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Autore: sonsimo    18/05/2007    15 recensioni
Storia ambientata nel futuro di Mirai no Trunks, ma prima della nascita di quest'ultimo. Di tale epoca sappiamo ben poco, e vorrei con il mio racconto cercare in qualche modo di "colmare" questo vuoto. Temi principali della storia sono lo sviluppo della malattia cardiaca di Goku, il suo rapporto con Vegeta, e il rapporto tra Vegeta e Gohan dopo la morte del padre di quest'ultimo. Ho immaginato che la malattia di Goku si sia diffusa lentamente, privandolo a poco a poco delle sue energie, e che in punto di morte il Saiyan abbia fatto una richiesta particolare al suo Principe. Il prologo è cronologicamente successivo al resto della storia, si legherà all'ultimo capitolo, e descrive il momento della morte di Vegeta dopo la battaglia contro i Cyborg. Credo proprio di aver detto sin troppo, quindi vi lascio alla lettura della storia!
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Chichi, Gohan, Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

Le forze lo stavano abbandonando velocemente. Era ormai giunta la sua ora, se ne rendeva conto perfettamente. E, a giudicare dallo sguardo colmo d'orrore del ragazzo chino sul suo corpo ricoperto di sangue, anche Gohan aveva compreso ciò che stava per accadere. Attraverso il velo che aveva ormai davanti agli occhi, il Principe dei Saiyan vide con stupore le lacrime che bagnavano il viso del giovane mezzo saiyan, e non potè trattenere un ultimo sorriso beffardo a tale vista. Davvero il fato sembrava volersi divertire con lui, in quegli ultimi istanti. Stava per morire, per sempre questa volta, perché le Sfere del Drago erano definitivamente scomparse con la morte di Piccolo, e l'unico ad assistere ai suoi ultimi istanti di vita era nientemeno che il figlio del suo peggior nemico. Un ironico scherzo del destino che, in altre circostanze, lo avrebbe fatto sorridere. Ma non in questo momento. Adesso, Vegeta aveva qualcosa d'importante da dire. Un'ultima missione da compiere. Probabilmente la più ardua che avesse mai affrontato. Perché per una volta, avrebbe dovuto mettere da parte l'orgoglio e fare l'impensabile. Chiedere aiuto.

"Gohan... ascoltami...".

La voce del Principe era un sussurro soffocato dal dolore troppo forte, provocato dai profondi squarci che martoriavano il suo corpo.

"Vegeta... resisti... ti porterò via di qui e..."

Le parole di Gohan erano un debole, concitato bisbiglio tra le lacrime. Il ragazzo parlava a bassa voce, quasi come se temesse di ferire ulteriormente, col suono delle sue parole, il Saiyan steso a terra accanto a lui. Non riusciva a trattenersi dal tremare incontrollabilmente. Tutti gli altri erano già stati distrutti dai Cyborg, se avesse perso anche Vegeta sarebbe rimasto completamente solo. Che speranze avrebbe avuto allora?

"Non essere sciocco, moccioso. Sono spacciato".

Gohan non potè trattenere un singhiozzo, che a Vegeta non sfuggì. Fino a qualche anno prima, da guerriero spietato quale era, non avrebbe mai pensato che avrebbe visto qualcuno in lacrime per lui pochi istanti prima della sua morte. Molte creature avevano pianto a causa sua. Ma mai nessuno aveva pianto per lui. Tale gesto non poteva non toccare il suo cuore, ormai un po' meno duro di com'era stato un tempo. Ma pur sempre freddo e incapace di esprimere una qualsiasi emozione diversa da rabbia e orgoglio. Vegeta sospirò dolorosamente e si sforzò per riprendere a parlare. Gli rimaneva poco tempo, avrebbe dovuto fare in fretta.

"Devo chiederti di fare qualcosa... per me".

Gohan sollevo lo sguardo sul Saiyan adulto, sdraiato a terra in una pozza di sangue, e lo fissò coi suoi occhi sgranati e colmi di lacrime.

"Devi addestrare... Trunks. Sii il suo maestro. Insegnagli a combattere, fallo diventare un Supersaiyan come me... come te... e come tuo padre".

"Vegeta, io...".

"Tu... puoi farlo. E insieme potrete proteggere questo stupido pianeta. Dopotutto, è quello che avrebbe voluto tuo padre. Sono caduto davvero in basso a chiedere l'aiuto di un moccioso mezzosangue in punto di morte".

