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Autore: LaNonnina    02/11/2012    5 recensioni
[I tre moschettieri]
Si può considerare un seguito del film "I tre moschettieri" del 2011.
Troverete i soliti mitici personaggi e qualche new entry. Non mancheranno amore, amicizia, forza, astuzia, invidia, gelosia, un pizzico di malvagità...
Ce la faranno questa volta i nostri eroi?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8
 


“Ehm.. ehm..” Athos si schiarì la gola un paio di volte.
Non sapeva il perché ma si sentiva piuttosto a disagio, cercò comunque di non darlo a vedere “Avete proprio una bella casa!”
“Oh, mercì!” Ringraziò Isabèl, che non era abituata a convenevoli.
Lo fece accomodare nella sua sala da pranzo, che fungeva anche da luogo di ricevimento e Porthos si sedette su una poltrona verde, esattamente di fronte a quella rossa di Isabèl.
“Dunque” Iniziò lei “Come mai, monsieur, vi trovavate sdraiato nella mia aiuola?”
Athos non sapeva cosa rispondere, ma com'è noto ad ogni combattente, la miglior difesa è l’attacco “E come mai, mademoiselle, ho visto il Cardinale ed il suo compare uscire da questa vostra splendida dimora?”
Isabèl lo guardò stupita. E particolarmente offesa.
Lui continuava a fissarla. Direttamente negli occhi. Minaccioso.
Lei non riuscì a trattenere a lungo lo sguardo.
Si arrese.
Si voltò verso la grande porta-finestra “Non credo che questi siano affari vostri… e comunque non avete risposto alla mia domanda”
Lui rispose stizzito “Beh anche io credo che non vi debbano interessare i miei affari…”
“Ma eravate nel mio giardino!”
“Dettagli di poca importanza…”
“Ma come vi permettete…?!” Sbottò lei, visibilmente alterata.
Lui si addolcì. “Scusate, non volevo essere impertinente…”
“Siete proprio tutti uguali voi moschettieri… prima fate gli spavaldi, poi vi pentite e vi scusate come se non fosse accaduto nulla degno di nota…”
“Ah ah ah… vedo che vi ricordate di Artie…”
“Di chi?!”
“D’Artagnan”
“Oh… D’Artagnan…” Lei si alzò e si diresse verso la finestra.
Stette a lungo ferma con lo sguardo perso nel vuoto. Era completamente immersa nei suoi pensieri.
-Lui … perché lo ritrovo in ogni dove? Prima gli salvo la vita, poi mi chiedono di catturarlo, poi si presenta il suo amico. E io? Che cos…-
“State bene?” Athos la interruppe, ridestandola dal suo viaggio mentale.
“Eh? …ouì… Dunque. Tralasciando il fatto dell’aiuola… Non potevate bussare alla porta come tutte le persone civili? O voi moschettieri avete il permesso di intrufolarvi nei giardini delle belle fanciulle? Perché se fosse così, mi avvarrei anche io di questa regola per visitare i giardini di aitanti giovani…”
“Avete un buon senso dell’umorismo… ma no, noi moschettieri non abbiamo questo vantaggio purtroppo… ero solo venuto per conoscervi” Ammise lui, abbassando il capo.
Era davvero in imbarazzo. Temeva addirittura che le sue guance si fossero tinte di rosso. Patetico!
“Conoscermi?” Isabèl parve sinceramente stupita questa volta “E per quale motivo, di grazia?”
“Beh… Porthos vi aveva descritto come una ragazza meravigliosa e poi, dopo che avete salvato la vita ad Artie…”
“Ah! Allora lo ha ammesso! Brutto insol…”
“Sì, sì, ha confessato. Ma vi prego di non dirgli che ve l’ho detto… sapete… oltre ad essere spavaldo è anche molto permaloso…”
“Me lo immaginavo…” Si guardarono e cominciarono a ridere di gusto.
Finalmente, la sensazione di disagio era scomparsa.

Chiacchierarono tranquillamente per un paio d’ore, finché Isabèl chiese ad Athos di scusarla, ma aveva una faccenda importante da sbrigare. Il moschettiere disse che no, non c’era nessun problema, e si alzò per andarsene. La giovane chiamò Marie per accompagnarlo alla porta, mentre lei correva a cambiarsi.
Aveva una missione a cui dare inizio.



