ehm ehm....
sera mondo :3
allora, eccomi alla mia seconda FF... e, come vi avevo anticipato su "you are the best damage that I ever had", è sugli Hunger Games.
Diciamo che per scrivere questa storia ho messo tutto il mio cuore in gioco.
PER EVITARE EVENTUALI CONTESTAZIONI: l'avevo già pubblicata su una pagina di Facebook, Ludwig&Hutcherson-ache, quindi non venitemi a dire che l'ho copiata perchè è tutta farina del mio sacco uu
spero vi piaccia, non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni!

 buona lettura, e possa la fortuna sempre essere a vostro favore <3

  capitolo uno   

Corri. Prendi uno zaino. Allontanati.
Cos'altro mi avevano detto?
Ah sì.
Coltelli. Prendine due, tre, abbastanza lunghi.
E poi allontanati.
Apro gli occhi e vedo l'arena.
All'improvviso non mi sembra più quel luogo così strano ma eccitante che vedevo tutti gli anni dalla mia casa nel distretto 4.
Era così terribile trovarsi lì.
Li vedo, uno ad uno.
I favoriti, sorridenti con la loro aria beffarda. Il mio compagno di distretto, che avrò incontrato sì e no due volte in tutta la mia vita.
E poi tutti gli altri, ombre insulse ai miei occhi. E poi ci sono loro. Gli sventurati amanti o come diamine si vogliono far chiamare.
Lei è pericolosa, l'ho studiata attentamente durante gli addestramenti.
Ma lui... lui ha qualcosa di così debole e delicato nonostante la sua corporatura massiccia. I suoi occhi pieni di paura lo tradiscono.
Credetemi, io me ne intendo di occhi.
Ma ora basta, devo concentrarmi sul gioco.
Prendere, scappare.
Oh certo, sembra così facile detto dai mentori. Ma non lo sarà.
Secondo passo: accamparsi per qualche ora per riposare.
Terzo: allearsi con i favoriti. Quella potrebbe essere la mia salvezza per i primi giorni.
"Ti accetteranno di sicuro" mi ha detto Marhika, la mia stilista dalla pelle azzurra come il cielo e gli occhi grigi e penetranti "sanno che da sola non dureresti molto. Ma ti temono dopo quel brutto tiro a Clove..."
Oh già, quella ragazza non me la farà passare liscia dopo quello che le ho fatto.
Secondo giorno di addestramento.
Il mio obiettivo erano i coltelli, due in particolare, lunghi e taglienti.
Come la lingua di quella vipera.
Mentre stavo per prenderli, Clove mi ha scansato con una spinta e se ne è impadronita.
"Gira a largo da questo posto cara. Tanto non durerai a lungo."
Ma io non sono una che regge così gli affronti.
Ho preso altri due coltelli, piccoli, ma affilati quanto basta.
E li ho lanciati.
Da piccola per prendere i pesciolini nell'acqua bassa lo facevo.
Ero davvero brava.
Poi Finnick mi aveva insegnato ad usare arpioni e reti, e da allora pescare era stato più facile.
Ma quella mira precisa ed infallibile era rimasta nel mio polso.
Lanciai quei due coltelli, che passarono precisamente accanto al volto di Clove, tagliandole una ciocca di capelli ed essi si andarono ad infilare precisamente nella testa di due manichini.
Molto probabilmente, se Cato non l'avesse trattenuta, lei mi avrebbe uccisa.
Riuscii a sentire le impercettibili parole che le disse "Potrebbe sevirci"
10 SECONDI
No. Non sono pronta.
Calma adesso. Calma.
Corri. Afferra. Allontanati.
I miei occhi cadono un'altra volta sul volto del folle innamorato del distretto 12.
Anche lui mi fissa negli occhi.
Brividi.
7 SECONDI
Di paura ovvio.
4 SECONDI
Corri.
3 SECONDI
Afferra.
2 SECONDI
Fuggi.
1 SECONDO
Beh, e ora... Lasciamo che il gioco abbia inizio.
 