Pur se tristemente e tra le lacrime, Gohan sorrise, per poi annuire lentamente.

"Lo farò, Vegeta. Te lo prometto".

Prima che gli occhi del Principe si chiudessero per sempre, il suo volto si rasserenò, e riuscì a pronunciare le sue ultime parole:

"Tuo padre mi ha dato la sua fiducia. Io adesso faccio lo stesso con te".

 

Capitolo1: Sogni realizzati e sogni infranti

 

Ce l'aveva fatta. Quasi stentava a crederci! Aveva tentato per mesi, con tutte le sue forze, sottoponendosi ai più duri allenamenti che la sua mente fosse in grado di inventarsi, e tutto senza mai avere la certezza di raggiungere il proprio obiettivo. Era passato attraverso momenti di profondo sconforto, temendo che non sarebbe mai riuscito a raggiungere il tanto sospirato stadio di Supersaiyan, era stato più volte sul punto di mollare tutto, ma non si era mai arreso. Non aveva mai perso la speranza, né la fiducia in se stesso. Giorno dopo giorno, aveva continuato a ripetersi che doveva farcela a tutti i costi, che non era possibile che una terza classe riuscisse dove lui aveva fallito. E aveva continuato ad allenarsi, imperterrito, senza mai gettare la spugna, senza mai concedere al proprio corpo e alle proprie membra esauste un attimo di tregua. E adesso, dopo mesi trascorsi nello Spazio in completa solitudine, aveva finalmente visto i propri capelli tingersi di oro, e si era sentito attraversato da una forza immensa, incontenibile, talmente potente da fargli temere la distruzione del suo stesso corpo. Era una sensazione meravigliosa, un senso di onnipotenza mai povato prima. Nel silenzio di quel pianeta desertico, echeggiò a lungo la risata quasi isterica di Vegeta. Il Saiyan si diresse quindi a tutta velocità verso la propria navicella, quella che aveva rubato alla Capsule Corporation dopo il ritorno sulla terra di Kakaroth e la definitiva sconfitta di Freezer da parte di quest'ultimo. Avrebbe finalmente avuto la sua rivincita. Questa volta, niente e nessuno lo avrebbe fermato. Avrebbe restituito a Kakaroth ogni umiliazione che aveva dovuto subire a causa sua, moltiplicata all'infinito. Avrebbe gustato la sua rivalsa fino in fondo.

...

"Papà?".

Nessuna risposta.

"Papà!".

Goku sussultò, e sembrò accorgersi solo in quel momento della presenza del figlioletto. Se ne stava lì, sdraiato sulla riva del lago a guardare le nuvole, già da diverse ore. Precisamente, da quando aveva fatto ritorno dal suo colloquio con Re Kaioh. Dopo ciò che aveva saputo, non era riuscito a tornarsene dritto a casa, e aveva preferito rimanere lì da solo a riflettere per un po'. Come se ci fosse stato qualcosa su qui riflettere... Re Kaioh era stato fin troppo chiaro, non c'era niente da fare. Le cure terrestri non avrebbero potuto fare niente per lui, e le Sfere del Drago non potevano intervenire in una situazione del genere. Il nemico che il più grande guerriero di tutti i tempi si trovava a dover affrontare questa volta era invincibile. 