Appena uscito dalla villa, Athos decise di andare a chiamare i suoi compagni per invitarli a bere qualcosa quella sera. Si sentiva stranamente sollevato, dal momento che dopo quella lunga chiacchierata era fortemente convinto di potersi fidare di Isabel. Il Cardinale Richelieu e il Duca si trovavano lì solo per onorare un'antica amicizia che li legava alla madre della ragazza. Almeno così disse lei.

Tornato a casa, non trovò i suoi amici ma una persona che non aveva mai visto. Nella sala a pian terreno infatti si trovava una ragazza poco più grande di Artie intenta a pulire e a rammendare. Athos rimase per un po’ a fissarla in silenzio. Non era molto alta ma con un sacco di curve nei punti giusti, bisognava ammetterlo. La pelle era scura, così come i capelli ricci e raccolti in uno chignon, nascosto sotto una cuffietta. Il moschettiere chiuse la porta sonoramente e la ragazza si girò di scatto per lo spavento.
Bonjour monsieur, scusatemi, non vi avevo sentito entrare …” Esordì la ragazza facendo un inchino.
“Oh no, è colpa mia …” Rispose il moschettiere un po’ impacciato. Aveva un viso bellissimo, gli occhi allungati e di un marrone così profondo che gli ricordavano le donne dei paesi orientali. “Posso sapere come avete fatto ad entrare?”
Ouì! Porthos mi ha assunto come vostra serva. Sapete … i miei genitori sono anziani e io ho bisogno di soldi per mantenerli. Inoltre, il vostro amico ha detto che ho tutte le qualità per tenere a bada quattro pelandroni come voi “ Spiegò la ragazza tranquilla e aggiunse con aria di rimprovero “Da quant’è che nessuno fa pulizie in questa casa?!”
Athos rispose leggermente scioccato dalla sua parlantina svelta “In effetti è passato tanto tempo dall’ultima volta … E così voi sareste la nostra nuova governante?”
“Oh la prego” Lo interruppe la ragazza “Chiamatemi semplicemente Margerì, governante mi fa così vecchia! Ho appena ventitre anni!”
“Appunto Margerì, non capisco come mai Porthos abbia scelto proprio voi data la vostra giovane età … “
“Beh, non si preoccupi, ho un sacco di esperienza. Ho sempre lavorato nelle osterie e nelle locande”
Athos la guardò di sott’in su, visibilmente preoccupato.
“Come donna delle pulizie ovviamente” Specificò subito Marge.
Ovviamente …” Ripeté il moschettiere non troppo convinto.
La ragazza lo squadrò in tono di sfida e Athos, per non scatenare una guerra con la nuova arrivata, decise di deviare il discorso “osteria e locande”.
“Sapete per caso dove sono gli altri tre?” Chiese con noncuranza.
Marge decise di non passare al contrattacco, in fondo non voleva essere licenziata proprio il suo primo giorno di lavoro. “OVVIAMENTE” Sottolineò forse con troppa enfasi “D’Artagnan sta riposando, Port in giro a bere e quello cari… cioè Aramis è andato alla funzione serale”
Athos la guardò sorridendo: era arrossita parecchio.
“Grazie mille Marge! Ti dò il benvenuto nella nostra umile dimora! Vuol dire che questa sera festeggeremo il tuo arrivo”
“Grazie a voi, Monsieur!” Esclamò la giovane entusiasta “Ora, se permettete, devo tornare alle mie faccende …”
Ouì, certamente. Penso andrò a fare anche io un pisolino fino all’ora di cena …”
“A più tardi!”

Quando D’Artagnan si svegliò, era quasi buio. Il moschettiere si alzò e si diresse alla finestra, dalla quale si vedeva Parigi illuminata dalle tante torce accese in giro per la città. Forse non era ancora ora di cena, poiché l’osteria di fronte cominciava a riempirsi proprio in quel momento. Scrutò a lungo le varie figure che si accalcavano in strada. Quando Porthos lo chiamò per la cena, si diresse verso la porta ma qualcosa richiamò la sua attenzione.  Notò infatti un biglietto incastrato nella fessura tra la finestra ed il suo ripiano.
Lo guardò a lungo perplesso, infine lo raccolse.
-E questo chi l’ha messo?-

Era annodato da un nastro rosso.

Lo aprì.

Vediamoci al porto a mezzanotte,
Isabèl. 


 









*Muahahahha... vi piacerebbe conoscere il seguito, eh?
Ripeto: muahahahhahah!
spero che l'illuminazione mi colga presto... ;)
Un bacione a tutti!

LaNonnina*

  
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