraversa i due.

-Mh. Sono contento che voi due abbiate trovato la vostra pace. Davvero. – indica Tonks con un cenno della testa e sorride mestamente.

La ragazza si accorge solo ora degli altri presenti.

Rimane a bocca aperta e si avvicina piano.

-Sirius…-

-Si. Questa volta sono io. –

Lei sorride e lo abbraccia con calma, poi si volta verso Remus e prende la sua mano.

Gli sorride felice.

Lì in quella luce sembra tutto così perfetto.

Ma una ruga affiora tra gli occhi della giovane donna.

-Non preoccuparti. – sorride la donna rossa li vicino. –Il mio bambino ha vinto. –

-Dubbi? – Sirius era fintamente sconcertato.

-Ha preso tutto dal padre. – si gonfia in petto James.

-Io direi che ha preso dalla madre. – si intromette con un mezzo inchino Lupin verso Lily.

-Dongiovanni! – lo prendono in giro gli amici e insieme scoppiano tutti a ridere.

-Ma…Ted…- Dora è ancora disorientata.

Lily le si avvicina e le poggia una mano sul braccio.

-Tuo figlio ha due genitori meravigliosi, sono sicura che crescerà amato e protetto. Credimi, - aggiunge per rassicurarla – so cosa vuol dire essere strappata al proprio cucciolo…- sospira triste. – Ma non ho mai smesso di osservarlo da qui e sono certa che potrai essere orgogliosa del tuo bambino, in futuro, come lo sono io del mio. –

James l’abbraccia da dietro e le bacia il collo dolcemente.

-Crescerà Tonks. Crescerà in un mondo senza oscurità. – cerca di rassicurarla l’uomo.

Lupin le si avvicina e la tira a se.

-Noi non smetteremo di amarlo e lui lo sentirà. – sussurra al suo orecchio.

Una lacrima.

-Anche ora, nella morte, noi l’amiamo e lui lo sa. –

-Si, ed è meraviglioso. -

meraviglioso. 

 
 

questa storia si è classificata seconda al contest : REMEMBER ME....
ecco la valutazione: 
2°- FiammaRuna con Perché Lui è amore: 
Grammatica: 9.7/10 
Comincio con il dire che l’ho trovata perfetta! Purtroppo ci sono un paio di “A” mangiate: “erano vivi ed è l vita che ci regala” e qui anche “ Un domanda glaciale detta”. Ma nulla di serio :D 
Brava! 
Stile: 5/5 
Il tuo stile mi è piaciuto parecchio, scorrevole e leggero. Mi hai fatto immergere completamente nel racconto, cosa non semplice, ma ci sei riuscita. 
:D 
titolo: 5/ 5 
il titolo si accoda bene a tutto il testo. Riesce a mettere in evidenza tutto l’amore che è racchiuso in ciò che hai scritto. Quindi ti meriti il voto pieno! ^___^ 
utilizzo elementi pacchetto: 5/5 
Ti ho dato anche qui voto pieno, perché la canzone l’hai utilizzata bene, non èerchè hai scritto una song-fic, ma perché hai amalgamato tutto in modo fantastico. 
:D 
Il prompt è stato nominato più volte, arricchendo le tue descrizione e facendo immaginare meglio le scene da te raccontate. 
Gradimento personale: 10/10 
Bello, bello, bello! 
Lo so, sembra banale, ma davvero mi è piaciuta la tua storia. I personaggi li ho trovati caratterizzati bene e i ricordi erano espressi in modo perfetto arricchendo tutto ciò che riguardavano poi il presente di Tonks. 
In più il tuo stile mi è piaciuto molto. 
Brava! 
Totale: 34.7/35 
   
 
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