Già da un bel po' di tempo Goku si era accorto che c'era qualcosa di strano, in lui. Inizialmente non aveva dato troppo peso alla cosa, poiché l'unico sintomo era la stanchezza eccessiva che lo coglieva all'improvviso, mozzandogli il respiro. Ma ben presto, alla debolezza si era affancato il dolore. Frequenti e lancinanti fitte al petto avevano iniziato a coglierlo di sorpresa in qualsiasi momento della giornata, finché Goku non era riuscito più a nascondere il proprio malessere alla sua famiglia. Chichi lo aveva trascinato a forza da un dottore, nonostante i suoi patetici tentativi di fuga, e il verdetto era stato a dir poco stupefacente. L'uomo più forte dell'Universo, l'unico Supersaiyan, il guerriero che per ben due volte aveva scofitto Freezer, si era ammalato. E come se non bastasse, non si trattava di una comune malattia curabile in poco tempo. Goku era stato infettato da un virus sconosciuto, che aveva attaccato il suo cuore, e per il quale non era nota alcuna cura. Senza lasciarsi prendere dal panico, il Saiyan si era recato da Bulma, per farsi consegnare da lei il radar per le Sfere, certo che anche quella volta il Drago lo avrebbe tratto d'impaccio, come sempre, ma prima che potesse completare la raccolta, aveva ricevuto un messaggio telepatico di re Kaioh. La divinità gli aveva chiesto di recarsi al santuario del Supremo, perché aveva urgente bisogno di parlare con lui. Re Enma avrebbe fatto uno strappo alla regola e avrebbe permesso loro di incontrarsi. Goku era stupito dell'urgenza di cui aveva avuto sentore nella voce di uno dei suoi più grandi maestri. Sembrava davvero molto turbato. Senza perdere tempo, si era recato al luogo dell'appuntamento, aspettandosi di venire informato di una qualche nuova, terribile minaccia incombente sul pianeta. E invece, questa volta la minaccia incombeva solo sulla sua vita.

"Le Sfere non potranno fare niente per te, Goku. Nessuno può fare niente per te".

Quelle parole rimbombavano ancora nelle sue orecchie. Al solito, Goku aveva cercato di sdrammatizzare, aveva detto che sarebbe riuscito a trovare una soluzione, ed era fuggito via, incapace di sostenere oltre lo sguardo addolorato di Re Kaioh e del Supremo. Era ritornato tra i suoi monti, e una volta atterrato vicino al lago, aveva stretto i pugni e chiuso gli occhi, nel tentativo di concentrare al massimo la propria aura per trasformarsi in Supersaiyan. Ma i capelli e gli occhi erano rimasti neri come la pece, e il suo corpo, anziché dal fremito della forza, era stato attraversato da quello del dolore. La consapevolezza di ciò che aveva perso per sempre aveva colpito Goku con la forza di un pugnale, e il giovane Saiyan si era lasciato cadere sull'erba. Non si sarebbe trassformato mai più. Non avrebbe più potuto combattere. La malattia aveva già iniziato ad impadronirsi delle sue energie, e la trasformazione in Supersaiyan era già soltanto un sogno lontano. Goku rimase a fissare il cielo in silenzio, ad occhi sgranati, incapace di pensare a nient'altro. Solo con quella certezza sconcertante a stringere in una morsa il suo cuore già così dolorante.

E adesso, la voce di Gohan lo aveva riportato bruscamente alla realtà.

"Allora papà, hai trovato tutte le Sfere? Dove le hai messe?".

Goku si mise in piedi, guardando il bambino negli occhi, con un vago senso di colpa che andava ad aggiungersi alla sua amarezza. Aveva appena scoperto che non sarebbe sopravvissuto, e il suo primo rammarico era stato dedicato al perduto vigore Saiyan. Come aveva potuto essere così egoista da non dedicare il suo pensiero a coloro che avrebbe abbandonato per sempre? E soprattutto, come avrebbe fatto a dire a Gohan e Chichi ciò che sapeva?

"Papà, va tutto bene?".

Goku sorrise al figlioletto.

"Andiamo a casa, figliolo. Ho qualcosa di molto importante da dire a te e alla mamma".

E lì, avvolto dalla luce rosata di quello splendido tramonto, con la morte nel cuore Goku cinse con un braccio le spalle di suo figlio, dirigendosi insieme a lui verso casa, dove avrebbe dovuto dedicarsi al più arduo dei compiti. 

continua...

Nota dell'autrice: Non mi sembra vero di essere finalmente riuscita a pubblicare il primo capitolo di questa storia che mi ronza in testa da prima ancora che finissi di scrivere Blood and Tears! Spero che questo primo capitolo, assieme al prologo, abbia destato la vostra curiosità. Tema principale della storia sarà il rapporto tra Goku e Vegeta, e tra Vegeta e Gohan. Spero di ritrovare i vecchi lettori di Blood and Tears, mi ero tanto affezionata a tutti loro, e ovviamente anche nuovi lettori! Volevo inoltre approfittare di questo spazio per ringraziare tutti coloro che hanno messo me o le mie storie tra i loro preferiti. E' una bellissima soddisfazione! Bene, adesso vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo, nella speranza che recensiate numerosi! Sonsimo

 

  
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