Mi sdraio sull'erba, umida e fresca.
Cerco di recuperare fiato e di riprendermi dopo quella corsa, dopo l'orrore che ho visto laggiù alla cornucopia.
In televisione non sembrava così freddo e cruento quel momento, il sangue non scrosciava caldo e non tingeva così evidentemente l'erba su cui cadeva un corpo.
Era tutto sfuocato visto attraverso uno schermo, tutto così semplice e distante.
Ma ora non più.
Non sono abituata a vedere del sangue umano.
L'unico sangue che posso sopportare è quello del pesce smembrato la mattina presto dal vecchio Omair, quello stesso pesce che io e Finnick pescavamo tutte le mattine con tanto entusiasmo.
Sangue di pesce ok. Sangue umano affatto.
Ora basta, devo riprendere fiato.
Respiro a pieni polmoni nonostante l'aria sia umida e pesante.
Attorno a me il silenzio. E basta.
Riesco addirittura a sentire i battiti del mio cuore che riprendono la velocità normale.
Aspetto che passi un po' di tempo, poi mi rialzo.
Devo assolutamente trovare un posto dove rifugiarmi. Magari vicino al fiume, così posso anche bere, visto che la corsa mi ha quasi prosciugata.
Mi incammino, ma non so dove sto andando. Ovvio, è tutto così uguale qua, tutto così intricato.
Poi ad un tratto sento un ramo scricchiolare dietro di me.
Ok, qualcuno mi sta seguendo. E quaggiù non è una buona cosa.
Faccio finta di non aver sentito e porto la mano destra alla vita, dove ho agganciato il coltello.
Tre.
Due.
Uno.
Mi giro e salto addosso ad una figura scura, di cui non vedo il volto per la foga.
"Mi stai seguendo eh?" dico con tono di sfida, sollevando la lama affilata " oh, perfetto, così avrò un'occasione per testare il mio coltello..."
Ma mi fermo. È lui.
L'innamorato sventurato del 12, chiamato Peeta.
Una forza più grande di me mi costringe a mettere via il coltello. Mannaggia a quei suoi occhi.
Ma non scapperà, questo no. Lo tiro su di peso e lo spingo contro il tronco di un albero, con il braccio che gli preme sul collo.
"Sei solo?"
Lui abbassa lo sguardo e non parla.
"Ok, finora sono stata troppo buona con te. Ma ora tu parli chiaro? Altrimenti vedrai che bel ricordo che avranno di te e della tua morte a Panem. ALLORA?"
Lui mi fissa ancora.
Ma stavolta socchiude le labbra e mormora qualcosa.
"Io...io sono alleato con i Favoriti. Stanno venendo da questa parte, mi hanno mandato avanti per cercare Katniss."
E infatti ecco le voci dei ragazzi che si avvicinano.
Lo guardo negli occhi con odio, come se fosse solo colpa sua.
In questo momento in effetti è proprio così.
Stacco con rabbia il braccio dal suo collo e lo scanso dal tronco. Se salgo su quest'albero, forse non mi troveranno.
Non ho intenzione di essere uccisa da loro, e a questo punto nemmeno di diventare loro alleata.
Peeta mi guarda. Perchè mi mette a disagio il suo sguardo?
Comincio a salire, senza guardare in basso.
Trovo un ramo abbastanza grande e mi ci siedo sopra. Ora devo solo aspettare.
Da quassù riesco a sentire i loro discorsi.
"Tu, ragazzo del 12, com'è la zona? Hai trovato la ragazza?"
Maschio, superbo e forte. Cato.
"Qui non c'è. Ma..."
"Silenzio. Non ci servono i tuoi pareri"
Femmina, crudele e spietata. Clove, senza dubbio.
"Zitta Clo, lascialo finire. Ma...?"
Peeta si schiarisce la voce.
Mi sta per tradire?  

NOTE: